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Autore: pace    22/03/2014    3 recensioni
"-Vorrei tanto baciarti. Posso?
Sgranò gli occhi. Questo ragazzo non ha mezze misure!
In realtà non era proprio questo che voleva dire Edward. Ma neppure quello che non voleva dire. Era sottile la linea tra le due cose e presto si compiacque per averlo detto. Poi ci ripensò e si diede dello stupido."
Bella è una tranquilla ragazza, piuttosto timida che incontra un giorno Edward il quale appena la vede rimane colpito e la segue.
Ma Bella forse non si fida e...
Allora come farà il bellissimo Edward a conquistare il suo cuore?
Spero vi piaccia. Se non vi piace, non è fatto apposta xD
Un bacio :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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 :)))))

.Capitolo 5

Quella notte sognai Edward Cullen.
  Mi fissava, semplicemente, con i suoi occhi verdi, il suo sorriso scottante e lo sguardo penetrante. Indossava un abito nero, completamente, anche la maglia sotto. Poi, d'improvviso, lo vidi nel locale di quella sera avvinghiato con Tanya Denali. La baciava, l'abbracciava come se da questo dipendesse la sua vita. Tutti e due mi fissarono e risero maligni.
  In realtà, non sapevo cosa guardassero ma all'improvviso la mia visuale riprese il mio corpo, i miei piedi, gambe, braccia e le vidi pallide e sporche. Quando alzai lo sguardo, lo vidi vestito di nero ancora, che mi fissava ridacchiando con un'espressione superiore. Sentii le mie lacrime scendere e il mio cuore battere veloce quando mi svegliai. Piangevo davvero, forte e sommessamente.
  Piagnucolavo e mi davo della stupida. Perché stavo piangendo? Che senso aveva? 
  Mi sentivo tradita, per qualche ragione. E forse perchè avevo riposto troppa fiducia nel suo attrarmi, avevo finito con il bruciarmi, come avevo previsto. 
  Restai a guardare il soffito, gli occhi gonfi e lucidi, inerme. Sentivo il freddo avvolgermi riempiendomi di brividi e facendomi venire la pelle d'oca, la testa vuota. Non riuscivo a pensare qualcosa di coerente, vedevo solo la scorsa serata passarmi davanti agli occhi ed a ogni ricordo sentii il cuore stringersi in una morsa. Edward Cullen mi aveva baciato.
  Oh, mi aveva baciato. A quel pensiero arrossii e solo sentendo quel calore ebbi la forza di sobbalzare e asciugare le lacrime appiccicose lungo le guancie. Non si fermavano. Edward non mi aveva solo baciato, ma mi era anche entrato dentro, già da un po'. Ripensai ai suoi occhi, al suo sguardo. Al suo modo di essere spensierato, al suo passarsi le mani tra i capelli. Era un dio greco e io non avrei dovuto pensare mai che potessi piacergli.
  Perché? Infondo mi interessava? No, certo che no.
  Allora perché piangevo? Perché sentivo il fiato mancarmi al pensiero di sentirlo distante da me? Lo era, lo era eccome ma non ne valeva la pena.
  Guardai il cielo oltre la finestra. Era appena l'alba e c'erano tanti colori lì fuori che per un attimo sorrisi. Era un nuovo giorno, una nuova possibilità. Quello che avrei dovuto fare era non pensarci più e basta. Ma appena mi misi seduta, sentendo il pavimento freddo, mi venne in mente Tanya e Jacob. Tanya aveva detto che avevano avuto un "incontro piacevole mentre stava con me". Mentiva?
  Non me lo sarei aspettata da Jacob. Sapevo che mi aveva lasciato per un'altra ma... e se fosse stata lei l'altra? Sentii le punte delle dita fredde e decisi di farmi una doccia. Non dovevo pensare, non meritavano questo infondo. Ma Edward Cullen era tutto ciò che volessi e ciò mi spaventava come non mai. Mi attraeva e mi emozionava e quel bacio era impresso sulla mia bocca come un marchio e bruciava. "Credimi, non riesco a starti lontano...". Il suo messaggio, cosa intendeva? Che significava e perché non me lo aveva detto in faccia?
