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Autore: Uptrand    22/03/2014    22 recensioni
Questo racconto trae ispirazione da Mass Effect la lega degli eletti da me precedentemente pubblicato. Post Mass Effect 3 con Shepard che ha salvato il consiglio, distrutto la base dei collettori, curato la genofagia, fermato la guerra tra geth e quarian e distrutto i razziatori.
Contiene descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Mancava un'ora all'udienza con la commissione interna quando Olivia s'incamminò in direzione dell'infermeria, non che Steve potesse fare tardi, la puntualità era sacra in famiglia ma meglio assicurarsi che fosse tutto a posto.
In vista dell'infermeria vide Eren uscirne e andarsene per un'ultra direzione.
«Ehi Steve. Pronto per la commissione?» Chiese lei entrando
«Eh!?! Oh, si...dammi un minuto, vado in bagno.» Rispose lui.
Mentre aspettava Olivia si mise seduta guardandosi in giro, vide un pacchetto che aveva un'aria recente.
Dal bagno Steve riprese a parlare « Un attimo prima che arrivassi è passato Eren, mi ha detto che tutti i ragazzi ci considerano degli eroi. Immagina....ora siamo chiamati “I conigli”, non è proprio il nome più fico che avrei scelto ma dubito riusciremo a farcelo cambiare.»
Spense la luce del bagno ed uscì.
« Pronto, andiamo e...»
Steve si interruppe a vedere Olivia che teneva in mano, il braccio teso rivolto a lui, un oggetto. Sul viso aveva un sorriso spaventoso.
«Quello non è mio! Posso spiegare!» Disse con un lieve tremore nella voce
Il “quello” era la custodia di un olofilm il cui titolo campeggiava in bella mostra

ANAL EFFECT
Le XXX guerre dei razziatori

« Immagino o devo pensare che ti ecciti guardando questa coraggiosa soldatessa, dai capelli neri e vestita di un'armatura azzurro alleanza che lascia scoperte tette e figa, dall'aspetto vagamente famigliare che ricorda NOSTRA MADRE!»
Con la fine della guerra, uno dei primi settori a riprendersi era stato quello dell'intrattenimento per adulti. Per la popolarità di cui godevano gli “eroi della Normandy” erano stati usati come strumento di propaganda dai rispettivi popoli, ad esempio l'Alleanza aveva usato i volti dei loro genitori in poster che si trovavano nei centri di reclutamento.
La stessa idea l'aveva avuta qualche studio di olofilm per adulti, deciso a sfruttare questa celebrità per far cassa.
Entrambi avevano avuto delle difficoltà per questo quando erano più giovani. Alle medie Steve aveva fatto a botte con un suo compagno di classe perché gli aveva chiesto se sua madre aveva combattuto Cerberus in quel modo, mostrandogli nel contempo un fotomontaggio di sua madre nuda e circondata da soldati nemici che la toccavano.
Olivia se l'era dovuta vedere con la gelosia di una compagna di scuola: un giorno, in classe si trovò un poster di lei e sua madre in atti osceni con la scritta “Tale madre, Tale figlia”.
Crescendo la situazione si era risolta da sola, ma ad Olivia in particolare aveva fatto soffrire che sempre da qualche parte ci fosse qualche male lingua sulla sua famiglia.
«Beh, ecco...»
«Spiega.» il tono era agghiacciante e terrificante assieme
« …è passato Eren, mi ha lasciato quello come regalo di pronta guarigione da parte sua e di altri ragazzi.»
«E tu hai accettato?»
« Che potevo fare? Non avevo una scusa per rifiutare, per darti retta stiamo usando solo il nostro cognome materno»
Dopo un momento lei glielo lanciò e lui lo prese al volo.
« Fallo sparire. Ora andiamo, abbiamo perso abbastanza tempo.»
"Quando è arrabbiata ha lo stesso temperamento di nostra nonna." Pensò lui
Dalla camerata maschile si diressero all'aula magna dove si era riunita la commissione, erano ancora soli quando Steve bisbigliò alla sorella.
« Che pensi di fare con la storia dei nomi? In questi casi vogliono il nome completo.»
« Purtroppo lo so, ma non c'è niente che si possa fare.»
Arrivarono davanti all'aula trovando gli altri già presenti, c'era anche Petrovsky che attendeva leggendo su una panca un vecchio libro.
Aspettarono per un altro quarto d'ora quando finalmente gli venne annunciato di entrare.
La commissione era formata in totale da cinque militari, a presiederla c'era il comandante dalla base: il capitano Viktor Price. L'ufficiale aveva la parte sinistra del viso solcata da un'orribile cicatrice che partiva dalla fronte passando sull'occhio arrivando fino al mento, un ricordo dei campi di prigionia dei razziatori.
Nell'immediato dopo guerra l'Alleanza si era penosamente trovata a corto di soldati per tutti i compiti, aveva quindi cercato volontari tra i soldati feriti proponendo a questi ultimi compiti che fossero in grado di svolgere in base alle proprie menomazioni, seguì un periodo di trasferimenti di massa di soldati “sani” in scenari “attivi” mentre la parte amministrativa veniva affidata ai “feriti”.

