Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Dama DeLupottis    09/03/2014    4 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ps. Non contiene niente di speciale….vi avviso in partenza, in modo che non mi accusiate di avervi fatto perdere tempo per niente! =)
 
Pov Dario

 
Esco dalla sala togliendomi la cuffia con un gesto liberatorio seguito da un sospiro: intervento difficile, ma come sempre, uscito alla perfezione. Non che dubitassi di me, ma…dopo la notizia che Anna mi aveva sbattuto in faccia, ero preoccupato di non riuscire a mantenere la giusta concentrazione, e invece, ce l’ho fatta anche stavolta. Non è stato semplice…ma l’ho fatto: in quelle ore...ho spento la mia vita e ho messo quella del paziente davanti ad ogni cosa, e visto il successo, visto come mi sento ora….sarei immediatamente disposto a cominciare un nuovo intervento.
 
- Ottimo lavoro!- commenta Massimo dietro di me. E’ stato vigile come un falco durante tutta la durata dell’operazione, pronto a farmi sostituire alla minima esitazione, che per fortuna, non si è verificata.
 
- Il merito è anche tuo!- dico accennando un sorriso
 
- Lo so!- risponde con fredda sicurezza.
 
Odio ammetterlo, ma… già mi manca la nostra amicizia! Solitamente non sono un tipo che ha bisogno di essere sostenuto, però…insomma…avere accanto un amico è molto meglio che avere davanti solo un collega: il clima in sala è molto meno teso, se noi conversiamo del più e del meno; il silenzio di oggi invece, spaccato solo qua e là da termini medici, rendeva la sala molto più cupa e lugubre di quanto non sia in realtà. E non solo io, ma anche tutto il personale, ne aveva palesemente risentito di questo cambio così repentino e apparentemente inspiegabile.
 
- Quindi…a questo si riduce il nostro rapporto?- domando cercando di non far trasparire alcuna emozione:- A semplici frasi fatte pronunciate prima e dopo essere entrati in sala?-
 
- Forse!- risponde duramente:- O forse no!- conclude con un tono meno aspro
 
Mi volto a guardarlo con aria confusa:- Che vuoi dire?-
 
- Che ho perdonato Anna! E visto che sono molto di gran cuore potrei anche farlo con te…ma…ci devo ancora pensare…- termina sorridendo leggermente
 
Non riesco a fare a meno di sorridere anch’io, ma poi…mi viene spontaneo domandarmi “ come ha fatto a perdonarla? Così presto? Dopo tutto il rancore che nutriva verso di lei? Come diavolo avrà fatto Anna a convincerlo?” il potere che quella ragazza ha su tutti noi è immenso!
 
Lo fisso di sottecchi e poi decido di chiederglielo aggiungendo un pizzico d’ironia:- Che ti ha detto per farti crollare?-
 
- Che si sentiva giudicata da me, e che sono troppo perfetto!- esclama fingendo di pavoneggiarsi
 
Io scoppio a ridere: - E tu ci hai creduto??-
 
- Sì! Perché lei è sincera!-
 
- Già! Come pinocchio!- esclamo divertito
 
- Lo era veramente! Ne sono sicuro!- dice Massimo tornando serio, poi, mentre getta via la sua cuffia, viene assalito da uno scatto di nervi e aggiunge : - Ti è così difficile da credere?-
 
- No! Ti credo! Lei non fa altro che preoccuparsi dei giudizi altrui!- dico sinceramente. Non so nemmeno io per quale motivo abbia riso di ciò che ha detto: forse per il suo tono o forse per nascondere ciò che sento dentro: un misto di rabbia, tristezza e delusione, ma anche…si! Direi anche e soprattutto… ansia!
 
- Mh! E tu?-
 
- Io cosa?-
 
- Anche tu hai paura di essere giudicato? Da me, magari?- domanda sorridendo
 
- Ma che dici?! E’ assurdo!- rispondo immediatamente, poi sotto il suo sguardo debitamente perplesso, mi decido ad ammettere che un po’ ci ha preso: -D’accordo! Forse non lo è poi così tanto! Insomma….mi conosci, sono orgoglioso e non amo sbagliare, e quando lo faccio, l’ultima cosa che voglio è che qualcuno me lo rinfacci!-
 
- Non mi diverto a farlo! Ma sai che ho sviluppato un istinto di protezione nei suoi confronti….-
 
- Sì! E ad essere sincero la cosa mi dà alquanto fastidio….perchè ti porta a considerarmi sempre come un soggetto nocivo! Sembra quasi che mi consideri un nemico, quando invece io tengo a lei più di te, e credimi, non mi piace ferirla, ma non riesco a starle lontano, e su questo devi fartene una ragione perché non cambierà tanto presto! Anzi…a dirla tutta non so nemmeno perché sto qua a giustificarmi con te!-
 
- Non ne ho idea! Per diminuire il mio astio nei tuoi confronti forse? O perché anche tu hai bisogno di parlarne con qualcuno? In ogni caso non sei tenuto a farlo! Devo farmi una ragione di tante cose ormai! Però devo dire che vederti di nuovo con un ciuccio in tasca o con la faccia sporca di omogenizzato sarebbe un vero shock! Non so se mi riprenderei!- conclude divertito. Io invece…lo sono molto meno!
 