  Strinsi i denti, insaponandomi. Per un attimo, chiusi gli occhi e mi abbandonai contro le spiastrelle fredde della doccia appoggiandovi il mento. Quando li riaprii, sentii una scarica lungo il corpo. Strinsi le labbra e continuai ad insaponarmi e -come se lo facesse lui- mi passai le mani su tutto il corpo. Arrossi per quello che avevo fatto e scuotendo la testa, uscii dalla doccia. Per un attimo mi venne da ridere ma non ce n'era affatto motivo. 
  Mi pettai i capelli, fissandomi allo specchio e guardai l'orologio. 6.30. Tra un po' mia madre doveva svegliarsi.
  Mi finii di asciugare in fretta e cercai di togliermi le occhiaie con il correttore. Per il dolore nei miei occhi, non potevo far nulla. Cinque minuti dopo mentre mi vestivo, sentii mia madre chiamarmi e subito dopo spalancò la porta come se avesse sentito uno sparo. -Ohhh, tesoro!
  Mi venne ad abbracciare, mi baciò le guancia, la bocca. -Oh, tesoro, stai bene! Stai bene.
  Io la fissai. Era una strana donna Renèe Dwyer, una bambina apprensiva. Si sedette sul letto, guardandomi euforica. Indossava ancora il pigiama e, nonostante non fosse truccata, era bellissima la mia mamma.
  A quel pensiero, le sorrisi. Lei si mise quasi a saltellare, battendo le mani sul materasso. Mi ricordava Alice.
  -Allora??!
  -Cosa, mamma?
  Aggrottai le soppracciglia, facendo finta di non capire. Voleva sapere di ieri. Ma cosa avrei dovuto dirle? Lei rimase per un momento scioccata, poi delusa ma subito dopo ritornò alla carica. -Beh, hai detto... che restavi fuori casa ieri, no? Racconta, tesoro! Spero che tu sia stata attenta e che non abbia commessa qualche sciocchezza.
  Sobbalzai e giurai di arrossire. Mugugnai ma mi girai di spalle, continuando a vestirmi.
  -Ah, a proposito. Scusa, tesoro! Ieri mi sono appisolata sul letto mentre vedevo "La ragazza con l'orecchino di perla", come una stupida e quando mi sono svegliata, beh... erano le sei e mezza.
  Ridacchiò, a mo' di scuse.
  Io sospirai, ringraziando Dio e quel benedeto film che l'aveva fatta dormire. -Nulla, mamma.
  -Potevi anche svegliarmi, sai, tesoro? Oh, ma vabbè! Allora, com'è andata? Ti sei divertita almeno? Non ti sarai ubriacata, vero?
  Renèe mi fissò, con occhi e capelli da pazza. Io mi morsi il labbro, negando. Dovevo trovare il modo di fuggire dalla grinfie della mia mammina cara. Mi avvicinai al mio cellulare sul comodino e per qualche strana ragione avevo il cuore in gola.
  6 messaggi, 10 chiamate. Sbarrai gli occhi e questo attirò mia madre. -Oh, tesoro, chi è? Quel Edward?
  Si avvicinò a me ma mantenendo le distanze. Io alzai gli occhi di scatto e diegai forte col capo. -No, no, mamma. Ieri è andata benissimo, mi sono divertita.
  Le sorrisi, vacillante ma non la vidi convinta. -Mamma, ehm... ho fame... perché non prepari la colazione?
  Lei annuì, sorridendo materna e forse capì che non avevo voglia di parlarne perché si avvicinò solamente dandomi un bacio sulla fronte e poi andò via, cosa molto strana per lei. Mi sedetti ansiosa e vidi le chiamate. Nessuna di Edward ma cinque di Alice e quattro di Rose, una di Jacob. Jacob??!
  Sobbalzai. Come si permetteva? Respirai forte e aprii i messaggi, anche lì due erano di Jacob.
  Bells, ti prego se mi vuoi vieni da me ora, ho tanta voglia di scoparti.
  Era un tale coglione. Questo messaggio era stato inviato alle 01.03. Sentii la rabbia ribbollirmi. 
  Bells, cazzo, scusami! Ho un mal di testa fortissimo e ricordo che ti ho baciata con la forza, non volevo! O meglio, volevo ma non pensavo che non volessi. Scusa!
  Alzai gli occhi al cielo e decisi che non l'avrei neppure risposto e non l'avrei pensato. Scorrendo vidi che gli altri erano di Alice e Rose ed erano preoccupate. Volevo chiamarle ma poi vidi un altro messaggio.
