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Autore: Kano_chan    23/03/2014    8 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15
Capitolo 15



Mi svegliai di soprassalto guardandomi confusa attorno.


-    Mahal no.... ti prego! - sussurrai nel buio.

E invece sì, contro ogni mia possibile speranza, e ogni mio accorato appello al Signore delle montagne; l’ambiente fu improvvisamente rischiarato da una forte luce. Vidi perfettamente il profilo di tutti i mobili che arredavano la mia stanza, e l’arco intarsiato del mio piccolo letto a baldacchino, prima che tutto tornasse nell’oscurità.
Rimasi ferma immobile, in quel momento di stallo, che ti coglie quando la paura sta montando e non sai bene qual'è la mossa migliore per farle fronte.
Quando finalmente decisi quello che dovevo fare, ormai era troppo tardi; infatti, non feci in tempo a mettermi le mani sulle orecchie, che un tuono tremendo scosse l’aria, e il vento che ululava all'esterno, con una sferzata poderosa, spalancò la finestra facendola sbattere.
A quel punto, accantonai l'idea ormai insufficiente di tapparmi le orecchie, e scesi dal letto, fiondandomi nel posto che in quel momento mi sembrava più sicuro… l’angolo della camera dietro alla poltrona.  
Avevo l’età che per gli umani, corrisponderebbe sì e no tra i dieci e i tredici anni; ed ero terrorizzata.
Vivevo con la mia nuova famiglia ormai da sei mesi, e nonostante tutto, ad ogni temporale, ancora non riuscivo ad abituarmi e a restare calma; ogni tuono mi entrava nel cervello, come un colpo d’ascia inferto su di un ciocco di legno, e risvegliava in me una paura antica, radicata nel mio animo. La mia stanza, da famigliare qual'era finalmente diventata, tornava ad essere aliena ed estranea; i muri che mi circondavano non bastavano a rassicurarmi, e nemmeno la consapevolezza di essere al riparo dalle interperie che imperversavano di fuori.
Il tutto, risultava ancora peggiore, quando come in quel caso Thorin era via dal villaggio, in qualche città vicina alle Montagne Azzurre, per vendere i prodotti che realizzava nella fucina.

Ci fu un altro lampo; mi rannicchiai con le gambe strette al petto e le mani a coprirmi le orecchie, nel vano tentativo di contenere il panico.
La finestra mossa dal vento, intanto, continuava a sbattere implacabile ad ogni nuova folata, e ad un certo punto, oltre che la finestra, sbattè anche la porta.

-    Harin che diamine!! Vuoi chiudere quella finestra??-

Riconobbi la voce di Fili; nipote di Thorin, di sei anni più grande di me.

-    Non riusciamo a dor… Harerin?- mi chiamò di nuovo, probabilmente non vedendomi nel letto.
-    Ehi ma che fine ha fatto?- sentii domandare Kili; che come sempre aveva seguito suo fratello. – Harin!- chiamò anche lui.

Mi vergognavo da morire per quella situazione; avere paura dei temporali alla mia età!
Ero certa, che non ci fosse nano in tutto l'Ered Luin, che si nascondesse dietro una poltrona per un banale evento atmosferico. Quindi, oltre che spaventata, ero persino mortificata dalla situazione.
Mentre ero assorta ad auto darmi della stupida, e a causa del chiarore prodotto dalle candele, che i due giovani avevano con sé; non feci caso al lampo di luce che balenò fuori dalla finestra, e così, il rombo del tuono mi colse del tutto impreparata, facendomi scappare un urlo terrorizzato, che l'ululato del vento non riuscì a coprire.
Dopo circa mezzo secondo da quando ero riuscita a chiudere la bocca, la poltrona che mi faceva da riparo venne scostata.

-    Che ci fai qui?-

A quel punto, non mi rimase altra scelta che alzare lo sguardo sui due fratelli; entrambi mi guardavano stupiti, e di certo ne avevano ogni ragione.

-    Ehi cosa succede?-  Kili s’inginocchiò vicino a me; i capelli che gli sfioravano appena le spalle e le sopracciglia castane, agrottate in un espressione confusa sul giovane volto sbarbato.