- Ma che stai dicendo? Quando mai mi avresti visto in quelle condizioni?!-
 
Nemmeno mia moglie l’ha fatto! E il motivo semplice: voi mi ci vedreste? Io, Dario Camossi, che si fa sputare in faccia da un bambino? Ma quando mai! Non esiste!
 
- Mai! Ma spero di non farlo!-
 
- Non succederà! Il figlio non è mio!- dico con convinzione
 
- Staremo a vedere!- dice prima di avviarsi nel corridoio che porta agli ambulatori.
 
- Ehi Massimo….- lo richiamo per un’ultima volta:- Quindi…è tutto a posto fra noi?-
 
Lui sorride, probabilmente al settimo cielo per avermi fatto dimostrare che ci tengo veramente alla sua amicizia, nonostante a volte potrebbe sembrare l’esatto contrario:- Tutto a posto….fino al prossimo litigio! Nel frattempo…buon pomeriggio!-
 
Mi congedo da lui, potendo finalmente dire di aver alleggerito il mio stomaco da questo peso. Ora l’unico peso che mi rimane, a parte la mela che mangerò tra poco, è Anna…e il suo piccolo peso che nel frattempo continuerà a crescere! Devo risolvere al più presto questo problema…altrimenti finirò col sentirmi incinto anch’io! Ma per ora…lasciatemi godere il mio succoso frutto, il mio unico momento di piacere, prima che mi debba trasferire di corsa allo studio esterno, dove mi aspettano una nuova serie di “piccoli” interventi a raffica…
 
 
Pov. Anna
 

Finalmente a casa! Sì lo so! Non ho corso maratone, nè fatto gare di nuoto, e nemmeno mi sono annoiata su una scomoda sedia universitaria. Però questa giornata è stata comunque dura, non tanto per il fatto di essere rimasta chiusa in ascensore, cosa che per fortuna, grazie a qualcuno, non mi ha traumatizzato così tanto, ma proprio perché è stata carica di sentimenti. Non so se li ho provati solo io, o anche gli altri, sta di fatto che dicendo a Massimo e Dario la verità, mi sono liberata da un enorme peso, ed era davvero da tanto che non mi sentivo così leggera. Perché non l’ho fatto prima?! Eh? Che stupida! Avevo paura! Paura di tutto, ma ora non ne ho più: ora so che Massimo mi è vicino, e che posso finalmente dirgli qualsiasi cosa come un tempo….e riguardo a Dario, beh, non è certo una novità che sia arrabbiato con me. Forse gli passerà, tra quanto non lo so, ma non m’interessa, non voglio star male ancora per causa sua, è libero di fare ciò che vuole… come ora lo sono anch’io, senza più segreti o pesi sulla coscienza, …finalmente libera.
 
Apro la porta di casa, ma inciampo in una grossa valigiona blu che non vedevo da tanto tempo, troppo forse. Non riesco nemmeno a realizzare a pieno che la cosa, che la mia coinquilina sta già correndo verso di me a braccia aperte…
 
- Vayda! Sei tornata! Finalmente!- esclamo piena di gioia
 
- Ciao stellaaa! Anche tu mi sei mancata!- dice stringendomi in un abbraccio portentoso. Per fortuna si decide a scioglierlo prima che possa soffocarmi ed esclama chinandosi leggermente in basso:-Allora…fammi vedere la pancia!-
 
- Non si vede ancora molto!- dico mostrando sotto la giacca una lieve pancetta, che potrebbe sembrare tutto, tranne che un bambino! Inoltre io, non sono mai stata piatta come una tavoletta, quindi….suppongo che la gente c’impiegherà ancora più del previsto a capire di cosa si tratti veramente! Ma tanto…non è questo ciò che mi preoccupa!
 
- Oh beh pazienza! Aspetterò!- dice cercando di sorridere. Un sorriso che è fin troppo tirato per essere veramente suo.
 
- Cos’è quella faccia? Qualcosa non va?- domando con un velo di preoccupazione
 
- No…è che…tra qualche mese devo tornare in Bulgaria!- risponde abbassando lo sguardo
 
- Come devi tornare? Perché? Ma per sempre?- mi precipito io, già sconvolta dalla notizia. Ma come? Era appena tornata e già mi diceva che doveva di nuovo andar via?
 
- No! Fino a quando mia zia…-
 
- Tua zia cosa?- domando seriamente preoccupata. Odio le frasi in sospeso: non sai mai cosa nascondono, ma sei sicura che finiscon male.
 
- E’ ammalata… ormai non c’è più nulla da fare, le cure che sta facendo le stanno allungando un po’ la vita ma… non durerà per molto!!- conclude in tono amareggiato.
 
