Capitolo 40: E lo sciagurato rispose!
D |
opo
essersi sfilata le pantofole per esser certa di non produrre il benché minimo
rumore, la “piccola” Sayaka si accostò finalmente al giaciglio del “povero”
Alan, immerso in un sonno a prova di esplosione atomica…
O
forse non proprio, dal momento che, di quando in quando, lievissimi sospiri
sfuggivano dalle sue labbra, atteggiate in un sorriso appena percettibile.
La
fanciulla dai capelli castani allungò la sua piccola mano tremolante ad
accarezzare quei bellissimi capelli corvini, contemplando nel frattempo il delizioso
visetto da bambino che mostrava in quel momento l’intrepido segugio di Saint
Tail.
*La
serenità della tranquilla coscienza…!* commentò Sayaka, dentro di sé.[1]
Poi,
cercando di attenuare i battiti del suo cuoricino tormentato, la rivale di Lisa
e di Rina si chinò a baciare la guancia del suo bramato sempai. O almeno era
quella l’intenzione, perché il risultato fu in realtà abbastanza differente… essendo
entrata in funzione, proprio in quel momento, la routine di spostamento automatico,
il corpo del detective si girò dal fianco destro sulla schiena, cosicché, in
questo modo, la rosea boccuccia di Sayaka venne a trovarsi improvvisamente in
rotta di collisione con quella del ragazzo, che aveva preso il posto del primo
obiettivo!
Scrivere
che il fenomeno suddetto provocò del disappunto in quella “ragazza di buona
famiglia” significherebbe ingannare i lettori, anche se la gioia scoppiatale
nel petto fu discretamente vanificata dalla paura: se a quel contatto il suo
bello si fosse svegliato, la magia del momento si sarebbe di sicuro trasformata
in tragedia! Perciò, sebbene a malincuore da parte della Neuro, l’ordine di
distacco alla Motoria di Sayaka venne repentinamente impartito da parte della
sua Cerebrale…
Fu
però un distacco di pochi centimetri, giacché, immediatamente dopo,
“Lisa…!”
Le
membra dell’intrusa s’irrigidirono, i pugni le si strinsero e un velo d’umido
le passò sulle pupille. Provò ad arricciare le labbra ma non servì granché;
infatti, strizzando gli occhi, si ritrovò subito le guance bagnate.
Sebbene
negli ultimi tempi si fosse lasciata trasportare da un certo egocentrismo,
Sayaka Shinomya era pur sempre una ragazza dolcissima, incapace di portare
rancore a qualcuno e anche lei ben disposta verso la beniamina della classe.[2] Ma la
gelosia è una gran brutta bestia, non molto adatta a tirar fuori la parte migliore
delle persone… un moto di stizza pervase quindi la rivale di Haneoka, anche nei
confronti del suo preferito.
“Sei
uno stupido…!” sibilò, levando addirittura la mano, come a volergli mollare uno
schiaffo! Subito, però, dando nuovamente ascolto ai propri sentimenti,
trasformò quel gesto ostile in una carezza, che a lungo indugiò su quella
stessa guancia, rimasta priva di quel precedente bacio.
“Seya…!”
mormorò ancora l’incauto detective.
A
quel secondo nome Sayaka s’impietrì, sbarrando tanto d’occhi e la sua Cerebrale
si mise fatalmente al lavoro… era vero: quello stesso giorno, alla mensa, Alan
le aveva confessato di preferire la misteriosa ladra alla sua compagna di
scuola!
“Seya…
Lisa… ti amo…!”
Trascorso
il primo attimo di sconcerto, Sayaka si era seduta sul bordo del letto,
continuando imperterrita ad accarezzare “quella faccia da schiaffi”.[3]
“Disgraziato…”
sussurrò “…ma chi ami veramente, delle due?”
Come
a voler rispondere a questa domanda (c’è da chiedersi se, a porgere un cappio a
un individuo intontito dal sonno, lo si vedrebbe impiccarsi da solo) il ragazzo
continuò: “Non m’importa… chi tu sia! Lisa… Seya… ti amo…!!”
“Cosa…??”
sussultò miss velo da sposa,
sentendosi mancare il fiato.
Dopo
essere riuscita a riordinare un po’ le idee, Sayaka fissò risolutamente il suo
prezioso “ospite”, dopodiché le venne
un’ispirazione diabolica: avvicinò la bocca al suo orecchio e domandò: “Allora…
hai scoperto… che Lisa… è Seya…?”