Venne chiesto se gli interessati erano tutti presenti, alla risposta affermativa il capitano annunciò che la commissione riteneva di avere già tutte le informazioni necessarie grazie ai video di sorveglianza e alle analisi tecniche, ma invitava le parti coinvolte a dare la loro versione. Venne chiamato il capo squadra della truppa coinvolta.
Olivia si alzò dirigendosi al banco per parlare.
« Per favore Tenente, dica il suo nome e inserisca il suo ID»
« Olivia Williams.» e inserì il suo ID
Un attimo di mormorio dal banco della commissione
« Tenente, il nome completo.»
Un sospiro profondo da parte sua « Olivia Williams Shepard.»
Un brusio attraversò la sala che nel frattempo aveva accolto altre persone, per lo più cadetti, venuti a vedere come si sarebbe conclusa la vicenda, approfittando della sospensione delle lezioni per quella mattina, ma che coinvolse anche i suoi compagni di squadra Lydia, Mila e Eren.
Si proseguì con la lettura dei nome degli altri componenti della squadra ed ella descrizione da parte di Olivia degli eventi accaduti.
Mentre questo accadeva, alle spalle di lei, Eren seduto accanto a Steve assumeva un'espressione più preoccupata di tutti gli altri.
Dalla loro nascita erano passati quasi trent'anni e se solo gli amanti del gossip ancora si ricordavano il nome e alcuni loro tratti, tutta la galassia però sapeva che i primi due s.p.e.t.t.r.i. umani avevano avuto due figli. Una femmina il maggiore e un maschio, in questo caso bastava sentire il cognome Shepard per giungere presto alle giuste conclusioni.
Questi erano all'incirca i pensieri di Eren, mentre cercava di convincersi che si stava sbagliando.
Al termine della deposizione di Olivia e di poche domande dalla commissione che di fatto confermavano quello che si sapeva fu sentito Petrovsky.
« Ho poco da dire capitano Price, questi cadetti hanno superato la prova e dichiaro che sono esentati da dover seguire il mio corso.»
Un sorriso apparve sui volti della squadra.
« Grazie Petrovsky.» Rispose Price
Veniva annunciato che la commissione si ritirava per decidere.
Venti minuti dopo vennero richiamati in aula a sentire la sentenza, a leggerla il capitano Prince.
« Si riconosce che i cadetti hanno superato la prova e raggiunto gli obiettivi che il corso si prefiggeva, non si ritengono necessarie azioni disciplinari aggiuntive. Per il danno arrecato a beni statali agli imputati verrà decurtato lo stipendio del 25% fino al totale pagamento dei danni arrecati, si comunica che in futuro simili imprese non saranno tollerate e sono fin da ora ALTAMENTE sconsigliate. La commissione è sciolta, liberate l'aula.»
Appena fuori i cinque cadetti si fecero i complimenti per il risultato raggiunto, non si poteva evitare di notare ora una certa distanza che i loro tre compagni tenevano con quelli che ora, per loro, erano parte di una leggenda.
Olivia stava per dire qualcosa, scusarsi o altro per cercare di farsi perdonare di aver omesso dei particolari quando intervenne Petrovsky
« Tenenti, per favore, seguitemi nel mio studio»
« Sissignore.» risposero all'unisono
Nel suo studio, Petrovsky, si lasciò andare rumorosamente sulla sedia della scrivania, facendo poi cenno ai suoi ospiti di accomodarsi.
« Per rispondere subito alle domande che non mi avete fatto “ No, non sono rimasto sorpreso a sentire i vostri nomi”, “ Si, sapevo chi eravate fin dal vostro arrivo a La Guardia”, “No, non ho alcun risentimento nei confronti del capitano Shepard e tanto meno verso i suoi figli”. Ora veniamo al motivo per cui vi ho convocato, guardate questo video»