 Io, che tenevo ancora le mani sulle orecchie, e tremavo sia dalla paura che dal freddo, scossi la testa decisa, non volendo assolutamente ammettere il motivo di quello strano comportamento; ma il tuono successivo mi tradì.
Trasalii senza poterne fare a meno, e il mio sguardo corse di riflesso alla finestra ora chiusa, dietro la quale la pioggia scrosciava insistente.


-    Hai paura dei temporali Harin?- chiese Fili, imitando il fratello e accucciandosi davanti a me.

Mettendoli a confronto in quel momento, uno di fianco all'altro, non potevano essere più diversi. Il più grande, biondo, con grandi occhi chiari e già un accenno di treccine fra i capelli lunghi e lisci; e il secondo, scuro e mosso, con occhi caldi e castani; eppure, anche allora, sembravano due facce della stessa medaglia.
Mi aspettavo, a quel punto, almeno una risata, o un qualche segno che la mia paura fosse considerata del tutto ridicola; invece, entrambi non sembravano divertiti dalla cosa, solo sorpresi e semplicemente in attesa di una mia parola.
Guardai prima uno e poi l'altro, indecisa sul da farsi; da quando ero arrivata da loro, Kili e FIli erano sempre stati estremamente gentili con me, cercando in tutti i modi di farmi sentire a mio agio, coinvolgendomi in ogni loro attività; e dovevo ammettere, che era gran parte per merito loro, se il mio cuore iniziava pian piano a guarire, beandosi nuovamente della sensazione di essere amata e protetta. 

Mi morsi un labbro – E' che... - iniziai, bloccandomi subito e sentendo la voglia di piangere montarmi dentro.

Spostai lo sguardo sul pavimento di pietra perfettamente liscio, cercando di non far uscire le lacrime, che si erano accomulate agli angoli degli occhi.

-    Pioveva e tuonava quando sono stata salvata dall’incendio! E' stato un fulmine a far spezzare il ramo che ha colpito mio padre!- ammisi singhiozzando alla fine, non riuscendo più a trattenermi, e nascondendo il viso tra le ginocchia flesse.

Chiamatelo shock post traumatico o come volete, ma quelle immagini non mi si sono mai cancellate dalla mente.
Il rombo del tuono, che a intervalli copriva il crepitio dell'incendio, e dei nani che urlavano cercando di spegnerlo; lo scoppiò del ramo colpito dal fulmine, e il fragore che ne seguì mentre cadeva a terra; il volto sofferente di mio padre rimastovi incastrato al di sotto; le mie grida mentre cercavano di tratternermi dal precipitarmi verso di lui.
Nulla di tutto ciò l'ho mai dimenticato, e spesso rivisitavo quei momenti in sogno, senza che però il mio dono, in quel caso, centrasse alcunchè.
Mi raggomitolai ancora di più su me stessa, stringendo gli occhi il più possibile, e ricacciando indietro i singulti che cercavano di scuotermi.

-    Harin…- sentii la mano di Fili posarsi sulla mia testa accarezzandola dolcemente.
-    Fee vieni, dammi una mano! Harin coraggio, seguici! - disse invece Kee, con uno strano tono perentorio che non gli avevo mai sentito.

Spinta più dalla curiosità di capire il motivo di tanto fervore, che non dalla reale voglia di abbandonare il mio angolo; alzai la testa e vidi Kili tendermi una mano. Il suo viso era serio, ma non del tipo di serietà di chi è scocciato dalla situazione, bensì, quella di chi è determinato e ha in mente qualcosa. Spostai allora lo sguardo dal suo volto alla sua mano, e dopo essermi asciugata le lacrime con la manica della mia camicia da notte, l'afferrai. La mano di Kili era calda, e trovai al contatto con essa, un immediato giovamento.
Quando fui finalmente in piedi, tirai su con il naso guardandoli; entrambi i fratelli mi fecero un sorriso a 32 denti, e il più giovane, sempre tenendomi saldamente per mano, mi guidò fuori dalla stanza, dirigendosi a passo sicuro verso la loro, adiacente alla mia.
Giunti sulla soglia, Kili mi lasciò andare, entrando nella camera seguito da Fili; io rimasi sull'uscio, guardando con curiosità l'ambiente
.
A riempire lo spazio, c’erano due letti con le lenzuola stropicciate e buttate alla rinfusa, e un sommario caos generazionale del tutto normale per i due; confusione, per altro, di cui Dis ne sapeva qualcosa fin troppo bene…

-    Spingi il tuo letto verso di me- disse Kili a Fili, mentre teneva ferma con le ginocchia una delle sponde laterali del suo letto.