Alcuni
secondi d’intervallo le fecero temere che Alan si fosse addormentato del tutto,
ma disgraziatamente non era così e la conferma arrivò ineluttabile: “Sì… ma io…
ti amo… mia dolce… Saint Tail!”
“Brutto…”
Il
provvidenziale sfogo della fan, “umiliata” da quella fatale rivelazione, venne malauguratamente
interrotto dalle stesse braccia del giovanotto che, imprigionando rapidamente
il suo corpo, l’obbligarono a stringersi teneramente a lui…
“Se…
sempai…!!” esclamò la ragazza, alquanto disorientata.
“Non…
fuggire… più! Ti scongiuro…!” supplicò Alan, nel dormiveglia, accarezzandole la
schiena.
“Ma…”
“Perdonami…
per prima… ma ora…”
“Alan…”
“…sono
pronto! Facciamolo…!!”
“Che…??”
“Sì…
ora… posso farlo” la sua stretta si accentuò “Lisa… Seya… ti adoro… ti
desidero… ti voglio…!!!”
“Io
non son…” la debole protesta della giovanetta venne di nuovo interrotta dal
bacio dell’ignaro detective, reso suo malgrado intraprendente dalla rinnovata
efficienza dei suoi ricollegati attributi!
Immediatamente
dopo la fanciulla trasalì, nel sentire la mano di Alan che le abbassava una
spallina della camicia da notte… per un istante fu tentata di gridare e di respingerlo,
ma, quasi subito, la paura e l’imbarazzo vennero zittite dal desiderio e dalla
passione.
D’altra
parte, quanti di noi esiterebbero a lungo davanti a un’opportunità, sia pure
galeotta, ma consapevolmente irripetibile?
Carpe diem, recita il motto. E se l’occasione fa l’uomo ladro (o
la donna ladra, come s’è visto), rende
pure l’amante intrepida!
E
così la dolce Sayaka, ultima erede della Principessa Rosa di Leche e terza
pretendente alla mano del “ragazzo speciale” di Seika, dopo avere sferrato un deciso
calcetto alle proprie rimanenti esitazioni, ricambiò voluttuosa quell’abbraccio
caldissimo e del tutto inaspettato. Dopodiché, mentre la sua lingua danzava frenetica
con quella di Alan, si distese dolcemente sul suo corpo, predisponendosi ad
assaporare tante nuove e sconosciute sensazioni…!
Non
è dato sapere se la sua primitiva intenzione fosse stata solo quella di dare al
suo amato un casto bacino della buona notte… comunque, ora come ora, quell’audace
adolescente - erroneamente definita “sciacquetta” da James “Azzeccatutto”
Watson - era fermamente decisa a diventare donna… la sua, naturalmente!
***
Proprio
quella notte gli organici Julius Chester e Roger Pipps, assistenti della
Sezione Riproduttiva, erano di guardia alla camera di controllo fecondativo. Il
secondo stava svogliatamente riportando su una scheda i parametri provenienti dal
sistema diagnostico (che dovevano essere controllati ogni ora), mentre il primo
sfogliava distratto una recente copia di Playboy.
A un certo punto l’assistente Pipps attirò l’attenzione del collega: “Ehi,
Julius: guarda un po’ qui…!”
“Che
ti succede?” chiese l’altro, senza distogliere lo sguardo dalla rivista.
“Ecco…
forse è solo un contatto… ma si è appena acceso un allarme sensuale di primo
grado!”
Chester
si limitò ad alzare un sopracciglio, poi suggerì: “Prova a picchiarci sopra col
dito!”
Pipps
fece come gli era stato detto e in effetti, dopo alcune toccatine, la spia cessò
di lampeggiare.
“S’è
spenta!” riferì.
“Mm-mmm!”
si limitò ad annuire il collega.
Tutto
sembrava tornato tranquillo. Del resto, da quando, non molto tempo addietro, il
loro organismo aveva raggiunto la pubertà, il carico di lavoro gravante sul
personale della Genetica non aveva subito nessun incremento significativo, limitandosi
ancora ai normali check-up. Questo, almeno, fino agli ultimi turbolenti giorni…
tuttavia, adattarsi alla nuova situazione dopo anni di sonnacchiosa routine,
non era affatto semplice, né tanto meno rapido.
