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Autore: Atlantislux    02/07/2008    8 recensioni
Gli universi di Earl ed Earth collidono, mentre qualcosa di oscuro li minaccia entrambi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Earth' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Concordanza


Windbloom, 21 marzo, 01.30

Sapeva che la spedizione su Earl sarebbe stata fonte di grande divertimento per lei, ma il Colonnello Armitage non aveva assolutamente immaginato quanto, prima di avere sotto gli occhi il video del combattimento tra le Otome e quelli che il Generale De Windbloom chiamava 'Nobody'.
Scoppiò a ridere, davanti a due perplessi Yukino e Takeda, che con lei stavano esaminando il filmato.
“Perché quelle facce? Adesso che abbiamo scoperto come agiscono sarà una passeggiata per noi.”
La sua assistente scosse la testa. “Non esserne così certa, Haruka. Intanto non abbiamo idea dei poteri di Zexion, e non dimenticare che invece quelli dell'altro Nobody, sulle piante, sono molto pericolosi.”
“Lo vedo. Buona cosa che i nostri mezzi montano una corazza aggiuntiva. E quelle radici possono essere facilmente tagliate, avendo gli strumenti giusti.”
“Dimentichi che il campo di forza di cui disponiamo, simile a quello delle Otome, non può essere mantenuto all'infinito. Lo stesso corpo di quelle donne funziona da generatore, mentre noi dobbiamo affidarci a batterie che non sono inesauribili.”
“Rimane sempre qualche centimetro di superlega di acciaio tra i nostri soldati e quei vegetali. E qualunque cosa le piante possano rilasciare, gli abitacoli sono totalmente inviolabili” ribatté ostinata Haruka.
Ma Yukino non sembrava intenzionata a lasciare perdere. “Haruka, lo so che i nostri mezzi sono disegnati per essere impiegati nelle situazioni più estreme, visto che molti progetti li ho supervisionati io stessa. Su Venere Quattro hanno affrontato piogge di acido solforico, ma qui il problema è leggermente diverso.”
“Cioè?”
Yukino sfiorò lo schermo del computer, e fece ritornare il filmato in un punto preciso.
“Lo vedi quel tizio con la falce? Ha preso di sorpresa Shizuru Viola perché si è materializzato dietro di lei.”
“Continuo a non capire” obbiettò Haruka, sempre più nervosa.
“Mi chiedo cosa gli impedirebbe di materializzarsi all'interno dei nostri mezzi...”
Il Colonnello corrugò le sopracciglia, apparentemente colpita, mentre Takeda si passò una mano tra i capelli.
“È un bel guaio. Se solo riuscissimo a sapere come fanno quel giochetto potremmo adottare qualche contromisura, ma così...” fece l'uomo sconsolato.
“C'è un solo modo per scoprirlo, ragazzi” lo interruppe Haruka. “Un'avanguardia dovrà impegnarli in battaglia.”
“Sacrificheresti così i tuoi uomini?” obbiettò lui, ma la donna bionda lo gelò con un'occhiata.
“Qui siamo tutti sacrificabili, te compreso. Non te l'ha detto il Colonnello Okuzaki quando ti ha spedito da noi?”
“Certo. Ma forse ci sono altri metodi.”
Haruka scosse le spalle. “Purché non ci facciano perdere tempo. Intanto che voi studiate la situazione io vado a reclutare volontari per quest'impresa. Mi raccomando, Yukino, informami immediatamente se quei mostri dovessero ricomparire. Le nostre truppe hanno completato il dispiegamento, e non c'è nessun punto di questo pianeta che non possiamo raggiungere nell'arco di pochi minuti.”

Takeda la guardò uscire, poi si sedette davanti al computer richiamando alcuni dati sullo schermo. “Il tuo capo ha veramente intenzione di morire qui, e io non so come aiutarla. Non sono un esperto di astrofisica.”
“Nemmeno io, ma ho già mandato il filmato, e tutte le informazioni che abbiamo raccolto a casa. Non ci resta che attendere, sperando che non sferrino il loro attacco prima.”
Qualcosa nel suo tono fece girare il giovane capitano della Coalizione Est verso di lei. La fissò perplesso.
“Hai nostalgia di casa tua?”
Lei annuì. “È curioso vero? Non dovrebbe mancarmi un mondo di cemento e polimeri qui, dove l'orizzonte è verde di alberi. Eppure è così e, soprattutto, mi manca quella promessa di pace che sembrava essersi finalmente realizzata con la fine della guerra.”
“Non avrei mai creduto di sentire quella parola sulla bocca di un soldato della Repubblica Occidentale.”
I due si scambiarono un sorriso abbozzato, poi Yukino si sedette accanto a lui. “Non siamo tutti ambiziosi come il Generale De Windbloom, anche da noi c'è qualcuno che amerebbe solo avere una graziosa casetta, una famiglia, e un'altalena per i propri figli...”
“Non ne dubito. E che mi dici del Colonnello Armitage? Lei non sembra proprio di questa idea.”
A quelle parole Yukino distolse lo sguardo. “È esageratamente fiera, ma ama davvero il suo paese. E non è una pazza guerrafondaia. Lei lo fa solo per difenderci...”
“E per difendere te, soprattutto?”
La donna arrossì, ma non cercò di negare. “Si vede così tanto? È un problema da noi, sai? In teoria sarebbe proibito.”
Takeda scoppiò a ridere, e le diede cameratescamente una pacca sulla schiena che la fece tossire. “Si vede sì, ma non per colpa tua. È che lo sguardo della valchiria si addolcisce in qualche modo solo quando incrocia il tuo. E poi si capisce che siete molto unite.”
“Siamo compagne da molto tempo, fin dai tempi dell'Accademia, quando mi difendeva prendendo a testate i ragazzi più grandi di noi che volevano picchiarmi perché ero minuta e gentile.”
“Lo immaginavo. Quella donna è una forza della natura, ed è chiaro che ti vuole bene. Anche se non so quanto tu sia davvero fortunata, Yukino, visto che la tua Haruka sembra avere tutte le intenzioni di farsi uccidere.”
Yukino annuì gravemente. “Ha una missione da compiere. E nulla la distrarrà da questo. Nemmeno i miei consigli, temo. Ma adesso basta parlare di me, ricontrolliamo i dati sulle Otome che ci ha inviato la dottoressa Helene, magari c'è qualche elemento nuovo che è emerso dalle sue ricerche. E anche il filmato, voglio capire cosa riesce a fare quello Zexion.”
Toccò un tasto e, sullo schermo, campeggiò di nuovo l’immagine della Otome che chiamavano l’Elegante Ametista, inginocchiata ai piedi del nemico.
Takeda non poté fare a meno di ridacchiare. “Ti rendi conto di quanto è grottesca quella posa? Considerato che lei è identica al vostro ex Comandante in capo, il nemico numero uno del mio paese, conosco gente che pagherebbe benissimo per questo video.”
La risposta di Yukino fu un’occhiata di disapprovazione. “Non essere irrispettoso.”
“Scusa, volevo solo alleviare la tensione.”
“Lo so. E capisco il tuo punto di vista, ma non puoi immaginare quanto sia difficile per noi trovarci ad ingannare questa gente.”
L’attenzione della donna tornò sul monitor, che fissò come se dovesse leggerci dentro il proprio futuro. “Per quanto sia oggettivamente sbagliato, noi e loro siamo le stesse persone. Per questo, io spero ancora che il Generale De Windbloom trovi un accordo con loro. Prima che sia troppo tardi per tutti.”
Il tono fu così funereo che Takeda sentì una morsa gelida serrargli lo stomaco. E non poté fare a meno di chiedersi se anche a lui, che non aveva nessuno da cui tornare, il futuro avrebbe riservato una casa e un'altalena, o invece una frigida tomba su quel pianeta straniero.

