Sbagliato - Atto
12
- Roran?
–
Odette non
poteva fare
a meno di fissarlo, in quel momento era come se nessun altro esistesse
in
quella stanza, aveva voglia di piangere ma di gioia, era davvero felice
che lui
stesse bene; fino a quel momento non si era resa conto di quanto fosse
preoccupata per lui. Sapeva che era andato via da palazzo ma Derek
avrebbe
potuto fare di tutto per impedirglielo, magari arrestarlo e metterlo in
galera
a vita, e tutto perché non aveva voluto ascoltarla, aveva
creduto che loro due
avessero una relazione, che lei lo avesse
tradito.
- voi due vi
conoscete?!- Gideon
aveva l’aria sconvolta
e stupita allo stesso tempo.
Il silenzio era
diventata una presenza palpabile in quella stanza, in quel momento
stava
avvenendo un dialogo senza parole, gli occhi di Odette e Roran si
stavano
raccontando tutto quello che era successo.
Ad un tratto
Odette non
riuscì più a trattenersi, stava per crollare, si
portò le mani al volto ancora
semi nascosto dal cappuccio del mantello per cercare di reprimere le
lacrime,
Roran fece due passi in avanti e colmò la distanza che vi
era tra di loro e,
sotto gli occhi sgomenti dei presenti,
l’abbracciò.
Quell’abbracciò
fu per
lei un balsamo contro tutte le cattiverie del mondo, contro tutte le
difficolta
che aveva affrontato fino a quel momento, attraverso il suo corpo
sentì il suo
calore che la rassicurava, la faceva sentire al sicuro e che per lei
valeva più
di qualsiasi spiegazione.
Gideon non
poteva non
guardarli sempre più turbato, non poteva credere che suo
cugino Roran conoscesse
Odette e fosse a tal punto intimo con lei da poterla abbracciare,
un pensiero più scuro prese il sopravvento, e se fosse
proprio suo cugino il ragazzo che Odette stava cercando? I suoi dubbi
furono
confermati quando dalle labbra della giovane si udì un
sussurro appena
percepibile.
“ti
ho trovato”
Ginnie non disse
nulla,
si limitava ad osservare con sguardo interrogativo, Gideon
abbassò lo sguardo e
mise una mano sulla spalla della sorella facendole cenno di seguirlo
nell’altra
stanza. Chissà quante cose quei due avevano da dirsi,
dovevano lasciarli da
soli anche se lui era restio a farlo.
Se mai una flebile speranza si era fatta largo in lui adesso tutto era
stato
spazzato via da ciò che aveva appena visto. Quella ragazza
era impenetrabile,
era una fortezza chiusa, una rocca che chiudeva tutto il mondo fuori, eccetto chi voleva
lei; Roran era entrato, chissà come aveva eluso le sue
barriere, lui invece era rimasto fuori a guardare quello splendore
senza
riuscire ad entrare.
Odette aveva
sprofondato il volto nella camicia candida di Roran, come fosse una
medicina
aveva inspirato a pieni polmoni tutto il suo profumo, un profumo che
sapeva di
biada fresca, grano, erba e libertà. Un profumo diverso da
quello di Derek,
inconfondibilmente diverso; avrebbe potuto distinguerli anche ad occhi
chiusi.
Anche Roran si beò di quel contatto, credeva di non poterla
rivedere mai più e
invece era fra le sue braccia, che si stringeva contro il suo petto e
tutto questo
gli sembro bellissimo. Egoisticamente non l’avrebbe mai
più lasciata, l’avrebbe
tenuta sempre vicino a sé come quel momento, sempre vicina
al cuore per tutta la vita.
- cosa
fai tu qui? - trovò la forza di parlare, seppur
con la paura
nel cuore che si potesse staccare da quel contatto.
- ti stavo
cercando…e ti ho trovato -
disse lei a bassa
voce, come quando si ha il terrore di parlare vicino ad una candela
accesa per
paura che si possa spegnere con un tuo respiro, come quando si sussurra
ad un
orecchio un segreto proibito.
-
perché? - fu la
domanda più semplice del mondo, un domanda che racchiudeva
molteplici pensieri,
una gran dose di paure e incertezze, ma una domanda che pur sempre
andava fatta,
nonostante si avesse più paura della riposta che non del
quesito in sé.
Odette scelse
accuratamente le parole per la risposta, era un momento in cui tutto
ciò che si
diceva doveva essere preciso sintetico e dosato. –avevo bisogno di te-
La risposta non
spaventò Roran, non quella volta, no. Quella volta
riempì il suo cuore di amore
come non mai, del desiderio di volerla tempestare di domande,
dell’egoistica
richiesta di sentire ancora quelle quattro parole che gli avevano
cambiato la
giornata e probabilmente tutta la concezione della vita stessa.