“BEEEP…
BEEEP… BEEEP… BEEEP…”
Quel
forte suono, stridente quanto repentino, fece sobbalzare dalla sedia Julius
Chester, mentre la copia di Playboy
volava fino al centro della stanza, rimanendo aperta sulla foto di una modella
curiosamente somigliante ad Eimi “Lucifer” Haneoka…!
“Cosa
diavolo…?!” mormorò l’assistente cogli occhi sbarrati sul pannello principale,
al cui centro un riquadro rosso lampeggiante faceva sinistramente risaltare la
scritta MASTER
ALARM…!
“Julius:
guarda il messaggio sull’analizzatore: siamo in condizione C!”
“Come?!
Hai detto C…? Ma… chi sarebbe l’organismo complementare?”
“Non
lo so, non lo hanno riferito… ma il livello eccitativo è già su DEFCON 2!
Mentre
Pipps stava parlando, due sportellini si aprirono davanti alle rispettive
postazioni degli operatori, facendo comparire due chiavette d’identico aspetto.
Contemporaneamente, il display sul pannello principale trasmetteva un’istruzione
precisa:
INSERT KEYS in SWITCHER
LOCKS
“Ma…
siamo già a questo punto…??” esclamò Chester, con la fronte già coperta di
freddo sudore “Non ci posso credere…!!”
“Sta’
calmo” provò a rassicurarlo Pipps “forse è solo un’esercitazione!”
Ma
il collega non ne era affatto persuaso e provvide a effettuare un velocissimo
check-up, dal cui responso risultò che il raccordo di giunzione aveva
inequivocabilmente effettuato il rendez-vous con un’interfaccia di passaggio: i
parametri tattili, termici e igrometrici non lasciavano dubbi di sorta!
“Cribbio!!
Altro che esercitazione: questo è un amplesso vero e proprio…!”
“Allora
dobbiamo precedere. Inserisci la chiave!” replicò Pipps, passando dalle parole
ai fatti. Con mano febbrile, il collega lo imitò: afferrò la sua chiavetta
dallo sportellino e la introdusse a fatica nella serratura. Poi, con l’altra
mano, eseguì un’ultima verifica che generò quest’altro messaggio sul display:
STF
READY for EMISSION: TURN THE KEY TO send
Dopo
essersi terso velocemente la fronte, Julius mormorò al compagno: “Ok, Roger… al
mio via!”
“Pronto!”
confermò Pipps.
Con
la coda dell’occhio, Chester stava però osservando anche il pannello del
miscelatore cromosomico, dove una diversa scritta ricordava chiaramente la
funzione biologica della procedura che stavano per mettere in atto…
STF COMPOSITION CORRECT:
106 X-TYPE + 106
Y-TYPE GAMETES
“No,
un momento: chiediamo conferma, prima…!”
“Non
c’è tempo, Julius: siamo già a DEFCON 1: dobbiamo emettere!”
“Roger,
i sensori tattili del raccordo segnalano che non sono state prese precauzioni…
e non credo che il signor Alan abbia già deciso di cimentarsi nella paternità!!”
“Le
avranno prese nell’organismo ricevente!”
“E
come facciamo a saperlo…? Voglio essere sicuro, prima di fecondare una donna!”
Il
povero Chester mise mano al comunicatore intersezionale, ma poco dopo il compagno
lo vide dare rabbiosamente un pugno sulla console…
“Maledizione!!
I contatti con
“Julius,
ci hai provato, ma ora dobbiamo eseguire. Altrimenti Spade e Harper ci faranno
a pezzi!”
Chester
sospirò pesantemente, ma dovette dare ragione a Pipps: “Va bene, procediamo”
sospirò “dopo tutto, la responsabilità è la loro…!” detto ciò, tornò ad impugnare
la chiave, cercando di non badare al fortissimo formicolio.
“Ci
sei, Roger…?”
“Ci
sono!”
“Via…!”
All’unisono,
i due organici ruotarono lo chiavi in senso orario e subito il display del
miscelatore segnalò che il trasferimento del fluido era in corso… ciononostante,
benché non avessero compiuto che il loro dovere, Julius Chester, coadiutore del
capo-sezione genetico, non riusciva a liberarsi da un bruttissimo
presentimento.