Fuori dalla tensostruttura Haruka Armitage guardò le luci lontane della capitale di Windbloom. La notte era calata da un pezzo, nascondendo i mezzi di Earth, comunque ben mimetizzati tra le folte foreste che circondavano la città. La donna estrasse il suo telefono cellulare, inviando al Generale il video che le telecamere di sorveglianza avevano registrato un paio d'ore prima. Doveva riconoscere che la faccenda cominciava a farsi davvero interessante. Poi, mani sprofondate nelle tasche del soprabito, si avvicinò alla fila di RX. Accarezzò quasi con affetto il più vicino, di cui anche al buio si poteva indovinare il colore verde acido, totalmente diverso dalla copertura mimetica degli altri. Il sorriso di Haruka si fece ampissimo.
“Molto presto” sussurrò convinta.

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Seduto per terra ai piedi del letto, con il computer sulle gambe incrociate, Nagi fece ripartire per l'ennesima volta il video che Mashiro gli aveva girato. Non si era aspettato che i Nobody attaccassero in quel modo le Otome, men che meno che ne sconfiggessero una tanto facilmente. E una Colonna, niente poco di meno che.
Appoggiata contro la sua spalla, Nina soffocò uno sbadiglio. “Quei due le hanno davvero fatte nere.”
“Lo puoi ben dire.”
Alzò al massimo l'audio e, anche se disturbate, poté capire quasi perfettamente le parole che Zexion aveva rivolto a Shizuru Viola. In qualche modo, gli sembravano stranamente simili a quelle che l'uomo in nero aveva detto a lui.
“Se quella è la verità, e Zexion è davvero il tuo corrispettivo nell'altro universo, quanto a battute acide ti supera di gran lunga. Anche se non l’ha uccisa.”
“Avrebbe potuto farlo facilmente...”
“Dici che l’ha risparmiata consapevolmente?”
Nagi annuì. ‘Così come ha fatto con me. Ma non ti rivelerò di certo il mio incontro con lui. Non mi fido di te fino a questo punto.’
“L’ha solo umiliata” disse alla sua amante. “Conoscendola, immagino che avrebbe preferito addirittura essere picchiata, piuttosto che sentirsi dire che non è in grado di difendere la sua amichetta.”
“La posso capire. Ci sono valori che contano di più della propria integrità fisica.”
Nagi dovette sopprimere un sorrisetto di scherno, mentre sbirciava il profilo di Nina. 'Ma guarda, non avrei mai creduto di sentire una cosa del genere sulla tua bocca’ pensò ironicamente. ‘Voi siete pazzi. Ma meglio per me, che ci siano persone disposte a morire per quello in cui credono. O per le persone che amano. Gente come te, Shizuru, la noiosa Natsuki... e Nina.’
Il giorno dopo avrebbe dovuto trovare il modo di parlare con la sua ex Meister Otome a quattr’occhi. L'aveva incrociata quella sera in compagnia di Arika ma la Otome con le trecce non aveva permesso che si scambiassero neppure un saluto. Lo sguardo di Nina però non gli era sfuggito. Impaurito e determinato. Qualcosa che lui non vedeva da tanti anni, e di cui conosceva benissimo il significato.
'La piccola pazza ha preso qualche sofferta decisione. Immagino quella di sacrificarsi per il bene di questo mondo, o qualcosa del genere. E adesso sarà nella sua stanzetta, a disperarsi in silenzio per l'avverso destino.'
Nagi sorrise tutto allegro. 'Un vero peccato non poterle fare compagnia. Sì, Zexion ha proprio ragione, devo fornire a quella ragazza almeno una spalla su cui piangere. E chissà che non decida di raccontarmi i suoi segreti.'


