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Autore: Marss    17/03/2014    2 recensioni
Sono Martina.
Sono bassa, magra, ho lunghi capelli biondi e grandi occhi verdi che sono costretta a nascondere con degli occhiali da vista. Ho 18 anni, ma me ne sento 15. Sono timida, indecisa, pigra, allegra e vivace.
Sono il classico topo da biblioteca, amo leggere, scrivere e passare le serate sul divano con la coperta. Amo anche la musica, però. Amo andare a ballare, uscire con i miei amici, divertirmi. Vivo in un piccolo paesino in provincia di Milano e i miei amici sono l'esatto opposto di me. Loro sono i miei compagni di avventure, sono tutti maschi e con loro ho un rapporto migliore che con qualsiasi altra ragazza. Sono quelli con cui andrò in vacanza, quest'estate. Sì, una settimana in un campeggio a Riccione. Partiamo in sei e speriamo di tornare tutti interi! Ne vedremo delle belle, ne sono convinta.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO UNO

 

 













-Ti prego Martina, comportati bene!
-Non farci pentire di averti dato il permesso di andare...
-Soldi e documenti sempre a portata di mano.
-Non mettere mai il silenzioso al cellulare
-Non cacciatevi nei guai
-Se succede qualcosa, chiamaci subito

Dio, ma 18 anni serviranno pure a qualcosa, no?
Insomma, i miei genitori mi stavano riempiendo delle solite e inutili raccomandazioni. Sapevano benissimo che di me ci si poteva fidare, i parenti dei miei amici si affidavano al mio buon senso, alla fine. Quindi, perché preoccuparsi?
-Mamma, papà, tranquilli!- provai a calmarli
-Di te ci fidiamo Marti... è sui tuoi amici che abbiamo qualche dubbio!- rispose mio padre, sorridendo
Già, potevo immaginarlo. Ero rimasta piacevolmente sorpresa quando i miei avevano acconsentito a lasciarmi andare con gli altri, insomma, non era da loro! Non erano mai stati troppo contenti della mia compagnia, i ragazzi li conoscevano da una vita, ma negli ultimi anni erano cambiati parecchio.
-Vedrò di tenerli a bada, ok?
Li abbracciai e terminai di fare i bagagli. Nel frattempo, il cellulare continuava ad illuminarsi, segno che i miei amici erano decisamente eccitati per la partenza! Continuavano a scrivere nel gruppo WhatsApp che avevano creato..

Davide: raga non vedo l'ora di partire!
Andrea: a chi lo dici, la valigia è gia pronta da un pezzo
Stefano: 7.30 in Stazione Centrale, mi raccomando
Simone: sono già li!
Federico: Marti, forse conviene che cominci ad avviarti adesso, per evitare di ritardare...
Davide: Marti se arrivi tardi giuro che ti strangolo!
Andrea: tranquilli ragazzi, sono già d'accordo che la passo a chiamare io! Così non corriamo nessun rischio

Sempre molto simpatici! Ok, forse qualche volta ero arrivata in ritardo agli appuntamenti... beh, lo dovevo ammettere, arrivavo sempre in ritardo! Era qualcosa di più forte di me, nonostante i mille tentativi per cercare di evitarlo.

Martina: vi giuro che ho puntato sei sveglie! Non arriverò tardi, promesso
Federico: anche perché se no ti lasciamo a Milano!
Martina: non ve la cavereste mai da soli, non potete abbandonarmi qui

Risi, abbandonando il telefono sul comodino e facendo mente locale su cosa potevo aver dimenticato. Ricontrollai la valigia un'ultima volta, poi corsi a lavarmi i denti e a mettermi il pigiama. Mi aspettava una bella levataccia, conveniva coricarsi presto.

Martina: a domani ragazzi! E vedete di non scrivere più stupidate, mi intasate il cellulare!

Spensi definitivamente il cellulare e cercai di addormentarmi, già immaginando la splendida avventura che ci aspettava.