Io… non so cosa dire. Perché so per esperienza, che non c’è nulla da dire, nulla che potrebbe alleviare la sua pena. Quindi non posso fare nient’altro se non abbracciarla e darle il mio affetto, per quanto in fin dei conti possa essere inutile :- Oddio! Mi dispiace! Vieni qua!-
 
- Anche a me! Capisci, non me la sento di lasciare da sola la sua famiglia in un momento come questo! Le mie cugine sono già grandi, ma voglio comunque dare una mano e stargli vicino, lo devo a loro, ma soprattutto a lei, che quando ero piccola ha sempre aiutato mia mamma ad occuparsi di mio fratello e delle mie sorelle…- dice sedendosi sul divano, mentre qualche lacrima comincia a fare capolino tra i suoi occhi dalla folte ciglia lunghe:- Io spero che succeda il più tardi possibile, mi dispiacerebbe lasciarti proprio nel momento del bisogno, ma…-
 
- No no no!- la interrompo io sedendomi accanto a lei e accarezzandole la schiena:-Tu non devi pensare a me! La tua famiglia ha bisogno di te, più di quanto ne abbia io!-
 
Vayda è straordinaria! E’ la persona più altruista che conosca a questo mondo: non pensa mai a sé stessa, non perde tempo a lamentarsi, aiuta sempre tutti, anche gli estranei, non conosce il rancore, l’invidia, o il menefreghismo, lei c’è sempre, per chiunque e per qualunque cosa, e soprattutto, non vuole niente in cambio, se non un sorriso.
 
- Già! E poi tu hai Manuel!-
 
A quell’esclamazione tutto mi crolla davanti di nuovo. Lei non ha colpa poverina, non le ho detto niente per telefono, e ora….in un momento del genere mi sembra del tutto inappropriato discutere di questo. Però non posso fingere che vada tutto bene! La prenderei soltanto in giro, e alla fine si sentirebbe tradita senza motivo. Dopotutto lei è mia amica, e deve sapere la verità. Anzi, magari…parlare d’altro le può fare bene, chissà quanti giorni avrà passato a piangere sentendosi inutile e impotente di fronte a ciò che le accadeva sotto agli occhi…
 
Così faccio un respiro profondo e dico: - S-sì…a proposito di Manuel…-
 
Comincio a narrare ogni cosa senza tralasciare il minimo particolare, perché se da un lato ho un po’ paura di ciò che lei possa pensare di me per aver tradito Manuel, voglio che abbia tutti gli elementi per giudicare, per comprendere che la cattiva non sono solo io, o forse sì, lo sono, ma se l’ho fatto, c’è stato un motivo, perché se Manuel fosse stato il fidanzato perfetto, non avrei mai compiuto un gesto simile. O forse sì? Magari anche se avessi avuto affianco il ragazzo perfetto, l’avrei tradito lo stesso, perché io son fatta così, sono talmente stupida che quando si tratta di Dario non ragiono più, e scelgo sempre lui, a prescindere da chi mi trovo davanti. So benissimo che Dario è l’errore più grande della mia vita…ma purtroppo so anche fin troppo bene….che è uno sbaglio che continuerei a fare.
 
 
Pov. Dario
 
È finalmente giunta la sera. Ma la sfiancante giornata di un chirurgo può forse finire così? Con un meritato riposo dopo circa dieci ore di lavoro? Ovviamente no! Il traffico cittadino deve per forza intervenire sul mio sistema nervoso già abbastanza provato. Sì insomma…nonostante amo alla follia il mio lavoro, non sono indistruttibile: passo un’infinità di tempo in piedi, magari ricurvo su un paziente, devo sempre mantenere la concentrazione al cento per cento e una precisione impeccabile, e allo stesso tempo devo essere veloce, per non sforare troppo, altrimenti a casa non ci torno più….e quindi non mangio, mastico gomme, barrette energetiche, caffè a volontà, e un frutto quando ho proprio tanto tempo a disposizione. Detto questo, risulta facile intuire che anch’io arrivo a fine giornata implorando che la lista di pazienti ancora da fare sia finalmente vuota, e quando lo è non riesco a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo. Lo so! Dovrei rallentare un po’ il ritmo….ma fino a che riesco a tenerlo… lasciamolo così com’è…quando sarò sull’orlo della pazzia, mi fermerò…. promesso!
 
Ma torniamo a noi….eccomi qua! Ad osservare decine di semafori verdi, gialli e rossi, che mi stanno accecando, mentre i clacson assordanti delle auto sembrano prendere a pugni i miei timpani. Cerco di distrarmi, cerco una stazione alla radio che emetta una musica decente, osservo la vetrina della boutique più costosa di questa zona, convenendo che il mio guardaroba altamente monotono fa decisamente schifo. Ma ormai….cosa importa? Le mie occasioni d’uso riguardano soltanto lavoro lavoro e ancora lavoro… Esco da casa con un look casual e dopo neanche mezzora indosso il camice, e quando lo tolgo a fine giornata, dopo mezzora sono di nuovo a casa. Le tenute un po’ più formali le tengo per i convegni, o per le riunioni con i soci delle associazioni a cui maledettamente sono tenuto a fare parte, e nient’altro! Non esistono più altre serate…come un tempo. Che poi…riflettendoci bene…non sono tanto le serate che mi mancano, quanto qualcuno che dopo il lavoro mi ricordi che io non sono solo questo, che sono anche altro, che sono soprattutto altro, nonostante il lavoro occupi la maggior parte della mia giornata.
 