Windbloom, 22 marzo, 9.30

“Com'è potuto succedere?”
Agli occhi di Natsuki, Akane non sembrava niente altro che una pregevole scultura, piazzata accanto al letto del Signore di Cardair per allietarne il risveglio. La ragazza non aveva detto quasi nulla da quando Shizuru l’aveva riportata indietro; si era solo tolta quietamente la GEM, mormorando delle scuse, per poi raggiungere il capezzale del ragazzo.
“Mi dispiace” mormorò Shizuru, ma Natsuki scosse la testa.
“Hai fatto tutto quello che hai potuto; la colpa è stata anche mia. Avremmo dovuto ascoltare subito quelli di Earth.”
“No, tu sei un politico e hai agito cautamente, come si conviene al tuo ruolo. Ma io sono una guerriera, e avrei dovuto fare di più.”
Il tono gelido di quelle parole fecero voltare la Direttrice verso di lei. Da quando era tornata con i superstiti, il volto dell'Elegante Ametista era sfigurato da un cipiglio inquietante, che non si era dileguato neppure dopo qualche ora di meritato, ma irrequieto riposo.
Natsuki la prese per le spalle, facendo voltare la donna più alta verso di lei. “Non è stata colpa tua, ti hanno preso di sorpresa.”
“Non avrebbero dovuto. Non sono una novellina. Mentre quei due...”
Distolse lo sguardo. “È già la seconda volta, te ne rendi conto, Natsuki? Prima Yuna, che mi ha messa fuori combattimento alla prima battaglia, adesso questi. Non posso... non è ammissibile andare avanti così.”
“Lo so. E la perdita di Mahya ci ha colpito tutte, ma considera che nessuno si aspettava la comparsa dei Nobody così presto.”
“Ma eravamo state avvertite. Anche se non è questo il problema. Il fatto è che siamo addestrate a rispondere velocemente alle minacce, ma non a comportamenti deliberatamente disonorevoli.” Shizuru indicò Akane, dall'altro capo della spaziosa stanza. “I nostri combattimenti sono regolati da tutta una serie di consuetudini che ovviamente gli alieni non rispettano, lottando solo per vincere. Abbiamo avuto un simile problema con gli Asward in passato, e durante la guerra con Artai. Allo stesso modo io non credo che i Nobody siano particolarmente forti, ma ingegnosamente sfruttano le pecche dello Shinso, come nessun altro ha mai osato prima.”
Natsuki si portò la mano, stretta a pugno, alla bocca. “Per questo dobbiamo escogitare un modo per difenderci.” Poi voltò le spalle alla coppia di Cardair, marciando verso la porta.

Shizuru seguì silenziosamente Natsuki fuori dalla stanza, un passo dietro di lei, come si conveniva alla fedele assistente della Direttrice del Garderobe.
Le spiò i capelli neri che si agitavamo mollemente mentre camminava, ammirandone i riflessi indaco. Avrebbe voluto accarezzarli, ma sapeva che in pubblico non doveva lasciarsi andare a così palesi segni di affetto.
'Non permetterò che ti tocchino. Non tollererò che ti sfiorino anche solo con un dito. Come l'altra volta, farò di tutto perché questo non accada. Di tutto. Non ti farò sopportare il disonore che ho dovuto patire io' si ripeté con convinzione, mentre il suo solito sorriso serafico si spegneva in una smorfia. Fu lieta che Natsuki non la stesse guardando in faccia. Perché il ricordo della facilità con la quale Zexion e Marluxia l'avevano piegata ancora le bruciava.
'Costringermi in ginocchio e minacciare te. Non mi sarei sentita così sporca ed impotente nemmeno se mi avessero violentata.'
In preda ad un'ira furibonda strinse i pugni, attingendo a tutto il suo autocontrollo affinché nemmeno un'ombra di turbamento emergesse sul suo volto. 'Io devo trovare il modo per difenderti da loro. Ma come? È il sistema stesso che è la nostra forza ma anche la nostra grande debolezza, e non c'è modo di bypassarlo, a meno che...'
“Natsuki.”
Persa nei suoi pensieri, la Direttrice si girò appena verso la sua amante.
“Sì?”
“Hai avuto modo di incontrare Nina, ieri sera?”
Natsuki scosse la testa. “No. La situazione è precipitata quando hai tardato a tornare e ho rimandato l'appuntamento a questa mattina. La vedrò tra un'ora.”
“Posso essere presente?”
“Non vedo perché no. Dopotutto ci saranno anche Mashiro ed Arika. E il Generale De Windbloom con Nagi. Nina è stata irremovibile a riguardo.”
Gli occhi di Shizuru si strinsero leggermente, e pericolosamente. “Non gli vorrà raccontare i nostri segreti?”
“Temo sia convinta che loro ci possano aiutare. Io non so cosa farci. Dopotutto è lei la depositaria dei segreti della biblioteca, e Mikoto ci ha proibito di ostacolarla. Ha detto che Nina è saggia abbastanza per prendere la giusta decisione.”
“Le dobbiamo credere?”
Natsuki si bloccò, girandosi verso Shizuru. “Io so solo che quella ragazza ha quasi causato un genocidio. È cresciuta e ha dimostrato, in più di un’occasione, di avere capito i suoi sbagli, ma niente riuscirà a cancellare dalla mia mente lo sguardo spiritato che aveva mentre controllava l'Harmonium.”
Shizuru annuì. “E temo che quelli di Earth abbiano già messo gli occhi su di lei.”
“Me ne sono accorta.” Lo sguardo di Natsuki si fece assorto. “Shizuru, ho informato le Otome, ma la notizia di quello che è successo la notte scorsa non deve trapelare al di fuori del Garderobe, o sarà il panico tra la gente. E non voglio fornire al Generale De Windbloom la scusa per ribadire la sua offerta di collaborazione.”
“Certo. Anche perché, alla luce di quello che sono venuti a sapere sullo Shinso, se i governanti di Earl avessero anche notizia dell’arrivo dei Nobody quell’alleanza a senso unico ci sarebbe sicuramente imposta” terminò lugubremente Shizuru.
'Anche se questo è un altro segreto che prima o poi ci verrà rinfacciato, Natsuki. Ma non ti preoccupare, ci penserò io. Se Nina conosce un modo perché tutti i nostri problemi possano essere risolti, ce lo rivelerà. A qualunque costo.'

