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Autore: Mad_Dragon    15/03/2014    2 recensioni
La storia di un Cavaliere di Berk e del suo drago tra battaglie, giuramenti, amori e la vera conoscenza di sé e dei suoi compagni di squadra, fino alla scoperta di un terribile segreto e ciò che ne conseguirà.
Aggiornamenti irregolari, spiegazioni all'interno del capitolo XXV
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dagur 'Lo Squilibrato', Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'A dragon and a Trainer's path'
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Capitolo III
Drago e Cavaliere
-parte seconda-

I ragazzi, dopo che venne consegnato loro la mappa dell'isola, decisero di dividersi così che ognuno potesse fare come meglio credesse.
L'isola, pur non essendo un'isola immensa, presentava diversi ambienti. Infatti, c'erano due boschi, delle montagne, dei laghi, una parete rocciosa, una montagna ed una scogliera a picco sul mare. Arcadia si diresse verso la Grande Foresta, Karl verso il bosco, Matt partì prima di tutti e non disse nulla su dove stesse andando, Melanie si diresse verso la parete rocciosa, Caleb rimase sulla spiaggia poiché non se la sentiva di esplorare un luogo sconosciuto e Merric se ne andò verso la scogliera a picco.
Nessuno sapeva cosa li aspettava.
Giorno 1
Arcadia aveva impiegato circa mezza giornata per trovare un modo per aggirare l'ostacolo rappresentato dalla parete rocciosa.
"Dannata parete di stupide rocce, non ci potevano portare su un'isola completamente pianeggiante?!?!?" pensò la ragazza tra sé e sé. Fin da piccola aveva evitato di arrampicarsi sulle rocce e aveva sempre trovato una scusa per obbligare gli altri a giocare sugli alberi o per le strade. Non che non fosse capace di arrampicarsi, ma provava ribrezzo per la scalata.
"Deve esserci per forza un sentiero o qualcos'altro per salire sulla radura soprastante" continuò a pensare la ragazza. Poi si ricordò della mappa, la estrasse e, dopo un'attenta analisi, riuscì a trovare un piccola sentiero a 45 piedi (Credo che si usassero i piedi come unità di misura per la lunghezza ma non ne sono sicuro, nda). La ragazza si avviò verso il sentiero e lo percorse fino in fondo. Una volta arrivata in fondo,  si ritrovò davanti ad una foresta con alberi enormi.
"Vita perché cazzo mi odi così tanto?!?!?" esclamò Arcadia buttandosi a terra sconsolata. "No, questo non è lo spirito giusto" si disse fra sé e sé, e si rialzò in piedi e si avventurò tra le fronde.
"ragazzi che alberi" pensò la nostra Arcadia, mentre camminava attraverso l'intricato insieme di radici e rami bassi. D'un tratto, sentì un rumore sinistro provenire dal folto della foresta. Pochi minuti dopo, un ruggito scosse la foresta.
"Ma che diavolo sta succedendo?" si chiese la ragazza. Presa dalla curiosità, Arcadia si avventurò nella direzione del ruggito. Ma si sa, a volte la curiosità non porta a niente di buono.
***
Karl era riuscito a trovare una strada che circondava la Grande Foresta. Questo sentiero si biforcava: una diramazione si dirigeva all'interno della foresta mentre l'altra portava ad una specie di ponte tra le due sponde del lago. Karl decise di prendere quella che si dirigeva verso il lago. Sapeva bene che pochissime razze di draghi vivevano sulle rive del lago, ma tentare non nuoce.
Dopo un paio d'ore di ricerca, Karl non vide neanche l'ombra di un drago. "E che palle" sbuffò Karl. D'un tratto, il suo stomaco iniziò a brontolare per la fame. Ovviamente aveva già mangiato il pranzo che si era portato dietro, visto che pensava che fosse una cosa di un giorno. "Mi tocca andare nel bosco per cercare della frutta, se no muoio di fame." pensò il ragazzo.
Il bosco era poco fitto e si poteva tranquillamente passeggiare. Notò un albero di mandarini pieno di frutti. Karl ne prese uno, lo sbucciò e ne gustò la polpa piano per placare la fame. mentre mangiava, l'occhio gli cadde su alcuni segni sul terreno. Karl si chinò e le analizzò. "Impronte di cinghiale gigante. Merda, sono finito nel loro territorio. Se mi trovano è la fine." Purtroppo la Dea Bendata aveva deciso di non aiutare il nostro eroe che, non essendosi accorto di niente, era stato circondato da un branco di cinghiali inferociti. I loro grugniti attirarono l'attenzione di Karl, ma purtroppo era troppo tardi.