Erano passati
solo tre
minuti, solo tre minuti che portavano il peso di giorni e giorni.
Il tempo è indescrivibilmente falso, rallenta e prende
velocità quando vuole a
scapito dei poveri mortali che guardano l’orologio ignari che
nonostante i
secondi e i minuti passino essi non abbiano la stessa durata. Ebbene
quella
volta il tempo fu clemente, concesse ai due giovani i tre minuti
più lunghi di
qualsiasi ora.
****
Il ragazzo dai
capelli
castani cavalcava nella luce del tardo pomeriggio, le mani strette
nelle redini
di cuoio, il cavallo sotto di sè che affannato correva sui
sentieri terrosi;
finalmente aveva trovato il coraggio di fare quello che era giusto,
quello che
la mente e il cuore gli avevano detto sin da subito. Il cielo si tinse
di rosa
e viola, a breve sarebbe diventato buio ma non gli importava, non
avrebbe fatto
pause, non avrebbe decelerato, era troppo importante il suo
scopo… continuava a
ripeterselo incessantemente…
****
I due ragazzi si
erano
spostati nelle stanze sopra, Roran aveva fatto vedere ad Odette la
stanza che
avrebbe condiviso con Ginnie la sorella di Gideon; non era molto
grande, ma era
abbastanza capiente e pulita. La ragazza si tolse il mantello e lo
posò sul
letto che sarebbe stato suo, Roran la guardava, aspettava che lei
dicesse
qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene, ormai era di nuovo sotto
il suo
incantesimo.
La bionda si sedette sul letto, si concesse un istante per guardare
fuori dalla
finestra, i suoi occhi puntavano verso l’orizzonte dove una
volta poteva
intravedere le torri del palazzo, ma ormai era troppo lontana,
guardando fuori non
vedeva più nulla se non il cielo e le nuvole.
- sono giorni
che
viaggio… - iniziò piano lei, Roran si
appoggiò alla porta guardandola assorto –
saranno ormai una dozzina di giorni che sono andata via. -
-
perché sei scappata?
- le chiese
- non potevo
rimanere.
Tutto quello in cui credevo ad un tratto è crollato. Era un
castello costruito
su fondamenta inesistenti… non avrei permesso agli altri di
avere ancora potere
sulla mia vita, ho scelto di prendere in mano il mio destino,
d’ora in poi sarò
solo io a decidere per me stessa. - lo guardò per ricevere
conforto. Lui si avvicinò
e si sedette sul letto. – anche se seguire le tue azioni
comporta il perdere le
persone che ami? - Odette alzò lo sguardo come
improvvisamente svergognata da
quell’affermazione.
- m…mio padre?
– ma sapeva che Roran non stava
parlando di lui.
Roran scosse la
testa.
- tu lo ami - asserì- puoi provare a mentire a me
o chiunque te lo
chieda, a scappare lontano, ma questo non cambierà il corso
delle cose, tu lo
ami e non puoi mentire a te stessa ancora… - le mise una
mano sulla sua.
Era fredda,
come il ghiaccio.
Come quella sera.
Odette non
scanso la
mano anzi si riscaldò con il suo calore che improvvisamente
le pervadeva tutto
il corpo. Il suo sguardo percorreva ogni lineamento di quel ragazzo,
cercava un
modo decifrare i suoi pensieri, aveva detto che l’amava,
aveva descritto i suoi
sentimenti in maniera tanto chiara da far paura. Perché
adesso la stava
spingendo verso Derek, non l’amava più? Sentiva il
bisogno incalzante di
chiederglielo, di dar voce ai suoi dubbi ma aveva troppa paura. E se
lui le
avesse risposto che non l’amava più? Ci sarebbe
rimasta male?
- tu mi ami? -
non
osava guardarlo, aveva lo sguardo fisso sulle loro mani che si
toccavano, si
cercavano; avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non sentire la
risposta,
rimangiarsi la domanda e fare finta di nulla.
Roran la
fissava.
- quello che
provo io
non importa… -
- a me importa!-
disse con foga
– per me è importante saperlo…
-
Roran socchiuse
i caldi
occhi marroni – importa quello che provi tu… -
-
io…? -
- io sono da
sempre
stata legata a Derek, credo di amarlo ma non sono più sicura
di nulla ormai.
Quando ho letto la tua lettera improvvisamente mi sono resa conto che
tu tenevi
a me in una maniera diversa da quella che ho sempre conosciuto, in un
modo così
diverso da Derek… - prese una pausa cercando di capire come
continuare, in
testa aveva un milione di pensieri ma doveva metterli in ordine se
voleva che
lui la capisse.