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Accerchiata. Nina non trovava nessun’altra parola per descrivere come si stava sentendo in quel momento.
Scrutò i volti di quelli che la circondavano, non sapendo se trovare più rassicurante l’imperturbabile fissità dello sguardo del Generale De Windbloom o il placido sorriso di Shizuru Viola. Le espressioni degli altri tradivano invece un deciso nervosismo, lampante negli occhi di Natsuki e Mashiro, e a malapena mascherato dalla consueta baldanza di Arika. Anche Nagi, i cui capelli le sembravano più scompigliati del solito, non sembrava aver passato una notte tranquilla; le aveva concesso solo un distratto cenno di saluto quando era entrato, e non c'era stato ancora un momento nel quale lei fosse riuscita ad incrociarne lo sguardo. Le sembrava addirittura che Nagi la stesse deliberatamente evitando.
La ragazza non riuscì a trattenere una smorfia. ‘Paradossalmente era tutto molto più facile quando ero io a pendere dalla tue labbra.’
“Nina” la richiamò la voce secca di Natsuki. “Abbiamo bisogno di risposte.”
La sua testa scattò verso la Direttrice, annuendo convinta. O, almeno, imponendo a sé stessa di mostrarsi risoluta.
Quando le avevano riferito ciò che era successo la notte prima non aveva vacillato. La decisione di rivelare quello che la biblioteca conteneva lei l’aveva già presa; avrebbe solo voluto avere il tempo di dirlo prima a Mashiro, ma la Regina non l’aveva ricevuta.
Nina si prese il tempo di fare un cenno anche a lei, scusandosi silenziosamente. ‘So che non approverai, e nemmeno Natsuki. Ma per salvare Earl non c’è che una strada.’
“La biblioteca contiene in effetti tutto il sapere della vecchia era” affermò, facendo correre lo sguardo sugli astanti. “Non solo quello di Windbloom e dei paesi alleati, ma anche dei loro nemici.”
“Gli Schwartz, intendi?” le chiese Natsuki.
Lei annuì. “Sì. In qualche modo, prima che la catastrofe colpisse la Valle Nera, gli scienziati di Windbloom riuscirono ad accedere alle banche dati degli Schwartz, salvando i risultati delle loro ricerche...”
“Mica scemi” sentì Nagi esclamare, prontamente fulminato da un’occhiata assassina di Natsuki.
La Direttrice si rivolse a Nina. “Questo cosa comporta per noi?”
“Che tutte le informazioni sull’Oscurità, e sui poteri garantiti a coloro i quali rinunciano al proprio Cuore, sono a nostra disposizione. Gli Schwartz non sono arrivati a creare esseri superiori come i Nobody, ma ci sono andati abbastanza vicino” la ragazza rispose in un fiato, osservando Mashiro e Arika sbiancare a quelle parole.
Il Generale, invece, stese le labbra in un sorriso omicida. “Questa è la cosa più interessante. Le informazioni sono potere. Ci aiuteranno a sconfiggerli.”
“E chi, di grazia, dovrebbe gestirle?” scattò Natsuki.
“Chi vuoi. Purché ne veniamo a conoscenza.”
“Ne? Ti puoi scordare che collaboreremo con voi.”
“Nemmeno se il vostro maledetto pianeta dovesse rischiare di essere ridotto in polvere cosmica?”
“Molto meglio di vederlo ridotto alla copia del vostro.”
“Perché non lo chiedi ai tuoi compatrioti?” Il Generale fissò Natsuki quasi con pietà. “Oltretutto, ti devo ricordare di nuovo come le vostre Otome non sono in grado di proteggere niente altro che i loro signori? E forse nemmeno tanto bene quelli” terminò la donna, in un tono così sarcastico che Nina si chiese se non sapesse qualcosa di quello che era capitato a Mahya.
Quelli di Earth le sembravano possedere troppe informazioni su di loro, e Nina riteneva impossibile che le raccogliessero semplicemente andandosene in giro tra il Garderobe e il Palazzo Reale.
Natsuki incrociò le braccia davanti a sé. “Qualunque cosa possiate mettere in campo, non sarà mai equivalente al potenziale distruttivo di una Meister Otome” scandì come se stesse recitando una lezione.
Mashiro e Nagi le risero simultaneamente in faccia. Poi, di scatto, il Generale si alzò e si mise dietro la sedia della sua omonima di Earl, appoggiandole una mano sulla spalla e accarezzandole i capelli con l’altra. Così repentino era stato il gesto che tutti gli astanti rimasero incollati ai propri posti.
“Vedi?” disse soavemente la Mashiro di Earth, mentre lo sguardo della Regina volava d’istinto verso Arika. “Non mi ricordo se anche quando l'Otome non ha materializzato la veste lei e il suo padrone comunque condividono la vita. Forse è il caso di assodarlo, che dici? Dopotutto ci metterei un istante a spezzarle il collo, e voi non potreste fare nulla.”
Arika balzò in piedi, prontamente bloccata da Natsuki. “Rimani ferma dove sei” le intimò la Direttrice, apparentemente tranquilla.
“Ho capito dove vuoi arrivare” poi disse al Generale. “Ma ti assicuro che nessuna delle nostre ragazze si farebbe mai prendere così alla sprovvista.”
“Ma non mi fare ridere.”
La voce sprezzante di Nagi calò su di loro come una doccia fredda. Mashiro si liberò con uno strattone dalla blanda presa della suo omonima, e scoccò all'albino uno sguardo furibondo.
“Non vi pare che sia ora di finirla con tutti questi giochetti? Cosa credete, che non sappiamo che probabilmente tenete prigioniere due delle nostre Otome? Ecco come avete scoperto il funzionamento dello Shinso, informazione che avete poi passato ai governanti di Earl. Vi rendete conto che questo pianeta, per colpa vostra, è sull'orlo di una guerra civile nel momento di massimo pericolo? Perché ci avete fatto questo? Il Garderobe è l'unico baluardo contro i mostri che ci stanno assalendo, e voi lo state screditando!”
Un attimo di attonito silenzio accolse le parole della Regina di Windbloom, dalla quale nessuno si era aspettato una presa di posizione così netta.
Ma, Nagi, al quale la ragazza si era rivolta, si appoggiò comodamente contro lo schienale della sedia, e le sorrise compiaciuto.
“Screditare? Non dovresti usare parole delle quali non conosci il significato.”
Il volto di Mashiro si imporporò dalla rabbia, ma il Generale la anticipò.
“Noi non abbiamo calunniato nessuno, ma solo fornito ai... diciamo vostri clienti, tutti i termini dell'accordo, che dubito conoscessero. Erano parecchio stupiti, sapete? E comunque siete voi ad avere mancato per primi la fiducia che vi era stata data.”
Nina osservò Natsuki stringere i pugni. Era consapevole della verità nascosta in quelle parole, visto che lei stessa si era sentita tradita quando lo era venuta a sapere. Accanto alla donna, Shizuru Viola alzò gli occhi e parlò per la prima volta. “State cercando di rendervi indispensabili, non è vero?”
Alla brutale domanda il Generale e Nagi non risposero immediatamente, un segno che a Nina non sfuggì. Come non eluse il suo occhio critico il fatto che la Meister dell'Ametista fosse fin troppo calma dopo quello che aveva passato. Nina stessa aveva giocato la carta dell'impassibilità molte volte, quando era irritata o frustrata, ed era quindi abbastanza certa che Shizuru stesse solo mimando quell'apparenza soave.
“Il nostro pianeta è nel mirino di questi esseri, e voi arrivate giusto in tempo per avvertirci e per proporre un'alleanza a noi sicuramente svantaggiosa. E quando noi ci opponiamo voi tentate tutte le più bieche tattiche di pressione psicologica per demolire la nostra risoluzione, e per portare sempre più regni dalla vostra parte. Un piano veramente diabolico...”
Shiruru e Nagi si guardarono e, con gran sorpresa di Nina, il Colonnello sorrise alla Otome, falsamente amabile tanto quanto lei.
“Grazie per il complimento.”

