Libri > Fallen
Segui la storia  |       
Autore: bradlifer    15/03/2014    4 recensioni
Dopo la battaglia alla Sword & Cross, per Luce viene scelta una destinazione diversa dalla Shoreline: passerà, infatti, i diciotto giorni della tregua a New York, dove come unico punto di riferimento avrà Cam.
Il loro rapporto si evolverà, così come quello tra lei e Daniel, e questi cambiamenti potrebbero portarla ad agire e a scegliere come lei stessa non avrebbe mai immaginato.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Daniel Grigori, Gabrielle Givens, Luce Price
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

     Capitolo 12 – Complici

Luce era seduta in taxi, lo sguardo perso fuori dal finestrino senza osservare nulla in particolare.
Era appena uscita da scuola, quella mattina non aveva usato la macchina di Cam: non conoscendo la zona dove si sarebbe recata nel pomeriggio, sapeva che sarebbe stato difficile trovare parcheggio.
Il taxi correva sulla Fifth Avenue, e quando Luce notò l'edificio imponente e bianco, le colonne, le scale con ai lati le sculture di due grandi leoni sdraiati, impallidì.
Il giorno prima, dopo aver finito i compiti ed essersi concessa un bagno rilassante, si era ricordata della ricerca che avrebbe dovuto fare sulle stellesaette.
Anche se ormai riteneva di saperne abbastanza sulle armi forgiate dagli Esclusi, Luce aveva pensato che forse Simbologia angelica avrebbe potuto aiutarla a risolvere qualche altro dubbio, come le domande che ancora aveva sugli Annunziatori. Per esempio, come era riuscita l'ombra a salvarla dall'impatto con l'acqua del fiume il venerdì precedente?
Luce pagò il taxi e uscì in fretta dall'auto, guardandosi intorno. L'ennesima giornata grigia a New York, che si stava già preparando per la festa del Ringraziamento.
La biblioteca all'interno era elegante e silenziosa, piena di persone chine sulle decine di tavoli con tanto di abat-jour, impegnate a leggere e a studiare.
Dopo aver setacciato innumerevoli scaffali, finalmente Luce trovò il libro che le interessava.
Il libro era decisamente meno voluminoso di quanto Luce si aspettava.
Si sedette e iniziò a sfogliare il libro, senza però prestarci troppa attenzione.
Quella mattina, Cam non si era fatto vedere. E non aveva nemmeno risposto al biglietto stanco e piuttosto irritato che Luce gli aveva lasciato. Che cavolo gli prendeva?
Mentre i suoi occhi seguivano distratti le righe e le parole stampate sul libro, finalmente l'attenzione di Luce venne attratta da un termine che conosceva fin troppo bene.
Annunziatore.
Prese un respiro profondo e iniziò a leggere.

Gli Annunziatori si presentano come ombre, proiezioni di persone o cose, che separandosi dalla superficie su cui giacciono raggiungono fluttuando il loro protetto*.
La loro origine è tuttora sconosciuta: alcuni li ritengono collaboratori di Satana, altri semplici messaggeri del Paradiso.
Possono essere utilizzati come mezzi di volo (stabilendo una connessione corpo-mentale con il protetto) o di viaggi spazio-temporali (dopo averli aperti ed esservisi introdotti, gli Annunziatori condurranno i loro protetti nel tempo illustrato o nel luogo desiderato) o come semplici schermi.
Gli Annunziatori sono alleati di chiunque sia in grado di vederli e ammaestrarli: intrecciano con il loro protetto un legame indissolubile, conducendolo ovunque egli voglia.
Gli Annunziatori si manifestano in situazioni di pericolo per il loro protetto, e in situazioni estreme possono addirittura salvargli la vita, avvolgendolo. In questo caso, però, per il protetto inizia un viaggio tortuoso e senza meta: potrebbe ritrovarsi nella sua casa, come dall'altra parte del mondo due secoli antecedenti al proprio, come al cospetto della Stella del Mattino.
Gli Annunziatori sono figure enigmatiche e complesse, maneggiatele con cura.

