Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Clara_Oswin    16/03/2014    1 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sbagliato - Atto 12

- Roran? –

Odette non poteva fare a meno di fissarlo, in quel momento era come se nessun altro esistesse in quella stanza, aveva voglia di piangere ma di gioia, era davvero felice che lui stesse bene; fino a quel momento non si era resa conto di quanto fosse preoccupata per lui. Sapeva che era andato via da palazzo ma Derek avrebbe potuto fare di tutto per impedirglielo, magari arrestarlo e metterlo in galera a vita, e tutto perché non aveva voluto ascoltarla, aveva creduto che loro due avessero una relazione, che lei lo avesse tradito.

- voi due vi conoscete?!-  Gideon aveva l’aria sconvolta e stupita allo stesso tempo.

Il silenzio era diventata una presenza palpabile in quella stanza, in quel momento stava avvenendo un dialogo senza parole, gli occhi di Odette e Roran si stavano raccontando tutto quello che era successo.

Ad un tratto Odette non riuscì più a trattenersi, stava per crollare, si portò le mani al volto ancora semi nascosto dal cappuccio del mantello per cercare di reprimere le lacrime, Roran fece due passi in avanti e colmò la distanza che vi era tra di loro e, sotto gli occhi sgomenti dei presenti, l’abbracciò.

Quell’abbracciò fu per lei un balsamo contro tutte le cattiverie del mondo, contro tutte le difficolta che aveva affrontato fino a quel momento, attraverso il suo corpo sentì il suo calore che la rassicurava, la faceva sentire al sicuro e che per lei valeva più di qualsiasi spiegazione.

Gideon non poteva non guardarli sempre più turbato, non poteva credere che suo cugino Roran conoscesse Odette e fosse a tal punto intimo con lei da poterla abbracciare, un pensiero più scuro prese il sopravvento, e se fosse proprio suo cugino il ragazzo che Odette stava cercando? I suoi dubbi furono confermati quando dalle labbra della giovane si udì un sussurro appena percepibile.

“ti ho trovato”

Ginnie non disse nulla, si limitava ad osservare con sguardo interrogativo, Gideon abbassò lo sguardo e mise una mano sulla spalla della sorella facendole cenno di seguirlo nell’altra stanza. Chissà quante cose quei due avevano da dirsi, dovevano lasciarli da soli anche se lui era restio a farlo.
Se mai una flebile speranza si era fatta largo in lui adesso tutto era stato spazzato via da ciò che aveva appena visto. Quella ragazza era impenetrabile, era una fortezza chiusa, una rocca che chiudeva tutto il mondo fuori, eccetto chi voleva lei; Roran era entrato, chissà come aveva eluso le sue barriere, lui invece era rimasto fuori a guardare quello splendore senza riuscire ad entrare.

Odette aveva sprofondato il volto nella camicia candida di Roran, come fosse una medicina aveva inspirato a pieni polmoni tutto il suo profumo, un profumo che sapeva di biada fresca, grano, erba e libertà. Un profumo diverso da quello di Derek, inconfondibilmente diverso; avrebbe potuto distinguerli anche ad occhi chiusi. Anche Roran si beò di quel contatto, credeva di non poterla rivedere mai più e invece era fra le sue braccia, che si stringeva contro il suo petto e tutto questo gli sembro bellissimo. Egoisticamente non l’avrebbe mai più lasciata, l’avrebbe tenuta sempre vicino a sé come quel momento, sempre vicina al cuore per tutta la vita.

- cosa fai tu qui? - trovò la forza di parlare, seppur con la paura nel cuore che si potesse staccare da quel contatto.

- ti stavo cercando…e ti ho trovato - disse lei a bassa voce, come quando si ha il terrore di parlare vicino ad una candela accesa per paura che si possa spegnere con un tuo respiro, come quando si sussurra ad un orecchio un segreto proibito.

- perché? - fu la domanda più semplice del mondo, un domanda che racchiudeva molteplici pensieri, una gran dose di paure e incertezze, ma una domanda che pur sempre andava fatta, nonostante si avesse più paura della riposta che non del quesito in sé.

Odette scelse accuratamente le parole per la risposta, era un momento in cui tutto ciò che si diceva doveva essere preciso sintetico e dosato. –avevo bisogno di te-

La risposta non spaventò Roran, non quella volta, no. Quella volta riempì il suo cuore di amore come non mai, del desiderio di volerla tempestare di domande, dell’egoistica richiesta di sentire ancora quelle quattro parole che gli avevano cambiato la giornata e probabilmente tutta la concezione della vita stessa.

