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Autore: Uptrand    20/03/2014    23 recensioni
Questo racconto trae ispirazione da Mass Effect la lega degli eletti da me precedentemente pubblicato. Post Mass Effect 3 con Shepard che ha salvato il consiglio, distrutto la base dei collettori, curato la genofagia, fermato la guerra tra geth e quarian e distrutto i razziatori.
Contiene descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Circa un'ottantina di persone si erano riunite in una sala situata al di sopra del simulatore 4, il cui interno era visibile grazie a pannelli trasparenti che costituivano il pavimento della stanza in cui si trovavano.
Tutte intente ad ascoltare il loro anfitrione, il prof Petrovsky. « Bene cadetti, da ora avrà inizio il corso vero e proprio. Non ci saranno lezioni di tattica o strategia, se non le avete imparate fino adesso non le imparerete più. Quello che vedete là sotto è il simulatore 4, il vostro campo di battaglia grazie ai recenti sviluppi della tecnologia olografica.»
Dopo dei brevi comandi su un pannello si visualizzò un paesaggio campagnolo, in mezzo ad esso figure di soldati di tutte le razze.
A quello spettacolo, accompagnato da un mormorio per via dei magnifici dettagli e per la veridicità del paesaggio, seguì una spiegazione tecnica di cosa era in grado di fare il simulatore. Gli aspetti più importanti erano la capacità di sviluppare una sensazione di tatto adatta a ciò che si toccava e che gli ologrammi erano dotati di una massa e densità uguale all'originale.
« Il corso è elementare. I cadetti, voi, entreranno nel simulatore e affronteranno vari assalti di soldati nemici, ogni ondata sarà più forte della precedente e sono infinite.»
A quelle parole un silenzio calò sulla sala.
Il professore continuò a spiegare « Come vi ho annunciato in aula non sono qui per insegnarvi niente di nuovo, bensì per mettere alla prova le vostre capacità contro un nemico che non potete vincere. Solo sotto pressione gli umani mostrano di cosa sono capaci, a rendere tutto più veritiero le armi degli ologrammi genereranno colpi elettrici non letali in grado di infliggere un dolore uguale a quello di un proiettile vero. Vi siete mai chiesti cosa si prova a ricevere un proiettile in testa o in petto? Qui avrete la possibilità di soddisfare la vostra curiosità e di vivere per raccontarlo. Sarete dotati di speciali protezioni, che per nessun motivo dovrete togliere a simulazione avviata. Sebbene i proiettili non possano uccidere, sono in grado di provocare bruciature del diametro di cinque centimetri se si viene colpiti senza protezione, oltre alla possibilità di provocare un attacco di cuore. Se la persona sviene o dichiara d'arrendersi gli attacchi smettono. Sappiate che questi ologrammi li ho programmati personalmente, non confidate sulla stupidità della macchina per vincere.»
Solo due persone nella sala conoscevano il passato del loro mentore e sapevano che cosa significasse. Qualsiasi fosse l'opinione che si poteva avere su Petrovsky, le sue capacità tattiche erano fuori discussione.
«Per i successivi mesi, tutti i venerdì, per otto ore al giorno voi tutti passerete attraverso il simulatore e se qualcuno di voi vorrà essere esentato da questo fardello potrà farlo abbandonando “La Guardia” o battendo il simulatore. Per rispondere alla vostra domanda che avete in mente, il simulatore ha sempre vinto.»
Seguirono delle brevi istruzioni su come si sarebbero svolti gli incontri e altri aspetti tecnici. A gruppi di cinque persone, i cadetti sarebbero entrati nel simulatore che avrebbe ricostruito mappe di zone di battaglia della guerra con i razziatori come FireBase Dagger, Condor, Jade e molte altre.
Olivia si era messa in squadra con due cadette Lydia e Mila e due cadetti della camerata di Steve, Jordis e Marco, quando entrò nel simulatore.
Tre minuti e trentasei secondi dopo uscivano reggendosi in piedi a stento. Lo scontro, come quello degli altri gruppi si era risolto in una sconfitta totale, al termine del quale ognuno sentiva solamente la sensazione di bruciore e dolore che i colpi lasciavano sul corpo, rendendo difficile muoversi o concentrarsi normalmente.
Dopo quattro ore e tre tentativi falliti di Olivia, l'intero corso era sistemato a casaccio sul pavimento della sala d'osservazione. Ognuno troppo dolorante per potersi muovere e un paio di persone erano state portate in infermeria per paralisi degli arti. Più in là lei poteva vedere il fratellino disteso a pancia in su, fare profondi respiri accompagnati da espressioni dolorose, intento a parlare con qualcuno del corso.
--Almeno costringerlo a far squadra con altri è servito a qualcosa. -- Pensò Olivia, in quel momento incrociò lo sguardo di Steve che gli rivolse un sorriso.

Tre settimane dopo il simulatore risultava imbattuto. Olivia terminata la sessione mattutina e finito di mangiare allontanò il vassoio, poggiando faccia e braccia sul tavolo. Anche se non poteva vederla, non aveva bisogno di chiedersi chi si fosse seduto di fronte a lei a mangiare.
«Steveee...» Borbottò senza alzare la faccia dal tavolo.
«Mmmhh...?» Mugugnò lui mentre masticava.
«Voglio rottamare quella macchina infernale.»
«Mmmhh.»
«Però mi devi aiutare fratellino, le tattiche convenzionali non funzionano…»
«Mmhh.»
«...e bisogna pensare fuori dagli schemi per vincere, bisogna imbrogliare.» Olivia sapeva bene come il fratello amasse piegare le regole al limite per uscire da situazioni difficili --“Piegare, mai infrangere”-- amava dire.
«Mmhh!»
«...!?! Steve che ne dici d'inghiottire e darmi una risposta?» Disse nervosa.
«Ho un piano sorellina.» Annunciò con una certa soddisfazione.
   
 
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