Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: CuteLilShit    17/03/2014    2 recensioni
"E lo fece, mi baciò"
E se Demi e Selena in realtà si fossero frequentate, e si frequentassero ancora?
Affrontiamo i loro problemi di bullismo, di identità.
Young Delena
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Selena Gomez
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 3
 
Il primo giorno di scuola è un disastro!
 
 
Demi:
Mi risvegliai solo quando sentii una voce dire < Signorina Lovato! Risponda! Signorina! > e notai solo in quel momento che tutti quanti mi fissavano. < Cosa? Scusi, può ripetere? > chiesi nel modo più gentile possibile. La prof sbuffò e disse < Qual è la capitale dell’Italia? >. Che domanda scema, < Roma > risposi scocciata. < Ottimo, adesso mi dica la capitale dei Paesi Bassi? > mi chiese guardando il registro. Le mie guance diventarono rosse e bollenti. Che diamine di domanda era? Non l’avevamo neanche studiato l’anno scorso! Secondo me aveva qualche problema di amnesia questa qua. Mi guardai attorno confusa. La mia salvezza fu una mappa dell’Europa sul muro alla mia destra. Fui così fortunata da trovare una mappa con tutte le capitali scritte sotto. In realtà ero troppo lontana per riuscire a leggere tutta la parola, ma capii qualche lettere e dissi la prima città con quelle lettere che mi venne in mente. < Ehm, Am… Amsterdam? > balbettai. < Può ripetere? > disse la prof sporgendosi più verso di me. Ripetei < Amsterdam? > ma lei si sporse un po’ di più dicendo chiaramente “Ehi, sono sorda! Ripeti!” facendomi fare l’ennesima figura di merda. Che bel primo giorno di scuola.
Le ore seguenti non facemmo nulla di interessante. Saltai la mensa, mi nascosi in un’aula e aspettai. Mi piaceva stare da sola: da quando ero piccola, mi dicevano che, dato che sono un Leone, sono abbastanza scontrosa. Non ho mai creduto in superstizioni sceme come queste, ma era vero. A quanto sapevo come i Leoni ero tipica farmi un gruppetto e difenderlo da tutti. In questo caso il mio gruppetto erano Selena, Dallas, e qualcun altro. Beh, in realtà tengo a cuore veramente solo a loro due, gli altri sono solo amici. Ma fa niente, mi bastano loro. Arrivarono gli altri ragazzi e capii che questa lezione mi sarebbe piaciuta un sacco: Musica! Venne una professoressa molto giovane. Era alta e Bionda, o meglio, i suoi capelli erano marroncini chiari, ma aveva le punte bionde. Gli occhi erano verde acqua, contornati da dell’eyeliner leggero. Le guance erano belle rosse naturali, e il lucidalabbra leggero brillava alla luce. Sembrava un angelo sceso in terra. Rimasi a guardare la sua faccia per tipo mezz’ora. Ci aveva chiesto quale tipo di musica ascoltavamo. Il suo accento era straniero. Dopodiché ci aveva detto di far ascoltare alla classe alcune canzoni che noi ascoltavamo a turno.
Alcune ragazze fecero ascoltare Taylor Swift e Avril Lavigne, così io decisi di far ascoltare una cantante molto famosa, ma allo stesso tempo, come dire, non molto ascoltata dai ragazzi. Due parole. Christina Aguilera. La adoro, e poi ha una voce magnifica e decisamente potente. Chissà se un giorno riuscirò anch’io a cantare così. Feci ascoltare loro Fighter. In quella classe stavano le ragazze che mi bullizzavano, e quella canzone era davvero importante per me. In realtà non descriveva benissimo la mia situazione, ma era qualcosa. La sentii tutto il tempo guardando quelle ragazze, con degli occhi omicidi. Sentimmo un’altra canzone e poi la campanella suonò. Non successe nulla di interessa successivamente: ci fu un ora di storia, e poi non ricordo. La giornata si concluse con una bella pioggia. L’aria era davvero depressa, ma a farmi compagnia c’era la felicità del sapere che tra poche ore sarebbe venuta a trovarci Selena. O meglio, la famiglia Gomez, ma a me importava solo di lei.
 