Il maggiore fece come gli era stato detto, spingendo il proprio letto contro quello del fratello.
Una volta che i due giacigli furono accostati, vidi Fili prendere un altro lenzuolo dall’armadio e stenderlo per orizzontale sui due letti, dove venne poi fermato, da entrambe la parti, sotto al materasso; in quel modo, la fessura che rimaneva nel mezzo era stata coperta, e i letti uniti tra di loro.
A quel punto, Kili m’invitò con un gesto della mano, mentre risistemava le coperte e le lenzuola sopra la struttura appena creata.

-   Coraggio, stanotte dormi con noi. - disse senza battere ciglio. 


Sulle prime, rimasi un attimo interdetta e leggermente stupita, da tutto quel prodigarsi per me, ma le espressioni dei due fratelli erano delle più serie e convinte; così mi avvicinai timidamente, e quando li raggiunsi, mi sistemai in mezzo a loro.
Una volta che le candele furono spente, e le coperte tirate su a coprirci, i due fratelli mi circondarono con le loro braccia.

-    Harin, la prossima volta che hai paura, non restare da sola, vieni subito da noi. Siamo qui per te! - mi disse Fili, con tono accorato e gentile, di chi si è seriamente preoccupato.
-    Sembriamo degli scapestrati, e un po’ lo siamo, ma ti proteggeremo sempre. L'abbiamo promesso a Thorin e a mamma. Ci saremo sempre per te. - rincarò Kili allegramente; riuscivo quasi vedere il suo sorriso sincero, brillare al buio.
-    Grazie... Kee, Fee...- risposi già assonnata, rannicchiandomi di più in quell’alcova di calore e amore, mentre mi rendevo
conto al tempo stesso, che i tuoni, non riuscivano più a raggiungermi lì, dove mi trovavo. 

Già allora, ero fermamente convinta che avrebbero mantenuto la loro parola; non ne avevo il minimo dubbio, e negli anni che seguirono, non mi diedero mai motivo per averne.
Mi stavo ancora godendo quelle sensazioni benevoli, quando iniziai a sentire qualcosa sotto di me.
Era come... come se la fessura tra i due letti si stesse allargando, e per dirla tutta, in realtà, non mi sembrava nemmeno più di essere sdraiata su di un letto, se era per quello.
Un secondo dopo aver realizzato quel particolare, la mia mente allineò i pezzi e capii di stare sognando.
Nel momento in cui lo realizzai, e aprii gli occhi di scatto, mi sentii precipitare.



Spazio Autrice:

Benvenuta Primavera, benvenuto caldo, benvenute rondini!!! Ah no.... -.- però posso ringraziare il tempo, che non mi ha concesso di mettere il naso fuori di casa e di conseguenza costretta a scrivere!
Ed eccoci al Flashback, piccolo stralcio della vita di Harin assieme ai due principi di Durin. :) E' del tutto ininfluente sulla trama, ma l'idea mi era venuta così, spontanea, e ho pensato che potesse essere carino raccontarvi alcuni episodi avuti luogo sull'Ered Luin.
Può piacervi come idea quindi?
Avrei in mente di metterne uno ogni tanto, a sopresa, durante la trama principale, e se riesco, di collegare questi sogni, con qualche avvenimento successo durante il viaggio che riaccenda la memoria di Harin (come per esempio, in questo caso, il temporale sulle Montagne Nebbiose).
Ringrazio come di consueto tutti i miei magnifici lettori; tutti coloro che mi seguono, in particolare Laura20, Laucace e Gilraen12 unitesi in questi giorni; tutti coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti, Laucace e _Son hikaru che lo hanno fatto questa settimana; e infine le fantastiche ragazze che commentano sempre, comprese le tre new entry 
Hphgtwisdalh, Liyen e Gilraen! Vi adoro tutti!

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta



  
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