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Autore: giapponesina6    16/03/2014    1 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Ecco qui postato il mio decimo capitolo, siamo davvero agli sgoccioli e devo ammettere che un po' mi spiace concludere questa storia. Spero che fino a qui vi sia piaciuta. Buona lettura!



Da quel giorno, quel maledetto giorno non faceva altro che anelare un suo sospirato bacio. Un bacio che l’avrebbe fatta respirare la sua anima. Viveva nella trepidante attesa di ricongiungersi a lui. Potersi ritrovare tra le sue braccia, inalare il suo buon odore e assaporare le sue labbra.
Quelle dannate labbra.
Che per tanti anni aveva desiderato e ora si ritrovava a desiderarle ancora e ancora.
Ora voleva abbattere quella tremenda distanza tra i suoi occhi e quelli di lui.
Misty cadde stremata in terra. Era finalmente giunta a Temperopoli, ma le forze le venivano a mancare. Si sentiva stanca, tremendamente stanca. Gli arti inferiori li sentiva appena e il petto le bruciava come in quel giorno. Rabbrividì al ricordo.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare. Doveva trovarlo.
 
 
Finalmente l’alba arrivò. Ash non era più riuscito a prendere sonno, aveva tenuto impressa nella mente l’immagine dei suoi occhi verdi. I suoi occhi finestre che davano sull’infinito, echi di un amore tanto desiderato. Quanto avrebbe voluto rispecchiarsi nei suoi occhi.
Brock si svegliò nel sentirlo camminare per la camera.
< Buongiorno Ash. Dimmi che ha smesso di piovere. >
< Mi spiace, ma la pioggia continua a cader giù. >
< Queste giornate grigie mi rattristano molto >
< Già. >
Anche Misty odiava la pioggia. Lei amava stare al sole. Era bella come il sole. Dannatamente bella.
Nelle pieghe dei suoi ricordi quel dolore non sarebbe mai svanito. Lui non l’avrebbe mai dimenticata.
< Cosa hai intenzione di fare? >
< Resteremo qui ancora qualche giorno, Serena ha detto che di solito dura solo pochi giorni questa pioggia >
< Va benissimo >
Il ragazzo uscì dalla camera in cerca della ragazzina, fu sorpreso di trovarla già in piedi.
< Buongiorno Serena >
< Buongiorno Ash >
Lui la baciò, spiazzandola.
< Hai progetti per oggi? >
< Veramente avrei intenzione di andare alla bottega qui vicino, ho saputo che fanno dei cappelli color avorio eccezionali. >
< La tua fissa per i cappelli non conosce limiti >
< Già > sorrise.
Il viso le si illuminava ogni volta che lo faceva. Era davvero carina.
< Potrei venire con te? >
< Credimi mi farebbe davvero piacere, ma ti annoieresti a morte. Te la evito >
< Guarda che davvero mi farebbe piacere. >
< Grazie Ash, ma credo che sia meglio che tu e Brock faceste un giro per comprare qualche pozione per Pokemon. Ne siamo sprovvisti >
Lui cedette alle sue richieste, molto probabilmente si imbarazzava nel farsi vedere mentre provava svariati cappellini. La prese tra le sue braccia e cominciò a baciarla lungo il collo.
Lei rabbrividì al contatto e cominciò ad arrossire.
< Sei così carina >
< Lo credi davvero? >
< Certo > la baciò nuovamente e lei si lasciò completamente andare alle sue labbra.
 
 
La luce penetrò dalla finestra irradiando il volto della ragazzina dai capelli blu. Kenny era intento a fissarla, ne era praticamente cotto.
Quasi come avesse avvertito il suo sguardo, Lucinda, aprì gli occhi.
< Buongiorno. > disse in tono assonnato.
< Buongiorno a te. Coraggio abbiamo un Pikachu da ritrovare >
Lei si mise a sedere e bevve il tea che il ragazzo le aveva porto. Lui era così premuroso nei suoi riguardi. Da quanto tempo aveva desiderato simili attenzioni, forse da un ragazzo troppo distante da lei.
< Sei così gentile con me, io invece sono una vera iena a volte. >
< Solo a volte però. Il restante delle volte sei decisamente adorabile >
Quelle parole la fecero arrossire.
< Adorabile? >
< Molto adorabile > rise.
< Vado a prepararmi > disse in completo imbarazzo.
Una vibrante emozione.
Lui la seguì con lo sguardo. L’amava terribilmente.
 