- Tu mi hai
mostrato
qualcosa di nuovo, è come se mi avessi svegliata da un sonno
durato troppo a
lungo. Nessuno prima si era mostrato così gentile con me, e
non perché io fossi
la principessa. Abbiamo trascorso davvero poco tempo insieme ma io mi
sentivo
bene, non volevo che ti allontanassi da me; non volevo perderti.
–
Roran provava le
stesse
emozioni, non voleva perderla ma sapeva che non era giusto quello che
stava
succedendo. Lei non sarebbe dovuta essere lì.
- io potrei
provare
qualcosa per te… - sussurrò lei arrossendo. Non
l’aveva mai detto a nessuno
prima, ma doveva guardare in faccia la realtà per quanto lei
esigesse da se
stessa sempre la massima coerenza. Aveva detto a Derek che non
l’aveva mai
tradito e questo era vero, ma non era neppure possibile che lei
percorresse
tutta quella distanza solo per vedere se uno stalliere stesse bene.
Quando lui l’aveva
sfiorata aveva sentito di nuovo quel calore nel cuore come quel
pomeriggio di
pioggia qualche settimana prima, quando per la prima volta aveva
davvero
provato delle emozioni forti che l’avevano spaventata ma
l’avevano anche fatta
sentire viva.
Roran le
parlò con
franchezza rompendo quell’atmosfera un po’ troppo
sentimentale – Odette, devi
perdere qualcuno per ottenere qualcun altro… se sceglierai
di restare con me
perderai per sempre Derek, e se scegli lui, perderai per sempre me.
È inevitabile.
-
Odette
l’abbracciò
d’istinto. - ma io non voglio perdervi…- era
egoista da parte sua, ma lei non
lo era mai stata in tutta la sua vita, se per una volta voleva qualcosa
così
tanto perché non poteva averla? Perché non poteva
avere l’amore di Derek e l’amicizia
di Roran? O viceversa? Doveva per forza dire addio a qualcuno?
Il ragazzo dai
capelli
color nocciola le accarezzò i capelli biondi –
devi dimenticarti di uno di noi…
-
- mi stai
dicendo che
devo scegliere… - chiuse gli occhi…
Gideon
entrò nella
stanza e li trovò in quell’atteggiamento intimo.
– scusate… non pensavo di
disturbare, - i ragazzi si sciolsero da quel contatto imbarazzati.
-
c’è uno strano
ragazzo… - iniziò lui
- e allora? -
chiese
scorbutico Roran, suo cugino aveva il dono per rovinare i bei momenti
altrui!
- e allora,
chiede di
te Odette. -
Odette
guardò Gideon
confusa.
Derek!? Era
Derek che
era venuto a riprenderla!?
No, non era possibile, si stava per sposare con un'altra ragazza
sicuramente
non pensava più a lei da giorni. Ma allora chi poteva
essere?
- di me? E come
fa a
sapere che sono qui??! -
- e qui
giù, vuoi
chiederglielo tu stessa? - le
fece segno
con la mano.
Odette si
alzò dal
letto seguita da Roran mentre Gideon le faceva strada verso la cucina
al piano
di sotto.
Il ragazzo bruno
aveva
percorso tanta strada ed era trafelato, ma non appena la vide seppe
esattamene
cosa dirle, l’aveva sempre saputo sin da quando si era messo
in viaggio.
- Odette, devi
tornare
indietro con me!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.- .-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Le pupille si
dilatarono, il cuore accelerò, non aveva neanche finito di
scendere l’ultimo
gradino che quella voce a lei familiare le parlo con fermezza. - come
hai fatto
a trovarmi? - chiese estasiata la ragazza.
- ho chiesto a
tutti
coloro che incontravo se mai avessero visto una ragazza con la tua
descrizione,
ho seguito le tracce dei tuoi avvistamenti e sono giunto fin qui, non
sapevo
che la mia ricerca sarebbe finita, temevo ti fossi spostata ancora,
corri
parecchio ragazza! -
- Odette allora
lo
conosci? - chiese Gideon, quella ragazza era più popolare di
quanto pensasse!
Roran non si
stupì di
vederlo, era abituato a vederlo nelle scuderie di tanto in tanto.
- si, lui
è Bromley, il
miglior amico di Derek. –
****
- ti ha detto Derek di venire a cercarmi? - Odette
era ancora confusa, Bromley l’aveva
inseguita per tutto quel tempo e alla fine l’aveva trovata.
Certo, Derek non si
degnava nemmeno di farsi vedere, mandava gli altri ad intercedere per
lui!
- No affatto.