All’improvviso mi torna in mente la sconvolgente notizia di stamattina. Beh quella sì che rappresenterebbe una svolta nella vita! E che svolta ragazzi! Io…un vecchio che si appresta alla cinquantina, che diventa di nuovo padre? No! E’ assurdo!  O meglio….può succedere, ma non a me! Anche se in fin dei conti una mazzata del genere mi farebbe solo bene, mi farebbe sentire vivo, e in un certo senso anche nuovo. Sarebbe una nuova vita nella vecchia. Uno squarcio di luce, in un ufficio vecchio, buio e polveroso.
 
Eh! Ma che dico?! Che sto dicendo!? Sto veramente impazzendo! E’ colpa del traffico! Ora me ne vado a casa e mi abbandono sul mio comodo letto dal piumino fresco di lavanderia. Non ho bisogno d’altro, se non di una bella e sana dormita!
 
Arrivo a quello che ho battezzato come l’incrocio maledetto. Spero che il semaforo sia verde in modo che io possa sfrecciare via prima che i pensieri mi possano raggiungere, ma invece no! Rosso! E per di più sono anche il primo! E mi ritrovo qui….con la piena consapevolezza che per raggiungere casa mia devo proseguire diritto, ma con gli occhi che automaticamente guardano verso destra, nella strada che porta da lei.
 
Ticchetto nervosamente le dita sul volante, metto la freccia a destra, poi riprendo lucidità e la tolgo, poi la rimetto e sbuffando infastidito la tolgo di nuovo. Infine il semaforo diventa verde, e il volante purtroppo sterza.
 
Le devo parlare. Non posso andare a casa così, con questa….cosa addosso….che non so nemmeno cosa sia. Raramente sono un tipo razionale, solitamente seguo l’istinto, ma stavolta devo far luce sulla questione, devo parlarne con lei….perchè entrambi conosciamo la verità e non possiamo ignorarla, anche se lei si ostina a farlo.
 
Probabilmente non sapete nemmeno di cosa sto parlando, ma io sì, perché io ricordo tutto di quel pomeriggio, ogni minimo dettaglio, perché volevo che quel momento restasse sempre vivo in me, che quel ricordo bruciasse ogni volta che volutamente o per sbaglio l’avessi sfiorato. Volevo ricordare tutto, perché sapevo che non ci sarebbe stato un seguito, e forse perché m’illudevo che mi sarebbe sempre bastato.
 
Ma lei….ricordava ogni cosa? O forse era troppo presa dal senso di colpa, dal tradimento, per godersi appieno quel momento? Non lo so! Sta di fatto che la verità deve essere affrontata, e la verità è…. che non sono io il padre.
 
Parcheggio sotto la sua palazzina, e trovando la porta d’ingresso aperta decido di entrare, pensando che presentandomi direttamente davanti alla sua porta, avrei scongiurato un possibile rifiuto dal citofono.
 
Suono alla porta e quasi immediatamente questa si apre, rivelando un volto che non è il suo: una ragazza, dalla pettinatura simile alla sua, ma non certo lei. Sono sicuro che la porta sia questa, quindi presumendo che questa sia la sua coinquilina, inspiro cercando le parole adatte per presentarmi, evitando magari che la suddetta mi sbatta la porta in faccia. La ragazza non mi dà nemmeno il tempo di dire una parola, che, guardandomi come se sapesse già chi fossi, si sposta leggermente di lato dicendo:- Anna…c’è…-
 
Immediatamente dal corridoio, vedo spuntare la sua esile figura, in tenuta comoda, che mi fissa dapprima con sguardo smarrito, ma che poi esordisce con un tono deciso:- Entra!-
 
La coinquilina si sposta, senza dire una parola, e dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, torna ad armeggiare con varie sporte adagiate sul tavolo, mentre Anna mi fa cenno di seguirla in camera sua.
 
Non appena varchiamo la soglia della sua stanza, si volta verso me, con sguardo deciso, braccia incrociate al petto e postura statuaria:- Avanti fallo!-
 
- Che cosa?- domando spaesato
 
- Inveisci contro di me! Come sei solito fare! Urla, sfogati, trattami male e feriscimi! E poi vattene!-
 
Io…rimango di sasso. Non è la prima volta che questa ragazza riesce a stupirmi, ma con questa frase, con questo atteggiamento, riesce a farlo di nuovo, anzi….fa quasi male. Sì, fa male, mi si stringe il cuore a vederla così sulla difensiva nei miei confronti, come se da me non si aspetti altro che sofferenza, come se io sia in grado di portarle solo altro dolore. E io mi sento un mostro. Letteralmente. Perché mi rendo conto solo adesso di quante volte abbia ferito ingiustamente questa creatura che dicevo di amare, e che amo tuttora a dirla tutta. Eppure nel suo sguardo non c’è più amore nei miei confronti. Astio, quello sì, ma soprattutto paura, anche se cerca di nasconderla con quel velo di cattiveria. Ha paura di me, e non posso certo darle torto.
 