 
Anche Tracey e Violetta uscirono all’alba. Il ragazzo le aveva spiegato il motivo per cui dovevano trovarla e farla ricongiungere con Ash. Lei ovviamente aveva subito acconsentito di partire.
Montarono in sella, direzione, Temperopoli.


 
La ragazza raccolse i suoi lunghi capelli biondi in una treccia e indossò il suo cappello color pesca. Si affrettò ad uscire, la pioggia continuava a cadere incessante, ma neanche quella avrebbe rovinato il suo buon umore. Si incamminò verso la bottega dei cappelli nei pressi della palestra.
 
Misty cercò di recuperare le sue forze. Era ad un passo dalla palestra. Ancora un piccolo sforzo e l’avrebbe ritrovato. Almeno sperava. E se lui fosse già andato via da lì, tutto sarebbe stato vano. Non si perse d’animo e trascinandosi lungo il viale si avviò verso la palestra.
 
Ash si recò in camera per chiamare l’amico. Avevano deciso di uscire a comperare alcune pozioni medicinali.
< Ash io sono pronto >
< Possiamo pure andare >
L’erboristeria più vicina era quella alle porte della città. Brock l’aveva notata al loro arrivo, ovviamente aveva visto che era gestita da una ragazza particolarmente carina.
< Ci servono pozioni anti veleno, antiparalizzanti e qualche pozione alle erbe >
< Credevo che avessimo già fatto scorta nell’altra città >
< Ma hai visto la ragazza che ci lavora? È tremendamente carina >
< Siamo alle solite > sospirò.
A servirli apparve una ragazza da lunghi capelli castani, con occhi color argento e labbra carnose. La reazione di Brock fu palesemente la solita.
Ash sperò che si sarebbero sbrigati presto.
 
I due ragazzi avevano ripreso le ricerche. Ma di lei neanche l’ombra.
< Misty? Misty dove sei? Vieni fuori. È inutile Kenny non la troveremo mai. Potrebbe essere già arrivata a Temperopoli >
< Lo credo anch’io. Non ci resta che recarci direttamente lì >
< Questa pioggia poi è così irritante > venne percossa da un brivido di freddo.
< Hai freddo? >
< Un po’ >
< Indossa questo > nuovamente le porse la sua felpa.
< Ma avrai freddo anche tu >
< Non preoccuparti per me. Sto bene > le sorrise.
Quel sorriso la sciolse letteralmente. Poteva davvero essersi innamorata di Kenny.
< Grazie >
< Non devi ringraziarmi, lo faccio con piacere. Credo che ormai avrai capito i miei sentimenti. >
< Kenny? Ecco io >
< Non dire nulla. Ho capito l’antifona l’altra volta. Il tuo cuore appartiene ad un altro >
< Ma io > le parole le si spezzarono in gola. Nuovamente non era riuscita a rispondergli.
Continuarono a camminare l’uno accanto all’altra.
 
 
In poco tempo i ragazzi avevano già raggiunto Altoripoli.
< Ci fermiamo per qualche minuto. Devo fare rifornimento >
< Va benissimo > il ragazzo ringraziò gli dei per aver trovato Violetta sul suo cammino.
Guardò l’orologio, mancavano ancora 48 ore.
 