  Starai già dormendo, ecco perchè non rispondi, tesoro! Spero che tu sia sana e salva e ricordati di chiamarmi appena puoi!
  Decisi di chiamarla più tardi, non avrei potuto farlo adesso, non dopo che Edward Cullen mi aveva baciata. E soprattutto non dopo che mi era anche piaciuto. Al pensiero arrossii e sobbalzai quando mia madre mi chiamò dalla cucina. In realtà anche se le avevo detto di preparare la colazione, non avevo fame, avevo lo stomaco in subbuglio e me lo sentivo in gola. 
  Scesi comunque e mangiai svogliatamente e senza fame le uova e il bacon, deglutendo a fatica e masticando senza sentirne il sapore. Sentii lo sguardo di mia madre addosso per tutta la durata della colazione mentre quasi vomitavo il cibo.
  -Cos'è successo davvero ieri sera?
  Sputò all'improvviso Renèe; mi fissò materna con un sorriso dolce.
  -Niente di chè, ma'.
  Abbassai lo sguardo, sapendo di mentire. Non potevo dire la verità e pregai Dio di non arrossire.
  -Allora perché hai la faccia sconvolta? Ti sei guardata allo specchio?
  Mi esaminò mentre mettevo i piatti nel lavello. -Grazie, ma', eh.
  Scappai in camera, sentendomi più leggera e strappandole un bacio veloce sulla fronte. Sospirai, lasciandomi scivolare a terra sulla porta chiusa. Sentivo le gambe molli e la testa pulsare allo stesso ritmo del cuore. Edward Cullen mi aveva baciata e la cosa tremendamente irritante era che mi era piaciuto. La scena mi si ripeteva senza che io facessi nulla per farla rievocare e sentivo inevitabilmente le sue labbra sulle mie come una scia dolorosa. Il suo corpo forte, il tremolio della mie mani, il suo viso accostato al mio. Mi resi conto di aver avuto anche la possibilità di scostarmi ma di non averlo fatto. Per questo mi portai le mani sulla bocca, giocandoci. Gli occhi mi brillava e giurai di essere completamente assueffatta da quel bacio. Avrei dovuto chiamarlo? No certo che no! Doveva farlo lui -o meglio poteva, non l'avrebbe fatto sicuro.
  Sentii la testa vorticare al ricordo del suo profumo ma subito dopo, come un flash, la sua immagine si tramutò in quella di Jacob Black, le labbra non erano più le sue, l'odore era diventato puzza d'alcool che sentivo ancora dentro il naso. Ricordai le sue mani su di me e mi abbracciai strizzando gli occhi, disgustata. Come si era permesso quel cafone? Come aveva potuto pensare che io potessi darmi lì e in quel modo? Non l'avevamo fatto neppure quando stavamo insieme...! Jacob Black era solo un approffittatore e, se Tanya non aveva mentito, anche un traditore e non avevo intenzione di stargli vicina in alcun modo.
  Mi alzai, traballante, e presi il cellulare in mano. 1 chiamata: Jacob.
  Alzai gli occhi al cielo quasi senza accorgemene e lo ignorai. Piuttosto chiamai Alice e, non appena sentii il trillio di un "pronto", mi rilassai e sorrisi .
  -Bella!
  -Alic-mi bloccò, diventando logorroica.
  -Bella, che fine hai fatto? Stai bene? Oh ero cosi in pensiero per te, anche Rosalie lo era! Non avrei dovuto lasciarti andare con mio fratello, vero? Oh, lo sapevo! Spero che almeno ti sia divertita, anche... anche se te ne sei andata cosi presto, ma perchè? E' successo qualcosa? Racconta dai! Oh, io ho un tale mal di testa, ma tutto sommato mi sono divertita, tesoro! 
  Ridacchiò, forse perdendosi in qualche ricordo. Di prima mattina dopo una sbornia colossale, era cosi?
  -Sono contenta che ti sia divertita e anche io mi sono divertita. Solo che... non sono abituata a questo genere di cose.
  La voce mi tremava e non ero sicura che lei se la sarebbe bevuta. Meno male che non poteva vedermi. Non sapevo se dirle tutto ciò che era successo, avevo bisogno di raccontarlo a qualcuno ma non proprio alla sorella di Edward Cullen. -Cosa avete fatto poi?