***
Arcadia era arrivata fino alla sorgente del rumore che, contro ogni sua immaginazione, non si trattava di un drago, bensì di un gruppo di roditori.
"Ho letto di questi roditori. Si cibano di uova e vanno matti per quelle del Cambiala." si ricordò la ragazza. Gusci d'uova circondavano il gruppo di roditori. Arcadia, inorridita dalla crudeltà della natura, decise di andarsene ma vide un uovo ancora intero e decise di salvare almeno quello. Afferrò l'uovo e rifilò un calcio al roditore che la stava attaccando. Anche gli altri esemplari non avevano buone intenzioni, perciò Arcadia decise di battere in ritirata. I roditori la seguirono per un bel pezzo, ma alla fine decisero di rinunciare alla loro preda.
Arcadia, però, non si accorse di questo e continuò a correre finché non raggiunse una radura. Un colpo la scaraventò contro un albero. Si rialzo, chiedendosi cosa fosse successo. Un Cambiala le si mostrò e le ruggì contro.
"Calmati. non voglio far del male all'uovo. Ecco tieni." disse Arcadia porgendo al drago l'uovo. I due si scambiarono uno sguardo d'un'intensità che mille parole non potrebbero descrivere. Dopodiché, il drago prese tra le fauci delicatamente l'uovo ed abbassò la testa e Arcadia gli toccò la fronte. Fu così che Arcadia stabilì un legame con il suo drago.
***
Karl era riuscito ad aprirsi un varco trai cinghiali menando fendenti con la sua spada. Mentre fuggiva, perse la strada e si ritrovò fuori dal bosco. I cinghiali continuavano ad inseguirlo nonostante le perdite subite.
"Devo trovare un modo per seminarli, se no quelli mi fanno fuori." pensò Karl, ormai affaticato dalla corsa.  All'improvviso, un ruggito squarciò l'aria. Dal cielo piombò giù in picchiata un macchia di un rosso acceso. Accadde tutto in un attimo. Alcuni cinghiali vennero colpiti da una coda, mentre altri vennero incenerite dalle fiamme del drago. Karl non poteva crederci. Aveva davanti a sé una leggenda, un Ali Cremisi. Il drago aveva la stessa corporatura di Sdentato, le ali  erano molto più grandi, aveva della piccole corna e un muso affusolato. La coda era di una lunghezza media e terminava con delle spine aguzze che grondavano sangue. Un cinghiale lo aveva ferito al fianco ma pagò con la morte la su avventatezza. Insieme Karl ed il drago riuscirono ad eliminare la maggior parte del branco, il quale si ritirò.
"Grazie" disse Karl rivolto al drago che lo aveva aiutato.
Il drago lo guardò, poi si sdraiò per terra. Era stato ferito altre tre volte dai cinghiali. Anche Karl era stato ferito ad una gamba.
"Ehi, non fare così... Ho un'idea. Indicami la strada per la tua tana e dirigiti là. Ti raggiungerò presto e cercherò di curarti." disse Karl, cercando di incoraggiare quella  maestosa creatura. Il drago spiccò il volo ed indicò con il muso una caverna sul monte. Fatto ciò, la creatura si diresse verso la sua tana.
Karl, grazie anche alla mappa, individuò subito un sentiero che lo avrebbe portato fino alla caverna. Sulla strada trovò delle piante officinali che andavano bene per curare la ferita alla sua gamba e dei fiori di un arbusto che, secondo il libro dei draghi, curava le ferite di ogni drago, Arrivato alla caverna, Karl si sedette vicino al drago tirò fuori dalla sua borsa due ciotole: nella prima mise le piante per la sua ferita mentre nell'altra quelle per il drago. Dopo aver preparato un unguento se lo spalmò sulla gamba e poi fece lo stesso con il drago. La bestia mugugnò ma Karl lo tranquillizzò dicendogli che era una cosa normale.
Nel frattempo, la notte era calata e Karl ed il drago mangiarono uno dei cinghiali dello scontro avvenuto poche ore prima. "Non riesco ancora a crederci... sto mangiando assieme ad un essere che fino a stamattina consideravo una leggenda vivente, sei magnifico." Il drago emise dalle narici uno sbuffo di fumo, chiaro segno di apprezzamento del complimento. "E anche un po' vanitoso" disse Karl in modo scherzoso, ma il drago gli rifilò un piccolo colpo di coda sulla schiena. "Guarda che stavo solo scherzando" si giustificò il ragazzo. La complicità tra i due era moto grande, sembrava che si conoscessero da una vita. Karl estese la sua mano ed il drago posò la usa testa sotto il palmo, sigillando così il patto tra Drago e Cavaliere.