 

Driiin

Il suono del campanello mi annunciò che Andrea aveva mantenuto la parola ed era passato a chiamarmi. Anche perché abitavamo sullo stesso pianerottolo, non poteva non farlo!
-Sono pronta!- esclamai, aprendo la porta e andando a recuperare la valigia. Salutai i miei genitori, ascoltando nuovamente le loro ultime raccomandazioni, poi uscii. La madre di Andrea ci accompagnò fino alla stazione, dove incontrammo gli altri
-Niente ritardo, complimenti! Cominciamo bene...- disse Stefano, venendoci incontro e stampandomi un bacio sulla guancia.
Ignorai la battuta e salutai gli altri, poi cominciammo a guardarci attorno alla ricerca del binario. Avevamo già preso i biglietti su internet, non dovevamo far altro che aspettare di poterci sedere sul FrecciaBianca che ci avrebbe portati a Riccione
-Ma ci pensate? Una settimana noi sei, in un campeggio, da soli!- esclamò Simone
-Raga, ve lo dico, qualcuno non torna a casa!- rise Davide
Ridemmo tutti sapendo che, sicuramente, ne sarebbero successe di tutti i colori.
Il treno arrivò puntuale al binario 18, così ci avviammo e ci mettemmo in fila per salire. C'erano molti altri gruppi di ragazzi che, come noi, avevano scelto l'ultima settimana di Luglio per scappare dal caldo afoso di Milano e rifugiarsi al mare. Riccione era sicuramente una meta particolarmente ambita dai giovani, locali, discoteche e divertimenti non sarebbero mancati!
Davanti a noi c'era un gruppo di ragazze, più o meno della nostra età, che cercavano faticosamente di salire i gradini del treno con le pesanti e ingombranti valigie.
-Volete una mano?- chiese Stefano, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi e offrendo un aiuto alle ragazze. Loro, come tutte quelle che lo vedevano, rimasero incantate.
Stefano, c'era da dirlo, era proprio un bel ragazzo. Media statura, un fisico mozzafiato e un sorriso da urlo. La sua spiccata intelligenza e il senso dell'umorismo lo rendevano praticamente perfetto. Non conoscevo ragazza che non fosse caduta ai suoi piedi, sottoscritta compresa. Come tutte, mi ero presa la mia bella cotta per il ragazzo. Ma in fondo ci conoscevamo dall'asilo nido, eravamo sempre stati in classe insieme e risultava difficile perfino per me immaginarlo in un ruolo diverso da quello dell'amico.
-Oh... beh, grazie!- gli rispose una ragazza, lasciando andare il manico della valigia, sfiorando le dita del ragazzo. Stefano continuò a sorridere mentre trascinava i bagagli delle ragazze sulla carrozza.
-Il solito provolone!- gli urlò dalla banchina Andrea. Scoppiammo tutti a ridere, continuando a fare battute. A turno salimmo sul treno, che partì poco dopo.
-Riccione, arriviamo!- urlò Davide, una volta preso posto.
Altri ragazzi seduti nel nostro stesso vagone si unirono al suo urlo gioioso, creando un chiassoso ma divertente coretto. Stefano aveva accompagnato le ragazze fino ai loro posti, nell'altro vagone.
-Quello rimorchia prima ancora di partire- commentò Federico, estraendo le cuffie per l'iPod dalla tasca dello zaino
-Quello rimorchierà per tutta la vacanza! Preparati- rispose Andrea
-Oh andiamo, tutta invidia la vostra! Lasciatelo stare- cercai di zittirli, ma i ragazzi avevano ormai cominciato a fare battute su Stefano.
Quando il ragazzo tornò nel nostro vagone, si levò un coro entusiata
-Quante te ne sei già scopate?
-Madonna, quanto erano fighe
-Hai preso i loro numeri? Magari le rivediamo una di queste sere
I miei amici erano decisamente incontrollabili, cominciarono a bombardare il povero Stefano di domande.
-Non mi sono scopato proprio nessuno! Le ho solo aiutate a caricare i bagagli...- disse lui, mantenendosi sul vago.
-Non ci credo nemmeno se lo vedo! Forza spara, vogliamo i dettagli!- disse Andrea, fissandolo
-E va bene. Si chiamano Alice, Chiara, Giorgia e Sonia. Hanno 17 anni e stanno andando a Rimini.
-Beh, a Rimini si può andare con l'autobus dal nostro campeggio...- commentò Davide con tono malizioso
-Si può fare, decisamente- continuò Andrea
-Oh andiamo ragazzi, fate sul serio? Sapete quante altre ragazze, belle il doppio, incontreremo in questa settimana?
Non ne vale la pena- terminò Simone. Non l'avrei mai detto, ma ero d'accordo con lui