Nina rimase a fissarli impotente mentre riprendevano a insultarsi, incerta se il suo ruolo di depositaria dei segreti del Garderobe le consentisse di intervenire. Odiava vederli litigare, perché entrambe le parti avevano le loro ragioni, ma odiava ancora di più l’idea che stessero tragicamente perdendo tempo. Adesso che i Nobody erano apparsi, l’aiuto di Earth le sembrava quanto meno necessario.
Senza che lei se ne accorgesse, Nina posò gli occhi su Mashiro e su Arika.
'Non posso farne a meno, non voglio che i miei sbagli, ancora una volta, danneggino le persone alle quali voglio bene. Sono pronta ad essere odiata, purché restiate in vita.'
Stava per aprire bocca quando, incredibilmente, proprio Arika balzò in piedi.
“Adesso basta” la ragazza urlò con voce decisa e stentorea, ottenendo che tutti si girassero verso di lei.
“Ci stiamo comportando proprio come vogliono quelli. Perché? Non siamo entrambi dalla stessa parte? Possibile che non possiamo trovare una soluzione? Mia nonna diceva che con la volontà si ottiene tutto, ma voi non state nemmeno tentando.”
Guardò gli astanti uno per uno, intensamente, fino ad arrivare a Nina. L'amica annuì convinta, profondamente grata per l'interruzione.
“Arika ha ragione. Siamo ridicoli, tutti. Nessuno di noi può vincere separatamente contro quelli. Useranno le stesse forze della natura contro di noi, e poteri mentali contro i quali noi non abbiamo nessuna protezione.”
“Lo sai da quei file?” le chiese il Generale.
“Sì. Erano descritti dettagliatamente. Telepatia, teletrasporto, pirocinesi... la lista è pressoché infinita.”
Lei e Natsuki si guardarono, con più preoccupazione che astio, per una volta. “Se è vero la telepatia sarà un problema particolarmente critico, sicura che non ci sia nulla che funzioni da schermo?”
Nina avvertì una leggera esitazione in quelle parole mentre, accanto a Mashiro, una smorfia sfuggì a Nagi; era l’ennesimo gesto di disagio che filtrava dalla consueta aria sarcastica e noncurante dell’uomo e Nina, che lo conosceva bene, non poté non notarlo. Il Colonnello era preoccupato per qualcosa, più di quanto l’avesse mai visto in vita sua; un atteggiamento che lei trovava curiosamente analogo a quello di Shizuru. L'idea stessa la innervosì.
‘La situazione deve essere proprio brutta se le due persone che solitamente mantengono una calma celestiale, anche quando infuria la battaglia, hanno quelle facce.’
Accantonò per il momento il problema, richiamando invece alla mente i dettagli che aveva carpito dai file della biblioteca. Non le era stato possibile leggere tutto, ovviamente, ma aveva cercato di memorizzare ogni informazione possibile sui misteriosi nemici, e le relative contromisure.
“L'alieno che ci avvertì di temere l'oscurità preparò dei filtri attorno al Garderobe, alla Biblioteca, al Palazzo Reale e agli altri obiettivi sensibili di Earl. In quei luoghi, i poteri mentali dei Nobody sono considerevolmente ridotti o annullati. E non possono utilizzare quelli che chiamano i 'sentieri delle ombre' per teletrasportasi dentro.”
“E per le persone, invece? Non ha pensato a chi combatteva?” le chiese Natsuki.
“Le nanomacchine attivate svolgono la stessa funzione. Il campo di forza che circonda il corpo delle Otome emette un segnale di distorsione che impedisce la lettura del pensiero, mentre ogni attacco esper viene deviato.”
“Ma se quegli esseri possono modificare la materia, cosa gli impedisce di disgregare le nanomacchine stesse?”
Nina scosse la testa. “Non puoi agire su qualcosa che non riesci a vedere. È questo il principio su cui si basa lo scudo generato.”
All'improvviso il telefono nella stanza squillò, e la Direttrice si allontanò per rispondere.
“Ma questo vale solo per le Otome, non è vero?” fu la volta del Generale De Windbloom di domandare.
“Non era specificato, ma dovrebbe essere così.”
La donna aliena piegò le labbra in un sorriso glaciale. “Non proprio. Visto che anche nel corpo dei vostri padroni esistono quelle cose, il principio dovrebbe essere valido anche per loro.”
“Dimentichi che quel tipo di nanomacchina non genera nessun campo di forza” ribatté la sua omonima, difendendo il Garderobe.
Ma il Generale le ribatté sprezzante, guardandola con compassione. “Bell'affare avete fatto. Condividete con le vostre guardie del corpo la vita e non vi hanno nemmeno protetto a dovere. Cosa dovrebbe impedire a un nemico di prendere di mira voi, che siete l'anello debole del sistema?”
“Perché nessuno sarebbe così scorretto” si inalberò Mashiro, che puntò poi un dito accusatore verso Nagi. “Eccetto quello. Che durante la battaglia campale contro Windbloom tentò di colpire la nave che trasportava i nobili di Earl.”
“E quanto vorrei esserci riuscito” sussurrò l’albino, a voce abbastanza alta perché almeno Nina lo sentisse.
La ragazza dovette trattenere un sospiro esasperato. Per quanto fosse stata cresciuta in quel sistema, e le avessero insegnato a rispettarlo, non poteva chiudere gli occhi di fronte all'assurdità e alla pericolosità di certi schemi e regole, che funzionavano solo finché tutti i combattenti li rispettavano.
Anche il Generale stava evidentemente soffocando un ghigno di scherno. “Il problema è il vostro modo di condurre una campagna militare. Dovrete cambiarlo drasticamente, se non volete essere annichiliti.”
Il volto di Mashiro si imporporò ma, prima che potesse ribattere, la voce di Natsuki calò funerea su di loro. “Ha ragione, purtroppo.”