Giorno 2
Matt passò la notte all'addiaccio, dormendo in una piccola radura al limitare del bosco. Sapeva che nessuno conosceva le sue intenzioni. D'altronde, non erano affari che li riguardavano.  Matt si diresse verso il lago per rinfrescarsi, dopodiché si sarebbe diretto verso la distesa di rocce che aveva visto il giorno precedente sulla mappa. Prese dell'acqua e si lavò la faccia, si risistemò l'armatura, e partì per la zona rocciosa. La cosa che stava cercando si faceva ad ogni passo più vicina, ma non sapeva che qualcun'altro stava cercando lui.
***
Melanie aveva passato l'intera giornata precedente ad esplorare il lato più ad ovest della parete rocciosa, cercando un qualche segno di passaggio di un drago. Verso metà pomeriggio del giorno precedente, la nostra esploratrice trovò qualcosa di molto più che delle semplici tracce. L'ingresso di un enorme caverna si era rivelata d'avanti ai suoi occhi.  La ragazza costruì un torcia con un telo ed un pezzo di legno trovato poco prima; fatto ciò, Melanie entrò nella grotta. Mentre scendeva, Melanie continuava a stupirsi di ciò che vedeva: stalattiti e stalagmiti formavano delle strane sculture che provocavano nella ragazza un grande stupore.
"Che meraviglia, non credo che a Berk ci sia un qualcosa di minimamente somigliante a questa grotta." mormorò Melanie.
Ma non sapeva che la natura non era l'unica autrice di quella meraviglia.
***
Matt si era avventurato per la distesa di rocce. La sua "preda", se così la vogliam chiamare, non era né un drago né qualche altra specie di animale, bensì una pietra. Questa pietra non era un sasso qualunque, ma un'agata muschiata. Da tempo si vociferava che questa pietra avesse un particolare potere: aiutava a lenire alcuni tipi di dolore. Matt sapeva che sull'isola della prova c'era un giacimento di questa pietra, situato proprio nella distesa rocciosa che il ragazzo stava esplorando.
All'improvviso, Matt sentì un rumore di passi. Si voltò e quasi gli venne un colpo per colpa di ciò che gli stava venendo incontro. Un Rubaossa leggermente più grande della media stava correndo nella direzione di Matt, anzi, sembrava proprio che stesse puntando a lui. Matt si mise a correre ma era un lotta impari, dato che dieci passi del ragazzo equivalevano ad uno di quel drago enorme.  Alla fine Matt decise di arrendersi e di affrontare il drago.
"ti prego fai quello che devi fare subito e senza farmi troppo male." piagnucolò il ragazzo cercando di stimolare la pietà del drago. Ma la creatura si fermò davanti a Matt, indicando con il muso gli spallacci e l'antibraccio del ragazzo. Matt rimase stupito dal comportamento del drago, ma poi si ricordò che quella particolare specie di drago era nota per la sua cocciutaggine, infatti era disposto a tutto pur di ottenere le ossa che servivano a completare la sua armatura. Matt si slacciò l'armatura e la porse al drago. "Adesso devi restituirmi il favore. sai dirmi dove posso trovare la cava di agata." disse Matt. Il drago se lo mise in groppa e partì verso ovest. In poco tempo il duo raggiunse la sua meta. La cava era un'enorme parete che risplendeva di una luce verde, dovuta ai raggi del sole che si riflettevano contro le pietre. Matt guardò la parete compiaciuto e rivolse un ringraziamento al drago, il quale decise di rimanere. Matt estrasse l'ascia e colpì la parete cercando di far uscire un frammento di un cristallo. L'ascia non sortì l'effetto sperato e una scheggia della lama saltò via.
"Dannazione" urlò Matt in preda alla disperazione e alla mancanza d'idee.
Il drago decise di aiutare Matt con l'agata e sferrò una potente codata contro la parete. La parete non resse ed alcuni frammenti di agata caddero giù. Matt capì che il drago lo aveva aiutato perché si fidava di lui. Il ragazzo  lo ringraziò e stese il braccio nella direzione del muso del drago, il quale appoggiò il cranio contrò la mano, suggellando il loro legame.
***
Melanie si era addentrata sempre più nel profondo della caverna. Ad ogni passo che compiva, la sua incredulità cresceva esponenzialmente. Adesso non solo le stalattiti e le stalagmiti, ma anche le pareti si trasformavano in complicati intarsi e sculture raffiguranti paesaggi e draghi.
