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Autore: Iso Mary    11/03/2014    0 recensioni
La vita è fatta di incontri tra persone: brevi o intensi, significativi o inutili. Alcuni si limiteranno ad essere ricordati come insignificanti parentesi , altri non verranno nemmeno memorizzati. Ma ci sono unioni che, sebbene apparentemente sembrano insabbiate dalla circostanze, improvvisamente ritornano a risplendere e nemmeno il tempo riuscirà a scalfire. Non esiste sentimento più forte dell’amore,inteso come emozione che spazza via ogni cosa, trascinandoti nel suo vortice, impedendoti di ragionare e di reagire, ma semplicemente di AMARE con tutto te stesso…. Con tutta l’intensità e la potenza di un sentimento incontrollabile che colora la vita di nuove ed affascinanti emozioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La giornata lavorativa proseguì  fino a sera, ma Anna non fece altro che pensare a quell’insolito incontro. Marco non le era indifferente e non lo sarebbe mai stato, sebbene fossero trascorsi così tanti anni e le loro vite proseguissero su binari opposti. D'altronde era stato il suo primo amore e la loro storia si era conclusa senza un motivo plausibile. Il ragazzo ai tempi frequentava la scuola per geometri, mentre Anna il liceo scientifico. Si erano conosciuti al Rabbit Bar, un locale che entrambi erano soliti frequentare con i compagni per pranzare durante la pausa, in attesa delle lezioni pomeridiane. Si  erano seduti allo stesso tavolo con amici in comune, e fin dalla prima volta in cui i loro occhi si erano incrociati,  qualcosa era scattato tra i due. Anna era una ragazza di sedici anni, una come tante, carina nel suo genere, con i capelli lunghi e castani e gli occhi verdi , vestita con jeans e felpa, classico abbigliamento fine anni ’80 . Marco, invece, di anni ne aveva 17 anni, con i capelli castani che arrivavano alle spalle, gli occhi castani con un taglio un po’ orientale, sempre vestito con un look particolare e con un atteggiamento così sicuro di sé, che trasmetteva alla ragazza un senso di protezione. Ogni volta che  i due erano vicini, Anna si sentiva così felice, così attratta, ma era troppo timida per farsi avanti. Durante una gita al fiume insieme ai compagni, in un momento in cui il ragazzo era riuscito a trovarsi da solo con lei, dopo mille tentativi , aveva avuto il coraggio di dichiararsi ad Anna e durante la sera, di fronte ad un romantico falò , timidamente si erano scambiati il loro primo bacio, tenendosi teneramente per mano. Quella notte entrambi la ricordavano come uno dei momenti più felici della loro vita. Così avevano cominciato la loro dolcissima storia d’amore. Marco accompagnava Anna a scuola, sempre abbracciati e tornava a prenderla per riaccompagnarla al pullman. Non si frequentavano molto durante il week and poiché la ragazza viveva a 15 km dalla città e i suoi genitori  non erano contenti che la figlia sedicenne perdesse tempo prezioso da dedicare allo studio con un estraneo. Di conseguenza il sabato sera non la lasciavano uscire. Soltanto la domenica pomeriggio, e non sempre,  la ragazza poteva prendere il pullman e recarsi in città per trovare Marco, ma doveva tornare a casa per le 18. La loro romantica storia durò per tutto quell’anno scolastico, accompagnata da ricordi indelebili, quali le tenere effusioni scambiate sulla panchina del parco dei gelsi, le incisioni dei loro nomi all’albero degli innamorati, la loro prima e ultima fuga romantica al mare all’insegna delle bugie raccontate ai rispettivi genitori per riuscire a trascorrere almeno qualche momento di intimità. E così pensando ad Anna venne in mente la prima volta che i due ragazzi fecero l’amore, a casa della sorella di Marco.  Quanto avevano organizzato quella giornata, fin nei minimi dettagli, approfittando dell’assenza della padrona di casa e che imbarazzo per entrambi, essendo la loro prima esperienza. Quanto aveva amato quel ragazzo un po’ imbranato, ma così affettuoso nei suoi confronti. Giunse la fine della scuola ed Anna riuscì a superare il secondo anno del liceo a malapena con la sufficienza, suscitando grandi prediche da parte dei suoi, che la accusavano di trascurare le lezioni a causa di un ragazzo che nemmeno conoscevano. Marco invece quell’anno venne bocciato e i suoi genitori non accettarono la situazione senza prendere provvedimenti. Dopo quella terribile estate in cui i due ragazzi si incontrarono raramente, il ragazzo venne iscritto ad una scuola privata a 100 km dalla città in cui abitava, a Torino per l’esattezza, costretto a rimanere in collegio per l’intera settimana e rientrando a casa soltanto per il fine settimana. Ma a causa degli amici che insistevano per vederlo, un po’ a causa dei genitori di Anna che intralciavano la loro relazione, un po’ per le nuove amicizie torinesi di Marco che , per soffocare la sua repressione, aveva cominciato  a fumare spinelli in compagnia di gente un po’ sballata, alterando la sua solita dolcezza con un’insolita e implacabile rabbia che proiettava anche su di lei. Così una domenica pomeriggio, dopo una lite tra i due per il continuo ritardo di Marco che seguiva gli amici, dimenticandosi dell’appuntamento con lei, Anna decise di lasciarlo, sebbene questo suo gesto estremo le causò vari mesi di depressione. Le amiche cercarono di consolarla, ma ci volle parecchio tempo prima di riprendersi completamente. I due ragazzi si rincontrarono qualche anno più tardi, ad una festa scolastica, ma i loro rapporti erano piuttosto tesi. Inoltre Anna cominciò ad uscire con Michele, un  compagno  di Marco  i cui rapporti non erano poi così rosei .   Vedendolo, poi, abbracciato a lei, il ragazzo provò come un sensazione di nausea e di ira , a tal punto che dovette abbandonare la festa per evitare guai. Come gli avrebbe volentieri spaccato quel muso pulito da bravo ragazzo che si strusciava trionfante sul bel faccino della ragazza. E quanto avrebbe voluto dichiarare ad Anna tutto il suo amore e fuggire con lei verso nuovi orizzonti. Invece, orgoglioso e incapace di riconquistarla, si limitò ad ubriacarsi da solo, ingerendo grandi quantitativi di birra nel gelo della notte, versando lacrime amare in solitudine di fronte ad una scintillante luna piena, unica sua consolatrice. E poi si persero di nuovo, nel corso degli anni, riuscendo a carpire brevi e incomplete notizie l’uno dell’altra dalle poche persone che ancora avevano in comune. Anna s’innamorò di Carlo e se lo sposò dopo pochi anni di fidanzamento, mentre Marco conobbe Daniela, una donna forte e rigida che lo conquistò proprio per la sua determinazione, sposandosi dopo breve tempo. Dalla loro unione nacque Ivan un bimbo molto vivace che per i primi cinque anni di vita pensò bene di non dormire mai la notte, spingendo i genitori a rinunciare all’idea di qualsiasi altra gravidanza. Poi si spostarono per lavoro a Milano e da lì si persero completamente le sue  tracce. Ma ora Marco era ritornato, e Anna, fin dal loro primo incontro, capì che nonostante fossero trascorsi vent’anni dalla loro storia d’amore adolescenziale, sicuramente  tra loro non sarebbe mai potuto esistere tra i due un rapporto basato sola sull'amicizia.
 
 
  
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