Tutte le teste si girarono verso la Direttrice. La donna aveva ancora in mano il ricevitore del telefono, che appoggiò delicatamente alla forcella. Ogni suo gesto era misurato, e le labbra tirate e livide. Ritornò a sedersi al suo posto, incrociando le dita davanti agli occhi.
“È giunta notizia che tre Otome dei Regni di Florince e Annam sono disperse insieme ai loro signori. Ve lo chiedo una volta sola ed esigo una risposta chiara. Voi di Earth avete qualcosa a che fare con questo?”
La risposa del Generale fu netta. “Assolutamente no. Si può dire che quelli di Florince siano nostri alleati. Non vedo perché avremmo dovuto danneggiarli.”
“Forse per tirare acqua al vostro mulino” sibilò Mashiro, bloccata dalla mano alzata di Nastuki. La donna sembrava esausta, mentre si teneva con l'altra il capo, come se in preda ad una terribile emicrania.
“Lasciamo perdere. In virtù di quello che c’ha ricordato prima Arika, facciamo finta che questa volta potreste dire la verità.”
Il Generale incrociò le braccia davanti a lei, annuendo. “Anche perché oramai non c’è nulla che noi non sappiamo sulle vostre ragazze, mentre per i Nobody sono ancora un mistero. Oserei dire che... vi stanno mettendo alla prova.”
“Scartata l’ipotesi di un complotto, è la cosa più probabile.” Natsuki si rivolse a Nina. “A questo proposito, c’è qualcosa là dentro che potrebbe aiutarci?”
La stanza era piuttosto calda, ma Nina rabbrividì nonostante la temperatura. Un terrore atavico le serrò la gola. “L’unico modo che gli antichi abitanti di Earl trovarono per fermare i mostri creati dall’Oscurità fu di annientare gli Schwartz, devastando la zona del pianeta dove abitavano.”
“Con l’Harmonium” finì Nagi per lei.
‘Perché questo nome mi perseguita?’ si disse, facendosi forza perché in quel momento avrebbe solo desiderato essere sola, lasciata ad accartocciarsi dal dolore che ancora i ricordi le suscitavano. Sapeva che non avrebbe dovuto ma, istintivamente, si girò verso Nagi, la persona che l’aveva spinta ad impiegare quella macchina diabolica. E scoprì che l’albino la stava fissando con un’espressione strana, un misto di curiosità e comprensione.
“Nina?” sentì la voce di Arika chiamarla, e i suoi occhi tornarono sull’amica, che invece sembrava semplicemente addolorata.
“Va tutto bene” esalò dopo aver preso un bel respiro. “Scusatemi, io...”
Natsuki annuì lentamente. “C’è qualcosa che ritieni possa esserti sfuggito? Pensi di farcela a tornare nella biblioteca a controllare?”
Nina strinse i denti. Sapeva benissimo cosa c’era là dentro. Qualcosa che si era ripromessa di rivelare. Si piantò le unghie nei palmi delle mani, ma qualcuno rispose al posto suo.
“Non mi sembra così fondamentale, dopotutto.”
Alzò gli occhi straniti verso la Mashiro di Earth, che la indicò con un cenno quasi brutale del capo. “Natsuki, non vedi che è stravolta? Lasciala perdere, per ora abbiamo informazioni sufficienti. È ovvio che se l’obiettivo dei nostri nemici sono i vostri master, la cosa più intelligente da fare è renderli minimamente in grado di difendersi.”
L’espressione dell’altra Mashiro si fece insofferente. “Non hai capito che la loro difesa più grande è costituita delle rispettive Otome?”
“E tu non ci arrivi che l’Otome stessa ha ben poco scampo se quelli la immobilizzano in qualche modo e procedono ad eliminare il suo signore? Non credo sia poi così difficile, soprattutto per le meno esperte di voi.” Quelle parole gelarono le presenti. “Senza contare che le vostre ragazze non possono vivere a stretto contatto con il loro signore, ventiquattro ore su ventiquattro, sempre all’erta. Basterebbe un qualunque cecchino per togliere entrambi di mezzo.”
La donna allungò le mani davanti a sé. “Se la strategia di quegli esseri non è quella di attaccarvi in massa, come pare, ma solo di diffondere il panico, più Otome mancheranno all’appello più, quando i vostri popoli sapranno cosa sta succedendo, la loro reazione sarà incontrollata. Perché si fidano di voi, e vi adorano come dee. Ma dovessero mai realizzare che gli state nascondendo qualcosa e che, per non rivelare i vostri segreti, avete messo in gioco la sicurezza del pianeta, abbatteranno questo posto a mani nude, concedendo di tutto ai Nobody pur di aver salva la vita. La caduta degli dei è sempre parecchio rumorosa; l’ho vista su altri mondi, Natsuki Kruger.”
La Direttrice si passò una mano sugli occhi, profondamente turbata. “E credi che io non lo sappia, Generale?” Guardò Shizuru, il cui sorriso sembrò calmarla.
“Va bene” esclamò quindi con più forza. “Cosa suggerite di fare?”
La Regina di Windbloom aprì la bocca per protestare, prontamente bloccata dalla significativa occhiata di Natsuki.
“Per prima cosa aumentate la sicurezza intorno a tutti gli obiettivi sensibili e ai vostri governanti. Dategli più Otome, se necessario. E poi dovete far sì che anche le nanomacchine nel corpo dei master reagiscano agli assalti esterni, e non funzionino solo come collettori di informazioni ed energia. Anche se non forniscono uno scudo ad attacchi fisici, il fatto che blocchino, in qualche modo, quelli psichici potrebbe darci un aiuto.”
“Ne parlerò a Yokho.”
“Converrai con me che la collaborazione con i nostri esperti in materia sarebbe preziosa per tutti.”
“Devo consultarla” ribadì ostinata Natsuki. “C’è altro?”
Il Generale sorrise. “Forse ci serve una cavia” disse lanciando uno sguardo allusivo alla Regina Mashiro.
Prima che la ragazza potesse reagire, Nagi si intromise.
“Una scelta ideale. Non ha comunque nulla da fare se non pensare allo shopping tutto il giorno.”
“Ma che dici? Io ho riunioni continue con i miei generali e i ministri. E non possiamo certo chiederlo ad uno dei nostri alleati. Tu, piuttosto, che sei qui in vacanza.”
L’albino si girò trionfante verso Natsuki. “Ah già. Dimenticavo che quella robaccia l'ho anch’io, anche se inattiva. Povero me, che destino crudele doversi sacrificare per la scienza e questo stupido pianeta.”
Nina non poté esimersi dall’alzare gli occhi al cielo. ‘Mashiro cade sempre nei giochetti di Nagi. Così, sarà il primo ad avere i risultati degli esperimenti. Anche se è vero che non c’è candidato ideale; nel caso qualcosa dovesse andare storto non perderemmo nulla.’
Intercettò un’altra occhiata di Nagi rivolta a lei, quasi complice, che incassò profondamente a disagio.
'Ma che dico? Proprio io che avevo giurato di proteggere quest'uomo...'
Il rumore della sedia di Natsuki, spostata quasi con astio, la strappò da quei pensieri. L’espressione della Direttrice era ancora preoccupata, ma ferma, quando si alzò in piedi. “Bene. Vi farò sapere in serata la decisione, e gli eventuali dettagli. Adesso è meglio aggiornaci, dobbiamo tornare al Garderobe, visto che abbiamo perso fin troppo tempo.”