Non so cosa potrei dire per tranquillizzarla, quindi vado subito dritto al punto cercando di usare un tono di voce che le faccia intendere il mio tentativo di essere indolore, almeno stavolta: - Non voglio fare niente di tutto questo! Solo….tu sai che non sono il padre!-
 
- Come faccio a saperlo? Non ho la sfera di cristallo!- risponde un po’ infastidita
 
- Beh…. tu…c’eri!- dico trovandomi un po’ a disagio
 
- Ma dai!?- esclama in tono canzonatorio
 
Ecco ciò che temevo! I particolari! A quanto pare, non li ricorda…e quindi purtroppo, sono costretto a riportarli alla luce:- Insomma…hai visto anche tu che…io non….sono…- comincio a gesticolare in modo imbarazzante: -… dentro di te…-
 
Lei un tantino compiaciuta della mia difficoltà di espressione dice:- Magari ti è scappato qualcosa!-
 
- Non mi è scappato proprio niente!- esclamo piccato
 
- Non puoi esserne certo!-
 
- Lo sono comunque!-
 
- Senti…io e Manuel abbiamo sempre usato una protezione… quindi… o quella non ha funzionato…o tu…- comincia a gesticolare anche lei, sorridendo un pochino: - insomma…non sono un genio della statistica, puoi chiedere a Vayda se vuoi, ma….sbaglio o si studia statistica anche a medicina?-
 
- La statistica non c’entra! E se proprio vuoi saperlo, sbaglia più di tutti i noi!- rispondo un tantino duramente
 
- D’accordo! Come vuoi!- sbotta lei:- In ogni caso…io non voglio niente da te! Non mi aspetto niente! Quindi…continua pure la tua vita come hai sempre fatto!-
 
Eccola di nuovo che mi respinge! Le sue parole fanno così male! Perché ha questa considerazione così bassa di me? Mi reputa così vile e meschino?
 
- Come puoi dire così?- domando in tono amareggiato
 
- E’ quello che vuoi!- risponde freddamente
 
- No!- ribatto convinto
 
- E allora cos’è che vuoi? Perché sei qui? Perché non te ne vai una buona volta e mi lasci in pace per sempre?- conclude con rabbia cercando di spingermi fuori dalla porta.
 
Io resisto, le prendo entrambi i polsi e la costringo a guardarmi negli occhi: - E’ questo che vuoi? Vuoi rimanere sola? Perché se vuoi, ti accontento!- concludo riacquistando fermezza nella voce
 
Nel momento in cui i suoi occhi si scontrano di nuovo con i miei, per qualche secondo quella barriera di freddezza scompare, e torna alla luce quell’Anna timida ed insicura che non riesce a cacciarmi del tutto: - Non…non so nemmeno io cosa voglio! Voglio solo….stare tranquilla! E con te non ce la faccio!- esclama liberandosi dalla mia stretta e tornando ad una distanza di sicurezza.
 
All’improvviso sulla soglia della porta compare Vayda: - Anna…mi spiace interrompervi ma…c’è Manuel in cucina! Non ha voluto sentire ragioni!-
 
Ah ecco! Mi pareva di aver sentito suonare poco fa! Perfetto! Davvero perfetto! Ci mancava pure quell’ insopportabile cretino come tocco finale alla serata!
 
 
Pov. Anna

 
Non riesco nemmeno a realizzare quanto tragica sia la situazione che Manuel entra subito nella mia visuale:- Anna…- poi s’accorge della presenza di Dario: -Ah perfetto! Ci sei anche tu!- per poi rivolgersi di nuovo a me:- Ero venuto a vedere come stavi perché…in fondo mi sentivo un po’ in colpa, ma…vedo che stai benissimo, quindi….me ne posso anche andare, tanto la mia presenza non è desiderata!-
 
- Fermo lì!- sbotto indignata:- Tu non hai idea di come io stia! Ma la cosa peggiore è che non te ne importa! A nessuno di voi importa!-
 
- Anna..- esclamano all’unisono in tono di rimprovero
 
Mi guardano come se fossero creature innocenti messe al muro da una belva feroce dagli ormoni impazziti e quest’atteggiamento mi acceca dalla rabbia: - NOO BASTA!- urlo a squarciagola:- Sono stufa! Anna di qua…Anna di là…cerca di capirmi….eccetera eccetera! Sono stanca! Mi avete capito? Stanca! Stanca di voi due che mi trattate come uno zerbino, stanca che poi veniate a chiedermi scusa e pretendiate che io faccia finta di niente! E soprattutto, sono stanca delle vostre scuse! Come se tutto riguardasse voi, poveri diavoli inciampati in tante sventure! Ma vi ricordo che quella incinta sono io! Sono io che ho visto tutta la mia vita distrutta, io che devo trovare un modo per ricostruirla, perché voi siete bravi solo a scaricare le colpe sull’altro! E quindi ne ho abbastanza di sentire le vostre parole, potete andarvene tutti a fanculo!- concludo senza diminuire i decibel della mia voce.
 
