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Autore: rainicornsan    09/03/2014    3 recensioni
Prequel di 'Lollipop!'.
Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'.
Dal testo:
Comunque, Michael odiava stare in casa da solo, così si constrinse a 'muovere il culo', come lo rimproverava allegramente Anna, e ad uscire.
Passeggiò a lungo, stringendosi in un leggero cappotto contro la brezzolina già gelidamente sferzante di settembre e beandosi della vista delle foglie secche a terra, del loro scricchiolio familiare al suo passaggio.
Gli piaceva l'autunno. Era qualcosa di vecchio e saggio.
(...)
E subito notò un ragazzo che sfrecciava con le dita sui tasti di un pc, interrompendosi a tratti per bere un sorso dalla tazza che reggeva con una mano.
Era appollaiato sulla sedia di due tavoli alla sua destra.
Michael quasi spalancò la bocca.
Era semplicemente meraviglioso.
(...)
Anna gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
"Ti porto a casa ora e mi faccio anche dare una mano.
Sai com'è, prima che diventi peggio. Non vorrei spaccarmi le ossa sotto la tua fanciullescamente gracile corporatura.".
"Non voglio te. Voglio lui." piagnucolò Michael.
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Non c'è niente di più devastante di un ragazzo testardo curioso e un po' innamorato.
|preferita da 3|seguita da 8|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When Michael met Mark'
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Hola mishamigos!
Scusate il ritardo, ma perivo di ispirazione, ero un po' offesa perchè non avete recensito la scorsa volta e mi sono chiusa nella
depressione e prof, i compiti li ha mangiati il cane ;)
Scusatemi :(
Ma vorrei anche davvero sapere se la storia aveva qualcosa che non andava, nello scorso capitolo.
Lo apprezzerei davvero.
Ne approfitto per ringraziare chi ha preso in qualche modo in considerazione questa storia.
Grazie, grazie e ancora grazie ❤
Ho cercato di preparare al meglio questo capitolo.
Spero vi piaccia ❤


Anna entrò tranquillamente dalla porta senza neanche salutarlo.
Ticchettava allegramente sul suo futuristico cellulare senza degnarlo di un'occhiata.
Si accomodò bella tranquilla sul divano, accavallò le gambe e continuò come nulla fosse.
"Comoda, eh!" ironizzò Michael.
"Quanta collera, giovane Skywalker1..." borbottò distrattamente Anna.
Lui sbuffò: "E tu guardi troppa tv, giovane dipendente.".
Lei mollò di scatto il cellulare e si sedette.
"Beh, ho appena sentito la mia amica Allison e... Che c'è?".
Inarcò un sopracciglio rosso.
"Niente.".
Lei lo osservò più intensamente, scettica.
"No... Cioè... Sentiti, la mia amica Allison...
Le figurine ve le siete scambiate prima o dopo la ricreazione?".
Anna ridacchiò: "Ma che simpatico! Non ho voglia di importi una lezione di vita sugli amici.
Va beh, stavo dicendo? Ah, sì.
Lei e Mark ci hanno invitato fuori.
Non sappiamo dove, così mi sono presa l'incarico di avvertire tutti quando mi veniva qualcosa in mente.".
"Per tutte le stelle2, aiuto. Ti prego, Anna, anche solo per questa volta.
Ti supplico, mi inginocchio.
Scegli un posto normale, un posto non romantico, non troppo lussuoso nè troppo alla mano
nè uno dove girino TUE conoscenze." supplicò Michael.
"Beh, sentiamo, cosa hanno di male le 'MIE' conoscenze?".
Incrociò le braccia con aria di sfida.
"Lo sai." la ammonì lui, "O sembrano dei mafiosi, oppure sono totalmente squilibrati!".
"Uffa." borbottò sconfitta.

E così, alle otto in punto, Michael e la sua dama erano fermi davanti all'ennesimo pub.
"Ti odio, lo sai?" sussurrò qualche minuto dopo all'orecchio di Anna.
"Perché?" rispose lei facendo il broncio.
"Ti odio perchè ti amo!" ridacchiò Michael.
Lei gli prese la testa e gli schioccò un bacio sulla guancia, molto vicino all'angolo delle labbra.
Michael sbarrò gli occhi, impietrito.
Anna si era già girata, muovendo il braccio: "Siamo qui!" gridò.
"Ma che fai?".
"Sono arrivati!".
Michael sospirò, ancora e ancora, svuotando tutta l'aria nei suoi polmoni.
OK, questa era la cosa più imbarazzante che gli fosse mai successa.
Sicuramente seconda in classifica dopo la Top Two di serate in compagnia di Mark.
Si conosceva, sapeva bene che avrebbe fatto poco altro che sbavargli dietro.
Litri e litri di saliva.
Girò il volto da un'altra parte, quando arrivarono.
Non voleva guardarli.
Quando si decise a mostrarsi, fingendo di essere sorpreso -e lasciandosi a malavoglia baciare sulle guance da Allison-, cercò di reprimere
lo scartoccio del suo stomaco.
Lui sembrava una fottutissima statua greca.
Perfetto.
Anna e lui li lasciarono passare avanti.
Trattenendole il polso fino a rimanere ad una distanza a non portata d'orecchi, le sussurrò:
"Secondo te dovrei ubriacarmi?".
"Non saprei, sweetie. Se ti ubriachi ci penserai di meno, ma farai stronzate e cedrai ai tuoi impulsi.
Ma se non lo fai, patirai tutta la sera.
Siamo in un mondo libero, scegli tu.".
"Mi appello alla regola del fifty fifty3." dichiarò solennemente Michael, sorridendo.
Nella sua testa, non stava esattamente sorridendo.
Anna gli diede un tenero buffetto sulla guancia, per poi saltellare via fino alla coppia davanti a loro.