Il filmato era la registrazione della lotta che Steve aveva intrapreso per proteggere il lato destro nella battaglia del simulatore. La registrazione procedeva normalmente senza niente di strano, verso la fine faceva la sua apparizione una prole oscura posseduta.
Si vedeva Steve a corto di munizioni allontanarsi dal nemico per poi voltarsi all'improvviso e con una rincorsa gettarsi con la lama del factotum sull'avversario e, in una sequenza non molto chiara per la velocità, venire colpito al volto.

Petrovsky sbuffò sonoramente e disse « Questo è tutto. Tenente sa di aver fatto una gran stupidaggine? Sebbene i prole, come altri nemici pesanti, siano programmati perché anche un colpo di lama risulti mortale se portato a loro in zone vitali, in questo caso non aveva possibilità di funzionare e penso che lei lo sapesse benissimo.»
« Sissignore, ma alcune volte bisogna fidarsi della dea fortuna.»
« Fortuna? Vero, ma è da stolti non capire quando una cosa è solo stupida da fare. Ho esaminato il suo fascicolo e ho visto che ha riportato ferite in esercitazioni in tre basi diverse, niente di strano e un paio di lesioni erano chiaramente inevitabili. Tutti questi eventi hanno un denominatore comune, sua sorella era presente.»
A quelle parole Olivia ebbe un sussulto.
« Analizzando il suo comportamento direi che è quello tipico di una persona che si sente in colpa.»
« Cosa ? No, io...»
« Non m'interessano le spiegazioni, volevo chiarire che secondo me c'è un problema che è meglio risolvere in fretta prima che qualcuno, lei o le persone a lei vicino si facciano male. Potete andare.»
« Sissignore.»
Oliva uscì per prima seguita da Steve.
Pur non riuscendo a vedere il volto della sorella non aveva problemi a intuire che era furiosa, il vero problema per lui era che non capiva il perché.
« Adesso cosa pensi...»
Venne violentemente sbattuto contro la parete del corridoio, la testa bloccata dal braccio di Olivia, il volto di lei leggermente verso il basso, impedendone di vederne gli occhi.
Non era sicuro di come si trovasse in quella situazione, sapeva che sua sorella lo superava negli stili di combattimento corpo a corpo, ma che fosse in grado di bloccarlo al muro nonostante i suoi 183 cm per 90kg contro i suoi 170 cm per 65 Kg l'aveva sorpreso.

« O-Olivia che cazzo fai? Se devo arrabbiarmi dimmelo.»
« Tu?!? Io sono arrabbiata. So tutto di te Steve, sono la maggiore e ti conosco fin da quando sei nato, ti conosco bene quanto i nostri genitori e forse meglio, perché ai genitori qualcosa un figlio prima o poi nasconde, tu invece non hai mai sentito il bisogno di nascondermi niente.»
« Olivia non mi sembra il p-posto migliore...»
« So perché ti sei fatto male stavolta e le altre, devo essere una vera stupida per non essermene accorta prima. Lo fai per quell'incidente di tanti anni fa quando da bambini entrammo da soli nella SR2 e per il fatto che ti sei convinto, da solo, di essere da meno di me, se trovo un ostacolo tu fai in modo di rimuoverlo incurante di cosa possa capitare a te, ti comporti come un kamikaze per i miei interessi.»
Steve emise un profondo respiro
« Olivia ti reputo migliore di me, sono contento della mia famiglia ma non vuol dire che me ne sento degno. Molto spesso mi è capitato di sentirmi inutile, hai ragione, quel vecchio incidente c'entra, solo quando ho avuto modo di aiutarti ho sentito quel peso alleggerirsi, per questo non ho mai esitato a rischiare per te.»
« STUPIDO!» Gridò lei mentre affondava con decisione un pugno nello stomaco del fratello che si piego in due sia per la sorpresa che per il dolore.
Olivia se ne andò a passo deciso senza guardarsi indietro, lasciando Steve chinato mentre cercava di recuperare un po' di fiato.