Manuel è diventato più bianco di un lenzuolo: in tutta la nostra relazione, non ho mai perso la calma, ne mai alzato la voce con lui, quindi la cosa gli è del tutto nuova, probabilmente non immaginava nemmeno che potesse esistere un lato di me così isterico ed aggressivo. D’altra parte Dario, abituato alle mie frequenti sfuriate, non s’è mosso di un centimetro, anzi ha incrociato le braccia al petto e ora mi sta fissando con il suo solito sguardo glaciale.
 
- Hai finito? O vuoi andare avanti a sbraitare tutta la serata? Perché in tal caso mi siedo!- esordisce con tono impassibile, sorprendendo Manuel per la sua freddezza e facendomi ovviamente infuriare ancora di più:- Mi stai prendendo in giro? Non hai ascoltato niente di ciò che ho detto?-
 
- Ho ascoltato tutto! E non posso darti torto! Ma dimmi un po’…- dice avanzando in mia direzione:- Una volta che ci avrai buttato fuori, che hai intenzione di fare? Startene lì sul letto a piangerti addosso?- si ferma a pochi passi da me, costringendomi quasi ad indietreggiare:-Ti ricordo che sei solo incinta! Non sei in punto di morte come tante persone in questo momento! Sei SOLO incinta! Quindi accetta la cosa e va avanti!-
 
La severità del suo sguardo, del suo atteggiamento e delle sue parole, mi lasciano di stucco. Socchiudo la bocca, come per ribattere, ma non riesco a trovare niente di sensato da dire, e allora abbasso la testa per qualche secondo. Subito mi torna alla mente il discorso di Vayda, la situazione di sua zia e mi sento malissimo: mi sento un’egoista capace solo di compiangere me stessa per una situazione che come lui ha precisato, non è la peggiore. Anzi… se lo sapessero tutte quelle malate di tumore in questo momento, che io, incinta, ne sto facendo un dramma così grande, mi manderebbero subito a quel paese, e avrebbero ragione! Eccome se l’avrebbero!
 
Torno a guardarlo, con gli occhi lucidi, e non posso far altro che annuire dicendo :- Hai ragione!-
 
Dario sembra quasi intenerirsi di fronte alla mia resa, sicuramente inaspettata:- Sono stato un po’ troppo duro! Scusa!-
 
Cerca di avvicinarsi, ma io mi allontano di nuovo di altri due passi:- No! Hai fatto bene! Me lo sono meritata! Sono un’egoista e non faccio altro che piangermi addosso!-
 
- Ti sbagli! Ho già detto che non hai torto! Hai fatto bene a sfogarti, a dirci ciò che pensavi, ma ora…è tempo di discutere razionalmente della cosa, perché, non risolverai niente continuando ad insultarci, o peggio escludendoci dalla tua vita.-
 
- Di cosa dovremmo discutere?- domanda Manuel improvvisamente svegliatosi dal suo stato di trans
 
- Innanzitutto su di chi è il figlio!- esclama Dario quasi infastidito del fatto che si sia intromesso
 
- Ah beh certo!- esclamo io tornando su tutte le furie:- Perché ciò che conta veramente è sapere chi è il padre!-
 
- Come “chi è il padre”?- domanda Manuel nuovamente caduto dal pero.
 
Dario torna a fissarmi con fare accusatorio, e allora mi appresto a dirgli:- Non lo sa ancora! Non gliel’avrei neanche detto!-
 
- Come avresti fatto con me!- esclama fulminandomi con lo sguardo
 
- Adesso non ricominciare!- ribatto con lo stesso tono
 
- No aspettate un attimo!- s’intromette di nuovo Manuel:- Quindi…sei tu il padre?-
 
- Probabilmente no!- esclama Dario con una certa sicurezza
 
- E invece è probabile di sì! Io ho sempre usato precauzioni! E tu?- domanda Manuel quasi con aria di sfida
 
- Si possono anche bucare o essere già difettose in partenza!- s’appresta a rispondere
 
- Raro! In ogni caso la mia probabilità è più bassa!- esclama Manuel, per poi scoppiare a ridere, sotto il nostro sguardo allibito:- E’ strano! Anziché essere scioccato dalla notizia, mi sento più sollevato!-
 
- Non lievitare troppo, perché anche se c’è un margine d’incertezza, la verità non cambia: tra meno di otto mesi diventerai padre!- ribadisce nuovamente Dario
 
- No tu diventerai padre! Alla tua veneranda età! Ma che ci vuoi fare…dovevi pensarci prima di metterla incinta!- conclude con un mezzo ghigno di vittoria Manuel
 
- Bada a come parli ragazzino! Sei tu che l’hai messa incinta!- esplode l’altro quasi sul punto di mettergli le mani addosso
 
- Mi sono messa incinta da sola ok? Va meglio così?- m’intrometto io, totalmente esasperata dalla vista di cotanta maturità proveniente dal mondo maschile.
 