-Simo ha ragione! Mica potete correre dietro alle prime tipe che incontrate!- provai a dire
-Marti, in amore tu non puoi mettere becco!- mi zittì Davide, accompagnando le parole con uno sprezzante gesto della mano
-Ah perché, si parla di amore qui?!- risposi subito con tono tagliente
Simone rise, seguito a ruota da tutti
-Sul serio raga, secondo me non ne vale la pena! Poi per carità, fate come vi pare- conclusi, rubando una cuffietta dalle mani di Federico e mettendomi ad ascoltare la musica con lui.
I ragazzi decisero di lasciare perdere l'argomento, probabilmente riflettendo su ciò che era appena stato detto. Il viaggio sarebbe durato 2 ore, niente di insopportabile. Passammo la maggior parte del tempo ad ascoltare la musica, ridere e conversare con gli altri gruppi di ragazzi presenti sul vagone. Molti si dirigevano a Riccione, altri terminavano la corsa a Rimini, ma lo scopo della vacanza di tutti era uno solo: divertirsi!

Attenzione! Avvisiamo i gentili passeggeri che stiamo per entrare nella stazione di Riccione.

Entrammo in stazione pochi minuti dopo l'annuncio al microfono. Recuperammo velocemente i bagagli, salutammo chi rimaneva sul treno e scendemmo, sorridenti più che mai.
-Bene, dove dobbiamo andare ora?- chiese Federico guardandosi attorno alla ricerca di indicazioni
-Dobbiamo prendere l'autobus 55, quindi direi di uscire dalla stazione e cercare la fermata
Ci incamminammo leggermente spaesati, ma decidemmo di seguire un gruppo di persone che si dirigeva verso le scale. Una volta fuori trovammo subito la fermata dell'autobus, acquistammo i biglietti in tabaccheria e aspettammo, chiacchierando tra noi
-Qualcuno sa qual'è la nostra fermata?- chiesi, sperando che almeno uno di loro avesse controllato la cartina prima di partire
-Ehm..- dissero in coro. C'era da aspettarselo!
Salimmo sull'autobus insieme a molti altri ragazzi, cercando una cartina per capire dove saremmo dovuti scendere.
-Andate al campeggio “Mirasol”?
Un ragazzo alto e magro stava in piedi dietro di me, sorridendo. Mi voltai e ricambiai il sorriso, perdendomi in quegli occhi azzurri. Il ragazzo continuava a fissarmi e io continuavo a fare la figura dell'idiota, rimanendo ferma a guardarlo senza riuscire a spiaccicare nemmeno una parola. Sentii le risatine divertite dei miei amici, ma mi sforzai di ignorarli.
-S..si- riuscii finalmente a rispondere, senza staccare gli occhi dai suoi.
-Ci stiamo andando anche noi- replicò lui, indicando un gruppo di ragazzi seduti poco distanti -ho sentito che non sapete dove scendere. Noi abbiamo chiesto indicazioni prima, possiamo fare il viaggio insieme!
Oh sì, era decisamente un'ottima idea!
-Volentieri
-Io sono Giacomo comunque, piacere- disse, stringendomi la mano. Salutò i miei amici e si presentò anche a loro -vi faccio conoscere gli altri!
Raccogliemmo le nostre cose e, facendoci largo tra gli altri passeggeri, raggiungemmo il gruppo di Giacomo.
-Loro sono Cristian, Matteo, Lorenzo e Samuele.
-Ciao!- dissero loro in coro, stringendo le mani a tutti
-Di dove siete?- chiese Matteo
-Provincia di Milano, voi?
-Torino. Ma avete tutti 18 anni giusto?
-Sì, anzi ne abbiamo tutti 19 tranne Martina...- rispose Stefano
-Sei la più piccola quindi!- mi disse Giacomo, che era rimasto accanto a me per tutto il tempo
-Sì, ma non di molto!
-Tranquilla ti capisco, anche io sono il più piccolo della compagnia! Compio gli anni a dicembre..
Chiacchierai con Giacomo per tutto il tragitto mentre gli altri si aggiornavano con i suoi amici sulla quantità stratosferica di belle ragazze che avevano già incontrato. Era decisamente simpatico, oltre che essere molto, molto carino! Gli occhi azzurri e il fisico perfetto facevano la loro parte... comunque, risi un sacco!
