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Autore: SweetNemy    11/03/2014    1 recensioni
Storia Yaoi su HunterxHunter sulle coppie LeorioxKurapika e GonxKillua :3
Vi avviso che non ci sarà solo roba sdolcinata, in quanto i caratteri dei personaggi non verranno toccati, quindi.. continueranno ad offendersi anche in contesti un po'..
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Leorio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMETTO CHE MI SCUSO IMMENSAMENTE PER IL RITARDO ç.ç però ho avuto non so quanti compiti in classe-interrogazioni e non so come ho trovato un po' di tempo per aggiornare. Però ecco qua :3
Che dire, è un capitolo molto riflessivo per questo ogni tanto ho messo delle battute per alleggerire la situazione e non farla diventare noiosa :3
Spero vi piaccia ^^
SweetNemy <3


 
Capitolo 7. Cosa vuol dire amare
 
Killua e Gon si erano ricomposti e, dopo aver fatto la doccia si erano comodamente sdraiati sul letto iniziando a farsi indovinelli a vicenda.
A volte è paradossale come quei bambini possano essere allo stesso tempo bambini che adulti: poco prima si erano dati da fare per soddisfare le loro passioni e adesso? Giocavano come normali ragazzi della loro età, anzi sembravano anche piuttosto immaturi! Tuttavia, era quella loro duplice natura a farli vivere davvero.
-Ehi Killua, come si chiama quell’animale che parla, ma non è il pappagallo? –
Killua capì subito a chi alludesse Gon e rispose  a tono sorridendo –Leorio! – ed entrambi scoppiarono in una sonora risata.
-A proposito, chissà cosa stanno facendo! – sospirò, portandosi la mano sotto il mento.
-Sai, Gon... – cambiò tono Killua fermando le ipotesi del moretto, che rischiava di farsi uscire il fumo dalle orecchie a pensare tanto! – Credo che anche fra di loro ci sia qualcosa. –
-Qualcosa? – ed ecco ritornato l’ingenuo Gon che, ahimè, non capiva mai le frasi fra le righe.
-Voglio dire che... probabilmente anche loro si piacciono. –
-Spiegati meglio Killua! –
Killua si alzò in piedi sul letto e guardò Gon abbastanza irritato. Certo, non aveva una dialettica perfetta come Kurapika, ma i concetti riusciva ad esprimerli bene!
-Gon, diamine. Apri quelle dannatissime orecchie che ti ritrovi. Ascolta! Significa che forse stanno facendo quello che noi abbiamo appena fatto! –
-Ah! – ecco, adesso aveva capito! Bisognava spiegargli le cose così com’erano, senza troppi giri di parole o metafore.
-Certo che hai la testa dura. –
-Sì, una volta sono riuscito a rompere una pietra con la testa. –
Ok, era davvero un caso disperato. Killua ormai non aveva più le forze per controbattere, come si può immaginare Gon è molto energico in quel campo, e il povero ragazzo dai capelli canuti ne pagava le conseguenze. Era come “temeva” in un certo senso: il suo istinto animale si risvegliava quando era coinvolto nella passione.
 
