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Autore: Neens O Brien    22/03/2014    3 recensioni
Ian aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile.
Mickey disse quel "vaffanculo" come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-MICKEY-
Da quando Mickey aveva tirato un pugno a quell’idiota al negozio sentiva dentro di se un senso di realizzazione e soddisfazione. Ma, d’altra parte, avrebbe potuto evitare di dire che Ian era suo, che cazzo gli era preso? Non voleva che Gallagher si aspettasse qualcosa da lui, sapeva di non potergli dare niente di quello che avrebbe potuto volere. Non voleva essere di nuovo una delusione per qualcuno.
Ma probabilmente in quel momento Ian stava ancora medicando il naso del suo ragazzo, senza pensare alle parole che aveva pronunciato Mickey, e la cosa non entusiasmava il ragazzo. Non voleva che quella testa rossa perdesse tempo con un idiota, voleva che le cose tornassero come prima, quando potevano scopare in ogni momento e tutto andava bene. Almeno, per Mickey le cose andavano bene, ma forse non bastava più a rendere felice Ian.
Odiava ammetterlo ma un po’ gli importava della felicità di Ian, e questo faceva incazzare Mickey perché solitamente l’unica cosa che contava era la sua di felicità, e gli altri potevano andare a farsi fottere. E in quel momento aveva quasi paura –paura lui? Ma cosa gli prendeva?- di affrontare Ian e dover fare i conti con quello che aveva detto due giorni prima. Per fortuna era domenica e non doveva andare a lavoro, quindi se ne stava sdraiato sul letto a fissare il soffitto e a pensare a come tirarsi fuori da quella situazione.
Un deciso bussare alla porta disturbò il filo dei suoi pensieri.
-Che qualcuno vada ad aprire, porca puttana!
Ma evidentemente non c’era nessuno in casa, perché il bussare non cessò e costrinse Mickey ad alzarsi imprecando per andare ad aprire. Aprendo la porta sentì come un sussulto dentro di se, perché vide Ian davanti a se, con un mezzo sorriso sul volto. Dio, quanto gli piaceva quel sorriso.
-Hey Mickey, possiamo parlare?
Mickey fece un cenno e si spostò per farlo entrare, la sua presenza lo rendeva nervoso e felice allo stesso tempo. Andarono in camera di Mickey e lui si sedette sul letto, mentre Ian prese posto sulla sedia davanti a lui.
-Allora? Cosa c’è?
-Volevo solo…non lo so in realtà. Volevo parlare di quello che è successo l’altro giorno in negozio.
Mickey fece una mezza risata.
-Intendi quando ho tirato un pugno al tuo ragazzo? Già, avrei dovuto mandargli un bigliettino di scuse magari. Sei venuto per questo?
Ian alzò gli occhi al cielo, come se si aspettasse una risposta del genere, forse aveva imparato a conoscere Mickey dopo tutto quel tempo, ma non si arrese e continuò il suo discorso.
-No, intendo più che altro quando hai detto che sono tuo.
Mickey alzò le spalle per prendere tempo mentre pensava ad una risposta che non lo umiliasse o facesse apparire debole. Non avrebbe potuto mentire del tutto, non dici una cosa del genere tanto per, ma se avesse potuto limitare i danni non sarebbe stato male. Certo, avrebbe comunque dovuto mostrare una parte di se un po’ più debole, quella parte a cui importava di qualcosa o qualcuno, ma qualcosa gli diceva che Ian non era il tipo da sfotterlo per una debolezza o di vantarsene. Ma questo l’avrebbe fatto solo se non aveva scelta, magari Ian gli avrebbe permesso di far finta di niente.
-L’ho detto solo perché ero incazzato con quell’idiota, non valeva niente.
Vide gli occhi di Ian spegnersi leggermente, come se fino a quel momento avesse avuto una speranza che si era appena estinta. Che stupido, ancora sperava in Mickey? Il ragazzo si alzò dalla sedia con un sorriso triste e si avviò alla porta.
-Okay, grazie per il chiarimento. Ci vediamo domani a lavoro.
Mickey si morse il labbro, ovviamente non sarebbe bastata quella risposta, doveva saperlo.
-Fermati…
Ian si girò incuriosito.
-Cosa c’è?
-In realtà l’ho detto perché non voglio che scopi qualcun altro.
Mickey tenne lo sguardo abbassato, così non potè vedere il sorriso che si allargò sul volto di Ian, un sorriso che avrebbe sicuramente adorato, tanto era luminoso, ma che fece sparire quasi subito per mantenere una parvenza di distacco.
-E perché io non posso scopare con altri e tu si? Non mi sembra che ci sia molta parità in questa cosa.
Ian si sedette nuovamente di fronte a Mickey, che aveva alzato lo sguardo e ora aveva un mezzo sorriso sulle labbra.
-Non ho scopato con Angie, tanto per la cronaca.
-Beh sinceramente io non scoperei con Angie nemmeno se fossi in astinenza e mi piacessero le donne.
La battuta di Ian costrinse Mickey a trattenere una risata.
-Non è così male in fondo. Comunque non farlo e basta, non scopare con quel tizio.
Ian sbuffò.
-Brian e io stiamo insieme, non è che posso andare lì e dirgli “hey, basta scopare, me l’ha detto Mickey.”.
Mickey non l’avrebbe detto, si era esposto anche troppo fino a quel momento, ma gli dava fastidio anche solo pensare che si baciassero. Ian non poteva andarsene in giro a baciare qualcuno che non fosse lui, non era giusto.
-Mollalo.
Ian sollevò un sopracciglio.
-Perché dovrei? Per tornare alla situazione di prima in cui tu mi usavi come rimpiazzo quando non avevi altri da scopare?
Non era mai stato un rimpiazzo, Mickey lo sapeva. Erano gli altri ad esserlo, quando Ian non c’era e Mickey voleva convincersi che fosse uguale a chiunque altro, che non facesse differenza.
-Non scoperò più con nessuno, solo con te.
Era una grande concessione da parte sua, lo sapeva bene. E lo sapeva anche Ian, che aveva uno sguardo vittorioso e soddisfatto. Mickey avrebbe voluto baciarlo, ci pensava spesso da quando era successo, ma sapeva che non avrebbe fatto la prima mossa, non quel giorno almeno.
-Va bene allora.
Tre parole che sancirono il loro accordo. Si poteva pensare che fossero tornati alla situazione di prima, ma in realtà c’era molto di più, e lo sapevano entrambi. Era stato come un patto per dirsi che non c’era e non ci sarebbe stato nessun altro, solo loro due.
E Mickey era felice, finalmente, dopo settimane, perché per qualsiasi motivo –scopare o semplicemente tornare a parlarsi come una volta-, stare con Ian era quello che gli serviva per stare bene.
   
 
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