 
Selena:
Mi svegliai in quel disgustoso lettino, in quella disgustosa stanza azzurra di quella disgustosa scuola. Non ero, anzi, non sono sempre così acida, ma ho i miei momenti no. Trovai qualcuno a guardarmi. Mi avevano dato un sonnifero o qualcosa del genere: prima di addormentarmi era entrata un’infermiera che voleva controllare il mio polso, ma faceva dannatamente male e mi divincolavo come una matta, quindi mi aveva fatto bere un qualcosa di non identificato. Quindi ci misi un po’ di tempo per mettere a fuoco quelli che erano i miei genitori. O meglio, mia madre, mio padre era ancora a lavoro. Anche mia madre sarebbe dovuta stare a lavoro, ma si era preoccupata per me e aveva deciso di prendere un’oretta di pausa. Mio padre era il solo menefreghista, cosa gli importava che sua figlia si era appena ingessata il polso d’altronde? Aspetta, mi soffermai sul mio polso. Era davvero ingessato! < Oh cazzo > sussurrai, ma mia madre e le sue super orecchie sentirono l’imprecazione. < Selena! > disse guardandomi male e cercando di scusarsi con le mani all’infermiera, la quale sorrise. Probabilmente aveva spesso assistito a quella scenetta. dissi scusandomi. L’infermiera mi si avvicinò per fare qualcosa. Appena mi toccò la mano la ritrassi urlando in preda al dolore < Toglimi le mani d’addosso negra di merda! >. Eggià, l’infermiera era nera, ma non sono razzista! Lo giuro. Mi tappai subito la bocca e arrossii notevolmente. Guardai subito a terra e urlai < No! Mi dispiace! Io… Io non intendevo… oddio sono un’idiota, mi scusi! >. Mia madre come me aveva le mani sulla bocca e gli occhi spalancati. L’infermiera disse < Non preoccuparti, lo so che fa male. Avevi bisogno di sfogarti. Adesso però dammi la mano >. Era davvero dolce nonostante l’avessi trattata male. Le porsi la mano senza lamentarmi e strinsi la mascella più forte possibile. Non so cosa stesse facendo, ma era davvero doloroso. Cercai di trattenere le lacrime, fallendo miseramente. Cominciai a bestemmiare in tutte le lingue che conoscevo dentro la mia testa, finché l’infermiera non toccò un punto specifico che mi fece urlare . Tolse la sua mano dal mio palmo e mi guardò severa. < Puoi prendere in giro me, ma non il mio Dio! > disse nel modo più severo che potesse. Arrossii di nuovo e sentii il sangue nelle vene della mia faccia ribollire dall’imbarazzo, ma come facevo a dire sempre la cosa sbagliata nel momento sbagliato? Improvvisamente faceva un caldo boia, e sentii il sudore uscire dalla pelle. Mi guardò male per alcuni secondi poi scoppiò in una fragorosa risata dicendo < Scherzavo! Dovevate vedere le vostre facce >. Oddio, non solo era dolce ma anche simpatica. Le sarei diventata amica al più presto. Mi disse che potevo andarmene e così feci. Avevo dimenticato gli occhiali in palestra ma era tardi e dovevo tornare a casa. Dei ragazzi per strada risero del fatto che avevo appena pianto e feci loro un dito medio. Tornai a casa e mi buttai sul letto. Erano le 4.00, tra esattamente mezz’ora saremmo usciti da casa per raggiungere Demi. Mi godetti quella mezz’ora più possibile, mi cambiai i vestiti e partimmo.


Angolo dell'autrice:
Bhe, che dire, grazie a tutti per aver letto fino a qui! I primi capitoli sono un po' mosci ma già il quarto è più "movimentato" uwu Quindi, grazie a tutti quelli che sono tanto pazzi da leggere o seguire questa mia fanfiction, luv ya <3 :*  eeeeee al prossimo capitolo! (che pubblico ora ma vabbè, dettagli :'D )

Ωmega~T  (mio nome d'arte uwu)
  
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