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Autore: BebaTaylor    17/03/2014    1 recensioni
Arizona ha ventun anni, studia all'università ed è una strega.
Un giorno in un negozio incontra Shane, membro della congrega dei Dark Shadow.
Da lì inizia una corsa contro il tempo alla ricerca di Logan, amico di Arizona, anche lui stregone.
I due non riescono a capire per quale motivo li stiano seguendo e come facciano a sapere dove si trovino praticamente in ogni momento.
Sanno solo che dovranno fare di tutto per proteggersi, e per proteggere gli abitanti della loro città dagli attacchi dei Dark Shadow, che si lasciano dietro solo morte e distruzione.
«Eccoli qui...» esclamò Shane, «due piccioncini.» disse piegandosi per guardare attraverso il finestrino rotto. «Due ragazzi in una sera... Ari, la gente dopo potrebbe pensare male!»
Arizona lo fissò, si staccò da Logan, prese una bottiglietta vuota da sotto il sedile e la lanciò contro Shane, mancandolo.
Lui la raccolse da terra e la schiacciò. «Sei focosa.» disse ridendo.
«Cosa vuoi? Perché hai rotto i finestrini della mia auto?» domandò Logan.
Shane alzò le spalle. «Perché mi andava, suppongo.» rispose appoggiandosi alla macchina. «E perché è divertente.» Lanciò la bottiglia e si voltò verso Logan e Arizona. «Finiamola con questa pagliacciata e seguitemi.» aggiunse.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Dodici
13:30 - 23:30

Arizona sbuffò mentre girava lentamente il cucchiaio nella zuppa ai cereali e guardò brevemente Logan. Sospirò quando  lo vide distogliere lo sguardo.
Si sentì in colpa per non avergli detto del bacio con Shane.
Girò un'altra volta il cucchiaio nella ciotola e guardò Jim; anche lui era in silenzio, perso nei suoi pensieri.
Mangiò lentamente, iniziando a sentirsi ansiosa a causa di tutto quel silenzio.
«Dopo dobbiamo fare qualcosa?» domandò afferrando un pezzo di pane, «Oppure ho il tempo per studiare?»
«Dobbiamo fare altre ricerche.» rispose l'uomo.
Arizona annuì, sentendosi in parte sollevata: leggere o guardare mappe le avrebbe impedito di pensare a Shane. Sospirò nuovamente e fissò i cereali appiccicati alle pareti della ciotola, li raschiò con il cucchiaio e guardò Logan, lui la fissò brevemente e distolse lo sguardo, Arizona abbassò la testa  e fissò la ciotola dicendosi che avrebbe parlato con lui più tardi quando sarebbero stati soli. Sperò solo che lui volesse ascoltarla e non la ignorasse.
«Quando avete finito dovete portare la cena a quello.»  esclamò Jim.
«Dobbiamo proprio farlo?» domandò Logan sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo, «Non possiamo semplicemente lasciarlo morire di fame?»
«Ci serve vivo, Logan.» rispose Jim, «Altrimenti come li scambiamo Sam e Cindy? Se fosse morto non ci servirebbe a molto.»
Logan annuì brevemente, «Hai ragione, papà.» disse, «È solo che non mi piace il fatto  che sia in casa nostra anche se è ammanettato e dentro al cerchio che gli impedisce di usare qualsiasi incantesimo.»
Jim non rispose e mangiò il pezzo di pane, «È solo fino a domani mattina» disse, «Poi faremo lo scambio.»
Arizona fissò i cereali attaccati al cucchiaio. Non era sicura che lo scambio avrebbe funzionato, pensò che i Dark Shadow non avrebbero accettato. Sperò che il piano B funzionasse.