"Chi può aver fatto tutto questo?" continuava a chiedersi Melanie, scartando le l'ida che fosse stato un essere umano. D'un tratto, qualcosa si avvicinava silenziosamente alle spalle della ragazza. Melanie si voltò e lanciò un grido per lo spavento. Anche la creatura si ritirò nell'ombra. Melanie mise la torcia davanti a sé e riuscì a vedere l'animale che la stava attaccando. L'animale in questione era una specie di rettile somigliante ad un serpente, dalla squame rosse e bianche, con delle grosse zampe e relativamente piccole ali. Melanie si ricordò di aver letto di un drago con quelle caratteristiche. "ma tu sei un Trita Lotta!!!!" esclamò Melanie. Il drago mosse su e giù la testa. "Ma cosa ci fai qui?".
Il drago si voltò e fece capire alla ragazza di seguirlo. Melanie, pur avendo dei dubbi, seguì il drago. Camminarono per molto tempo fino a quando non aggiunsero una grande stanza. Sul soffitto c'era un buco di grandi dimensioni da cui filtrava la luce del giorno. Melanie dedusse che era passato un giorno intero, visto che lei era entrata nella grotta poco prima del crepuscolo. In fondo alla stanza c'era un altro Trita Lotta, che si differenziava dall'altro per la stazza ed il colore. Melanie si chiedeva cosa stesse succedendo. Ma non aveva tempo per pensare, visto che il drago più grande si stava avvicinando a loro. Guardò prima lei, poi il drago più piccolo e poi ancora lei, come se li stesse valutando. Il drago ruggì... La situazione era irreale... Melanie non poteva crederci... Il ruggito aveva creato una scultura raffigurante una ragazza ed un Trita Lotta. Fatto ciò, il drago più grosso si ritirò nell'ombra, lasciandoli soli.
"Allora... Sembra che abbiamo ricevuto la sua approvazione." disse Melanie ancora incredula per quello che era accaduto. Il drago s'inchinò davanti a Melanie, la quale mise la mano sul capo della creatura. Nessuno dei due si accorse che l'altro drago li stava osservando con occhi pieni di lacrime...
Giorno 3
Caleb aveva passato gli ultimi due giorni girovagando per la spiaggia, venendo attaccato per tre volte da un branco di granchi giganti. Aveva deciso di passare la notte del secondo giorno sveglio per evitare spiacevoli inconvenienti. Grazie a questa sua decisione, Caleb fece una scoperta strana. Vide infatti una strana figura che stava nuotando attorno all'isola. Seguendo questa creatura, giunse ad un'insenatura situata nella zona est della spiaggia. Dall'acqua emerse un drago dotato di pinne.
"Uno Scalderone" disse Caleb guardando il drago. Il drago si accorse del ragazzo e si trascinò fino a lui. Caleb rimase dov'era. Sapeva che non doveva mostrarsi troppo avventato e non doveva fare movimenti bruschi per non far attaccare il drago.
"Buona sera signor drago, ha visto che bella luna che c'è stasera?" chiese in modo nervoso Caleb. il drago per tutta risposta sputò a terra delle gocce d'acqua bollente. " Dovrei interpretare questo fatto come un "non mi importa della luna"?" scherzò Caleb.
Il drago avvicinò il muso alla faccia del ragazzo. "Calma, calma, calma. Caleb tieni a freno i nervi. Se fai un'altra cavolata come questa sei finito."
Caleb iniziò ad indietreggiare lentamente, cercando di non far arrabbiare il drago. Però i risultati furono scarsi e Caleb  iniziò a correre disperatamente e ad urlare come un dannato. Il drago decise di seguirlo e la loro corsa durò fino a dopo mezzanotte. Caleb si accasciò a terra madido di sudore ed ansimante. Il drago si fermò a qualche metro da lui. "Si può sapere che diavolo vuoi da me o hai intenzione di inseguirmi per tutta l'isola" gli urlò contro Caleb. Il drago gli indicò la borsa che si portava a tracolla. Il ragazzo gliela tirò e l'aprì. Ne estrasse dei fiori. Caleb si ricordò che aveva raccolto quei fiori il giorno prima sul lato nord dell'isola. Il drago se li mangiò, poi rese la borsa al proprietario. Fece per andarsene ma Caleb lo trattenne.
"Se vuoi posso portarti dove ho raccolto i fiori"
Il drago aprì le fauci imitando un sorriso, ma al ragazzo sembrò più una smorfia di ribrezzo.
"Ti prego, non farlo mai più." lo pregò Caleb.
