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Autore: giapponesina6    17/03/2014    1 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Angolo dell'autrice:
Ecco a voi il mio nuovissimo capitolo! Ringrazio chiunque ha avuto una parolina carina per me, anche se non credo di essere tanto brava, però fa piacere sapere che vi stia piacendo. Buona lettura.

Troppo dolore avevano assaporato le sue lacrime. Versare lacrime calde e soffocarle sul cuscino perché sognarla non era mai abbastanza. Ma ora doveva reagire, cercare di voltare pagina e ricominciare. Ma ricominciare per davvero. Ma anche se avesse voluto, mai sarebbe stato in grado di rimuoverla dal suo cuore.
Il suo viso.
I suoi occhi.
Le sue labbra.
Quelle dannate labbra che tanto desiderava.
Brividi che i suoi baci riuscivano a trasmettere, la passione di quei baci che avevano come ultimo confine il contatto con la sua pelle.
La sua pelle.
Quanto avrebbe voluta sfiorarla.
Attimi di loro due. Attimi in cui il cuore accelera i battiti, l’anima trova l’estasi e la ragione smette di funzionare. L’essenza di quegli attimi imprigionati nel suo cuore.
Brividi che solo lei era capace di fargli provare. Brividi che mai più avrebbe riprovato.
Ash era ancora frastornato da quella storia, si lasciò cullare dall’abbraccio amorevole della ragazzina, che ancora una volta consolò il suo dolore.
< Che ne diresti di fare rientro? >
< Preferirei rimanere qui ancora per un po’ >
La ragazza comprese. Nonostante fossero sotto la pioggia battente rimase lì in silenzio a consolare il suo dolore.
 
La ragazzina dai lunghi capelli blu non poteva credere ai suoi occhi. Quel ragazzo dinanzi a lei era proprio lui. Il giovane artista amico di Ash.
< Tracey? > il suo stupore era palpabile.
< Ti ho trovata finalmente > si precipitò verso la ragazza e prese a stringerla con tutta la forza che gli restava in corpo.
Kenny, annebbiato, dalla gelosia accorse verso i due.
< Lucinda cosa succede qui? Chi è questo ragazzo ? >
< Lui è Tracey, un caro amico di Ash e Misty. Ma non capisco cosa ci fai qui a Kalos? >
< Sono venuto per cercare te e Misty. Finalmente vi ho trovate >
< E perché mai? >
< Dov’è Misty? Ho bisogno di vederla subito >
Il ragazzino più giovane non riusciva a capire perché quello strano ragazzo era in cerca di Misty. Decise di non intromettersi e ascoltare ciò che aveva da dire.
< Ecco vedi, lei è scappata >
< Scappata? Come sarebbe a dire scappata? > cominciò ad agitarsi.
< Siamo stati alla palestra di Temperopoli e abbiamo scoperto che Ash ha disputato il suo incontro qualche giorno fa e che quindi non deve trovarsi qui. Ma un momento. Ecco a chi si riferiva Amur. Eri tu che stavi cercando Ash? >
< Esatto. E credimi appena ho scoperto la tua stessa cosa mi è crollato il mondo addosso. Ma ora occorre ritrovare Misty e ricongiungerla con Ash, non abbiamo più molto tempo >
< Non capisco perché tutta questa fretta? >
< Se Misty non incontrerà Ash entro 38 ore morirà >
< Cosa?>
I due ragazzi vennero freddati da quella rivelazione.
< Ora ti racconto tutto. Andiamo in camera, Violetta ci sta aspettando >
< Violetta? Ti riferisci alla capo palestra di Novartopoli? > il ragazzo era ancora più confuso.
< Esatto. È stata lei a condurmi fino a qui. >
I tre si recarono in camera. Lucinda era così confusa. A Misty restavano solo poche ore per ricongiungersi ad Ash.
 