-Quanto vi fermate in campeggio?- gli chiesi
-Solo una settimana, anche se mi piacerebbe restare di più
-Anche noi restiamo per poco.
-Ci faremo bastare questi 7 giorni ragazzi!- si intromise Andrea, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
-Per forza! Sta sera restiamo in campeggio, ma da domani si esce!- disse Davide
Pian piano anche gli altri si aggiunsero alla conversazione, programmando le varie serate all'insegna dell'alcool e della musica
-Martedì c'è una serata splendida alla discoteca Cocoricò... 18 ore di musica no stop! Noi andiamo di sicuro!- disse Matteo, guardando i suoi amici come per chiedere un consenso
-Perfetto, ragazzi sappiamo cosa fare Martedì!- rispose Andrea, guardandoci
-Potremmo andare insieme...- disse Giacomo, sfiorandomi il braccio
-Mi piacerebbe molto- affermai. I miei amici, da bravi cretini, cominciarono a fare battute oscene, seguiti a ruota dagli amici di Giacomo
-Marti, non ti facevo così audace...forse è la volta buona che la smetti di fare la santa!- disse Davide
-Anche perché lo sappiamo benissimo che non sei santa per niente!- aggiunse Federico, scatenando una risata generale
-Chissà, magari è la volta buona che anche voi la smettiate di fare gli idioti... sempre se ne siate capaci.- ammutolirono immediatamente, cosa che fece scoppiare a ridere Giacomo
Ero ormai abituata a questi piccoli battibecchi con loro, questo argomento in particolare poi, era stato spesso oggetto di discussione. Ma, come consuetudine, i nostri piccoli litigi consistevano solo in un breve scambio di battute, che terminava sempre con una risata generale. Alla fine, tutto veniva sempre dimenticato.
-Oh, siamo arrivati! Dobbiamo scendere!- esclamò Lorenzo, interrompendo le nostre risate. Recuperammo i bagagli e scendemmo dall'autobus, avviandoci verso la lunga strada sterrata che portava al campeggio. La spiaggia era a pochi metri dalla strada, facilmente raggiungibile a qualsiasi ora. Senza smettere di ridere, camminammo per tutto il tragitto fino ad arrivare all'ingresso. Essendo domenica, tipicamente giornata di arrivi e partenze, c'era molto casino. Un sacco di famiglie con bambini si accalcavano al gabbiotto di legno della reception, aspettando di poter effettuare il check out. Ci avvicinammo anche noi e ci mettemmo in coda, aspettando pazientemente il nostro turno. A turno ricevemmo le chiavi dei bungalow in cui avremmo alloggiato. Il nostro e quello degli amici di Giacomo erano relativamente vicini, quindi percorremmo il primo pezzo a piedi insieme. Il campeggio era molto grande, con un'area dedicata ai bungalow e un'altra dedicata alle tende e alle roulotte. C'erano poi gli spazi comuni, come la piscina, i campi da tennis e calcetto, il parco giochi per i bambini, il ristorante e il bar, che davano su una grande piazzola lastricata in cui era posizionato anche il palco per gli spettacoli dell'animazione. Il campeggio era diviso in vie, ognuna con un nome diverso. Il nostro bungalow si trovava in via Dante, mentre quello dei nostri nuovi amici era in via Petrarca.
-Bene, noi siamo arrivati!- disse Matteo, all'imbocco della via
-Noi dobbiamo girare a sinistra mi pare...- rispose Andrea
-Allora... ci vediamo!- disse Giacomo, sorridendomi
-Sì! Ci vediamo..- risposi
Gli sorrisi un'ultima volta poi mi voltai, raggiungendo i miei amici.
-Ehi Martina aspetta!- Giacomo mi raggiunse velocemente -senti ti va se ci scambiamo i numeri? Così se decidiamo di uscire tutti insieme, ci sentiamo!
