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Autore: michaelgosling    15/03/2014    1 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 39. LA RESA DEI CONTI

Colton fu davvero contento di aver combattuto e di aver frequentato l'accademia militare, altrimenti sarebbe già morto: Kigar era più forte di quanto pensasse, e più volte il detective Butler era andato molto molto molto vicino alla morte.
Mentre cercava di difendersi e al tempo stesso di fare male all'avversario, ricordò che la sua pistola era rimasta al piano di sopra.
Diavolo, era stato davvero uno stupido!
Come ha potuto scendere senza la sua pistola?
Prima regola che si impara entrando in polizia: mai separarsi dalla propria pistola.
Sicuramente Kigar l'aveva, e non avrebbe tardato a tirarla fuori, mentre quella di Colton era nel comodino della camera da letto, con Henny.
Povera ragazza.
Non avrebbe voluto chiudere a chiave la stanza in cui l'aveva lasciata, ma non le avrebbe mai permesso di scendere.
La conosceva fin troppo bene, e sapeva che se non l'avesse rinchiusa se ne sarebbe fregata della sua incolumità e sarebbe scesa per prestare soccorso all'uomo.
Colton non lo poteva permettere.
E alla fine, il momento arrivò.
Kigar tirò fuori la pistola e la puntò contro Butler, che se ne sto immobile.
"E' finita. Se avessi avuto la pistola, l'avresti già tirata fuori."
"Kigar, non puoi uccidermi. Dovrai risponderne alle autorità. Cerca di ragionare." mormorò Colton, cercando di usare un tono comprensivo.
"Le autorità.... le autorità sono tutte dalla mia parte."
"Prima o poi dovrai risponderne. Tu e tutti quelli che sono coinvolti."
"Sai qual'è la cosa più divertente? Se solo tu avessi fatto la scelta giusta, non saremmo mai arrivati a questo! Tutto sarebbe finito con una medaglia e una promozione."
"Fanculo tu e le medaglie. Io non sono come te."
Basta offerte e controfferte.
Colton aveva capito che stava per morire, e voleva dire le cose come stavano.
"Questo è sicuro. Ma stai tranquillo: non appena troverò quella ragazzina, le dirò quanto sei stato eroico prima che morissi mentre la stuprerò. Ancora e ancora e ancora." mormorò in tono sadico Kigar.
"Non ti azzardare, brutto pezzo di merda! Lasciala stare o ti torturerò al punto che rimpiangerai di non essere ancora morto! Non la devi neanche toccare. Non la devi neanche nominare. Non ne sei degno."
"E come pensi di impedirmelo? Tu sarai morto." mormorò, sparando un colpo, che però andò a vuoto.
Quelle parole, che avevano lo scopo di ferire e far soffrire Colton, portarono quest'ultimo a dimenticarsi della pistola e ad abbattersi nuovamente sul nemico: così facendo la pistola cambiò obbiettivo e sparò verso il soffitto.
Resosi conto di quanto era successo, Kigar tentò di recuperare puntando nuovamente la pistola verso Colton, ma aveva fatto male i suoi conti: Butler, riuscì a spostarla nuovamente e un secondo colpo partì.
Un colpo che c'entrò il cuore di Kigar, che cadde definitivamente a terra.
Butler si alzò e prese la pistola.
Non si avvicinò né tentò di aiutarlo, ne aveva avuto abbastanza.
Quando finalmente esalò l'ultimo respiro, Colton salì di sopra e si affrettò ad aprire la porta della camera da letto, nella quale aveva chiuso Henny.
Non appena la aprì, vide la ragazza abbracciarlo forte.
"Ti odio." mormorò lei.
"Se non avessi chiuso a chiave saresti scesa. Lo sai."
"E allora?"
"E allora se l'avessi fatto sarei stato io ad odiarti!"
"Non importa! Non dovevi chiudere a chiave! Ti detesto!"
Colton le si avvicinò e le strappò un bacio.
Lei scoppiò a ridere e lui anche.
"Ti amo." mormorò lei, dandogli un altro piccolo bacio.
"Lo so. Anch'io."
"Cos'è successo di sotto? Stai bene?"
"Sì sto bene, tranquilla." mormorò lui, abbracciandola.
Abbraccio che però durò poco, perchè subito dopo squillò il telefono.
Fu Colton a rispondere.
"Pronto?"
"Colton, tu e Henny dovete venire subito qui."
Era Doug.
"Cosa succede?"
"Naher ha trovato la lista."

ECCCCCCOCI :) GRAZIE GRAZIE GRAZIE PER LE 53 RECENSIONI! SONO COMMOSSA :') RECENSITE PURE ANCHE QUESTO, ORMAI MI CONOSCETE, LO SAPETE CHE MI FA PIACERE ! PS: OGGI SONO IMPEGNATISSIMA, QUINDI PUO' DARSI CHE IL TESTO ABBIA ERRORI GRAMMATICALI PERCHE' NON SONO RIUSCITA A RILEGGERLO. E' UN MIRACOLO CHE SIA RIUSCITA AD AGGIORNARE. GRAZIE E A PRESTO :)
  
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