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Autore: Pineapple__    08/03/2014    4 recensioni
Ehm, ciau. :3 Oggi mi cimenterò in una raccolta di Flash che combina due mie passioni: One Direction e la coppia Lulaw. Credo di essere la prima a scrivere su questa coppia. Ma davvero, li adoro. Spero davvero di avervi incuriositi. Saranno diciotto Flash, una per ogni canzone dell'album "Midnight Memories".
#1 Best Song Ever; "Oi, Torao, vieni a ballare!"
#2 Story Of My Life; Questa volta avresti fatto in modo che l'avrebbe mantenuta.
#3 Diana; Gridò ancora. Di nuovo. Un'altra volta.
#4 Midnight Memories; Ti facesti una promessa; mai più regali di San Valentino così.
#5 You And I; "Torao... Resisti..."
#6 Don't Forget Where You Belong; Che stupido, Law, non sei mai stato solo, pensasti.
#7 Strong; Il ragazzo di gomma sembrò non capire le tue parole.
#8 Happily; "Ematomi."
#9 Right Now; Quelle erano state proprio giornate da dimenticare, giusto?
#10 Little Black Dress; "Sorpresa, Mugiwara-ya."
#11 Through The Dark; "Ma stai tremando."
#12 Something Great; Sapevi che Rufy non si sarebbe fatto problemi a dire di avere fatto sesso con un uomo.
#13 Little White Lies; Non ti piaceva vederlo in quello stato, soprattutto se sospettavi che la colpa fosse tua.
[...]
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Trafalgar Law
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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#7 ~Strong
 
“Torao! Ehi, Torao!”
 
Sentisti quella voce gracchiante e dannatamente familiare perforarti violentemente l’apparato uditivo. Non era possibile, che fosse veramente lui? Girasti atterrito lo sguardo verso la voce che chiamava incessante il tuo nome bellamente storpiato, pregando che la tua memoria ti avesse giocato un brutto scherzo. Ma chi era l’unico che possedeva quel tono così cantilenante e fastidioso? Chi era l’unico idiota che ancora non era stato in grado di chiamarti “Trafalgar?”
Sorridesti di nascosto, osservando Rufy, insieme ad altri quattro membri della sua sgangherata combriccola, avanzare verso di lui comodamente appoggiato alla testa di una strana creatura, mezza umana e mezza animale, lanciata al galoppo. Scuotesti lievemente la testa. Neh, non era cambiato nemmeno in quei due anni. Era il solito deficiente che sproloquiava sul fatto che sarebbe diventato Re dei Pirati. Ma, a dirla tutta, ti era mancato, quello che tu chiamavi deficiente.
Te lo ritrovasti dopo nemmeno un nanosecondo davanti, con il suo sorriso a trentadue denti stampato su quella gommosa faccia da schiaffi. Avanzò verso di te con le braccia spalancate e ti avvolse in uno stritolante abbraccio, mentre quei dementi dei suoi compagni non risparmiavano commentini e battutine. Avresti voluto tanto strappare i loro cuori, ma un morsa ferrea ti impediva ogni movimento. E quei occhi erano lì, finalmente, puntati su di te. E brillavano, altroché se brillavano.
 
“Torao, sono così felice di vederti! Ho un sacco di cose da dirti, ma prima di tutto volevo ringraziarti!” squillò assumendo un’espressione da cucciolo festoso.
 
“Se ti riferisci a quanto è successo a Marineford, non intendo accogliere i tuoi ringraziamenti. Siamo pirati, non donnicciole.” rispondesti acidamente.
 
Il ragazzo di gomma sembrò non capire le tue parole. Non avresti dovuto sorprenderti, vista l’assenza di neuroni all’interno della testa del morettino. Eppure, sentisti montare in te una grande felicità, frenata solamente dalla tua solita granitica maschera d’indifferenza. Il tuo viso non lasciava trasparire nessuna emozione e, malgrado ciò, questi due anni di lontananza da Cappello di Paglia non erano stati il paradiso, per te. Ogni notte ti coricavi con il pensiero di lui impresso nella mente. Ti chiedevi se stesse bene, se non si stesse sforzando troppo con gli allenamenti e se mangiasse ancora come dodici leoni digiuni. Quel sorriso mancava e, di conseguenza, la tua forza mancava. Ti sentivi stranamente vuoto. Sentisti la solita voce rivolgersi a te, questa volta quasi pigolando.
 
“Torao, mi sei mancato. Tutte le volte che pensavo a te le gambe mi diventavano tremanti e mi si chiudeva persino lo stomaco. Mi sentivo debole, la lontananza mi rendeva debole. Tu mi rendi forte, ho bisogno di te al mio fianco.” sussurrò, come se nemmeno tu dovessi sentire quelle sdolcinate parole.
 
Sbuffasti, assestandogli una rassicurante pacca sulla schiena. Era incredibile come quel ragazzetto di gomma potesse leggere nel profondo del tuo animo, esternando le sentenze che avresti voluto segretamente rivelargli. Avevi stretto una piccola e fugace alleanza a Sabaody insieme a lui e, poco dopo, ti eri ritrovato a tenere tra le tue fredde e callose mani la sua tenera vita. L’avevi salvato e, probabilmente, anche lui aveva salvato te.
 
 
 
I’m sorry if I say I need you
But I don’t care, I’m not scared of love
‘Cause when I’m not with you I’m weaker
Is it so wrong?
Is that so wrong?
That you make me strong.
  
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