Michael sbuffò.
Non aveva resistito più di cinque minuti lì dentro.
Normalmente adorava essere al centro dell'attenzione, ballando e cantando (in mutande, a volte4) in mezzo alla folla.
Ma non avrebbe mai osato fare le sue tipiche stronzate davanti a Mark.
Vide Anna fare una smorfia attraverso la finestra, come a dirgli: 'Dai, non fare l'asociale, vieni dentro!'.
Lui sbuffò.
Al diavolo il fifty fifty. Doveva perdere quasi conoscenza, e 'fanculo al resto.

Due whisky e coca cola dopo, si sentiva decisamente la testa girare, e allo stesso tempo volare come un palloncino.
Stavano dando Just give me a reason di Pink.
Era piacevole il modo in cui le note gli fluivano addosso, con leggerezza.
Iniziò a canticchiare e mugolare la canzoncina, tamburellando le dita con un ritmo studiato.
Per qualche strano motivo, sentiva di dover tirare fuori il telefono e fare l'imitazione di uno che litiga.
Eseguì il gesto, iniziando a parlare da solo, con il cellulare appoggiato all'orecchio.
Dopo una manciata di secondi, si avvicinò Anna.
"A chi telefoni?".
A tua moglie, per dirle che non passo da lei stanotte.".4
"Vedo che sei proprio sobrio! Non avevi detto che ti saresti ficcato la cintura di castità in gola?".
"E' esattamente quello che ho fatto, bambina mia." disse in tono carezzevole lui, abbandonando il telefono sul bancone
e inarcando la schiena all'indietro per osservare il soffitto e le luci psichedeliche del lampadario.
"Guardami e giurami che non sei ubriaco!" ridacchiò lei.
Lui la fissò, spalancando a dismisura gli occhioni da cerbiatto come un gufo drogato5.
Anna gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
"Ti porto a casa ora e mi faccio anche dare una mano.
Sai com'è, prima che diventi peggio. Non vorrei spaccarmi le ossa sotto la tua fanciullescamente gracile corporatura.".
"Non voglio te. Voglio lui." piagnucolò Michael.
"Ma ti vuoi far sentire?" sibilò lei a denti stretti, indicandogli con un cenno del capo la coppia che ballava abbracciata
alla distanza di un paio di metri da loro.
"Esattamente." ghignò lui, sfidandola.
"No, no e no, Mikie! Non. Fare. Cazzate. 
Ora la tua mente è posseduta dal tuo gemello cattivo, e tu non vorresti che succedesse. Non così!".
"E sarei io ad aver bevuto?" la canzonò malignamente lui, alzandosi dal sedile.
"Come non vorresti ritrovarti domattina nel letto di qualcuno e scoprire di averci scopato tutta la notte, ubriaco e preso dalla rabbia.
Dude, niente storie.
Ora ti porto a casa, ti faccio un caffè, due pastiglie e a nanna." sorrise, afferrandolo per un braccio.
Passarono da Mark e Allison per avvisarli che andavano.
Michael riuscì a ritrovarlo dannatamente imbarazzante, pur avendo una solida patina di alcol a rinchiudere le sue emozioni nel vaso di Pandora.
Quando Allison gli posò un bacio leggero su una guancia, lui le si aggrappò, stringendola in un abbraccio.
Un abbraccio solido e che lo soddisfò poco.
Immaginò di sentire sotto le sue mani più muscoli e meno morbidezza.
Quando Anna lo strattonò via, scusandosi a nome suo, le passò una mano fra i capelli in un ultimo gesto, prima di staccarsi definitivamente.
Immaginò quei capelli diventare meno vaporosi e biondi. Più, decisamente molto più rossi.
Quegli occhi grigio chiaro diventare color nocciola, più grandi, più dolci, le ciglia rossiccie a contornarli dolcemente sciacquando via ogni traccia di mascarosa seducenza.
Quando Mark lo salutò con un sorriso, anche se gli occhi un po' dubbiosi e vagamente aggrottati, forse da paura, le unghie di Anna, che lo sorreggeva, si piantarono nella pelle del suo braccio, intimandogli di Non. Fare. Cazzate.
Lui obbedì.
Si preparò ad accenderle un cero e recitare una preghiera in suo onore, una volta tornati a casa.

1= frase di Lucifero a Sam in Supernatural, 5xqualcosa. Non ricordo la puntata, sorry :(
2=tipica esclamazione di Clara Oswald di Doctor Who. Adorabile.
3= per chi non abbia capito, è il nostro 'cinquanta e cinquanta'. Un po' e un po', insomma.
4=frase EPICA di Dean Winchester, Supernatural, 6x07.
5=chiedo immensamente scusa a vampiredrug per averle soffiato il paragone da uno delle sue storie, Cast Supernatural, 'Il duro prezzo dell'arte' di vampiredrug (Cap 1) su EFP Fanfiction   . Ma era troppo esilarante *muore*: Vi invito a leggerla, soprattutto ai fan di Supernatural e del suo favoloso cast.

   
 
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