Serena aveva già provato una decina di modelli. Era così indecisa. Poi la sua attenzione cadde su un cappello dalla forma cilindrica, dal color avorio.
< Questo è bellissimo. > lo indossò
< Le sta davvero bene >
Lei arrossì al complimento.
< Lo compero >
< Ottima scelta.>
Ogni volta che ne comperava uno si sentiva felice, come se la terra le mancasse da sotto i piedi. Ormai non badava neanche più alla pioggia.
Non vedeva l’ora di mostrarlo al suo Ash, sicuramente anche lui le avrebbe fatto complimenti.
Mentre era assorta dai suoi pensieri il suo sguardo cadde su un Pokemon steso in terra.
Sembrava privo di conoscenza. Si avvicinò cautamente per poi sfiorarlo.
< Un Pikachu? >
 
 
La ragazza mise sul bancone almeno dieci pozioni.
< Brock non possiamo comprarle tutte >
< Perché no Ash, ne avremmo bisogno >
< Ti stai facendo solo condizionare troppo da quella ragazza >
La giovane donna lo fulminò con uno sguardo.
< Ash non essere scortese. Le prendiamo tutte >
Il ragazzo sbuffò, con Brock era sempre la stessa storia. Si affrettarono a fare rientro in albergo e Ash si sorprese che Serena non era ancora tornata.
< Serena deve essere ancora alla bottega >
< Non essere in pensiero, vedrai che farà ritorno molto presto >
Guardò nuovamente dalla finestra. La pioggia era incessante.
Anche in quel maledetto giorno la pioggia non cessava di cadere. Rimandò quel ricordo straziante all’indietro.
< Vado a cercarla > uscì in fretta e furia.
Brock lo vide allontanarsi. In cuor suo sapeva che quella pioggia gli ricordava quel maledetto giorno.
 
Violetta fu di parola, partirono non appena aveva finito di fare rifornimento per la sua moto.
< Quanto tempo ci vorrà ancora? >
< Almeno un quattro ore >
< Quattro ore? Spero solo che lei sia lì >
< Non preoccuparti li troveremo in tempo > gli sorrise.
Tracey cedette a quel sorriso e ricambiò.
 
 
Lucinda era praticamente zuppa. Starnutì.
< Caspita ci voleva solo il raffreddore > sbuffò.
< Non dovremo essere tanto lontani, ce la fai a continuare > la guardò dritto negli occhi.
< Dobbiamo trovarla. >
Lui la guardò con occhi carichi di dolcezza. Aveva un viso così grazioso e delle labbra così ben delineate. Avrebbe tanto voluto baciarla.
Lucinda come ad accorgersi dei suoi pensieri arrossì leggermente in volto.
Chinò il capo per non mostrare il suo imbarazzo.
Kenny come spinto da un impulso la prese tra le sue braccia.
L’abbracciò.
In quella stretta voleva farle sentire il suo calore, farle percepire le sue vibrazioni e trasmetterle il suo amore. Puro e candido.
Lei deglutì vistosamente, ma non disse nulla. Si lasciò cullare da quell’abbraccio, sotto la pioggia battente.
< Sei tanto bella quanto indifesa. Vorrei poterti proteggere da ogni cosa > quelle sue parole erano così sincere.
< Kenny? > ancora una volta non riuscì a dir nulla se non il suo nome.
< Lo so. Dobbiamo trovare Misty. > si distaccò da lei alzandosi a fatica.
Lucinda gli prese la mano.
Quel contatto fece rabbrividire entrambi.
< A me fa piacere essere protetta da te. Dico sul serio > gli sorrise.
Lui, leggermente arrossito, ricambiò col sorriso più bello che lei avesse mai visto.
 
Serena fissava quel piccolo Pokemon indifeso, ancora privo di conoscenza. L’aveva raccolto e portato al centro medico più vicino. L’infermiera Joy le aveva somministrato alcune vitamine, dicendole che avrebbe ripreso presto conoscenza. Serena notò che erano passate alcune ore da quando era uscita e con molta probabilità Ash sarebbe stato in pensiero.
Ma non se la sentiva di lasciar solo quel Pikachu.
 