“Buona
fortuna, signor Alan” lo sentì sussurrare il compagno “spero che sappia bene
quello che fa…!”
***
Nello
stesso momento in cui l’intraprendente Sayaka entrava di soppiatto nella camera
degli ospiti, Lew A1 Harper, Coordinatore dell’organismo, stava ascoltando il
rapporto dei suoi principali responsabili di sezione.
“Allora,
signori…” cominciò, con aria palesemente esausta “…facciamo il punto. Parker,
ci sono danni?”
“Fortunatamente
no” rispose il capo dell’Immunitaria “evidentemente l’autista del veicolo che
minacciava d’investire il signor Alan è riuscito a frenare in tempo. Anche la
precedente caduta provocata dell’esaurimento energetico, grazie alla perizia
del signor Kirby, non ha portato a nessuna conseguenza di rilievo… tant’é vero che
adesso il nostro assistito sta dormendo tranquillamente!”
“È
un sonno profondo?” domandò A1.
“Beh,
non proprio” intervenne il capo della Sensitiva “stiamo provando a fargli
raggiungere il 2° stadio, ma finora non siamo riusciti a farlo rilassare
sufficientemente!”
“Come
mai?”
“Purtroppo,
le emozioni provate questa sera lo hanno leggermente scombussolato!” spiegò il
collega della Neuro.
“Capisco…
beh, l’importante è che recuperi le forze” conciliò Harper “piuttosto, Gus,
cosa ci può dire riguardo alla sua attuale ubicazione fisica?”
Chandler
gettò uno sguardo su un rapporto appena stilato: “Stando ai parametri pervenuti,
direi, senza tema di sbagliare, che il nostro amico si trova coricato sopra un
letto!”
“Il
suo, voglio sperare!” puntualizzò
Marlowe, lasciandosi scappare un brivido.
“Eh,
non credo sia molto probabile” scosse la testa Chandler “dipende molto dal
luogo in cui è stato raccolto… e, soprattutto, da chi!”
“Infatti”
convenne Parker “anzi, riflettendoci, potrebbero averlo anche portato
all’ospedale!”
“E
sarebbe la cosa più augurabile…!” affermò con decisione sempre il capo della
Neuro.
“Certo
che i tuoi gusti sono alquanto discutibili, Phil!” gli fece eco il capo della
Cerebrale, che finora non aveva aperto bocca.
Marlowe
si voltò verso di lui: “Il tuo spirito di contraddizione non si smentisce, vero
Jim? Sarebbe invece più opportuno che cominciassi a darti da fare per rendere
il signor Alan meno succube di certe situazioni: sembra quasi che i suoi guai
ti divertano…!”
“Riconosco
la pertinenza della tua osservazione” rispose il collega alzando le spalle, pur
col viso leggermente arrossito “ma finché la tua equipe continuerà a succhiarsi
la maggior parte dell’energia fornitaci da Blackie, dubito di riuscire ad alzargli
il rendimento delle meningi!”
*Touché…!*
dovette ammettere mentalmente Phil, salvo però ribattere a voce: “Come scusa
non è male! Ma da te mi aspettavo decisamente di me…”
La
frase di Marlowe venne interrotta dallo squillo del comunicatore intersezionale
sulla scrivania del Coordinatore. Harper rispose subito: “Pronto? Sì, è qui!”
porse l’apparecchio a Chandler “Il signor Finch vuole parlarle d’urgenza!”
Il
capo della Sensitiva si portò velocemente il ricevitore all’orecchio: “Dimmi,
Peter, che c’è…? Ma… ne sei sicuro?! OK, sta’ calmo, arrivo subito!”
“Qualche
problema?” gli chiese A1, quando Chandler tornò a rivolgergli lo sguardo.
“Il
mio aiutante richiede la mia presenza in camera percettiva. Riferisce che
l’organismo sta subendo delle sollecitazioni sensuali piuttosto forti…!”
“CHE…??!!”
gridò immediatamente Marlowe.
“Andiamo!”
rispose invece A1, imponendosi di mantenere tutto il suo sangue freddo.
I
cinque componenti del Consiglio Organico si precipitarono nella camera di
controllo, dove trovarono l’intera equipe che zompettava frenetica da una
console all’altra, mentre le spie dei pannelli lampeggiavano allegramente come
luci di un albero di Natale…
“Che
sta succedendo, Pete…?” lo abbordò subito Chandler.