  Continuai frettolosamente per deconcentrarla e ci riuscii. Parlò per una buona mezz'ora sia della sera che del suo mal di testa, il dopo sbronza. Annuii senza ascoltare davvero ma mi stava comunque rilassando. -Bells, oggi si duplica; c'è una bella festa, allora vieni? Tanto non puoi dire di no!
  Mi raggelai e per un attimo persi il respiro. -Alice...
  -Dai, ci divertiremo davvero e ti prometto di starti addosso!
  Ridacchiò ma io non la sentii. Feci finta di avere un impegno e chiusi la chiamata promettendo di farmi sentire per dirgli se venivo a quella stupida festa. In realtà, non sapevo che fare ma decidi di non pensarci.
  Arrivarono le undici e mi guardai un po' la tv, sonnecchiando sul divano quando suonarono alla porta.
  -Tesoro, vedi chi è!
  Mi alzai, pesante e andai ad aprire la porta.
  Jacob Black era davanti a me.

Jacob Black indossava una camicia nera a maniche lunghe piuttosto attilata e i jeans che li pendevano sui fianchi, aveva un sorriso irradiante e per cinque minuti buoni restai a bocca e occhi aperti completamente frastornata.
  Che voleva?
  -Allora, mi fai entrare?
  Sorrise ancora e mi guardò adorante facendomi ancora di più innervosire. Fui tentata di sbattergli la porta in faccia e quando l'idea incominciava a non essere poi cosi poco cortese, arrivò mia madre. Renèe Dwyer era impiastricciata di farina ma subito abbracciò Jacob, alzandosi sulle punte. -Jake! Che ci fai qui? Vieni entra.
  Mi scostò bruscamente con la mano e lo fece entrare. Mamma, ti sei appena beccata un posto sulla mia lista nera!
  Jacob mi sorrise, beffardo ed entrò, quasi abbracciando mia madre. Jacob adorava mia madre e lei adorava lui. Quando le avevo detto di essermi messa con lui era tanto felice ma aveva paura che questo potesse comprommettere la nostra amicizia, ecco perchè mia madre non sapevo che io e lui non avevamo più rapporti e neppure che il bastardo era stato un bastardo, per l'appunto. Alzai gli occhi al cielo, ecco a cosa servono le bugie. Chiusi la porta, fiacca e sentii mia madre gracchiare qualcosa in cucina. 
  -Bella, perchè non vi vedete un po' di tv? Oh, oppure volete uscire!
  Le rivolsi un'occhiattaccia brusca e quasi ringhiai ma lei non se ne accorse -fece finta. Jacob annuì, abbracciandomi e mi trascinò in cucina.
  Il suo tocco era ripugnante e quasi lo azzannai ma tentai di non far notare che stavo cercando di togliermi il suo braccio dalle mie spalle. Borbottai e grugnii, lacerando anche lui con lo sguardo.
  Una cosa che odiavo di Jacob era che non capiva mai al volo. Amico, lo faccio per te! Se ti avvicini, mordo. 
  Appena entrammo in salotto e fuori dagli occhi di mia madre, lo aggredii. -Che ci fai qui?
  -Non rispondi alle chiamate...
  Fece un faccino da cane bastonato ma l'unica cosa che pensai fu "idiota". Ce l'aveva scritto sulla fronte. -E da quanto te ne importa?
  -Da sempre, Bells, bimba.
  Allargò le braccia come se fosse una cosa ovvia.
  -Non chiamarmi bimba.
  -Perché non mi hai più richiamato? Ti ho chiesto scusa, non volevo.
  Si rabbuiò e fece una smorfia di tristezza.
  -Non voglio sentire le tue scuse, non me ne frega niente.
  -Perché sei arrabbiata con me?
  -Non sono arrabbiata con te! O meglio... lo sono, ma non mi importa niente di te quindi sparisci, Jacob!
  Sgranò gli occhi sorpreso dalla mia rabbia, lo ero anch'io. Non mi ero mai comportata cosi, non sapevo dove avevo preso tutta quella forza. Forse ero semplicemente incazzata con Edward e me la stavo prendendo con Jacob, non che lui non avesse fatto nulla, ma... non mi importava più di tanto. Jacob non era più un mio amico, nè il mio ragazzo. Poteva dire addio a tutte le pretese su di me.
  -Non ti importa davvero?