*Protetto: vedi pag 182.

Luce sfogliò in fretta le pagine seguenti, rimanendo però delusa di fronte alla magra e ovvia definizione di “protetto”.

Protetto: chiunque sia in grado di vedere Annunziatori, evocarli, stabilire rapporti con essi.

Sbuffando, Luce sfogliò il libro fino alla fine, dove trovò delle Tavole dei Simboli: ogni segno riconducibile a Paradiso o Inferno era raffigurato su quelle pagine, con una breve descrizione.
Subito, Luce fu colpita dal sole nero raffigurato in basso a destra di una pagina.

Sole di Luching.

Il tatuaggio di Cam.
Luce sfiorò il disegno di quel simbolo, pensando a quanto a lungo tre sere prima si fosse soffermata a baciare il collo di Cam dove era tatuato proprio quel sole.

Simbolo che contraddistingue i puri seguaci di Lucifero, coloro che risiedono nella cerchia più vicina alla Stella del Mattino e a cui sono devoti incondizionatamente.

Luce deglutì, rileggendo quelle due righe.
Cam era tra le persone più vicine al diavolo.
Luce poteva accettarlo. In fondo era prevedibile, vedendo la malvagità che Cam aveva usato contro lei e Daniel alla Sword & Cross.
Gli altri simboli erano varie rappresentazioni di crocifissi e angeli: ognuno aveva un compito ben preciso in Paradiso. Vedendo una figura molto simile a Daniel (alto, scultoreo, immense e gloriose ali bianche), Luce scoprì che gli angeli come lui erano quelli più puri, i fidati del Trono.
Cam e Daniel erano davvero due facce della stessa medaglia.
Luce avrebbe voluto sapere qualcosa sul loro rapporto, cosa li avesse portati distaccarsi così tanto, anche se temeva che la risposta sarebbe stata lei. Eppure, qualcosa le diceva che c'era dell'altro.
Okay, non sarebbe stata la prima volta che due amici (due fratelli) arrivavano ad odiarsi così tanto per una donna, ma...
Luce non terminò quei pensieri, colta di sorpresa dalla donna che si era seduta accanto a lei.
"Scusa, cara." Disse la voce gentile e fin troppo familiare a Luce.
La ragazza si irrigidì, terrorizzata.
I suoi nemici continuavano a trovarla, uno per uno. Fortuna che a New York sarebbe stata al sicuro.
Ma c'era davvero un posto sicuro per lei in questo mondo? Luce non lo sapeva più da tanto tempo.
Si voltò piano a fissare l'esile signora dai capelli grigi e lo sguardo vispo di fianco a lei, un sorriso inquietante sul viso.
Luce cercò di comportarsi normalmente, ricordandosi delle decine di persone che le circondavano.
Sorrise e scosse la testa: "Non fa niente, me ne stavo andando."
Si alzò in fretta facendo graffiare la sedia sul pavimento, guadagnandosi le occhiatacce di un paio di studenti.
"Spero non per colpa mia." Squittì Miss Sophia, senza staccare gli occhi da Luce che si stava allontanando a passi veloci.
Tra una corsia di libri e l'altra, Luce si gettava ansiose occhiate alle spalle, sapendo che Sophia la seguiva. Riusciva a sentire gli occhi della donna trafiggerle la testa, anche se non sapeva dire dove effettivamente quell'assassina si trovasse.
Poi, mentre svoltava l'angolo dell'infinito reparto dei libri di Economia & Mercato per immettersi nella navata principale della biblioteca, si scontrò contro un corpo gracile e vestito di scuro.
"Devi andare da qualche parte, Lucinda?" Miss Sophia chinò la testa a sinistra, sembrava un robot.
Luce indietreggiò. "Il più lontano possibile da te, brutta psicopatica."
La donna avanzò, e Luce si ritrovò presto con le spalle al muro, letteralmente.