I due si diressero verso il lato nord dell'isola. Ci misero tre ore a raggiungere il prato che confinava con la spiaggia. Il drago si buttò contro l'enorme distesa di fiori che si stagliava davanti a lui. mangiò fino a saziarsi del tutto, poi si diresse verso il mare. Il drago incitò Caleb di seguirlo. I due si immersero in acqua. Uno spettacolo meraviglioso si aprì davanti  Caleb. Pesci di medio-piccole dimensioni nuotavano attorno a lui e al drago, in lontananza vide degli enormi pesci che si tenevano a distanza di sicurezza. Periodicamente il drago riemergeva per far prendere aria al ragazzo. Arrivati alla caverna, Caleb ed il drago avevano fatto amicizia e, alla luce della luna, caleb e lo scalderone suggellarono il patto che gli avrebbe uniti per sempre.
***
Merric aveva impiegato diverso tempo per raggiungere la scogliera a picco sul mare. Tra spiagge, pareti da scalare e ostacoli vari da evitare, era arrivato a vederla nitidamente solo durante la notte tra il secondo e terzo giorno. In più ci mise anche altre due ore per raggiungerla.
"Che sadici che sono... La prossima prova ce la faranno fare sull'isola degli esiliati... Che palle" si lamentò Merric, ormai con le tasche piene di quella stupida isola. La scogliera si ergeva a picco sul mare e le onde si infrangevano alla base di essa, cercando di eroderla... era come una battaglia tra un gigante e dei nani: il gigante poteva reggere per molto tempo, ma i nani alla fine l'avrebbero abbattuto. Merric camminò fino a che pochi passi lo distanziavano dal bordo della scogliera. Il ragazzo si sentì piccolo, impotente davanti alla natura.
Merric scrutò l'orizzonte alla ricerca di una qualche figura volante, ma non vide niente. "Mi toccherà ripetere il corso" pensò. Si voltò per andarsene ma intravide con la coda dell'occhio un'ombra aggirarsi trai cespugli. Si girò ed urlò in quella direzione: "Vieni fuori qualunque cosa tu sia.". Merric sperava moltissimo che fosse un drago così non avrebbe dovuto ripetere quel noiosissimo corso tenuto da Hiccup e compagnia. Le sue speranze non furono disattese e un drago sbucò fuori dal cespuglio. Ma non era un drago qualunque.
"oh cavolo... Quello è uno Skrill, un fottuttissimo Skrill... ora cosa faccio?!?!?" pensò Merric. La fuga era impossibile: da un lato c'era il tuffo quasi sicuramente mortale dalla scogliera,dall'altra la montagna da scalare. Lo Skrill, però, non sembrava volesse attaccarlo anzi sembra che gli stesse chiedendo aiuto. Merric lo notò e cercò di avvicinarsi al drago per cercare di capire cosa avesse: dopo pochi minuti di osservazione, Merric giunse all'ipotesi che il drago fosse "scarico". Gli skrill, infatti, prendono la loro energia dai fulmini dei temporali. Il ragazzo si voltò e vide delle nubi nere avanzare verso l'isola. Ci avrebbero messo poco tempo e lui doveva sbrigarsi ad attuare il suo piano. Prese tutto il metallo che riuscì a trovare nella borsa e si tolse anche l'armatura ed il suo bracciale porta-fortuna. Li assemblò in modo da formare un parafulmine, poi aggiunse la spada e la diresse verso lo skrill in modo che venisse ricaricato. Completò il tutto poco prima dell'arrivo del temporale.
una volta rassicurato il drago, Merric si allontano dal parafulmine per evitare di essere folgorato. Pochi istanti dopo, un fulmine cadde verso il parafulmine e venne direzionato contro il drago che lo assorbì, ricaricandosi. Il drago colpì la struttura con la coda e la distrusse, recuperò il braccialetto e lo portò a Merric per ringraziarlo dell'aiuto. Merric sapeva che quella razza di drago era molto schiva  non sperava di poter formare un legame con lui, ma lo Skrill continuò a toccargli la mano per incitarlo. Merric posò la mano sul suo cranio e sigillarono il patto.
Era la fine del 3° giorno
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E ce l'ho fatta, un applauso a me *clap clap*. Mi ci sono volute qualcosa come tre settimane per finirlo ma l'ho finito. Non avete idea dei salti mortali che ho dovuto fare per scriverlo. Poi ieri sera salta fuori che lo Skrill non è allenabile, ma non avevo voglia di riscriverlo, quindi mi prendo una licenza poetica. Recensite in tanti che mi fate contento. Alla prossima,
Rovo_sama    
  
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