 
Ma... Kurapika avrà davvero capito cosa vuol dire amare? (ca**o c’entra mo? xD va beh, è ora di scoprirlo)
Quando aveva detto a Leorio quelle parole terribili “io ti odio”, sembrava essersi liberato di un peso. Bastarono pochi istanti però, per capire l’opposto: aveva aggiunto un altro fardello sul mucchio che comprimeva la sua anima. Forse, l’unico che gli avesse regalato davvero dei momenti di felicità, l’aveva dileguato con uno dei più crudeli insulti che l’essere umano potesse sopportare.
Si mise per un attimo nei suoi panni: e se il suo migliore amico gli avesse detto di odiarlo? Come si sarebbe sentito?
“Ho portato per tanto tempo odio sulle mie spalle, è un peso grandissimo, ma sono riuscito comunque a sostenerlo e a resistere fino ad oggi. Ho detto più volte di odiare, di disprezzare qualcuno perché quella persona aveva portato via una parte della mia anima. Leorio non aveva fatto niente del genere, ma allora perché lo odiavo? O, perché glielo avevo detto? ... se Leorio l’avesse detto a me, cosa avrei fatto? Come mi sarei sentito? –Kurapika, ti odio- sentii rimbombare nella mia testa, era frustante, mi sentivo come se una scheggia mi avesse trafitto il cuore e il respiro si fosse mozzato in gola; allo stesso tempo provavo una sensazione di vuoto. Era come se un vortice nero mi stesse inghiottendo e la luce al suo ingresso diventasse sempre più fioca e minuta, fino a scomparire del tutto. Quando scomparve, capii. Io avevo bisogno di quella luce, mai me n’era importato, ma adesso, ora più che mai, ne avevo un disperato bisogno. Mai, mai, ero diventato dipendente da qualcosa! E mai avrei voluto diventarlo, ma questa cosa era così pura e rilassante che non potevo fare a meno di guardarla. Non accecava, ma illuminava: brillava al punto tale che avrebbe potuto irradiare tutta la mia vita, allo stesso tempo era contenuta tanto da non far scomparire il mio vero io. Qualcosa in me diceva di chiamare il suo nome. Ci ho provato diverse volte e ogni volta che stavo per farlo mi avvicinavo sempre più all’uscita di quel vortice, tanto fu rassicurante la sensazione che alla fine lo feci. Pronunciai il suo nome.”
Si lasciò andare e parlò liberamente, come se le parole gli uscissero dall’anima e non dalla bocca.
-Una luce abbagliante mi ha impallidito il viso, ma non lo ha mai coperto. Questa stessa luce mi ha dato forza, senza mai farmi diventare realmente forte. La mia vera forza è sempre stata l’ira, quella luce invece, mi ha fatto combattere per il desiderio di vivere. E se... amare significasse proprio lasciare che quella luce inondi il mio essere, senza mai cancellarlo? –
-Non ho capito nulla di quello che hai detto. Cosa diamine è questa luce di cui parli? Dove la vedi la luce? Abbiamo anche le tendine chiuse, fra l’altro. –
-Guarda che era una metafora. – disse perplesso il povero Kurapika – la luce si riferisce a qualcuno. –
Leorio era spiazzato, la sua faccia era un misto tra scoperta e conferma della sua idiozia. –Guarda che lo sapevo, è! Stavo scherzando. – iniziò a ridere senza un valido motivo.
-Ma... hai capito a cosa mi riferisco? –
Divenne serio per un attimo (LEORIO DIVENNE SERIO, Sì, non ci sono errori di battitura!)
-Ho capito e ti devo dire che amare ha per tutti un significato diverso. C’è per chi significa divertirsi a letto – fece un’espressione aggraziata, mentre il povero Kurapika era disgustato. – oppure capirsi con lo sguardo, essere dipendente da qualcuno, provare sentimenti profondi, un po’ come quella roba sulla luce che hai detto prima. L’importante è capire se sei luce o corrente elettrica: se fai scintille o se brilli. –
-Le...Leorio non dirmi che – il povero Kuruta era rimasto sconvolto dalla differenza di entusiasmo nel descrivere quei due modi di amare. –tu sei un sostenitore dell’amor profano? –
-Oh, beh, se ci sono delle belle pollastre non mi tiro di certo indietro però... –
Kurapika non lo fece finire di parlare che gli gridò incontro quanto facessero schifo le sue affermazioni!
Leorio però fece finta di nulla e continuò –Fammi finire, dannazione! Però dipende dalla persona che frequento. Potrei anche innamorarmi seriamente. –
Il biondino, adesso aveva una domanda in mente da fare a Leorio. Era meglio porla prima che diventasse un’ossessione.
-E dimmi, Leorio. Quello che provi nei miei confronti è un amore sacro o profano? –
 
 
-Killua mentre facevi la doccia, ho letto un po’ quel libro sugli orgasmi... – al solo pensiero al povero amico di Gon si accapponò la pelle. – com’è che si chiamava? “I segreti della vita”, giusto? – Killua annuì. –Beh, c’era scritto qualcosa riguardo l’amore. Cosa vuol dire? –
-Non ti avevo detto di bruciare quel libro?-
-No, in realtà mi avevi solo detto che era meglio non leggerlo. –
“Ma perché Gon ricordava solo quando non doveva ricordare? Aveva una pessima memoria, tuttavia quando mi trovavo in situazioni imbarazzanti e non sapevo come uscirne, mi ritrovavo ad usare questo fattore contro di lui e puntualmente si ricordava! Cosa vuol dire amare? Credo di averglielo dimostrato bene a letto, ma a quanto pare è così ingenuo da non essersene accorto. Sì, ma cosa diamine gli devo dire? Ma aspetta un attimo... lui me l’ha già chiesto... sì, quando lesse quella frase di quel libro melenso”
-Comunque sia, ti ho già risposto. Anzi, ti sei risposto da solo. –
-Davvero? Ah, già, due persone che sono tanto amici. Adesso ho capito che è qualcosa in più. Ed è per questo che te lo voglio dire. –
-Cosa? – Killua sperava non fosse quello.
-Killua Zaoldyeck, io ti amo! –
“Credo di essere arrossito come un peperoncino piccante. Ma Gon non capiva che era imbarazzante sentirsi dire certe cose?”
  
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