“Ah,
signore… meno male che è qui! Stiamo ricevendo una miriade di impulsi sensuali
di tutti i generi: tattili, olfattivi, telepatici… l’elaboratore della Genetica
è già praticamente saturo!”
“Avete
identificato l’organismo sorgente?”
“Purtroppo
il signor Alan è ancora mezzo addormentato e non possiamo ricevere segnali visivi.
L’elaboratore sta analizzando le onde cerebrali e…”
“Ecco
il responso, Peter!” annunciò un assistente.
Subito
dopo, i presenti lessero sul display del controllo percettivo il seguente
messaggio:
RELATION
TYPE b IN PROGRESS - SUBJECT: sayaka shinomya
Marlowe
assunse tutti i colori dello spettro visibile; in un lampo aveva perfettamente compreso
chi aveva raccolto il loro assistito
e soprattutto in quale letto si trovava
in quel preciso momento!
“NOOO…!!!
MIO DIO, NO!! NON PUÒ, NON DEVE FINIRE COSÌ…!!! MISERICORDIA, FATE QUALCOSA!!!”
urlava, già decisamente fuori di senno.
Dopo
aver masticato una sorda (e anche sordida) imprecazione, A1 si rivolse al
responsabile sensitivo: “Presto, Gus: lo svegli immediatamente!!”
Dopo
avere effettuato una rapidissima analisi della situazione, il suo subordinato
dovette però scuotere sconsolato la testa: “Troppo tardi, signor Harper: tutti
i segnali più incisivi hanno già raggiunto l’elaboratore sensuale. Siamo nelle
mani di Spade!”
Harper
si precipitò allora sul comunicatore intersezionale: “Spade…!!! Spade, mi
sente…?? Com’è la situazione? Mi risponda…!!!”
“Siamo
a DEFCON 1… è già scattato l’allarme emissione!”
“Stringere
al massimo gli inibitori!!” ordinò A1, concitatamente.
“Spiacente,
signore: ne è rimasto operativo uno solo… temo che servirà a poco!”
L’ormai
impanicato Coordinatore commutò allora sul canale della Motoria: “Kirby, per
amor del Cielo… non lasci che quella femmina lo catturi: mantenga il controllo
del bacino a tutti i costi!!”
“Non
posso, signore: è già scattata la routine di movimento automatico!”
Come
per evidenziare il fatidico “punto di non ritorno”, il display
dell’analizzatore percettivo mostrò implacabile la conferma che tutti speravano
ancora di eludere…
RELATION
TYPE C IN PROGRESS - SUBJECT: sayaka shinomya
…e
tutti sapevano che, quando l’analizzatore segnalava la “C”, voleva dire che il
rapporto interpersonale completo si stava già consumando! Nessuno, dentro a
quel tormentato organismo, poteva oramai pensare di poter impedire
l’inevitabile. Quasi nessuno…
“La
corrente, presto” gridò Marlowe, con voce strozzata “dobbiamo togliere di nuovo
la corrente…!!!”[4]
“Provaci,
se ci riesci” gli rispose stancamente Chandler “abbiamo sostituito il cordone
con un cavo supercorazzato!”
“Come…?
Ma che diavolo t’è saltato in mente??!” protestò il collega della Neuro, con
tono sempre più rauco.
“Senti,
amico… se pensavi che avrei corso il rischio di dover ripetere quel po’ po’ di tour
de force per ripristinare la centrale percettiva, beh, ti sei sbagliato!”
Il
disgraziato responsabile della sezione Emotiva non ebbe nemmeno la forza di replicare.
Cadde in ginocchio, per poi curvarsi sul pavimento della sala, battendovi
lentamente i pugni, mentre amare lacrime gli sgorgavano dagli occhi. Provò
soltanto un ultimo sussulto quando sentì, dal comunicatore, la voce di Sam Spade
che annunciava, con tono gelidamente professionale: “DEFCON 0… DEFCON 0…
attenzione, emissione…!!”
E
qui, il povero Phil Marlowe si accasciò al suolo definitivamente, mentre non
meno di 200 milioni di spermatozoi abbandonavano i serbatoi della Genetica di
Alan Daiki Asuka per fluire inesorabilmente dentro quella di Sayaka Shinomya…