"Non così in fretta." Cantilenò la donna.
Luce trattenne il fiato. Un ragazzo con le cuffiette nelle orecchie era intento a sfogliare un libro che aveva appena estratto dallo scaffale di Marketing, e dava loro le spalle.
Nessuno le stava osservando.
Prendendo un respiro profondo, Luce diede uno spintone a Miss Sophia, che, impreparata, cadde di peso sul pavimento, con un tonfo (stranamente pesante per un corpo così magro) che attirò l'attenzione del ragazzo, che si chinò ad aiutarla a rialzarsi.
Ma Luce questa scena non la vide. Stava già correndo.
Non le importava di attirarsi addosso l'attenzione di tutti i presenti.
Correva nello spazio tra i tavoli e la libreria appoggiata alla parete, poi imbucò la porta che la conduceva all'atrio centrale della biblioteca.
Senza degnare di uno sguardo le cassiere e le guide, corse fuori, indecisa se gridare alle due guardie all'entrata di fermare la vecchia pazza la seguiva.
Poi, decise che sarebbe stata solo un'inutile perdita di tempo e di fiato. Mentre scendeva i gradoni della New York Public Library, prese dalla tasca del cappotto il cellulare e premette il numero 1 senza smettere di correre.
Si stava dirigendo verso sud, i passanti che percorrevano la Quinta Strada nella direzione opposta a quella di Luce la guardavano a occhi sgranati.
Rispondi, cazzo. Pensò Luce a denti stretti, mentre i newyorchesi imprecavano sempre di più contro le due donne che correvano l'una all'inseguimento dell'altra.
"Dimmi." Al sesto squillo, Cam rispose.
Luce capì in quel momento che lui le avrebbe sempre risposto. Perché Cam sapeva che se Luce lo chiamava, voleva dire che stava succedendo qualcosa. E non, molto più semplicemente, perché lui era lì per lei, giusto?
"Lei è qui!" Gridò Luce, la voce carica di ansia e paura. "Sophia è qui! Mi sta inseguendo sulla Quinta, non so che fare! Dove sei?"
"A Staten Island. Abbiamo trovato gli altri del suo gruppo. Arrivo."
"Vieni all'incrocio con la Sessantasettesima, ci sono quasi."
"Sì." Cam chiuse la telefonata seccamente, e spiccò il volo.
Forse aveva sbagliato a suggerire a Luce di uscire, una settimana prima. Stava iniziando a sembrare che la copertura di otto milioni di persone non stesse più funzionando.
Lui, Roland, Molly e altri sei demoni non erano riusciti a strappare agli altri sette Anziani come fossero riusciti a trovare Luce, così li avevano uccisi direttamente.
Mentre sfrecciava su Manhattan verso nord, si augurò che le tempistiche che gli aveva dato Luce fossero corrette.
E in effetti, lo erano.
Cam planò su un vicolo tra due enormi palazzi della Quinta, si sporse a guardare la folla di passanti che si allargava per far passare un'adolescente che correva disperatamente nella sua direzione.
Senza fiato e con le gambe che le tremavano, Luce gridò quando qualcuno la tirò prepotentemente in un vicolo umido e buio tra due palazzi.
Una mano fu tempestivamente sulla sua bocca per bloccare il suo urlo, e due occhi verdi sgranati trafissero i suoi.
"Shhh." Sibilò Cam, spostando la mano.
Luce lo osservò contare in silenzio fino a cinque, in ascolto dei passi di Miss Sophia, che venne puntualmente strattonata da Cam e letteralmente sbattuta di petto contro la parete dov'era appoggiata Luce, che vi si staccò immediatamente.