  Vederlo triste non mi colpì più di tanto ma infondo non mi faceva neppure piacere, cosi tentai di ammorbidirmi quel tanto che lo avrebbe potuto rendere tanto felice da lasciarmi in pace e uscire da casa mia -e possibilmente anche dalla mia vita. E' strano però... molte volte ho pensato al fatto che ritornasse e subito mi dicevo che mi sarei messa di nuovo- almeno subito dopo che mi aveva lasciato. Ma ora... non era lui che volevo.
  -Jake, davvero, mi spiace non averti risposto ma non mi assillare. Ci sentiamo un altro giorno se proprio dobbiamo okay?
  Di' di no, ti prego!
  I lati della bocca gli si estesero in un sorriso. -Okay!
  In quel momento, precisa come un orologio svizzero entrò mia madre in cucina. -Allora, Jacob, vuoi unirti a noi per pranzo?
  Trillò.
  Di' di no, Jacob!

Ovviamente, Jacob aveva accettato volentieri, molto volentieri, la richiesta di mia madre per tutta la mia contentezza. E per aumentare la mia gioia ancora di più, Black era seduto vicino a me.
  Interessante, davvero!
  -Vuoi un altro po' di carne?
  Mamma gli passò ancora una volta la pentola con un sorriso a trentamila denti e Jacob, con altrettanto sorriso, annuì gioioso e accettò. Alzai gli occhi al cielo, ero l'unica a non sorridere?
  Lei mi lanciò un'occhiata fulminea ma subito si concentrò sul soggetto indesiderato. Gli chiese tante cose, come la scuola o lavoro, ma nessuna di queste mi interessava. Il punto era che mia madre era totalmente presa da Jacob da dimenticarsi pure di avere una figlia. Insomma, le sto chiedendo da quindici minuti il purè ma lei non me lo passava, dileguandomi con un gesto della mano. 
  Okay, mi sento invisibile!
  Sospirai, alzando per la quarantesima volta gli occhi al cielo. Non finirà mai questo momento...!
  Rivolsi un'occhiata a Mr Ti-voglio-scopare-e-anche-tu-lo-vuoi-perchè-me-l'ha-detto-la-tua-amica-che-non-è-davvero-tua-amica-e-che-mi-sono-scopato, linciandolo e gridando in mente di andare via.
  Dio, voglio un miracolo!
  -Signora, è stato tutto buonissimo! Cucina davvero bene, sa?
  La "signora" ridacchiò per la sviolinata e si alzò per sparecchiare. Mi alzai anche io ma venni bloccata da Jacob. -Non vi preoccupate, vi aiuto io. Renèe, faccio io, tranquilla! E' il minimo e poi sono di casa.
  Le rivolse l'occhiolino e un sorriso. Sono sicura di aver visto uno scintillio tra i denti.
  Mia madre annuì e quando Jake se ne andò in cucina con i piatti in mano, io vorrei strozzarla. Andiamo, ha detto che è di casa! Ma vaffan-, il pensiero viene bloccato da un buffetto di mia madre sul braccio. -Ah! Hai visto com'è carino, eh? Perché vi siete lasciati?
  Diventò triste improvvisamente e mentre la sto azzannando, suonano alla porta. E ora chi è?
  Renèe mi fissò, stittita. -Beh? Non vai ad aprire?
  Alzai ancora gli occhi al cielo e mi alzo. Percorro a piccoli passi il corridoio e sbuffando, aprii la porta.
  La sua faccia era conosciuta... Oh mamma, era Edward! Sgranai gli occhi e il primo istinto fu quello di scappare ma visto che quella era casa mia, sarebbe stato un po' strano. Edward mi sorrise allegro nella sua camicia leggera azzurro e il jeans scolorito. I suoi occhi magnetici mi incatenarono e per un secondo mi dimenticai di quello che stava succedendo.
  Arrossii e capii di dover dire qualcosa. -Ehm... c-che ci fai qui?
  Ridacchiò e la sua risata era celestiale. Si grattò il mento in un qualcosa che sembra più dire "ti voglio" che "mi prude e quindi mi gratto". Era appoggiato allo stipite della porta ma solo per avere il pretesto di entrare dentro. -Allora, posso entrare?
  Entrò infatti in casa scavalcandomi -ormai era diventato un passatempo farlo- e si guardò attorno. -Bella casa...