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Nina attese che Arika le fosse a fianco prima di abbandonare la sala. La ragazza era insolitamente pensierosa mentre Mashiro, accanto a lei, chiaramente fuori di sé.
Percorsero insieme tutto il piano, e scesero a quello sottostante dove si trovava l’ascensore ma, giunte davanti alle porte, la ragazza con i capelli lavanda richiamò Arika.
“Vieni con me, ti prego. Ho un’ora prima della prossima riunione e vorrei riposare un po’. Mi fai compagnia? Tu, Nina, per come si sono messe le cose, meglio se ti rechi di nuovo alla biblioteca e cerchi di scoprire il più possibile su quegli esseri.”
Arika fece per aprire la bocca ma Nina annuì grave, bloccandola con un’occhiataccia. L’avrebbe fatto di controvoglia, ma era l’unico modo con il quale si potesse rendere utile.
Poi rimase a guardare le sue due amiche che scomparivano oltre le porte dell’ascensore, cogliendo solo l’ultimo cenno d’angosciata intesa di Arika. Nina immaginava quello che stesse passando nella testa di Mashiro, e non poteva biasimarla, ma non poteva nemmeno sottrarsi dal sentirsi rifiutata.
‘D’altronde, cosa c’è di nuovo? Per tutta la vita la gente mi è stata alla larga, per un motivo o per l’altro.’
Si girò sui tacchi, con il morale sotto le scarpe, e fu con una certa sorpresa che udì una voce richiamarla dalla rampa di scale sopra di lei.
“Belle amiche, quelle che ti abbandonano nel momento del bisogno.”
Alzò lo sguardo verso Nagi. Dalla posizione dove si trovava doveva per forza avere visto la scena. Impietrita al suo posto lo guardò scendere la scala, con in volto quella strana espressione non certo affettuosa, ma nemmeno apertamente derisoria, che sembrava riservare solo a lei.
Nina si irrigidì. “Non ho bisogno della tua compassione. E poi è giusto così.”
“Brava. Stai trovando ancora delle scuse per l’odio che ti attiri addosso da tutti?”
“Fanno bene ad odiarmi. Ti sei dimenticato quello che ho... che abbiamo fatto?”
L’albino alzò le spalle. “Se fosse per quello non ti avrebbero nemmeno permesso di stare qui. Non prendiamoci in giro, lo sai benissimo che il loro rancore è roba nuova.”
“Te ne stupisci? La Dea Gatto salta fuori dopo tutti questi anni a dire che l’erede legittima deve praticamente riprendere il suo ruolo, dopo tutto quello che Mashiro ha fatto e sacrificato per questo paese.”
Nina si scoprì improvvisamente commossa, e dovette distogliere lo sguardo. “Io avevo giurato che non avrei più fatto soffrire nessuno, e invece...”
“Quella di Mashiro è solo invidia. Cosa vuoi che importi qualche lacrimuccia, sapendo che grazie al tuo aiuto questo pianeta sarà salvo?”
“Lo so. Ma loro sono le due persone a me più care. So perfettamente che non lo capirai, ma è soprattutto per loro che lo sto facendo, anche a costo di attirarmene l’odio.”
Nina non aveva idea di dove stesse trovando il coraggio di parlargli così, alla persona che per tutta l’adolescenza le avevano insegnato a rispettare. Ma, dopotutto, si rese conto amaramente di non poter parlare di quelle cose con nessun altro.
“No, in effetti non capisco e non voglio capire.”
‘La tua anaffettività è confortante come mettere la mano in una bacinella d’acido, ma mi fa piacere sapere che certe cose non cambiano mai. Per un istante ho avuto il dubbio che volessi giocare la carta del consolatore di afflitti, che non ti si addice per nulla. ’
Nina lo guardò di sottecchi. “E quindi smettila di giraci attorno. Che cosa vuoi da me?”
“Solo avvertirti di sceglierti con cura quelli che ti possono aiutare.”
Il sorriso di Nagi, adesso, era talmente sinistro che Nina fece un passo indietro.
“Sei carne da macello per loro. Se non stai attenta finirai a fare la prescelta che lasceranno sacrificare per salvare questo mondo.”
“E se anche fosse?” ritorse lei. “Non puoi dire che non me lo meriti.”
“Ma lo vuoi, davvero? Che cosa avrai mai ancora da scontare, ragazzina? Quando sai benissimo che il vero colpevole di quello che ti è successo sta davanti a te.”
La ragazza non poté trattenersi dall’arrossire violentemente.
“E la cosa non ti turba minimamente, immagino?” gli chiese ironica.
“No. Non quando sono ancora convinto che ero nel giusto, come gli avvenimenti di questi giorni stanno dimostrando. Se ai tempi avessimo vinto la guerra, e la tecnologia fosse stata rilasciata, adesso non ci troveremmo in questa situazione. Dovresti averlo capito, da quello che hai visto là dentro.”
L’accenno alla biblioteca, e a quello che conteneva, la fece sbiancare. Nagi dovette accorgersene perché le sorrise comprensivo.
“Non ti preoccupare. A differenza di questa gente, non c’è nulla in quei file che gli scienziati di Earth non riuscirebbero a gestire.”
“Mi stai dicendo di affidarmi a loro?”
Nina strinse le mani a pugno, per bloccare il tremore. Non voleva farsi vedere proprio da Nagi in quello stato.
“Preferisci metterti nelle mani di gente che ti ha raccontato bugie per tutta la tua vita? Che ti ha fatto credere di non poter andare a letto con l’uomo che desideravi perché era... peccato? Che lascia morire i bambini nel deserto, negandogli le cure necessarie, perché da qualche antibiotico i cattivi potrebbero ricavarci una testata nucleare? Le tue paure sono solo superstizioni, che ti hanno inculcato in testa in quella gabbia di fanatiche che chiamano Garderobe, te ne rendi conto?”
Per una volta, Nagi le sembrò sinceramente irritato. Tante delle cose che diceva erano in qualche modo vere, ma una in particolare non lo era.
“Ti sbagli” urlò angosciata. “Là dentro c’è qualcosa che è veramente il male assoluto. E non perché non si possa capire com’è assemblato. È fatto da mani umane ma la sua essenza, il suo scopo, sono malvagi. E tu dovresti capirlo visto che sei stato con me.”
Nagi aggrottò le sopracciglia chiare. “Sono stato dove?”
“Quando il potere dell’Harmonium fluiva dentro di me noi due eravamo connessi. Non puoi dire che quell'affare non abbia avuto nessun effetto su di te, quando più passava il tempo più perdevi la testa. Tanto quanto io smarrivo il controllo su me stessa. È l'Harmonium, che tu ti ostinavi a farmi usare, che ci ha fatto perdere la tua preziosa guerra, ricordatelo. E io adesso devo accettare che...”
Si bloccò, consapevole di stare boccheggiando. E che Nagi la stava guardando fin troppo interessato.
“Nina, esattamente cosa nasconde quella biblioteca?”
Incapace di trattenersi si premette una mano sulla bocca. ‘Che qualcuno mi aiuti’ la ragazza gridò silenziosamente.
La voce che le rispose era calma e pacata, ma non era quella di Nagi.
“Allontanati da lei.”
Il Colonnello si scostò leggermente, quel tanto che bastò per permettere a Nina di vedere la figura elegante di Shizuru Viola dietro di lui.