- Beh c’è solo un modo per scoprirlo: facciamo l’amniocentesi!- propone Manuel. Wow! Dev’essersi pure documentato in materia!
 
- Assolutamente no!- esclama Dario:- Le statistiche dicono che c’è l’un per cento di possibilità che si verifichi un aborto spontaneo!-
 
- E’ una probabilità molto bassa!- ribatte lui
 
- Non è affatto bassa! Un per cento vuol dire un bambino su cento, dieci bambini su mille, cento su diecimila e non sono MAI pochi!-
 
- Quindi adesso le statistiche contano?- m’intrometto io solo per il gusto di rinfacciargli il deprezzamento che aveva fatto alla materia soltanto pochi minuti prima. Perché come sempre…le cose le rigira a suo piacimento.
 
Dario mi fredda all’istante:- Contano quando è in gioco la vita di una persona! La vita di tuo figlio, a prescindere dal fatto che sia mio o suo!-
 
La sua risposta come al solito, mi fa sentire un essere decisamente inferiore, e purtroppo, riesce a zittirmi ancora una volta e a farmi abbassare lo sguardo.
 
- E quindi? Aspettiamo fino alla nascita?- esordisce Manuel, che dopo aver visto Dario annuire, esclama:- Otto mesi con questa pena? Tu devi essere pazzo!-
 
- No! Tu sei pazzo, se sei disposto a fargli rischiare la vita per una sottigliezza come questa!-
 
- Una sottigliezza?-
 
- Lo è! A confronto di quella vita che giace là dentro, e che merita di essere rispettata quanto la tua!- conclude indicando il mio ventre.
 
Un gesto che nuovamente mi colpisce, come le sue parole. E’ straordinario vedere quanto Dario tenga alla vita di una creatura che molto probabilmente non è nemmeno sua! Eppure la considera già reale, e la mette al primo posto davanti a tutto.
 
E io, che sono la mamma, non posso far altro che dargli il mio appoggio:- Ha ragione! Non ne vale la pena! Aspetterò! E voi farete lo stesso!- poi mi sento in dovere di aggiungere:- E se la cosa vi è di peso…non preoccupatevi, fate finta che il bambino non esista! Sarà mio, e di nessun altro! Dimenticatevi di noi! Non abbiamo bisogno del vostro aiuto!-
 
- Sì invece!- si ostina a ripetere Dario
 
- NO! Non se comporta il dover sopportare tutto questo!-
 
Sul serio! Non ce la farei a sopportare questi due per altri otto mesi, quindi….piuttosto che vivere in questo stato di ansia, preferisco starmene per conto mio.
 
Mi siedo sul letto, scostando il lenzuolo e infilandoci i piedi sotto, per poi rivolgermi a loro un’ultima volta dicendo:-E ora….vogliate scusarmi ma sono stanca! Devo riposare! Spegnete la luce quando uscite!-
 
Detto questo, mi sdraio completamente e gli volto le spalle, senza dargli la possibilità di salutarmi. Loro non aggiungono altro, spengono la luce e socchiudono la porta, allontanandosi verso l’uscita.
 
Sento la porta dell’ingresso chiudersi, tiro un sospiro di sollievo, e affondo la testa sul cuscino, lasciando che fuoriesca dal mio corpo tutta la fragilità che ho cercato di nascondere. Mi accovaccio in posizione fetale, pronta a fare un sano riposino prima di cena, ma Vayda bussando alla mia porta, minaccia di rovinare tutti i miei piani:- Stella, posso entrare?-
 
- Sì – sussurro
 
- Immagino che sarai esausta…quindi ci metto poco! Dato il volume della vostra conversazione, mi è stato impossibile non ascoltare e…posso dirti una cosa?- fa una pausa, tanto per darmi il tempo di annuire, anche se non credo che nel buio della stanza possa avermi visto farlo effettivamente:- Dario tiene veramente a te! Non dovresti allontanarlo!-
 
Io scuoto la testa, e mi precipito ad accendere la luce sul comodino proprio per guardarla negli occhi: - Ma come? Non l’hai mai sopportato, perché mai dovresti cambiare idea?-
 
A dire il vero, Vayda non l’aveva mai conosciuto di persona, aveva solo visto delle fotografie, quelle poche che ero riuscita a scattarci insieme. Quando eravamo diventate amiche, io e Dario ci eravamo appena lasciati, e io stavo soffrendo parecchio, quindi per forza di cose, lei non aveva mai visto di buon occhio la nostra relazione, reputandola sbagliata sin dal principio, e ritendendomi una stupida per aver potuto pensare, anche solo per un momento che avrebbe potuto funzionare. Poi, beh….si sa che lei ha in antipatia un po’ tutto il genere maschile quando si tratta di unioni sentimentali, tant’è che rifiuta qualsiasi spasimante, bello o brutto che sia, ma Dario in particolare, vuoi per la sua età, vuoi per il suo carattere descritto da me, non le era mai andato a genio. Quindi….a fronte di tutto questo…perché ora sì?
 