***

Arizona guardò Logan, erano ore che non le parlava. Sospirò e aprì il cancello. Logan le passò davanti senza degnarla di un'occhiata. «Logan...» chiamò piano mentre il cancello si richiudeva con un cigolio.
«Non adesso, Arizona.» ringhiò lui, «Non adesso.»  Si fermarono poco distante dalla cella in cui era rinchiuso Shane, «O preferisci che ti chiami Ari?»
Arizona rimase in silenzio e non rispose, afferrò la chiave e aprì la porta della cella.
«Devo andare al cesso.» esclamò Shane, «Subito.»
Logan sbuffò e posò il vassoio sul tavolo.
«Mi avete sentito?» esclamò Shane, «Devo andare al cesso!»
Logan strappò le chiavi dalle mani di Arizona e andò verso Shane, gli liberò le mani e lo fece alzare in piedi. 
Lo stregone barcollò un po' dopo essere rimasto seduto tutto quel tempo. «Non mi accompagni, Ari?» domandò muovendo le spalle su e giù, «Mi farebbe molto piacere.»
Arizona arricciò le labbra e decise d'ignorarlo, Logan, invece lo punzecchiò con il teaser.
«Il tuo amichetto è arrabbiato.» esclamò Shane sorridendo ad Arizona, «Sai,» abbassò la voce mentre si sporgeva verso di lei. «Credo che sia geloso del nostro piccolo bacetto.» 
Logan lo colpì con il teaser, più a lungo delle volte precedenti. Shane boccheggiò e si piegò in avanti, respirando con la bocca aperta.
L'altro ne approfittò e lo colpì nuovamente.
«Logan!» esclamò Arizona, «Ricorda quello che ha detto tuo padre!»
Logan sbuffò e condusse Shane nel piccolo bagno adiacente alla cella.
Arizona sospirò e portò il vassoio sul tavolino, tornò al tavolo e si sedette sopra, iniziò a muovere nervosamente le gambe. Aveva paura che Logan facesse qualcosa di stupido che mandasse all'aria i loro piani.
Pochi minuti dopo i due ragazzi tornarono e Shane si sedette. «Zuppa di cereali.» esclamò Shane, «La mia preferita!»
«Stai zitto e mangia.» ringhiò Logan, andò vicino ad Arizona e si appoggiò al tavolo, e continuò a stringere il teaser fra le mani. 
Rimasero in silenzio mentre Shane mangiava e Logan non guardò mai Arizona, tenne lo sguardo o su Shane o sul teaser o sul pavimento. 
Arizona cercò più volte d'intercettare i suoi occhi ma alla fine rinunciò, scese dal tavolo e si appoggiò contro il muro con un sospiro. Non sopportava più quella situazione.
«Sbaglio o c'è della tensione fra di voi?» domandò Shane pulendosi la bocca.
Logan imprecò a bassa voce, Arizona si sporse verso il tavolo, afferrò le chiavi e andò da Shane, gli afferrò il braccio destro e iniziò ad ammanettarlo. 
«Mi piace quando sei violenta!» esclamò divertito Shane.
Arizona fece una smorfia, gli prese l'altro braccio e finì di ammanettarlo. «Torniamo di sopra.» esclamò rivolgendosi a Logan. 
Il ragazzo annuì, prese il vassoio e seguì Arizona.
«Vuoi dirmi qualcosa?» domandò Arizona, «Mi hai detto due parole in tutto il giorno!» 
Logan la ignorò e la superò. Arizona sospirò rumorosamente e si diede della stupida per non aver parlato subito con Logan del bacio. Tornò al piano di sopra con lentezza, sentendosi sempre più stanca e spossata.

«Logan...» chiamò piano Arizona quando erano entrambi in cucina. Jim era con Lana e Cressida stava facendo il bucato; Jack sarebbe arrivato a momenti. 
Logan la ignorò e mise il vassoio accanto al lavello, «Cosa vuoi dirmi, adesso?» esclamò.
Arizona sospirò e si avvicinò a lui, prese la ciotola e la sciacquò, «Parlarti.» rispose.
Logan rise, «E di cosa?» disse, «Del fatto che hai baciato il nemico? Oppure del fatto che non mi hai detto nulla?»
Arizona abbassò la testa sentendosi colpevole, sospirò e alzò il viso. «Lui ha baciato me.» mormorò, «Quando siamo andati all'università... non sapevo che era lì, ero su una panchina ed è arrivato. Abbiamo  discusso e poi lui mi ha...» si fermò e guardò Logan. 
«Mi ha baciato.» finì con un sospiro.
«E no ti è passato per l'anticamera del cervello di avvertirmi?» urlò lui.
Arizona abbassò nuovamente la testa. «Avevo paura!» disse, «Sono stanca di correre, di scappare, di guardarmi dietro le spalle ogni volta che metto piede fuori di casa...» continuò alzando la voce, «Non ce la faccio più! Ho paura!»
Logan fissò Arizona scoppiare a piangere, lasciò perdere lo sportello della lavastoviglie e l'abbracciò; le accarezzò i capelli e le baciò la nuca. «Shh, non piangere.» sussurrò mentre Arizona singhiozzava contro la sua spalla, «Andrà tutto bene, te lo prometto.» 
Arizona annuì e respirò a fondo cercando di calmarsi. Fece un passo indietro e guardò l'amico. «Non sei più arrabbiato con me?» pigolò.
Logan sorrise e le asciugò una lacrima, «No.» rispose, le scostò i capelli del viso e sorrise di nuovo. «Finiamo qui, fra poco arriva Jack.»
Arizona annuì e si voltò verso il lavello, sciacquò il piatto e le posate e le infilò nella lavastoviglie insieme alla ciotola. Logan non era più arrabbiato con lei e di questo ne era felice. Ora c'era da sistemare il resto.
Mentre Logan puliva il vassoio con una spugna umida il campanello suonò, «Vado io.» disse Arizona, «Sarà Jack.» aggiunse, corse alla porta d'ingresso e guardò il videocitofono, aveva ragione, era Jack. Schiacciò il pulsante per aprire il cancello, «Entra.» disse all'interfono.
Arizona aprì la porta e cercò di fare un sorriso quando vide la pila di libri in mano a Jack. Anche quella sarebbe stata una lunga serata.