Andrea, Davide e gli altri non poterono fare a meno di trattenere le risate. Anche gli amici di Giacomo ridacchiarono, ma li ignorammo spudoratamente
-Certo!- estrassi il cellulare e scrissi il suo numero, poi lo chiamai in modo che riuscisse a memorizzare il mio.
-Ci sentiamo allora! Ciao!- questa volta, Giacomo andò veramente, lasciandomi immobile a fissare la sua figura che si allontanava.
-Marti, dobbiamo portarti in braccio?- chiese Simone ridendo
Tornai sulla terra e scoppiai a ridere. Ma che cavolo mi stava succedendo?!
Continuarono a prendermi in giro per tutto il restante tragitto, ma non ci feci minimamente caso, troppo immersa nei miei pensieri. Insomma, sembrava assurdo aver già incontrato un ragazzo così carino e interessato a me. Proprio a me, non ero certo la classica ragazza stra figa che attira l'attenzione!
-Bungalow 181, siamo arrivati!- esclamò Federico
Il bungalow era abbastanza grande, con una cucina, bagno privato, una camera matrimoniale e quattro letti singoli. L'esterno consisteva in una piccola veranda e un giardinetto con una sdraio e uno stendibiancheria.
-Come ci sistemiamo con i letti?- chiesi
Andrea, Davide, Federico e Simone si tuffarono a capofitto sui quattro letti singoli nella camera accanto alla matrimoniale. Io e Stefano rimanemmo fermi davanti alla porta, guardando gli altri con aria perplessa.
-Fatemi capire, perché io non posso dormire in un letto da sola?- chiesi, ridendo
-Perché i maschi non dormono nello stesso letto!- fu la risposta di Andrea.
Sospirai, senza però smettere di sorridere. In fondo, non mi dispiaceva poi così tanto dividere il letto con Stefano...
-Io dormo vicino alla finestra, te lo dico!- esclamò lui, lanciando lo zaino sul letto. Cominciammo a svuotare i bagagli, sistemando i nostri vestiti negli armadi. Io e Stefano dovevamo condividere anche quello... ci fu una guerra all'ultimo sangue per la divisione! Alla fine, riuscii ad accaparrarmi più di metà armadio, costringendolo ad impilare tutte le sue cose in un angolino.
-Hai voluto la parte del letto vicino alla finestra...- lo canzonai, finendo di sistemare le ultime cose.
Decidemmo di andare al supermercato del campeggio, per comprare le cose necessarie alla prima sopravvivenza. Acquistammo pasta, sughi pronti, affettati e un po' di frutta, poi tornammo a casa e preparammo il pranzo.
-Ci facciamo un giro? Giusto per orientarci...- proposi quando terminammo di sistemare
-Dai ammettilo, speri di incontrare Giacomo!
-Va bene lo ammetto! Allora, ce lo facciamo questo giro o no?
Cinque minuti dopo girovagavamo per il campeggio. Passammo davanti alla piscina, già piena di gente e al bar, dove i ragazzi vollero fermarsi a bere una birra. Poi passammo in reception a chiedere indicazioni sulla spiaggia. Avevamo diritto a due ombrelloni e sei lettini, era tutto compreso nel prezzo. Un bella comodità!
Andammo a fare un giro in spiaggia, passeggiando sul lungo mare senza smettere nemmeno un secondo di chiacchierare tra noi e fare i cretini. Davide rischiò più di una volta di finire in acqua con addosso tutti i vestiti!
Rientrammo per l'ora di cena e mangiammo in veranda, programmando i giorni seguenti
-Una sera dobbiamo andare alla Baia Imperiale, a Gabicce- dissi
-Si per forza! Dicono che quel posto sia una figata- mi fece esco Andrea, che non si tirava mai indietro quando c'era da far festa
-Martedì siamo al Cocoricò non dimenticatevelo!
-Poi direi che scegliamo al mattino dove andare la sera! Tanto i PR vengono a cercarti direttamente in spiaggia...
Mentre gli altri stavano ancora parlando, sentii la vibrazione del mio cellulare