In uno scatto di velocità, Cam si spostò trascinando la donna contro il muro per almeno una quarantina di metri, lontano dai passanti e dal traffico della Quinta Strada.
Le teneva la testa schiacciata contro il muro, stritolandole il collo con la mano sinistra, un pugnale nella destra.
Le sbatté la testa contro i mattoni della casa almeno sei volte, la donna gridava di dolore e Cam grugniva per lo sforzo di tenerla ferma.
Luce osservava quella scena immobilizzata e in un silenzio tombale. Ma non avrebbe chiesto a Cam di fermarsi. Luce voleva che Cam uccidesse quella donna.
Dopo tutto il male che aveva portato, Miss Sophia meritava una morte lenta e dolorosa.
"Mi dispiace per voi, ma i miei sanno dove siete. Non avete più molto tempo." Sibilò la donna, sputando a terra.
Cam strinse di più la presa sul collo di Miss Sophia, e le sbatté di nuovo il capo ormai sanguinante contro il muro.
"No, Sophia. A me dispiace per te. I tuoi sono tutti morti." Fece una pausa, avvicinandosi all'orecchio della donna per poterle parlare in modo chiaro e intimo, come facevano sempre gli assassini con le proprie vittime. Esattamente come lei aveva fatto con Luce quando l'aveva legata su quel dannato altare nella piscina della Sword & Cross. "E tu... beh, tu sei fottuta." Concluse, scaraventando per l'ennesima volta la testa di Miss Sophia contro la parete.
La donna lanciò un urlo di dolore disperato.
Luce si voltò per accertarsi che nessuno li stesse osservando o stesse chiamando la polizia. Alzò lo sguardo: nemmeno dalle finestre dei due palazzi c'era una testa sporta che li guardava.
Forse i newyorchesi c'erano abituati, a scene del genere.
"Non ti sentiranno, lo sai." Mormorò Cam, iniziando a tagliare la pelle della schiena di Miss Sophia, che sibilò piano mentre il suo maglione si lacerava e si inzuppava di sangue al tocco della lama di Cam.
Miss Sophia rise amara. "Sai, Cameron, ti preferivo di gran lunga quando stavi con quella rossa, Lilith. Questa ragazza tira fuori il tuo peggio e quello di Daniel. Peccato."
Quelle furono le ultime parole di Miss Sophia Bliss.
Il pugnale di Cam la trafisse da parte a parte nell'esatto istante in cui lei chiuse bocca.
Miss Sophia si accasciò a terra, e Cam si avventò sopra di lei, entrambe le mani strette sulla sua gola.
Miss Sophia agitava le gambe e le braccia, gorgogliava e sputacchiava sangue.
Poi, piano, le sue gambe si fermarono. E anche le sue braccia. E anche i suoi respiri affannati. E anche il suo cuore.
"Strangolare qualcuno è il modo più intimo per ucciderlo." Disse Cam, come stesse facendo un elogio della violenza.
Si alzò in piedi, sistemandosi la giacca di pelle nera e il collo della camicia bianca, osservando sprezzante il corpo senza vita di Miss Sophia.
Cam alzò il braccio destro sul cadavere della donna, e senza staccare lo sguardo lo fece scorrere lungo tutto il corpo di Miss Sophia, che andava scomparendo, polverizzandosi.
Tre secondi dopo, di Sophia Bliss non c'era più traccia. Miss Sophia, l'assassina di Penn, era morta.
E Luce era stata salvata per l'ennesima volta da Cam.
Avrebbe voluto abbracciarlo e ringraziarlo, ma era bloccata. La schiena appoggiata alla parete, il fiato corto, gli occhi sgranati, il battito cardiaco accelerato, incredula che la morte della sua amica fosse stata vendicata.
Luce chiuse gli occhi e li riaprì piano, espirò a lungo ed inspirò profondamente, e si staccò di appena un centimetro dal muro che le faceva da appoggio.