***

Arizona represse uno sbadiglio fatto di noia e stanchezza. Posò il gomito sul grande tavolo della biblioteca e posò la testa sulla mano cercandosi di concentrarsi su quello che Jack stava dicendo.
I Dark Shadow, secondo Jack, erano nascosti nel bosco che ricopriva la collina a nord della scogliera. Dovevano solo scoprire il punto esatto ed era lì che veniva la parte difficile. Oltre al fitto bosco nella collina si potevano trovare grotte e qualche passaggio segreto risalente ai tempi del proibizionismo.
«Sarà difficile trovarli in una notte.»
«Cosa?» strillò Arizona, «Dobbiamo stare svegli?» gemette.
Jack annuì, «Faremo a turno.» rispose, «Il primo lo faremo noi due.» disse guardando Arizona, «Il secondo è di Jim e Logan.»
Arizona annuì lentamente, l'idea di avere il primo turno con Jack le piacque molto.
«Faremo la parte nord della collina, dalla fine del sentiero fino all'inizio delle vecchie grotte.» continuò Jack.
Arizona annuì, «Ma saranno sei chilometri!» si lamentò quando capì bene il discorso dell'uomo. Sbuffò e posò le braccia sul tavolo. «Quando questa storia sarà finita prenoterò un ciclo di massaggi alle gambe.» disse.
«Vai a prepararti, partiamo fra venti minuti.» le disse Jack, Arizona annuì e uscì dalla biblioteca.
Una volta in camera si cambiò i jeans con un paio di pantaloni azzurri di una tuta, molto più comodi per camminare e per correre. Sì legò i capelli in una coda alta, afferrò una mini borsetta con tracolla – ci stavano solo il cellulare, la carta d'identità e qualche banconota –  e tornò in biblioteca.
Jack le venne incontro «Sei pronta?» le chiese e Arizona annuì, «Andiamo, ti spiego cosa dobbiamo fare mentre siamo in macchina.»

***

Arizona prese un respirò profondo e riprese a camminare, mosse la torcia davanti a sé per vedere dove metteva i piedi, non voleva rischiare d'inciampare in una radice sporgente come prima; mancavano forse due chilometri e sarebbero arrivati alle grotte.
Arizona non vedeva più in là del suo naso, le fronde fitte degli alberi impedivano alla luce della luna crescente e delle stelle di illuminare il sottobosco, aveva paura di schiacciare qualcosa che non avrebbe voluto calpestare, qualcosa di schifoso o un animale altrettanto schifoso.
Seguì Jack lungo il sentiero appena tracciato e cercò di percepire il campanellino. «Non sento nulla.» mormorò per l'ennesima volta, «Loro e i loro stupidi incantesimi di protezione.» sbuffò asciugandosi il sudore dalla fronte.
Avanzò di qualche metro e guardò con disgusto un mucchio di foglie cadute. Si fermò, indecisa se fare come Jack – calpestarle – o se scavalcarle. Scrollò le spalle e decise di passarci sopra, posò il piede sinistro su quel grande mucchio di foglie umide e strillò quando la gamba sprofondò fino a metà coscia.
Jack si voltò e illuminò la ragazza, sorrise e tornò indietro.  «Volevi vedere com'è la tana di qualche animale?» scherzò e posò la torcia per terra.
Arizona sbuffò, «Non sei divertente!» esclamò arrabbiata, «Aiutami!»
Jack rise e scosse la testa. «Non strillare.» le disse e le mise le mani sotto le ascelle, si bloccò quando vide l'espressione di Arizona. «Cosa c'è?» domandò allarmato.
«Sono qui.» sussurrò lei, mentre il campanellino rimbombava nella sua testa.

Scusate il ritardo, stavo scrivendo il capitolo quando l'ispirazione è scesa su di me e ho scritto "Sound of a broken heart" ho dovuto scriverla, subito, lasciando perdere questa. E poi è sparita l'ispirazione per questo capitolo ma visto che è qui vuol dire che l'ispirazione è tornata!
Spero vi sia piaciuto, le recensioni sono sempre gradite! *offre biscottini*

   
 
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