Serie TV > Star Trek
Segui la storia  |       
Autore: Mannu    04/07/2008    0 recensioni
[TNG] - Un cargo alieno alla deriva, i klingon alla ricerca di un po' di gloria in un settore di spazio inesplorato e apparentemente vuoto. Ci sono tutte le premesse perché accada qualche guaio.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Data, Geordi La Forge, Jean-Luc Picard, Nuovo Personaggio, William Riker, Worf
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Canto - 2
2.

Si favoleggiava che l'Enterprise potesse raggiungere curvatura 9,99. Era certa che si trattasse di una delle solite menzogne della Federazione, ma doveva esserci qualcosa di vero poiché il capitano Picard l'aveva chiamata poco più di un giorno e mezzo dopo che lei aveva dato ordine di lanciare quel siluro modificato mentre la Jaj'lw vibrava paurosamente a curvatura 9,7 per dare il massimo slancio all'ordigno inerte.
L'addetto al teletrasporto le disse di aver agganciato l'Enterprise e di essere pronto ad attivare. Prima di mandare l'androide sulla nave aliena a lavorare con Mog'var, voleva vederlo. K'tann le aveva raccontato le gesta dell'ufficiale federale durante il loro recente scontro con i pirati.
Quando il bagliore del teletrasporto si fu spento, Brell ebbe davanti a sé il famoso comandante Data. Finalmente, si disse cercando di non lasciar trasparire emozioni. Alto, massiccio, la pelle cerea e gli occhi quasi bianchi. Era l'umano meno... umano che le fosse mai capitato di vedere.
- Chiedo il permesso di salire a bordo.
L'androide la stupì parlando perfettamente il giusto dialetto klingon, ma lei si riprese subito. Meglio così: avrebbe parlato più volentieri con quella creatura artificiale.
- Avanti, comandante Data – lo esortò.
Lo vide guardare con freddezza le due guardie armate fino ai denti, come se avesse semplicemente constatato la loro presenza. Poi, sollevata da terra una valigia standard della Federazione, Data scese dalla pedana del teletrasporto.
- Il comandante Brell, suppongo. Mi aspettavo di essere trasportato direttamente sulla nave aliena. È un piacere incontrarla in queste circostanze che definirei...
- Comandante Data! - lo interruppe bruscamente Brell, pensando annoiata ai danni che avevano fatto gli umani programmando quell'androide. Lo avevano istruito a parlare a vuoto proprio come facevano loro.
L'androide si zittì e con uno scatto della testa si volse verso la giovane comandante klingon, dedicandole tutta la sua attenzione.
- Cosa sta portando a bordo della mia nave? - disse puntando il dito contro la valigia che Data teneva disinvoltamente per la maniglia.
- Una unità di elaborazione e moduli di memoria isolineare – rispose l'androide senza esitare. Aprì la bocca per fornire maggiori dettagli ma Brell fu più rapida di lui.
- Lavorerà con il mio ufficiale Mog'var e si dovrà attenere alle sue indicazioni.
Data cercò di approfittare della pausa che seguì l'ultima parola, ma il comandante klingon non gliene diede modo.
- Qapla' – gli disse accompagnando l'augurio con un inequivocabile gesto della mano. Abbandonò l'angusto locale del teletrasporto senza attendere una risposta. A Data non rimase altro che tornare sulla pedana e attendere l'attivazione.