Cam si voltò piano, guardandola attento.
"Stai bene?" Le chiese con tono indagatore.
Luce non disse niente, si limitò a ricambiare lo sguardo.
Poi, dopo una decina di secondi di silenzio, Cam la raggiunse in un passo, le strinse la mascella con la mano destra e la baciò, spingendola di nuovo contro la parete.
Luce sussultò per il nuovo ed inaspettato contatto col muro, e aprì di più la bocca perché Cam potesse baciarla meglio. La lingua di lei seguiva il contorno dei denti di lui, e Cam le solleticava il palato con la sua. Luce gli morse il labbro inferiore, ricevendo in cambio da Cam un morso su quello superiore. Risero entrambi, senza mai smettere di baciarsi.
La mano destra di Cam continuava a stritolarle il mento, e il braccio sinistro di lui la bloccava al muro.
Le braccia di Luce, sotto la giacca di lui, erano come legate alla sua schiena.
Cam la sollevò da terra, facendole intrecciare le gambe ai suoi fianchi.
Luce sapeva di non essere in sé: cosa stava facendo? Voleva davvero fare sesso in un vicolo cieco? Ma proprio per questo, proprio perché non era in sé, Luce non avrebbe mai allontanato Cam in quel momento.
Non ora che aveva iniziato a muoversi contro di lei a un ritmo decisamente allusivo, non ora che le sue mani stavano scivolando verso la zip dei jeans di lui, non ora che le dita di Cam le sfioravano i fianchi, intente ad abbassarle i collant.
E proprio mentre Luce si convinceva di essere giunta a un punto di non ritorno, la bocca di Cam sempre sulla sua e la mente sempre più offuscata, qualcosa li distrasse da tutto ciò.
Un suono insistente e ripetitivo, che veniva dalla tasca della giacca di Cam.
Il cellulare? Davvero?
Entrambi colti di sorpresa, si staccarono un istante guardandosi negli occhi, il respiro affannato.
Luce scosse la testa, intrecciando le dita ai capelli di lui, un sorriso sul viso. "Non rispondere." Lo implorò, ricominciando a baciarlo.
Cam ricambiò il bacio, ma il cellulare continuava a trillare e a vibrare nella sua tasca.
"Devo rispondere." Bofonchiò senza staccare la bocca da quella di Luce. "Probabilmente è Roland che vuole accertarsi che siamo ancora vivi." Spiegò staccandosi in fretta da lei e rimettendosi in ordine mentre rispondeva al telefono.
Si schiarì la voce, indietreggiando di un paio di passi mentre osservava Luce mettersi a posto le calze e richiudersi il cappotto.
"La vecchia è morta, Rol. Stasera si festeggia." Disse Cam, non appena si portò il cellulare all'orecchio.
Roland rise di gusto dall'altra parte del telefono. "Per la miseria, Cam! Giuro che offro da bere a tutti."
"Sarebbe ora." Ribatté Cam, prendendo Luce per mano e avviandosi verso la Quinta.
"A domani, allora."
Cam lanciò un'occhiata a Luce, accanto a lui. La punta del naso rossa per il freddo, i capelli scompigliati dal vento e il trucco un po' sbavato per la corsa e per il bacio con lui.
Cam sorrise, le parole di Roland erano solo un'eco confusa nella sua testa.
"Sì, a domani, forse." Rispose Cam.
"Come sarebbe a dire for..." Cam non fece finire Roland, gli attaccò il telefono in faccia e tornò a dedicare tutte le sue attenzioni a Luce, certo che l'amico l'avrebbe capito.
"Allora", iniziò, bloccandosi di colpo e mettendosi di fronte a lei. "Dici che è giunto il momento per concederci quella famosa vodka?"
Luce sorrise, lo sguardo complice. "Sei tu quello che ha detto che stasera si deve festeggiare."