 
Brock aveva già fatto rientro nella pensione. Il tutto lo aveva così stranito. Almeno che Serena non si fosse sbagliata sul colore degli occhi di quel Pokemon, non potevano esserci altre spiegazioni plausibili.
Finalmente i due rientrarono, erano praticamente zuppi. Serena andò subito a farsi un bagno caldo.
Ash prese a cambiarsi per poi gettarsi sul letto.
< Sono sfinito >
< Non è stata una passeggiata oggi >
< Sembra tutto così irreale. Possibile che Serena e l’infermiera Joy si siano sbagliate entrambe? >
< Ash non fossilizzarti sulla cosa. È impensabile che si trattasse di lei. >
Ripensò a quel brivido.
< Eppure ho avuto come la sensazione che lei fosse qui, ad un passo da me >
< Sei stato solo influenzato dal tutto >
< Forse hai ragione. >
< Che intenzioni hai adesso Ash? >
< Credo che dovremmo lasciare la città e dirigerci alla prossima palestra, stiamo fermi qui da troppo e comincio a farmi prendere dall’ansia >
< Credo anch’io che sia meglio lasciare Temperopoli. Hai già avvisato Serena? >
< Lo farò dopo >
Chiuse gli occhi quasi a meditare. Brock lo lasciò riposare e prese a leggere un piccolo opuscolo.
 
I tre ragazzi avevano raggiunto Violetta nella camera e Tracey aveva raccontato loro il tutto nei minimi dettagli.
< Ma è terribile. Dobbiamo trovare Misty subito > intervenne la ragazzina dai capelli blu.
< E non solo lei, dobbiamo trovare anche Ash > anche Kenny pareva seriamente preoccupato.
< Avevamo deciso di rimetterci subito in viaggio, ma se voi siete qui sarà più facile recuperare Misty. Appena trovata penseremo ad Ash > Tracey pareva rincuorato dal fatto di avere la certezza che Misty fosse lì a  Temperopoli.
Tutti acconsentirono all’idea di Tracey e si recarono alla ricerca di Misty. Lucinda fu l’unica a rimanere lì, era praticamente a pezzi. Scese nella sala d’accoglienza e prese a bere una tazza di tea. Si augurò che gli altri l’avrebbero trovata al più presto.
 
Serena finalmente si era ripresa. Quella giornata era stata ai limiti del reale. Praticamente devastante.
Decise di recarsi un po’ nella sala comune, avrebbe guardato un po’ di tv per poi andare direttamente a letto.
La sala era poco affollata. Vi era solo una coppia di anziani e una ragazzina intenta a bere del tea. Le si sedette accanto.
Prese a guardare le immagini allo schermo, ma nulla riusciva ad attirare la sua attenzione. Sbuffò.
< Serata noiosa? >
< Come? >
< Scusa non volevo essere invadente, ho notato che sbuffavi > disse Lucinda in tono amichevole.
< Credimi questo è il primo momento della giornata in cui i miei pensieri si fermano >
< Abbiamo avuto entrambe una giornata movimentata >
< Puoi dirlo forte. A proposito io sono Serena > le porse la mano.
< Piacere io mi chiamo Lucinda > gliela strinse con calore.
< Sei un’allenatrice di Pokemon? >
< Si, anche se sono qui a Kalos per altro >
< Quindi non vieni da Kalos >
< No, vengo da Sinnoh >
< Caspita è molto lontano da qui.>
< Lo so, ma avevo una cosa urgente da fare > lo sguardo le si incupì.
< Non volevo toccare qualche tasto dolente >
< Non preoccuparti, anzi mi fa piacere scambiare due chiacchiere con qualcuno. Tu sei di Kalos? >
< Si. Ho iniziato il mio viaggio da poco, anche se sono una frana come allenatrice. Però ho incontrato un ragazzo davvero in gamba che mi sta insegnando davvero tante cose >
< Anche io ho avuto più o meno la tua stessa storia. Vedrai che col tempo diventerai brava > le sorrise e lei ricambiò.
Si salutarono calorosamente e poi Serena rientrò in camera.
 