Erano passati solo tre minuti, solo tre minuti che portavano il peso di giorni e giorni.
Il tempo è indescrivibilmente falso, rallenta e prende velocità quando vuole a scapito dei poveri mortali che guardano l’orologio ignari che nonostante i secondi e i minuti passino essi non abbiano la stessa durata. Ebbene quella volta il tempo fu clemente, concesse ai due giovani i tre minuti più lunghi di qualsiasi ora.

****

Il ragazzo dai capelli castani cavalcava nella luce del tardo pomeriggio, le mani strette nelle redini di cuoio, il cavallo sotto di sè che affannato correva sui sentieri terrosi; finalmente aveva trovato il coraggio di fare quello che era giusto, quello che la mente e il cuore gli avevano detto sin da subito. Il cielo si tinse di rosa e viola, a breve sarebbe diventato buio ma non gli importava, non avrebbe fatto pause, non avrebbe decelerato, era troppo importante il suo scopo… continuava a ripeterselo incessantemente…

****

I due ragazzi si erano spostati nelle stanze sopra, Roran aveva fatto vedere ad Odette la stanza che avrebbe condiviso con Ginnie la sorella di Gideon; non era molto grande, ma era abbastanza capiente e pulita. La ragazza si tolse il mantello e lo posò sul letto che sarebbe stato suo, Roran la guardava, aspettava che lei dicesse qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene, ormai era di nuovo sotto il suo incantesimo.
La bionda si sedette sul letto, si concesse un istante per guardare fuori dalla finestra, i suoi occhi puntavano verso l’orizzonte dove una volta poteva intravedere le torri del palazzo, ma ormai era troppo lontana, guardando fuori non vedeva più nulla se non il cielo e le nuvole.

- sono giorni che viaggio… - iniziò piano lei, Roran si appoggiò alla porta guardandola assorto – saranno ormai una dozzina di giorni che sono andata via. -

- perché sei scappata? - le chiese

- non potevo rimanere. Tutto quello in cui credevo ad un tratto è crollato. Era un castello costruito su fondamenta inesistenti… non avrei permesso agli altri di avere ancora potere sulla mia vita, ho scelto di prendere in mano il mio destino, d’ora in poi sarò solo io a decidere per me stessa. - lo guardò per ricevere conforto. Lui si avvicinò e si sedette sul letto. – anche se seguire le tue azioni comporta il perdere le persone che ami? - Odette alzò lo sguardo come improvvisamente svergognata da quell’affermazione.

-  m…mio padre? – ma sapeva che Roran non stava parlando di lui.

Roran scosse la testa.

- tu lo ami - asserì-  puoi provare a mentire a me o chiunque te lo chieda, a scappare lontano, ma questo non cambierà il corso delle cose, tu lo ami e non puoi mentire a te stessa ancora… - le mise una mano sulla sua.

Era fredda,

come il ghiaccio.

Come quella sera.

Odette non scanso la mano anzi si riscaldò con il suo calore che improvvisamente le pervadeva tutto il corpo. Il suo sguardo percorreva ogni lineamento di quel ragazzo, cercava un modo decifrare i suoi pensieri, aveva detto che l’amava, aveva descritto i suoi sentimenti in maniera tanto chiara da far paura. Perché adesso la stava spingendo verso Derek, non l’amava più? Sentiva il bisogno incalzante di chiederglielo, di dar voce ai suoi dubbi ma aveva troppa paura. E se lui le avesse risposto che non l’amava più? Ci sarebbe rimasta male?

- tu mi ami? - non osava guardarlo, aveva lo sguardo fisso sulle loro mani che si toccavano, si cercavano; avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non sentire la risposta, rimangiarsi la domanda e fare finta di nulla.

Roran la fissava.

- quello che provo io non importa… -

- a me importa!-  disse con foga – per me è importante saperlo… -

Roran socchiuse i caldi occhi marroni – importa quello che provi tu… -

- io…? -

- io sono da sempre stata legata a Derek, credo di amarlo ma non sono più sicura di nulla ormai. Quando ho letto la tua lettera improvvisamente mi sono resa conto che tu tenevi a me in una maniera diversa da quella che ho sempre conosciuto, in un modo così diverso da Derek… - prese una pausa cercando di capire come continuare, in testa aveva un milione di pensieri ma doveva metterli in ordine se voleva che lui la capisse.