♦♦♦

Seduti al bancone del Jimmy's, il locale preferito di Cam su Myrtle Avenue a Brooklyn, lui e Luce erano ormai arrivati al quarto bicchiere di vodka.
L'illuminazione soffusa, i tavolini alle loro spalle quasi tutti occupati, le innumerevoli bottiglie di liquori e alcolici davanti a loro, la voce di Will Young che intonava una cover di Ain't no sunshine.
"Oddio", aveva detto Luce mentre entravano nel pub, leggendo il cartello con il programma della serata. "Stasera Will Young canta qui! Amo la sua versione di Light My Fire."
Cam aveva sorriso e aveva detto che probabilmente tutto il pubblico quella sera era lì per ascoltare gratuitamente quella canzone.
Luce era seduta alla destra di Cam e stava bevendo un sorso della sua vodka, scuotendo la testa.
"Non ci credo." Disse, posando rumorosamente il bicchiere mezzo vuoto sul piano. "Sono tua complice di tre omicidi, tre!"
Il tono isterico della voce della ragazza divertì Cam.
"Se lo sapesse mia madre... Se lo sapesse Daniel!" Luce scoppiò a ridere a bassa voce.
Cam constatò che in questa vita Luce non reggeva particolarmente bene l'alcol. Nella sua vita precedente lei e Cam si erano fatti delle lunghe bevute, in California. Spesso, doveva essere lui a fermarla.
In quella vita lei e Daniel si erano conosciuti anni prima del previsto, e Cam non sapendolo si era presentato a San Francisco per fare una visita a suo fratello, ma era incappato in Luce. Erano diventati amici così in fretta.
Luce roteò la testa verso Cam, gli occhi socchiusi e la bocca umida. "Grazie." Mormorò, la voce impastata. Bevve un altro po' di vodka e continuò. "Oggi mi hai salvato la vita per la..." Luce contò sulle dita. Cam non staccava gli occhi da lei, divertito e ipnotizzato al tempo stesso. "Quinta volta. Sì, tengo conto anche di quella col professor Scott." Concluse puntando il dito indice contro il braccio di Cam e facendo segno a Jimmy di vuotarle un altro bicchiere.
"Sai, non so cosa avessi in testa quando ti ho detto che mi sono innamorata di te." Ridacchiò Luce, attaccandosi subito al suo bicchiere nuovamente pieno. "Ma cavolo, tu sei perfetto!" Gli diede una gomitata sogghignando.
Cam alzò un sopracciglio. "Perfetto, eh?"
Scosse la testa, sorridendo, e finì il suo bicchiere. Senza che lui gli dicesse nulla, il barista si avvicinò e glielo riempì ancora. Cam lo ringraziò con un cenno del capo.
"Sì!" Annuì Luce. "Con i tuoi occhioni verdi e le tue battutine e il tuo tatuaggio e le tue labbra!"
Luce si portò una mano alla fronte, poi iniziò a sventolarsi il viso per farsi aria.
Cam pensò che non era mai stata più buffa che in quel momento.
Lo sguardo di Luce tornò a posarsi su di lui, la testa appoggiata alla mano sinistra, gli occhi color nocciola sgranati, un'espressione imbronciata sul viso e la fronte corrucciata.
"Chi è Lilith?" Gli chiese, bevendo dal bicchiere di lui avendo già finito il suo.
Ci stava andando giù pesante, le ricordava una vocina nella sua testa. Ma le doveva importare?
Cam s'incupì un istante, poi sul suo viso tornò ad esserci un'espressione rilassata e un sorriso.
"Non te lo dirò mai." Le soffiò vicino all'orecchio.
Luce annuì, impostando sul viso un'espressione imbronciata e abbassando lo sguardo sulle sue mani.
Dopo aver sospirato platealmente, alzò di nuovo gli occhi sul viso di lui, un nuovo sorriso idiota sul viso.
"Dai, Cam." Cantilenò Luce, accarezzandogli i capelli corti. "Ammettilo."
"Cosa?" Cam corrugò le sopracciglia.
Luce roteò la testa all'indietro mentre parlava, facendo scrocchiare le vertebre del collo e stirandosi le braccia.
"Ammetti che ti piaccio!" Disse subito lei, il tono da bambina capricciosa (o da adolescente ubriaca).