Era tarda mattinata quando Olivia entrò nella camerata femminile deserta al momento, sdraiandosi sul letto. Si sentiva veramente spossata, certo in passato aveva litigato con Steve ma mai cosi e ora non sapeva cosa fare.

« Olivia?» Disse qualcuno.
Concentrata com'era sui suoi pensieri non si era accorta di non essere più sola.
« Lydia, Mila...ciao...io...che c'è?» Chiese leggermente confusa
« Niente, volevamo sapere se era successo qualcosa. Ti abbiamo vista entrare e sembravi avere problemi.» Spiegò Lyda.
« Lydia ha anche visto Steve con alcuni ragazzi, tra cui Eren, che sembravano si stessero scusando per qualcosa.»
« Eren era sul punto di genuflettersi, non sono riuscita a capire per cosa ma Steve non dava l'impressione di gradire. Anzi, aveva un'espressione che potrei definire dolorante.»
Mila prese una sedia e si mise seduta davanti ad Olivia
« Olivia non ci conosciamo da tanto, ma hai l'aria di una che ha bisogno di parlare o di affogare i problemi in qualcosa di forte. Possiamo aiutare?»
Lydia confermò la sua disponibilità con un cenno della testa e si sedette sul letto, a fianco.
"Peggio di cosi non penso possa andare anche se decidono di sputtanarmi.." Pensò Olivia che scelse di raccontare tutto l'accaduto.

« Avrei una domanda.»
« Chiedi pure Lydia.»
« Qual è questo incidente successo sulla Normandy?»
Olivia si prese qualche secondo, per cercare di riportare alla memoria quei vecchi ricordi.
« All'epoca dovevo avere cinque o sei anni e Steve come sempre era con me, ci trovavamo sulla Cittadella, all'epoca era ancora in orbita intorno alla Terra. In quel periodo gli uffici della N7 erano vicini alla banchina E32 dov'era attraccata la Normandy. Quel giorno, per un motivo che non ricordo, decisi che dovevo andare sulla SR2, conoscevo la strada e mi incamminai senza dire niente e seguita solo da Steve. Raggiunsi la banchina d'attracco e siccome ero di casa su quella nave i sensori della porta si aprirono facendoci entrare, da lì andai in sala macchine e mentre varcavo lo soglia, stupidamente, scivolai sugli scalini laterali battendo la testa e procurandomi un taglio profondo sull'attaccatura dei capelli. Persi i sensi e so cosa accade dopo solo per sentito dire, Steve mi rimase accanto chiamandomi e piangendo più forte che poteva, bloccato dalla paura il mio fratellino non sapeva cosa fare. Alla fine fummo aiutati, per pura fortuna, da Donnelly, un ingegnere, che per caso passava di lì. Mi hanno detto che il poverino era spaventato più di Steve trovandosi lì con i figli del capitano, feriti e piangenti senza la minima idea di come accudire dei bambini. Altra cosa memorabile è stata la sgridata che ho ricevuto dai miei genitori dopo essere tornati a casa dall'ospedale, mai più ho preso una lavata di capo simile.»