- Tu mi hai mostrato qualcosa di nuovo, è come se mi avessi svegliata da un sonno durato troppo a lungo. Nessuno prima si era mostrato così gentile con me, e non perché io fossi la principessa. Abbiamo trascorso davvero poco tempo insieme ma io mi sentivo bene, non volevo che ti allontanassi da me; non volevo perderti. –

Roran provava le stesse emozioni, non voleva perderla ma sapeva che non era giusto quello che stava succedendo. Lei non sarebbe dovuta essere lì.

- io potrei provare qualcosa per te… - sussurrò lei arrossendo. Non l’aveva mai detto a nessuno prima, ma doveva guardare in faccia la realtà per quanto lei esigesse da se stessa sempre la massima coerenza. Aveva detto a Derek che non l’aveva mai tradito e questo era vero, ma non era neppure possibile che lei percorresse tutta quella distanza solo per vedere se uno stalliere stesse bene. Quando lui l’aveva sfiorata aveva sentito di nuovo quel calore nel cuore come quel pomeriggio di pioggia qualche settimana prima, quando per la prima volta aveva davvero provato delle emozioni forti che l’avevano spaventata ma l’avevano anche fatta sentire viva.

Roran le parlò con franchezza rompendo quell’atmosfera un po’ troppo sentimentale – Odette, devi perdere qualcuno per ottenere qualcun altro… se sceglierai di restare con me perderai per sempre Derek, e se scegli lui, perderai per sempre me. È inevitabile. -

Odette l’abbracciò d’istinto. - ma io non voglio perdervi…- era egoista da parte sua, ma lei non lo era mai stata in tutta la sua vita, se per una volta voleva qualcosa così tanto perché non poteva averla? Perché non poteva avere l’amore di Derek e l’amicizia di Roran? O viceversa? Doveva per forza dire addio a qualcuno?

Il ragazzo dai capelli color nocciola le accarezzò i capelli biondi – devi dimenticarti di uno di noi… -

- mi stai dicendo che devo scegliere… - chiuse gli occhi…

Gideon entrò nella stanza e li trovò in quell’atteggiamento intimo. – scusate… non pensavo di disturbare, - i ragazzi si sciolsero da quel contatto imbarazzati.

- c’è uno strano ragazzo… - iniziò lui

- e allora? - chiese scorbutico Roran, suo cugino aveva il dono per rovinare i bei momenti altrui!

- e allora, chiede di te Odette. - 

Odette guardò Gideon confusa.

Derek!? Era Derek che era venuto a riprenderla!?
No, non era possibile, si stava per sposare con un'altra ragazza sicuramente non pensava più a lei da giorni. Ma allora chi poteva essere?

- di me? E come fa a sapere che sono qui??! -

- e qui giù, vuoi chiederglielo tu stessa? -  le fece segno con la mano.

Odette si alzò dal letto seguita da Roran mentre Gideon le faceva strada verso la cucina al piano di sotto.

Il ragazzo bruno aveva percorso tanta strada ed era trafelato, ma non appena la vide seppe esattamene cosa dirle, l’aveva sempre saputo sin da quando si era messo in viaggio.

- Odette, devi tornare indietro con me!-

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Le pupille si dilatarono, il cuore accelerò, non aveva neanche finito di scendere l’ultimo gradino che quella voce a lei familiare le parlo con fermezza. - come hai fatto a trovarmi? - chiese estasiata la ragazza.

- ho chiesto a tutti coloro che incontravo se mai avessero visto una ragazza con la tua descrizione, ho seguito le tracce dei tuoi avvistamenti e sono giunto fin qui, non sapevo che la mia ricerca sarebbe finita, temevo ti fossi spostata ancora, corri parecchio ragazza! -

- Odette allora lo conosci? - chiese Gideon, quella ragazza era più popolare di quanto pensasse!

Roran non si stupì di vederlo, era abituato a vederlo nelle scuderie di tanto in tanto.

- si, lui è Bromley, il miglior amico di Derek. –

 

****


- ti ha detto Derek di venire a cercarmi? -  Odette era ancora confusa, Bromley l’aveva inseguita per tutto quel tempo e alla fine l’aveva trovata. Certo, Derek non si degnava nemmeno di farsi vedere, mandava gli altri ad intercedere per lui!