  Disse sovrapensiero, girandosi appena.
  -Beeella, chi è alla porta?
  Oh, cavolo, mia madre!! Sarebbe svenuta vedendo Edward?
  Di scatto, gli presi un braccio e con aria da pazza gli dissi: -Devi andare via!
  Lui ridacchiò, scuotendo la testa. -No no!
  Renèe fece capolineo e appena vide Edward il suo sorriso scomparve. Calmati Bella, lei non sa quello che tu sai riguardo lui e cosa avete fatto insieme! Mi irrigidii e in quel momento pensai anche a Jacob.
  Cavolo, quei due avevano un tempismo...!
  Renèe sorrise, scutandolo. -Bella, non ci presenti?
  No! Incominciai a sentire la gola secca e con riluttanza sotto lo sguardo compiaciuto di Mr Bellezza, lo presentai a mia madre. -Mamma, lui è Edward Cullen, un... amico e Edward, lei è mia madre, Renèe.
  Terra apriti, ora! Edward le porse la mano e sfoderò uno dei suoi sorrisi strappa-mutandine-e-da-svenimento-assicurato che mi fanno impazzire. Mia madre mi fissò scettica e compiaciuta come per dirmi "è lui quel Edward?" e forse arrossì anche.
  -Prego, entra.
  La voce le si ridusse in un sussurro e quando ci dette le spalle, Edward mi accarezzò una guancia. -Ciao...
  Sentii dei brividi lungo il corpo, il cuore batteva forte. Dio, quanto...
  Jacob era in piedi di fronte la tavola e non appena vide Edward, si tolse quel sorriso stupido che aveva avuto per tutta la durata del pranzo. Per questo -e solo per questo- fui grata ad Edward. Quello salutò il vero indesiderato e anche quello ricambiò. Per un momento si guardarono in cagnesco e capii che Edward l'aveva riconosciuto. Oh, mamma, aspetta un minuto... io e lui c'eravamo baciati!
 Incominciai a sudare ancora di più e a diventare rossa mentre sentivo mia madre scusarsi per il disordine e per non potergli offrire nulla di chè. Edward scosse la testa. -Non voglio niente, signora, non si preoccupi e scusatemi se sono venuto a quest'ora ma Bella mi ha detto che potevo.
  In quel momento tre paia di occhi mi fissarono, in tre modi diversi mentre io guardavo in cagnesco Edward. Io cosa avevo fatto? Ridacchiai, arrossendo e guardandomi intorno. -Eh, già...
  Vedevo Jacob con il fumo alle orecchie e Renèe completamente sconvolta. Edward mi baciò la guancia e prendendomi per il polso, mi trascinò via. -Noi andiamo a studiare. Piacere di averla conosciuto, signora.
  Mi condusse fuori dalla cucina, stringendomi il polso. -Scusa dov'è camera tua? Ah, dev'essere quella!
  Ci entrò e sbattè la lingua sul palato. -Bingo, è questa, vero?
  Ridacchiò e si sporse a prendere un reggiseno nero di pizzo sul comodino. -E questo?
  -Ridammelo!
  Urlai, arrossendo e buttandomi su di lui per riprendere l'oggetto infame. Cavolo, dovevo essere costantemente rossa. Lui ridacchiò e si passò la lingua sulle labbra. 
  -Che cavolo ci fai qui?
  -Che cavolo ci fa il pompato qui?
  Divenne serio e alzò un sopracciglio, scimmiottandomi. Era davvero irritato, una vena gli pulsava dal collo e lo rendeva cosi sexy. Cavolo, Edward Cullen era nella mia camera, sexy e bello da morire e anche se aveva preso il mio reggiseno, non si era schifato!
  Più lo guardavo negli occhi e più sentivo qualcosa di dolce nel cuore. Si avvicinò pericolosamente a me, alle mie mutandine e alla mia bocca. Parlò cauto e sensuale. -Spero che sia solo una coincidenza che quel bellimbusto stia qui e che non centri nulla con il bastardo di ieri sera al locale. L'ho riconosciuto, sai?
  Mi prese in mano una ciocca di capelli e me la mise dietro l'orecchio sfiorandomi con la punta delle dita. Sentii un tremito ed emisi un ansito. -Non è nessuno...
  Sussurrai, sentendomi in dovere di scusarmi.
  -Lo spero proprio...