« Non sono sicura di capire perché Steve s'incolpa di qualcosa. In fondo fu tutta colpa tua.» Domandò Mila
« Per dirla in parole povere...poiché in quell'occasione non fu di nessuna utilità, cerca di dimostrare la sua utilità aiutandomi più che può, convinto probabilmente di poter far ammenda cosi. Pensare che l'unica a doversi sentire in colpa per qualcosa sarei io.»
« E riguardo al suo sentirsi di meno rispetto a te o altri?» chiese Lydia
« Su questo però mi raccomando di non farne parola a Steve. Lui ha difficoltà a parlarne con me e i miei, la prenderebbe molto male se un estraneo gliene parlasse.»
Dopo l'accenno di entrambe a non dire niente Olivia proseguì.
« Steve balbetta, so che può non sembrare questa gran cosa ma è qualcosa che fa fin da quando era piccolo e che lo ha fatto stare veramente male, evidentemente anche più di quello che pensavo.»
« Ma scusa, ci conosciamo da circa due mesi ma non ho mai sentito Steve balbettare è vero che non parla molto però...»
« È vero Mila, col tempo Steve è riuscito a controllare questo problema. Se fate caso a quando parla, prima di iniziare si prende sempre un secondo o due per prepararsi. È anche il motivo per cui ti ha guardato male quando lo hai interrotto nella spiegazione, lo hai costretto a ricominciare da capo la sue preparazione per riprendere il discorso.»
« Ma se la controlla qual è il problema? »
« Beh vedete per noi parlare è normale e facile, per lui rappresenta una certa fatica ogni volta. È come una persona che deve faticare ogni volta che respira, il fatto di non poter fare naturalmente qualcosa che tutti gli altri fanno lo ha sempre fatto sentire di valere di meno. Inoltre non la controlla in situazioni pubbliche.»
Olivia sospirò, sembrava esausta « Questo è tutto, ora ho litigato con Steve e non ho idea di che fare e prima che lo proponiate non posso chiamare casa, lo conosco bene, non ascolterebbe nessuno e si chiuderebbe ancora più in se. Serve una situazione che non possa evitare, ma …cosa?»

Erano passati due giorni dal loro litigio e non si erano più rivolti la parola, come non si erano cercati.
La sala mensa era piena, Steve affiancato con Eren e da altri cadetti stava mangiando. Nomi famosi attirano sempre gente, anche quando chi lo porta non vuole parlare.
Olivia fece il suo ingresso andando a pararsi davanti a Steve, in mano teneva il microfono degli annunci interni, solitamente impiegato solo dagli ufficiali della stazione. Lei aveva deciso, per la prima volta, di usare il proprio nome per ottenere i permessi di cui aveva bisogno.
« Olivia.» La salutò freddamente Steve.
Lei salì sulla panca della mensa e mise un piede sul tavolo preparandosi a parlare nel microfono
« A TUTTI VOI DEL CORSO CADETTI DEL 2212, HO DUE ANNUNCI DA FARE.»
Tutti gli sguardi erano su di lei.
« IL TENENTE STEVE WILLIAM SHEPARD, SOFFRE DI BALBUZIE!»
Steve non riusciva a credere a quello che sua sorella aveva appena fatto, lo considerava il peggior insulto possibile. Se mai l'odio aveva avuto un'espressione doveva essere quella di lui in quell'istante e di certo lo sapeva anche Olivia.
«IL TENENTE STEVE WILLIAM SHEPARD SFIDA L'INTERO CORSO IN BATTAGLIE 1 CONTRO 3 QUESTO VENERDÌ. COLORO CHE LO BATTERRANO OTTERRANNO LE 8 ORE DI CONGEDO DI VENERDÌ PROSSIMO, MENTRE STEVE SI OCCUPERÀ DI SVOLGERE TUTTI I LORO COMPITI. OGNUNO DI VOI AVRÀ UNA SOLA POSSIBILITÀ DI SCONFIGGERLO E SOLO PER QUESTO VENERDÌ.»
L'annuncio fu accolto da un boato d'entusiasmo, otto ore di congedo erano un premio troppo prezioso perché qualcuno rifiutasse di partecipare. Steve certamente avrebbe mostrato più sorpresa per la follia della sorella, se in quel momento non fosse stato accecato dalla rabbia.

Finito l'annuncio Olivia scese dal tavolo e si sedette sorridente di fronte allo Steve più furioso che lei avesse mai visto.
« Olivia, sappi che ti farò il culo per quello che hai fatto.» Dichiarò lui.
« Lo spero, perché io sarò la tua ultima avversaria fra-tel-li-no.» Mentre lo diceva il suo viso era l'emblema della soddisfazione.
   
 
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