Giacomo: Ciao! Noi andiamo al bar, ci raggiungete?

Non potei fare a meno di sorridere. Gli altri se ne accorsero, perché cominciarono a sommergermi di domande.
-Era Giacomo. Chiede se li raggiungiamo al bar- dissi
-Passa all'azione velocemente il ragazzo!- disse Federico
-Cosa gli rispondo?
-Che va bene! Fatti dire a che ora, ci beviamo qualcosa insieme

Martina: Certo, volentieri! A che ora?
Giacomo: Per le 22.30?
Martina: Perfetto, a dopo!

Sparecchiammo e ci preparammo per uscire. Come ogni volta, rimasi ferma per una vita davanti all'armadio, perennemente indecisa su cosa indossare. Sentii Stefano ridere mentre tornava dal bagno dove era andato a cambiarsi.
-Non c'è niente da ridere sai?- gli dissi sbuffando
-Si invece! Ci conosciamo da una vita e non ti ho mai vista così nervosa per un'uscita con un ragazzo..- disse lui,
senza smettere di ridacchiare.

-Lo so... non so, è strano anche per me!- Giacomo non era il primo ragazzo con cui uscivo, il fatto che fossi ancora vergine non significava certo che facessi vita di clausura. Ma, per qualche strana ragione, questa volta era diverso. Forse perché era capitato tutto per caso, forse perché lui era veramente carino, forse perché ero partita con l'idea di lasciarmi andare e divertirmi, senza pensare troppo alle conseguenze.
-Puoi metterti un paio di shorts e una maglietta. E' una serata tranquilla e stai comunque benissimo.
Arrossii a quel complimento. -Grazie, davvero.- dissi, andando ad abbracciarlo.
Poi tornai all'armadio e seguii il suo consiglio, indossando dei semplici pantaloncini di jeans e una maglia a maniche corte. Uscimmo di casa pochi minuti dopo, dirigendoci verso il bar. Giacomo e i suoi amici erano già lì, sorseggiavano un drink ciascuno seduti ad uno dei tanti tavolini. Il palco era dominato dagli animatori che cercavano di far ballare i bambini presenti e i loro genitori se ne stavano leggermente in disparte, osservando i figli senza perderli di vista.
Salutammo tutti e ci accomodammo in un tavolo accanto al loro.
-Com'è il vostro bungalow?- ci chiese Cristian
-Carino! Ci siamo sistemati e ci stiamo alla grande. Il vostro?- rispose Davide
-Anche noi siamo messi bene, peccato solo dover dividere il letto con lui...- disse Giacomo, indicando Samuele. Scoppiammo tutti a ridere
-Già, anche noi dobbiamo dividere il letto- disse Stefano, guardandomi
Risi e mi voltai verso Giacomo, che si irrigidì leggermente. Perché quella reazione?
-Sì, perché “i maschi non dividono i letti matrimoniali”- dissi, facendo il verso ad Andrea che mi rispose con un buffetto sul braccio.
Ridemmo tutti, ma Giacomo sembrò non rilassarsi. Ci alzammo per prendere qualcosa da bere anche noi, poi passammo il resto della serata con i nuovi amici, a chiacchierare e a raccontare aneddoti divertenti sulle nostre vite.
-E' l'1 ragazzi. Io sono abbastanza stanca, mi sa che torno in casa..- dissi, alzandomi
-Andiamo anche noi dai. Magari ci possiamo vedere domani!- disse Giacomo, alzandosi a sua volta
-Dai raga ci becchiamo in spiaggia di sicuro!- rispose Simone
Ci demmo appuntamento per il giorno seguente, ci salutammo e rientrammo nel nostro bungalow. 

  
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