  Un'altra occhiata strappa-mutandine e poi mi rivolse un sorriso lascivo, guardandosi intorno. -Sei un tipo disordinato, è cosi? Però, tutto sommato è gradevole come stanza.
  Si avvicinò al letto e non potei fare altro che guardarlo muoversi in camera mia e vedere come ci stava bene. Lui si sedette sopra, saltandoci. Mi fissò. -E anche comodo per dormire... per dormire e fare altro.
  Arrossii, diventando di fuoco. -Che cosa ci fai qui?
  La voce traballante, il respiro spezzato.
  -Non posso venire a farti visita?
  -Come sai dove abito?
  -Ti sono venuto a prendere io ieri, ricordi?
  Annuii, sovrapensiero. In un impeto di stizza però dissi: -E che cavolo ci fai qui? Chi ti ha autorizzato ad entrare?
  Si morse il labbro e strinse gli occhi, sembrava che da un momento all'altro dovesse baciarmi. Cavolo, non ho neppure lavato i denti... la sfiga!
  -Sai, dovresti mettere qualcosa di più coprente.
  Mi guardai e anche lui lo fece. Avevo un top a U e un pinocchietto bianco. Che avevo di cosi strano? Lo guardai con aria interrogativa. -Tipo cosa, scusa?
  Fece spallucce. -Tipo un burqa.
  Alzai il sopracciglio. -Che cavolo ci fai qui??
  -E' cosi che accogli quelli che ti baciano? Mi auguro che l'hai fatto anche con il beduino di sotto!
  Allargò le gambe e vi ci appoggiò i gomiti, fissandomi con i suoi grandi occhi verdi. Dal canto mio, arrossii come mio solito un po' per le cose che aveva detto e un po' per la sua presenza. Mi ritornò in mente il bacio e mi sentii surriscaldare. -Non sono affari tuoi.
  Sgranò gli occhi. -Questo vuol dire che è il tuo ragazzo?
  -NO!
  Gridai di riflesso ma subito mi pentii. Avrei potuto dire di si, giusto per farlo ingelosire!
  In realtà, non sapevo come comportarmi dopo quello che era successo ma era una buona cosa se ora era qui con me, no? Mi misi una mano sulla testa, sconvolta. -Mi vuoi dire perchè sei qui?
  Soppesò la mia richiesta e si sporse di poco per prendermi per il polso e per farmi sedere sul letto. Ora eravamo super vicini e io iniziavo a sentire più caldo. Sentii la mia faccia in fiamma e lui se ne accorse perché sorrise. Si mise comodo di fronte a me e anche io, dopo che riuscii a muovermi. -Volevo parlarti di una cosa.
  Aggrottai la fronte per l'aria che aveva assunto. -Spara.
  -La scuola vorrebbe darti una borsa di studio ma solo se prenderai in tutte le materie almeno 8. Ne stanno ancora discutendo. Nella mia -beh, non proprio mia- materia hai solo uno scarso sei. E mi spiace di questo.
  Lo fissai per un po', poi alzai il sopracciglio. -E sei venuto qui per questo?
  Annuii, stringendo le labbra. Feci una smorfia scettica e decisi di andare affondo alla questione. -Okay, ma... cosa dovrei fare?
  -Potrei darti degli aiuti in biologia. Sono bravo, sai?
  Sorrise sghembo e si passò le mani tra i capelli. -Che ne pensi?
  Lui? Dare ripetizioni? A me? Bella Swan?
  -Perchè?
  -Per entrare nelle tue...
  Mi fissò bloccandosi, poi si aprì in un sorriso biricchino. -Simpatie.
  Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere per la faccia che aveva assunto. Anche lui ridacchiò e si sporse nel farlo, cosi come me. Sentii il top abbassarsi e quindi mi ritrassi, tenendomi la maglia e diventando rossa. Lui se ne accorse e rimase quasi ferito. -Vedi che non mi spiace se casualmente tu me le facessi vedere...
  Lo picchiai sul braccio, fintamente indignata. Odoravo scherzare con lui. Edward fece finta di farsi male e tentò di bloccarmi. -Anche se considerato quello che ho visto prima, non dovrebbe essere poi tanto da vedere.
  Fece spallucce mentre si riparava dai miei micidiali colpi che diventarono ancora più micidiali quando sentii quello che stava dicendo. -Cretino!