I ragazzi setacciarono l’intera città, ma di lei nemmeno l’ombra.
< Kenny l’hai trovata? >
< No Tracey. Nulla >
< Speriamo che Violetta abbia avuto più fortuna di noi >
Ma anche la ragazza spezzò le loro speranze. Di Misty non vi era traccia era come sparita.
Continuarono le ricerche nonostante la pioggia incessante.
 
 
Ash la vide entrare. Finalmente aveva un’aria più rilassata.
< Dov’eri? >
< Nella sala comune, sono andata a guardare un po’ di tv >
< Potevi chiamarmi sarei venuto con te >
< Non volevo disturbarti, ho pensato che volessi restare un po’ da solo >
< Serena tu non disturbi mai. >
Le si avvicinò tremendamente da poter ascoltarne il respiro. La baciò.
< Ash mi sono mancate tanto le tue labbra >
< Oggi è stata una giornata particolare, ma ora credo di aver esagerato. Del resto era pura follia quella cosa. Ho deciso che partiremo. Lasceremo Temperopoli domani stesso >
< Va bene. >
Si lasciò cullare dal suo abbraccio.
< Sei stanca? >
< Un pochino. >
< Vogliamo andare a vedere un po’ di tv assieme? >
< Mi farebbe molto piacere >
La cinse con un braccio e si incamminarono verso la sala comune.
Si accomodarono sul divano e lei si abbandonò nuovamente alle sue braccia. Si guardò intorno. ma della ragazzina dai capelli blu non vi era traccia.
< Qualcosa non va? >
< No nulla, solo che prima mentre ero qui, ho conosciuto una ragazza davvero simpatica, volevo presentartela >
< Sarà rientrata in camera >
< Può darsi. Mi ha fatto davvero bene scambiare qualche parola con lei, sai era di Sinnoh >
< Sinnoh? > la sua espressione mutò.
< Già. Chissà come mai sarà venuta fino a qui. Ma poi cosa importa >
< Com’era fatta questa ragazza? >
< Come mai t’interessa saperlo? >
< Ho conosciuto diverse persone di Sinnoh >
< Una ragazzina davvero a modo, portava lunghi capelli blu sciolti sulle spalle, aspetta mi ha detto che si chiamava Lucinda >
Ash balzò in piedi.
< Hai detto Lucinda? >
< Esatto. Non dirmi che la conosci? >
< Ti ha detto qual era la sua camera? >
< No non mi ha detto nulla del genere >
< Cosa ci farà Lucinda qui > ad un tratto collegò il tutto.
Un Pikachu dagli occhi verdi.
Lucinda era a kalos.
Quel brivido lungo la schiena.
Si diresse a passo svelto verso la reception facendosi dire  il numero della stanza della ragazza. Non ringraziò neanche che era già corso verso le scale.
Nuovamente Serena rimase spiazzata dalla sua reazione.
 
 
Misty era ancora priva di conoscenza alle porte della città. Era distesa ai piedi di un lago, completamente fradicia. Ripercosse con la mente il loro primo incontro.
< È solo un ragazzino, ma c’è anche un Pokemon, va tutto bene? >
< Si sto bene > i suoi occhi.
< Aspetta cosa stai facendo? >
< La prendo in prestito >
< Non puoi quella è la mia bici >
< Prima o poi te la riporterò >
Da quando aveva incrociato i suoi occhi aveva capito che l’avrebbe amato per il resto della vita.
Poi il giorno del loro addio.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
ora avrebbe potuto mantenere la promessa. Doveva trovarlo a qualunque costo.
 