 
Misty era stremata. Il bruciore al petto continuava a darle tormento. Aveva avvertito una sostanza rinfrescante scorrerle nelle vene. Stava riprendendo conoscenza.
Aprì gli occhi.
Notò subito che si trovava in un posto al chiuso, finalmente all’asciutto.
Non era sola nella camera, vi era una strana ragazzina dai lunghi capelli biondi e con occhi blu. La fissava preoccupata, forse era stata lei a soccorrerla.
Ma lei non poteva perdere tempo, doveva trovare Ash. Cercò di mettersi in piedi, ma ovviamente non ci riuscì.
< Fai attenzione. Sei ancora molto debole. Vedrai che con la medicina che ti ha dato l’infermiera ti sentirai meglio > incrociò quegli occhi.
Impallidì.
Non aveva mai visto un Pikachu con occhi del genere. Di un verde più unico che raro.
A pensarci bene era anche molto strano che un Pikachu si trovasse lì a Kalos, molto probabilmente apparteneva a qualcuno.
< Ti sei perso? Stai cercando il tuo allenatore? >
Lei stava cercando Ash.
< Vedrai che starai meglio e potrai andare alla ricerca del tuo allenatore. Ti lascio in buone mani, l’infermiera Joy saprà prenderti cura di te. Buona fortuna > le carezzò il capo.
Quella strana ragazza uscì dalla stanza, mostrandole ancora una volta un sorriso.
Provò una stretta allo stomaco, faceva male, tremendamente male. Perché quella ragazza le provocava quelle strane sensazioni.
Ora più che mai doveva trovarlo.
Riuscì a scivolar giù dal letto e senza farsi notare lasciò il centro medico.
Col cuore tremante si recò verso la palestra.
 
Ash fece rientro. Non era riuscita a trovarla. Cominciò a preoccuparsi, del resto era da molto che era uscita. Si recò in camera e prese a guardare dalla finestra. Ancora una volta quella pioggia gli ricordò quel giorno.
I pensieri cominciarono ad intrecciarsi.
Sussurri.
Parole.
Dannati ricordi.
< Ti ho sempre amato, dal momento in cui ho incrociato i tuoi occhi la prima volta. Ho sempre saputo che non avrei mai smesso d’amarti, e non lo farò mai.  >
< Non dovrai mai smettere di farlo. Appena ti sarai ripresa continueremo il nostro viaggio. Verrai con me in ogni luogo. Non ci lasceremo mai.  >
< Non credo di farcela  >
< Per favore Misty >
< Ash credi che ci rivedremo? >
La loro promessa.
Una promessa dal sapore di lacrime.
Finalmente la vide arrivare. Si precipitò giù nella sala accoglienza. Era praticamente zuppa, dalla testa ai piedi.
< Serena si può sapere dove sei stata? Ti ho cercato ovunque > il suo tono era davvero serio.
La ragazzina parve mortificata.
< Non ho fatto caso al tempo che passava, scusami >
< Sono venuto alla bottega dei cappelli e il commesso mi ha detto che eri andata via da un pezzo. Si può sapere dove sei stata? >
< Ho soccorso un Pokemon ferito. > si affrettò a dire.
< Un Pokemon? >
< Si. Era sfinito, privo di conoscenza. L’ho trovato vicino alla palestra, molto probabilmente qualche allenatore lo ha smarrito >
< Perché credi che sia di qualche allenatore? Molto probabilmente era un Pokemon selvaggio >
< Impossibile. Era un Pikachu >
< Un Pikachu? Qui a Kalos? > parve stranito.
< Ho avuto la tua stessa reazione. Qui a Kalos non ci sono Pikachu selvaggi >
< In effetti >
< E non ti ho detto la particolarità di quel Pokemon. Aveva occhi così belli, di un verde intenso. Credimi Ash non ho mai visto un Pikachu con occhi del genere >
Il ragazzo impallidì.
Smise di respirare e anche il cuore parve fermarsi per lunghi attimi.
Cominciò a tremare.
Gambe.
Braccia.
Cuore.
Era tutto un tremolio.
< Cosa hai detto? >
< So che sembra strano, ma era davvero un Pikachu grazioso, avrei tanto voluto tenerlo >
Lui la prese per le braccia e cominciò a stringerla con forza, provocandole un leggero dolore sulla presa.
< Di che colore aveva gli occhi? >
< Ash mi stai facendo male > venne fulminata dal suo sguardo.
Non lo aveva mai visto così.
< Serena per favore rispondimi >
< Te l’ho detto erano verdi. Ora lasciami >
< Dove l’hai portata? >
< Al centro medico per pokem… > non riuscì a finire la frase che lui prese a correre verso l’uscita.
  
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