- Per prima cosa, vacci piano con le accuse! Io non l’ho mai conosciuto di persona, l’ho visto sempre in foto, e….non è che non lo sopportassi…solo….vista l’ età, e i vostri precedenti, pensavo che fosse una brutta persona perché ti ha fatto soffrire, pensavo che tu fossi solo un capriccio per lui, ma…oggi ho capito…che eri molto più di questo, e lo sei ancora. Insomma….basta vedere come ti ha tenuto testa poco fa! Non si è fatto intimidire e avuto subito la risposta pronta! E’ persino riuscito a zittirti! Cioè…è straordinario! Chi mai ci riesce? Inoltre…lui non è stronzo come Manuel, o almeno non solo! L’ho sentito, e ho visto come ti ha guardata prima di entrare, e soprattutto ha messo la salute del bambino davanti a ogni cosa….e non è da tutti! Credimi…lui… non è una brutta persona…ci tiene davvero!-
 
- Lo so!- mi limito a dire
 
- Come “ lo so”? Hai fatto fare tutto questo discorso a una bulgara appena tornata dalla Bulgaria, solo per rispondermi “lo so”?- domanda facendomi la faccina offesa, alla quale io non posso fare a meno che sorridere:- Che avrei dovuto fare? Fermarti? Eri così presa bene!-
 
- Ma…mi hai almeno ascoltato?-
 
- Certo! Ma che altro ti devo dire? Hai ragione! In tutto! Ma non c’era bisogno di dirmelo! Lo sapevo fin da prima!-
 
- E allora perché hai reagito così? Dario ha ragione! Tu hai bisogno di lui! Cioè…io…ti starò sempre vicino fino a quando la malattia di mia zia lo permetterà, e sai che m’impegnerò al massimo per farti star bene, ma…tu non hai solo bisogno di un’amica…tu hai bisogno di uomo, come lui!-
 
- So anche questo!- ammetto a malincuore:- E non hai idea di quanto mi dia fastidio! Vorrei essere forte, carismatica, e indipendente….ma non lo sono. Non in questo momento! Ma il solo pensiero di aver bisogno di qualcuno, per di più di un qualcuno che mi ha ferito più di una volta e che sarebbe in grado di farlo ancora, mi manda in bestia! Per questo mi arrabbio, per questo gli rispondo male e lo respingo…in realtà ce l’ho più con me che con lui!-
 
Vayda si siede sul bordo del letto e comincia ad accarezzarmi amorevolmente i capelli: - Ti capisco! E’ sempre difficile ammettere di aver bisogno d’aiuto! Ma questo è un dato di fatto…e fossi in te…starei attenta a respingerlo un’ennesima volta! Dario ti ama, ma anche un folle innamorato, prima o poi si stanca di ricevere sempre una porta in faccia, e da come me l’hai sempre descritto, mi pare di ricordare, che la pazienza non fa parte delle sue virtù!-
 
- Forse hai ragione! Ci proverò!- esclamo in tono di resa
 
- Nel frattempo riposati stellina! Penso io alla cena!- e così dicendo si alza con una carica inaudita, come se fosse pronta per la gara del secolo.
 
- Ti prego, non a base di pesce!- specifico io
 
- No tranquilla! Specialità bulgare stasera!- risponde tutta felice prima di sparire in cucina.
 
Specialità bulgare??? Oddio! Cosa ho fatto di male?! Io non sono mai stata aperta a nuovi orizzonti culinari! Il cibo è il mio più grande difetto! La mia mente in materia di menù è piuttosto rigida e inflessibile! Ma come faccio a rifiutare? E adesso….chissà cosa mi toccherà mangiare, e soprattutto fingere di apprezzare! Va beh, al massimo….potrò tirare in causa la scusa della nausea! Almeno stasera e in questi casi forse….essere incinta non è poi così male! Anzi…in fin dei conti….ho anche fame!

 

Ciao ragazze! Sono ancora viva…a quanto pare! Ringraziate lara 27 che domandandomi che fine avessi fatto…mi ha spinta a finire sto benedetto capitolo! =p scusate l’enorme ritardo…ma come potrete immaginare questo capitolo noiosissimo non m’invogliava certo a scrivere.  Il prossimo capitolo….sarà il capitolo natalizio…ahahah! E mi ritroverò a scriverlo durante la quaresima!-.-“ se non sono una tipa ritardataria io! Ero straispirata sotto Natale…e adesso ho perso tutto! >.< comunque…ringrazio tutte quelle che mi seguono ancora nonostante i miei ritmi degni di un bradipo e vi prometto che cercherò di darmi una mossa…e di darla anche alla storia…che a me comincia proprio ad annoiare. Col tempo sono quasi diventata sostenitrice della coppia Anna- Massimo! Ahah! Non odiatemi! Tranquille! Non sconvolgerò la storia! Al massimo me ne scriverò un’altra appositamente per me! XD Lasciate un piccolo commentino se volete…mi fanno sempre piacere anche le critiche! Ciao ciao! a presto (si spera!=p) 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dama DeLupottis