 
Lucinda era intenta a fissare dalla finestra. Ormai mancavano solo 31 ore. La pioggia continuava a venir giù e dei ragazzi neanche l’ombra.
Poi sussultò
Qualcuno stava battendo alla porta con violenza.
L’aprì con cautela, quasi come fosse spaventata da quell’individuo che stava per abbattere la porta a mo’ di pugni.
Nell’aprire la porta impallidì.
La terra le venne a mancare sotto i piedi e dovette reggersi alla maniglia per non cadere in terra.
< Ash? Sei davvero tu? >
 
Serena rimase lì impalata senza dire nulla. Nuovamente era scappato da lei per una frase che aveva detto. Come mai quella ragazzina dai capelli blu si trovava lì a Kalos, forse era venuta per Ash. Gli occhi le si umidificarono e prese a piangere. Questa volta non l’avrebbe raggiunto. Non poteva continuare a inseguire ogni capriccio della sua testa.
 
La ragazza era dinanzi ai suoi occhi. Era proprio lei in carne ed ossa e si trovava a kalos. Mille dubbi cominciarono ad affollare la sua mente. ripensò a quel brivido provato nel pomeriggio. Fu accecato dalla rabbia.
< Lucinda? Cosa ci fai tu qui? >
< Ash? Io ecco. Finalmente ti ho trovato >
Si gettò tra le braccia del ragazzo e prese a piangere.
< Non mi hai risposto, perché mi stavi cercando? Cosa ci fai qui a Kalos? Eri con qualcun altro? > ovviamente le domande erano tante e lei avrebbe dovuto rispondere ad ogni cosa.
< sono così tante le cose che devi sapere, non so nemmeno io dove cominciare. So che potrà sembrarti assurdo, ma devi ascoltarmi >
< Per favore Lucinda dimmi cosa ti porta qui e dimmi che Misty non c’entra nulla in questa storia? >
Lei impallidì.
< Vedi Ash, non posso accontentarti. Io sono qui proprio per questo motivo. Misty è viva >
Il ragazzo preso da un forte dolore al petto cadde in terra dolorante e perse conoscenza.
 
I ragazzi continuarono a cercarla per tutta la notte. Stremata Violetta cadde in terra.
< Violetta? Come ti senti? >
< Tracey sto bene, sono solo un po’ stanca. >
< Ti riaccompagno alla pensione continueremo io e Kenny le ricerche. >
< Ma io >
< Non insistere >
< D’accordo. Ma andrò da sola alla pensione, voi restate qui. Dovete trovarla. >
Il ragazzo acconsentì e la vide allontanarsi sempre più. Violetta era davvero stremata.
Finalmente tornò alla pensione, un luogo all’asciutto dopo tanta pioggia, si diresse in direzione della reception per ritirare le chiavi della camera quando il suo sguardo cadde su una ragazzina dai capelli biondi.
< Non può essere? Ma tu sei Serena? >
La ragazzina quasi non si accorse della sua presenza era ancora intontita per la scena di qualche attimo prima.
Lui l’aveva lasciata nuovamente sola.
Poi rinsanì. Al sentir pronunciare il suo nome si voltò e sgranò gli occhi.
< Ma tu sei Violetta, la capo palestra di Novartopoli >
< Non posso crederci, finalmente vi abbiamo trovati. Dimmi dov’è Ash? >
< Ash? Come mai stai cercando Ash? >
< È una lunga storia, dimmi semplicemente dove si trova > la ragazza si accasciò in terra ormai le gambe non la reggevano più. Serena l’aiutò a sistemarsi su una poltrona e le prese una tazza di tea.
Violetta provò nuovamente a rialzarsi, ma le forze l’avevano abbandonata. Cadde in un sonno profondo, sfinita da tutta quella storia assurda.
 
 
Tracey guardò l’orologio, il tempo scorreva troppo velocemente. Dovevano trovarla il prima possibile.
< Kenny qui abbiamo setacciato la zona, che ne diresti di dirigersi verso la foresta alle porte della città? >
< Credi si sia spinta così in là >
< Non ne ho idea, ma dobbiamo tentare ci restano solo 27 ore >
Il giovane ragazzo acconsentì e presero a correre verso la foresta.
  
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