Mog'var bestemmiò ad alta voce dentro il casco della tuta che si stava appannando nuovamente. Con la visuale offuscata non riusciva a distinguere bene tutti i geroglifici alieni e doveva muoversi continuamente per inquadrarli distintamente.
Era solo sulla nave da carico aliena: era stata frugata da cima a fondo ma non era stato trovato nessun membro dell'equipaggio: nemmeno un cadavere o una chiazza di sangue. Nulla. Di conseguenza i guerrieri che erano saliti a bordo convinti di combattere e razziare erano rapidamente tornati a bordo dello sparviero, lasciandolo lì. Era da quasi due giorni che lavorava su quella console aliena cercando di tradurre quella lingua impossibile. Si era fermato solo per dormire il minimo indispensabile, mangiare e ricaricare la tuta. Gli facevano male i polmoni a causa della miscela che stava respirando. Nonostante tutto quel tempo trascorso al lavoro sul computer alieno, si era fatto solo una vaga idea di quello che poteva essere la grammatica della lingua di quelle misteriose creature. Non era nemmeno riuscito a capire se aveva di fronte una interfaccia a comando vocale o se si trattava di un programma frattale: la sensazione di girare sempre in tondo senza arrivare mai da nessuna parte stava ormai scaldando il suo sangue klingon. Era uno scienziato prima che un guerriero, data la sua età, ma ciò non significava che la sua scorta di pazienza fosse infinita. Mise nuovamente mano al traduttore della Federazione e lo azzerò del tutto. Era la terza volta che lo faceva e non aveva ancora ottenuto nulla. Era propenso a pensare che se avesse riprogrammato in modo nuovo la matrice di traduzione ampliando il buffer di memoria...
- Salve. L'ufficiale scientifico Mog'var, suppongo.
Il klingon sobbalzò all'udire quella voce nuova uscire così squillante dalla radio della sua tuta da vuoto. Si voltò per istinto nella direzione giusta, con una mano che già era scattata verso il disintegratore che portava alla cintura della tuta. A poca distanza da lui galleggiava in assenza di gravità il comandante Data, impeccabile nella divisa della Federazione. Privo di tuta spaziale.
- È un piacere per me incontrarla. Ho letto con molto interesse la sua relazione dello scorso anno sulla diminuzione dell'inquinamento da curvatura nello spazio intorno a Qo'nos. Vorrei complimentarmi anche per...
- Sciocchezze! - esclamò subito. Era innervosito poiché l'androide della Federazione non aveva bisogno di tuta mentre la miscela che respirava lui puzzava e gli annebbiava il cervello. Sentiva la sua voce provenire dalla radio, ma Data non stava trasmettendo col combadge e non muoveva la bocca mentre parlava. D'un tratto Mog'var si scoprì pentito d'aver richiesto l'intervento dell'ufficiale della Federazione: certamente lo avrebbe messo in ridicolo decifrando la lingua aliena in poco tempo.
- Noto con dispiacere l'assenza di gravità artificiale – disse Data mentre cercava di controllare i suoi movimenti per smettere di galleggiare e ruotare su se stesso cambiando direzione a ogni movimento.
- Dove sono gli stivali magnetici? - lo apostrofò rudemente il klingon, intenzionato a colmare in qualche modo il divario esistente tra lui e l'androide.
- Onestamente nessuno mi ha avvisato di questo contrattempo... contatterò immediatamente l'Enterprise e me ne farò mandare subito un...
- No! - esclamò Mog'var – nessuna trasmissione! Solo io sono autorizzato a trasmettere e lei qui si trova in territorio klingon.
- Devo desumere che lei ha assunto il grado di comandante? - chiese Data con tono che il klingon considerò al limite dell'insolenza. La finta inespressività dell'androide lo infastidì: sapeva che era dotato di un chip in grado di emulare le debolezze umane.
- Naturalmente – rispose Mog'var a denti stretti. Detestava perdere tempo in quel modo.
- I miei complimenti, comandante Mog'var... certo un vascello insolito, ma non privo di motivi di interesse che...
- Quando ha finito di galleggiare inutilmente, comandante Data, vorrei che lei si dedicasse a queste... interessanti console...
Mog'var non attese la replica dell'androide: attivato un canale di comunicazione con la Jaj'lw, chiese l'invio di un paio di stivali magnetici klingon.

- Quindi non puoi esserne sicuro?
- No, capitano – rispose il klingon guardandola negli occhi.
Tharnn era uno dei guerrieri più anziani a bordo della Jaj'lw. Serviva la sua famiglia da molte generazioni e la sua fedeltà era fuori discussione. Suo padre le aveva affidato il comando della Jaj'lw e assegnato Tharnn come capomacchina, scorta e consigliere. Aveva il sospetto che riferisse di nascosto a suo padre, ma non poteva esserne certa. Ma sapeva che poteva fidarsi di lui come della sua bat'leth.
- Tharnn, questa missione è molto importante per me – disse mettendogli entrambe le mani sulle spalle protette dalla corazza. Tharnn non si mosse, fermo come una statua d'acciaio. Era più alto di lei e molto più imponente: nonostante le numerose ciocche bianche apparse ormai da tempo tra i capelli e nella lunga e folta barba, il suo aspetto era fiero e minaccioso.
- Sono stanca di vivere nell'ombra di mio fratello. Voglio mostrare alla mia famiglia che sono degna di sedere alla tavola dei miei antenati.
Si allontanò dal suo ufficiale che non aveva mosso un muscolo né aggiunto una sola parola al suo rapporto. Non aveva alcuna prova dell'infedeltà di Rasa'k, eppure suo padre in persona l'aveva messa in guardia e Tharnn stesso si era detto d'accordo. Ma evidentemente Rasa'k era abbastanza furba da aspettare un'occasione propizia. Né lei né i suoi fedeli avevano osato manifestare le loro intenzioni finora. Ma quale momento migliore di quello per un ammutinamento? La Jaj'lw aveva navigato sola nello spazio vuoto senza poter comunicare per dieci giorni prima di incontrare il vascello alieno. Ora, data la presenza dell'Enterprise era poco probabile che Rasa'k tentasse di prendere il comando con la forza. Ma non se la sentiva di escluderlo.
- Tharnn, voglio che...
Un segnale acustico proveniente dall'impianto di comunicazione la interruppe. Era Mog'var.
- Che vuoi? - lo interrogò rudemente.
- Comandante, abbiamo fatto dei progressi – il tono del suo ufficiale scientifico era piuttosto teso e ne dedusse che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
- Abbiamo le mappe per la navigazione?
- No, sono state cancellate.
- BaQa'! Nave inutile! Torna a bordo! - sbraitò Brell battendo un pugno sul tavolo. Tharnn si avvicinò per vedere lo schermo dove appariva l'immagine del viso dell'ufficiale scientifico illuminato dalle spettrali luci rosse del casco.
- C'è un'altra cosa, comandante... l'androide Data ha parzialmente tradotto il linguaggio alieno.
Per tutta risposta Brell ingiuriò l'androide e tutta la scala gerarchica da lui fino all'Ammiragliato della Flotta Stellare.
- Apparentemente il controllo della nave aliena è affidato a una sofisticata intelligenza artificiale – disse Mog'var come se non fosse mai stato interrotto.
- E quindi? - ruggì Brell.
- Apparentemente questa... entità è entrata nella testa del comandante Data e lo ha paralizzato.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: Mannu