– la sua
risposta la spiazzò - lui non sa neanche che sono venuto a
cercarti e a
chiederti di tornare indietro. Se lo sapesse probabilmente si
arrabbierebbe
moltissimo. –
I presenti
guardavano
la scena non sapendo come reagire.
- certo che si
arrabbierebbe! Finalmente è riuscito a sbarazzarsi di me,
figurati se vuole che
torno indietro! E comunque non lo farò, stai sprecando il
tuo tempo. - si
arrabbiò lei.
Bromley la
supplicò – ti
prego Odette tu devi ritornare!
– prese
fiato, era ancora molto agitato, - Derek non vorrebbe che io ti dicessi
nulla
di questo, – Odette lo guardò male, le sue ultime
affermazioni stavano
peggiorando ancora di più il suo umore. –
perché è stato categorico. Se tu
volevi andare via, se amavi un altro e sei volevi fuggire, lui non
avrebbe
fatto nulla per impedirtelo, voleva che tu fossi libera. –
disse tutto d’un
fiato.
- Beh certo,
detto da
uno che mi ha rimpiazzata il giorno dopo con un’altra
è veramente molto nobile
da parte sua… -
- ma di che stai
parlando? – il ragazzo si sedette su una sedia, iniziava a
sentirsi un po’ meglio.
Gideon gli offrì un bicchier d’acqua che bevve
tutto d’un sorso.
- parlo della
sua nuova
fidanzatina. Ecco di che parlo! –
- Ma quale
fidanzata?! Non
esiste nessuna fidanzata, era tutta una bugia inventata dalla regina
per
convincerti a tornare indietro… ma non ha funzionato. -
Odette tacque.
Tutto quello
iniziava a non avere senso.
- Da quando tu
sei
andata via lui non è più lo stesso, mi devi
credere. – il suo sguardo era così
accorato che Odette si sentì terribilmente in colpa. - Non
parla più, non esce
quasi mai dalla sua stanza e quando vaga in giro per il castello ha
un’aria
tremendamente malinconica, persino la regina è molto
preoccupata per la sua
salute, così facendo si ammalerà. -
Ad Odette si
strinse il
cuore, - … ma… chi lo dice che sta male per causa
mia? Potrebbe essere che…-
S’interruppe…
lo
sguardo lanciatole da Bromley era più eloquente di qualsiasi
parola…
- Odette, forse
è vero
che io non sono un genio, ma ci sono cose talmente ovvie che mi chiedo
come tu
o lui non riusciate a vederle. Lui non è molto bravo a
mostrare quello che
prova, ma io ci passo molto tempo assieme, e so quanto ci tiene a te.
-
perché… perché non è
venuto a cercarmi allora? – i suoi occhi erano diventati
lucidi. Se teneva a
lei, se stava male per lei, allora perché non aveva lottato?
Perché l’aveva
lasciata andare via così?
Il castano la
guardò,
conosceva quei due da quando erano bambini, per lui Derek e Odette
erano due
libri aperti, perché anche loro non riuscivano a capirsi a
vicenda?
- Il motivo per
cui non
ti è corso dietro – iniziò a parlare
lentamente come se stesse spiegando
qualcosa ad un bambino di cinque anni - è perché
non vuole costringerti a stare
con lui se ami un altro. Perché lui ti
Ama. E vuole che tu sia felice. -
– se
anche tu lo ami, ti
prego, torna indietro con me. - Ad Odette scese una lacrima dalla
guancia,
superò il ragazzo e uscì dalla porta da cui era
entrata appena pochi minuti
prima.
Quelle ultime
parole l’avevano
distrutta.
Si
avvicinò al recinto
dove Falada pascolava, adesso le lacrime scendevano copiose mentre
pensava a
ciò che Bromley le aveva detto. Non esisteva nessuna
principessa, avevano
puntato sul suo orgoglio per farla tornare indietro ma lei non si era
fatta
ingannare e aveva continuato da sola per la sua strada. In fondo al suo
cuore,
almeno per i primi giorni, aveva sperato che Derek la venisse a
cercare, quello
le avrebbe dimostrato che lui ci teneva davvero a lei, giusto?
Sbagliato.
Aveva sbagliato
tutto.
Lui
l’aveva lasciata
libera.
Era questo il
suo più
grande gesto d’amore.
Poteva essere
egoista e
riportarla indietro facendo leva su tanti di quegli argomenti che lei
alla fine
avrebbe ceduto, ed invece non lo aveva fatto.
Odette strinse i
pugni.
Le faceva male il cuore ogni volta che pensava a lui. Non era
paragonabile a
Roran. Quel sentimento non era paragonabile a nulla.
“Perché
devi sempre averla vinta?” sussurrò a se stessa.