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Cameratesco abbraccio a Shainareth e Solitaire per tutto l'appoggio, l'aiuto, il betaggio, i commenti salaci, e tutto quello che voi sapete ^_^
Poi, come sempre, grazie a tutti i lettori e a chi mi fa sapere in vari modi (commenti, email, piccioni viaggatori, gufi) cosa pensa di questa storia. In ordine sparso, Hinata, Chiarucciapuccia (che ti posso dire? Qualcuno doveva morire, e non avevo cuore che fossero ancora Akane e Kazuya a lasciarci le penne ^^ Ho votato per l'alternanza), Frozen (insieme coerente... speriamo sia così fino alla fine, mia cara!), NicoDevil (un'altra fan di Kingdom Hearts? Woohoo!), Gufo_Tave.
Sì ecco, avevo pensato anch'io che se quelli di Artai avessero raso al suolo il Garderobe quando ne avevano avuto la possibilità si sarebbero risparmiati un mucchio di grane. Invece se lo sono lasciati riprendere sotto il naso! Ma sai, ho raggiunto la triste consapevolezza che se l'autore non facesse fare ai "cattivi" delle stupidaggini i "buoni" non vincerebbero mai *_*
Comunque ho guardato bene e nessuno su Earl aveva aerei. Come dire, volavano le Otome, volavano i piedistalli da dove si lanciavano le Otome (!!!), mentre gli aerei erano belli parcheggiati ma nessuno li usava. Misteri di Earl. Ma, in ogni caso, niente che il cannone da assedio che avevano montato a un chilometro scarso dal Garderobe non potesse fare... *_*

By the way, Gufo_Tave ha avuto un'idea per un interessante crossover Otome/Dr. House (e Otome/Saint Seiya... magari!), qui per maggiori dettagli: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7606603

  
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