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Autore: _Marlee_    12/03/2014    1 recensioni
Questa FF ha come protagoniste le attrici che interpretano Callie e Arizona ovvero Sara Ramirez e Jessica Capshaw. Credo che anche fuori dal set sarebbero una coppia bellissima CAPMIREZ♥
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiusi la porta, andai allo specchio, fissai il mio riflesso su quel pezzo di vetro, niente di diverso, occhi neri come sempre, sopra ciglia aggrottate e neanche l'ombra di un sorriso. Forse quella curva sul mio viso mi mancava un po, ma è troppo tardi per tornare indietro. E poi non voglio farlo. Il pomeriggio fu intenso di prove, e di cambi di sceneggiatura, ora di sera ero esausta, decisi però di aspettare Eric, perche nonostante lo stessi usando infondo era l'unica persona che mi era vicino, nonostante tutto. “Hai finito anche tu?” arrivò lei con la sua solita super allegria “Si, sto aspettando Eric” dissi io mostrandomi completamente disinteressata a quella conversazione “E se andassimo a berci qualcosa al bar? La trovi una brutta idea?” mi chiese lei “Si la trovo una pessima idea, non capisci che mi irritata dalla tua presenza?” dissi io guardandola negli occhi come non avevo mai fatto prima, e proprio perche non l'avevo mai fatto, non mi ero accorta di quanto i suoi occhi fossero blu, e di quanto fossero profondi “Non credo sia per questo, credo di irritarti solo perche sono in grado di tenerti testa, non credi?” chiese lei inclinando il viso per aspettare una mia risposta “Dipende dai punti di vista” chiusi il discorso, in quel momento arrivò Eric e lei se ne andò “Non dovresti trattarla cosi, lei che è l'unica che sta provando ad avvicinarsi a te, l'unica alla quale non interessano i pregiudizi o le voci, a lei interessi tu” disse lei “Sono solo un altro mistero che lei deve risolvere?” dissi io, perchè infondo un po iniziavo a crederci “No, per lei non sei un mistero, lei vuole solo che tu capisca come sei veramente, e ora va a chiederle scusa” disse lui convito “Non chiedo scusa a nessuno” continuai io, non ero di certo la donna che chiede scusa, se non in casi estremi e questo non mi sembra affatto estremo “Metti da parte il tuo orgoglio e va da lei” proseguì lui “Senti io sono qui per te, vuoi farlo o no? Non ho tempo da perdere” conclusi io “Sai che ti dico, va in quella stanza d'albergo, stai sola e per una volta prova a ragionare su te stessa” finì lui andando verso la hall “Attento a quello che fai o dici” “E' una minaccia” chiese lui con quel fare irritante che ha anche lui quando vuole provocarmi “Non mi abbasso certo al livello delle minacce, consideralo un avvertimento” e questa volta lasciai lui li come uno stupido mentre mi dirigevo nel camerino, forse per riflettere, forse per non tornare a casa da sola, forse per prendere una decisione una volta per tutte. Quando aprii la porta del mio camerino non fui sorpresa di trovare lei seduta sulla mia poltrona “Sapevo che saresti tornata” disse lei sorridendo “Oh adesso anticipi addirittura le mie mosse” insinuai io andando verso lo specchio “Finche sono prevedibili si, le anticipo” mi rispose lei, e questa era un altra cosa che non avevo trovato in nessuna persona ancora, la capacità di avere sempre la risposta pronta “Adesso sarei diventata una prevedibile” proseguii io “Non parlavo di te, ma delle mosse” stava giocando e questa cosa mi irritava, mi annoiava ma infondo mi piaceva “Andiamo a prenderlo questo drink?” continuò Jessica senza nessun timore “Non sono tornata perche volevo parlarti, ma perche ho dimenticato... questa matita” cercai di inventarmi qualcosa “Oh andiamo vorresti farmi credere che sei tornata qui per questa? Non credo sia possibile” disse lei facendomi superare il limite “Infatti non è la verità, sono tornata indietro perche avevo bisogno di stare da sola, e averti trovato qui non mi aiuta, quando dico SOLA intendo senza ragazze salterine attorno a me” risposi io in tono alquanto minaccioso “Credo che tu sia anche stanca di stare da sola no?” iniziò a provocarmi lei “Se la solitudine l'hai voluta non ti è permesso stancartene” sottolineai io “Si invece, perche solo gli stupidi non cambiano idea” forse aveva ragione, ero stanca di stare sola, ero stanca di essere temuta ed ero stanca di dover aspettare un uomo che usavo pur di non farmi vedere sola “Il fatto che tu non possa stancarti non ti impedisce di farlo” continuò lei “Hai ragione, sono stanca, ma non di stare da sola, sono stanca di sentire nelle mie orecchie un brusio troppo fastidioso, che a quest'ora diventa praticamente insopportabile, cioè la tua voce” dissi io provando almeno a ferirla “Non ti da fastidio la mia voce, ma cio che dico, che è esattamente cio che non vuoi sentire” avevo capito qual'era il suo scopo, lei voleva farmi scoppiare, sapevo che tutto cio che diceva era vero, aveva ragione sul fatto che ero stanca di essere sola e sul fatto che non volevo che qualcuno ferisse i miei sentimenti ancora “A volte la verità fa male ed è per questo che mentiamo, iniziamo a mentire, finche non riusciamo piu a farne a meno, mentiamo su noi stessi, su quello che proviamo, spesso mentiamo anche quando si tratta di altre persone, ma mentiamo perche la verità ci ferisce maledettamente e per questo tentiamo di sotterrarla sotto una marea di bugie, contenta?” dissi io esasperata, e sentì come se un sassolino smettessi di opprimermi il petto, come se iniziare a dire la verità potesse eliminare piano piano quell'enorme roccia che mi fa mancare l'aria “Visto, ho sempre avuto ragione, tu menti per proteggerti, per proteggere il tuo cuore, che tu credi non esisti piu, ma è li, da qualche parte” disse lei avvicinandosi a me e posando la sua mano nell'esatto punto in qui l'aveva posata qualche giorno prima “Perchè volevi a tutti i costi scoprire il mio unico pezzo di cuore buono se sapevi gia che esisteva?” domandai io rimanendo immobile “Io sapevo che esisteva ma tu no e volevo che lo scoprissi” rispose lei senza spostare di un millimetro la sua mano dal mio cuore, che per la prima volta dopo tanto avevo sentito pulsare sotto il suo tocco “Perche?” chiesi “Perche tutti meritano una seconda occasione” posai la mia mano sulla sua e dolcemente la spostai.
  
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