  Ora che ci pensavo ero senza reggiseno e preticamente si vedeva tutto. O meglio, poco visto che Edward aveva ragione. Non ero abbondante di seno ma rifanciarmelo in questo modo. 
  -Tanto rimarrai sempre con il dubbio!
  Mi puntò il dito contro e con aria assolutamente solenne esclamò: -Mai dire mai.
  Alzai gli occhi al cielo. -Non te la do, Cullen.
  Scosse la testa, ancora più serio di prima. -Mai dire mai.

Jacob alla fine se n'era andato ma Edward per la mia vera gioia, no. Renèe andò a fare la spesa e altre commissioni e ci lasciò soli in casa -può una madre farlo?. Erano le quattro di pomeriggio ed Edward voleva vedere la TV. -Non puoi vederla a casa tua!!?
  Scosse la testa e si sedette; poi mi fissò e mi dileguò con la mano. -Vammi a prendere le patatine.
  Alzai gli occhi al cielo. -Non ne ho...
  Mi rivolse un sorriso di sfida e appoggiando la mano sulla spalliera, aprì leggermente le gambe. -Sicura?
  Diventai rossa e mi domandai perché non lo cacciavo fuori. Andai in cucina per non sottopormi al suo sguardo e cercai quelle benedette patatine. Le trovai e ritornai in salotto sedendomi il più possibile lontano da Edward, attaccandomi al bracciolo del divano. Gli passai le patatine e lui annullò le distanze tra noi sedendosi appiccicato a me. Fece zapping e masticò quelle cavole di patatine. Con aria sexy, le magiava una ad una e mi rivolse il pacchetto. -No, non ne voglio.
  Risposi. Lui mi fissò. -Se non mi avessi portato le patatine, avrei preso te.
  Sobbalzai, sentendomi mancare e azzardai senza neppure accorgermene a dire: -Tu dici sempre cosi ma non fai mai niente, alla fine!
  Diventai ancora più rossa e di scatto mi girai verso di lui. Edward alzò un sopracciglio, scrutandomi gli occhi forse per vedere se ero sincera e appoggiando le patatine sul tavolino di fronte, mi prese un fianco. -Come vuoi, piccola. Aspettavo solo un tuo consenso.
  Mi fece l'occhiolino e mi baciò. Fu subito qualcosa di potente e non solo perché Edward era il dio del bacio. Era completamente diverso da quello di ieri, più passionale e aggressivo e che arrivava dritto al dunque. -Facciamo presto, piccola, prima che venga tua madre.
  Sbiascicò tra un bacio e l'altro e persa nella sua bocca e nel suo odore, non capii neppure che intendesse. Sentii un rumore metallico quasi e la sua mano che mi alzava il top, mentre con la lingua accarezzava la mia. Scese ancora più giù e mi toccò il seno. Fu allora che capii dove volesse arrivare. Lo scostai da me, riabbassandomi il top e alzandomi come una furia. -Che cazzo stai facendo?
  Edward aveva gli occhi fuori dalle orbite e la cintura sbottonata con i pantaloni un po' scesi. Si vedeva quella V incredibilmente sexy. Lo fissai negli occhi e vidi una scintilla d'ira. 
  -Che cazzo fai la puritana ora, eh? In questo momento?
  Si puntò, facendomi arrossire ma poi si allacciò la cintura. 
  -Che...? Cosa...? Ti sei impazzito? Io non voglio fare sesso con te!
  Non solo sesso...
  Edward rise, piegandosi e aggiustandosi i capelli in una mossa super sexy. -Questa è bella! Ci stavi ieri e oggi no? Cos'è, oggi ti sei fatta scopare da quell'altro?
  Le sue parole erano dure e spregevoli tanto che sentii gli occhi lucidi. -Stai scherzando...?
  Era venuto qui per scoparmi? Era cosi che faceva? Non potevo mai essere quello che volevo essere per lui e non potevo essere neanche quella che lui voleva. Ma a quanto pareva, Edward mi credeva comunque una zoccola che la dava a tutti.
  -Porca puttana, non puoi lasciarmi in questo stato! Sapevo che non potevo perdere tempo con te, sei una santarellina frigida, avrei dovuto capirlo, 'fanculo!
  Edward Cullen mi guardò con disprezzo e andò via, sbattendo la porta.
  Edward Cullen era la mia rovina.

 Enjoy xD
  
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