Cam fece un sorriso sghembo, spostando lo sguardo.
"Solo perché sei ubriaca e domani mattina avrai dimenticato tutto." Rispose lui a un millimetro dalla bocca di lei.
Luce rise soddisfatta, senza spostarsi e senza staccare gli occhi da quelli di lui.
"È bello che tu ci creda." Disse lei, il tono risoluto e sveglio, la sua voce normale che cercava (inutilmente) di nascondere un sorriso.
Cam s'irrigidì, sorpreso e curioso allo stesso tempo. Luce aveva davvero finto di...?
"Davvero pensi che siano sufficienti cinque bicchieri di vodka per abbattere Lucinda Price?" Scoppiò a ridere lei, interrompendo il flusso dei pensieri di Cam e dando risposta alla sua domanda lasciata a metà.
"Avanti, Jimmy!" Urlò lei al barista. "Portaci un altro bicchiere. Cam ne ha bisogno." Luce strizzò l'occhio al demone.
Cam era ammaliato. Luce era una sorpresa continua. Era stata così convincente che lui credeva davvero che avrebbe dovuto accompagnarla a casa di lì a momenti, reggendola di peso.
E invece, era riuscita a ingannarlo e a far sì che lui si tradisse. Il tutto senza malizia o cose del genere, semplicemente per il gusto di vincere.
Esattamente come faceva lui con... beh, con tutti.
Intanto, Will Young aveva iniziato a cantare il suo pezzo più famoso, la cover di Light My Fire.
Luce si muoveva a tempo, divertita, sulla sedia.
Cam e Luce si scambiarono un'occhiata complice, mentre alcuni membri del pubblico iniziavano a tenere il tempo della melodia battendo le mani.
"You know that it would be untrue." Cam seguì, mimandole, le parole che Will Young cantava.
Luce fece lo stesso. "You know that I would be a liar."
"If I was to say to you girl, we couldn't get much higher." Luce rise di gusto, vedendo Cam preso quanto lei da quella canzone.
Tutti quanti nel locale ora erano impegnati a cantare il celeberrimo ritornello.
Luce e Cam fecero lo stesso, senza mai smettere di guardarsi negli occhi, così vicini, gomito a gomito, da sentire l'uno il respiro dell'altra.
Come on baby, light my fire. Come on baby, light my fire. Try to set the night on fire.
"Cam", iniziò Luce, battendo le ciglia e riportando lui alla realtà. Luce s'inumidì la bocca con la lingua, alzò un sopracciglio e con una voce talmente magnetica da stupire persino sé stessa disse: "Questo è il momento in cui o mi inviti a ballare, o mi accompagni a casa."
Quelle parole lo fecero scattare.
Sorridendo, si alzò in fretta e fece cenno a Jimmy di aggiungere tutto sul suo conto (conto che aveva aperto due anni prima e per cui ancora non aveva pagato nemmeno un centesimo), prese Luce per mano e la tirò fuori dal locale, fermando un taxi e dandogli il suo indirizzo.
Mezz'ora dopo, quando si chiusero la porta di casa alle spalle e furono avvolti dal silenzio e dai loro sguardi, Cam e Luce ripresero esattamente da dove avevano interrotto quel pomeriggio nel vicolo sulla Quinta.


--- Spazio autrice
Rieccomi qui! Allora, che ne pensate di questo capitolo? Vi aspettavate una ricomparsa di Miss Sophia? E sì, quando Cam la uccide dice la stessa frase che dice in Rapture nel momento della morte di Miss Sophia, lol.
In quel di Budapest le riprese del film tratto da Fallen sono cominciate ormai da due settimane, ma di foto dal set non ne abbiamo e le news scarseggiano... Sto impazzendo!
E voi che dite riguardo al film? Siete curiosi/ottimisti/pessimisti/scettici? Io non mi sbilancio troppo, solo non mi convincono i capelli di Jeremy Irvine per Daniel e l'attore scelto per Cam...
Aspetto le vostre recensioni!
Virginia.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: bradlifer