- No affatto. – la sua risposta la spiazzò - lui non sa neanche che sono venuto a cercarti e a chiederti di tornare indietro. Se lo sapesse probabilmente si arrabbierebbe moltissimo. –

I presenti guardavano la scena non sapendo come reagire.

- certo che si arrabbierebbe! Finalmente è riuscito a sbarazzarsi di me, figurati se vuole che torno indietro! E comunque non lo farò, stai sprecando il tuo tempo. - si arrabbiò lei.

Bromley la supplicò – ti prego Odette tu devi ritornare! – prese fiato, era ancora molto agitato, - Derek non vorrebbe che io ti dicessi nulla di questo, – Odette lo guardò male, le sue ultime affermazioni stavano peggiorando ancora di più il suo umore. – perché è stato categorico. Se tu volevi andare via, se amavi un altro e sei volevi fuggire, lui non avrebbe fatto nulla per impedirtelo, voleva che tu fossi libera. – disse tutto d’un fiato.

- Beh certo, detto da uno che mi ha rimpiazzata il giorno dopo con un’altra è veramente molto nobile da parte sua… -

- ma di che stai parlando? – il ragazzo si sedette su una sedia, iniziava a sentirsi un po’ meglio. Gideon gli offrì un bicchier d’acqua che bevve tutto d’un sorso.

- parlo della sua nuova fidanzatina. Ecco di che parlo! –

- Ma quale fidanzata?! Non esiste nessuna fidanzata, era tutta una bugia inventata dalla regina per convincerti a tornare indietro… ma non ha funzionato. -

Odette tacque. Tutto quello iniziava a non avere senso.

- Da quando tu sei andata via lui non è più lo stesso, mi devi credere. – il suo sguardo era così accorato che Odette si sentì terribilmente in colpa. - Non parla più, non esce quasi mai dalla sua stanza e quando vaga in giro per il castello ha un’aria tremendamente malinconica, persino la regina è molto preoccupata per la sua salute, così facendo si ammalerà. -

Ad Odette si strinse il cuore, - … ma… chi lo dice che sta male per causa mia? Potrebbe essere che…-

S’interruppe… lo sguardo lanciatole da Bromley era più eloquente di qualsiasi parola…

- Odette, forse è vero che io non sono un genio, ma ci sono cose talmente ovvie che mi chiedo come tu o lui non riusciate a vederle. Lui non è molto bravo a mostrare quello che prova, ma io ci passo molto tempo assieme, e so quanto ci tiene a te.

- perché… perché non è venuto a cercarmi allora? – i suoi occhi erano diventati lucidi. Se teneva a lei, se stava male per lei, allora perché non aveva lottato? Perché l’aveva lasciata andare via così?

Il castano la guardò, conosceva quei due da quando erano bambini, per lui Derek e Odette erano due libri aperti, perché anche loro non riuscivano a capirsi a vicenda?

- Il motivo per cui non ti è corso dietro – iniziò a parlare lentamente come se stesse spiegando qualcosa ad un bambino di cinque anni - è perché non vuole costringerti a stare con lui se ami un altro. Perché lui ti Ama. E vuole che tu sia felice. -  

– se anche tu lo ami, ti prego, torna indietro con me. - Ad Odette scese una lacrima dalla guancia, superò il ragazzo e uscì dalla porta da cui era entrata appena pochi minuti prima.

Quelle ultime parole l’avevano distrutta.

Si avvicinò al recinto dove Falada pascolava, adesso le lacrime scendevano copiose mentre pensava a ciò che Bromley le aveva detto. Non esisteva nessuna principessa, avevano puntato sul suo orgoglio per farla tornare indietro ma lei non si era fatta ingannare e aveva continuato da sola per la sua strada. In fondo al suo cuore, almeno per i primi giorni, aveva sperato che Derek la venisse a cercare, quello le avrebbe dimostrato che lui ci teneva davvero a lei, giusto?

Sbagliato.

Aveva sbagliato tutto.

Lui l’aveva lasciata libera.

Era questo il suo più grande gesto d’amore.

Poteva essere egoista e riportarla indietro facendo leva su tanti di quegli argomenti che lei alla fine avrebbe ceduto, ed invece non lo aveva fatto.

Odette strinse i pugni. Le faceva male il cuore ogni volta che pensava a lui. Non era paragonabile a Roran. Quel sentimento non era paragonabile a nulla.

“Perché devi sempre averla vinta?” sussurrò a se stessa.

  
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