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Autore: just a gay cookie lover    08/03/2014    0 recensioni
si può superare la morte della persona a cui si ha dedicato la propria eternità?
Un amore può rinascere dalle ceneri di un dolore immenso?
Dalla collisione tra inferno e paradiso nasce una grande sfida per i due angeli,ma la strada non sarà priva di ostacoli
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cameron Briel, Daniel Grigori
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Daniel fece scendere le braccia dalle spalle al ventre di Cam, gli sfilò la maglietta lentamente. La schiena dell’angelo fu attraversata da un brivido che gli fece inarcare la schiena, senza le ali si sentiva così vulnerabile. Daniel allontanò lentamente il suo torace dal volto ancora grondante di lacrime di Cam e lo guardò intensamente negli occhi smeraldo.
-Prima che il sole tramonti è meglio che entriamo in acqua, diventerà troppo fredda.
Si tolse i pantaloni rimanendo con un paio di boxer bianchi che fecero arrossire Cam in maniera imbarazzante, si voltò e dopo aver mosso qualche passo si tuffò nel lago. Non una sola goccia d’acqua si mosse. Riemerse imperlato da quell’acqua gelida che brillava colpita dal sole.
-Beh, che aspetti?
Cam era ancora lì a guardarlo sbigottito e appena la consapevolezza che si sarebbe dovuto togliere i pantaloni lo raggiunse rischiò lo svenimento.
-Veramente io…
Una gamba cominciò a tremargli e non si accorse che si stava dondolando sull’altra.
-Allora?
Daniel sfoggiava il suo solito sorrisetto spavaldo.
-Non credo che questa sia la stagione adatta per fare il bagno…
-Guarda che se non ti depili le gambe non è un problema, siamo maschi, chi lo fa?
-Non è questo…
Daniel inarcò un sopracciglio.
-Non sai nuotare?
Cam tirò indietro il collo, effettivamente non sapeva nuotare, ma il problema era un altro.
-Cam non avrai mica paura? Lo spavaldo angelo oscuro che ha paura di affogare in un metro d’acqua.
Cam strizzò gli occhi, aveva l’aria comprensibilmente stressata, gli iniziarono  a tremare le mani e le ginocchia.
-Sei davvero un seccatore Grigori.
Iniziò a sbottonare lentamente i pantaloni mentre le sue guance arrossivano catastroficamente. Il vero problema era che in quel preciso giorno Cam aveva scordato una cosa in particolare, qualcosa di piuttosto importante.
Lasciò calare i jeans lungo le cosce, e fu in quel momento che toccò a Daniel arrossire.
Aveva scordato le mutande.
I pantaloni erano ormai arrivati alle caviglie, aveva ancora gli occhi chiusi e appena li riaprì si trovò a pochi metri di distanza la faccia sbalordita di Daniel sui toni del cremisi.
Cam era nel panico, cosa avrebbe dovuto fare? Era lì, nudo e inoltre davanti all’ultima persona al mondo difronte alla quale avrebbe mai pensato di spogliarsi. Tutto quello che poté fare era ragionare alla Cam e tentò di uscirne nel modo più naturale possibile. Alzò il mento e con aria di sufficienza si diresse ancheggiando come un’oca verso la riva del laghetto.
Daniel non distolse il suo sguardo incredulo da lui nemmeno per un istante.
-Beh cos’è che hai da guardare in quel modo? Non hai mai visto la perfezione fisica?
Un fiasco. Entrando fu colto da un brivido gelido, urtò imprecando un sasso con l’alluce e cadde a faccia avanti dove l’acqua era ancora troppo bassa per attutire l’impatto. Daniel era ancora troppo scioccato per trovare il tutto divertente. Da quelle poche dita d’acqua emergevano solamente le spalle di Cam, la sua nuca scura, i suoi talloni e il suo…posteriore. Per poco tempo non si mosse.
-Cam... sei tutto intero?
La visione del posteriore scolpito del ragazzo era imbarazzante ma allo stesso tempo ipnotica. Alcune bolle cominciarono ad emergere nei pressi della testa di Cam, emanava un rumore sommesso. Daniel fu colto da una nota di terrore.
In pochi istanti la testa di Cam si levò dall’acqua scagliando schizzi ovunque, quello che prima era un rumore ovattato ora era un qualcosa a metà tra un grido di dolore e il richiamo di un cetaceo
-FREDDA FREDDA FREDDA!
Iniziò a rabbrividire ad una velocità impressionante avvolgendosi il torace con le sue stesse braccia, preso da quell’attacco di ipotermia non si accorse che Daniel si era avvicinato a lui. Lo cinse con le sue imponenti e calde braccia e lo strinse al suo petto. Smise gradualmente di tremare, la sua pelle era quasi eterea, le sue labbra violacee. Le stesse che dopo pochi istanti furono avvolte da quelle di Daniel in un bacio nella situazione più inusuale di sempre.
Cam staccò le labbra ancora tremanti ma che stavano riprendendo colore.
-Io non so nuotare…
-Chi ha bisogno dell’acqua?
Daniel gli tese la mano e insieme uscirono dal laghetto. Cam aveva ripreso a tremare come un telefono in modalità silenzioso.
-Tieni questa, hai lasciato i tuoi vestiti troppo vicini alla riva e si sono bagnati.
Daniel porse a Cam la sua t-shirt grigia, se la infilò. Arrivava a malapena sotto l’inguine e dato che il corpo di Cam era ancora umido si attorcigliò intorno ai suoi addominali. I due si distesero sull’erba bagnata che gli solleticava le dita rivolti verso il cielo che andava imbrunendosi. Daniel cingeva con il suo braccio il collo di Cam che si era rannicchiato al suo fianco poggiando la testa sulla sua spalla. Il sole era ormai tramontato e alcune stelle iniziavano ad impreziosire il cielo. Cam rivolse lo sguardo verso Daniel, stava guardando il cielo, sorrideva. Chissà se lo guadava in quel modo tutte le volte. Non resistette alla tentazione di affondare le dita nei suoi capelli biondi appena sopra l’orecchio. Erano così morbidi.
-Daniel…
-Che c’è?
-A te manca il paradiso?
Di certo non si aspettava una domanda del genere ma non ci mise molto a rispondere.
-Per niente.
-Perché?
-Perché qui ci sei tu.
  
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