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Autore: Xandalphon    25/03/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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2)Tsunamikage

 

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“Buono Yamitaka, buono...Cos'hai qui per il tuo padrone eh?, Forza, fa un po' vedere...”

 

L'uomo che aveva parlato estrasse delicatamente dalla zampa del suo amato falco un bigliettino. Aveva il timbro della foglia impresso sul dorso, di colore rosso. Priorità alta.

Se fosse stato poco importante, l'inchiostro sarebbe stato nero. Almeno in teoria.

 

D'altronde però, Zaji sapeva bene com'era Akiko hime...Tutte le lettere ed i messaggi provenienti da Konoha dovevano essere classificate come importanti, anche se in realtà non lo erano, pena un solenne sfogo della Tsunamikage. Una volta il buon vecchio Sarutobi si era dimenticato di questo piccolissimo particolare...Aveva mandato gli auguri di buon compleanno alla matriarca del Vortice apponendo un sigillo nero. D'altronde non era una comunicazione di servizio, aveva probabilmente pensato l'hokage, se intuiva i suoi pensieri correttamente.

 

Il risultato fu un mese in cui tutte le comunicazioni verso l'alleato venivano condite da battutine sarcastiche di un'acidità imbarazzante...Nonostante fosse il suo fedele servitore, si vergognava persino lui della puerile dimostrazione di orgoglio di Akiko Uzumaki, Sandaime Tsunamikage di Uzushi-O, il villaggio nascosto del vortice.

 

Però, aveva la sua parte di ragioni per comportarsi così, nessun ninja del villaggio ne dubitava. Ai loro occhi gli shinobi della foglia era tutti accomunati da un grande peccato: la sistematica sottovalutazione della loro forza. Eh, già, dimenticavano un po' troppo in fretta, quelli di Konoha, che il loro non era “poco più che un villaggio di pescatori” come gli era toccato di sentire...Era la prima dimora del Kyuubi, e se i loro alleati erano il villaggio nascosto più potente del continente, lo dovevano prima di tutto al vortice!

 

Con un sospiro, lesse il contenuto del messaggio, anticipando, per chissà quale presentimento, che non sarebbe stato nulla di buono. E infatti, le parole che vide confermarono i suoi timori:

 

Sandaime Hokage ha preso attenta visione della nota di Sandaime Tsunamikage. Collaboreremo in tutti i modi a noi possibili alla cattura dei traditori. Abbiamo già dato ordine di inviare una squadra di appoggio per le vostre indagini ad Uzushikagure.

Con i saluti più sentiti, Sandaime Hokage Hiruzen Sarutobi.

 

“Ecco appunto - disse tra sé Zaji, con un gemito di frustrazione – Akiko hime non sarà contenta...Vedersi girare per il villaggio dei konohani...Sarutobi, la conosci, che ti è saltato in testa? Lo vedrà come un affronto, poco ma sicuro...”

 

Percorse lentamente le scale che separavano la torre della voliera dall'ufficio della matriarca, cercando di non immaginare le scenate che gli avrebbe fatto.

 

Bussò con fare esitante, ed immediatamente un perentorio avanti! Lo invitò a fare il suo ingresso nello studio.

“Che c'è Zaji? Buone notizie o cattive? Dalla faccia che stai facendo mi sembra di capire che si tratta della seconda opzione...”

 

Senza dire una parola, cercando di rimanere impassibile, l'uomo consegnò il foglio alla donna che era seduta di fronte a lui. La sua figura relativamente esile sembrava scomparire, nella grande poltrona color porpora in cui era sprofondata. Osservandola una volta di più, Zaji si sorprese a pensare che nella sua gioventù doveva essere stata una bella donna. Certo, ora i suoi capelli erano grigi e raccolti sopra la nuca da una quantità abbondante di spilloni, che sembravano formare un'aureola dorata dietro al suo capo. Ma un tempo il loro colore era rosso fuoco. Così come focoso era il suo temperamento nella giovinezza. Era? No, usare il passato era improprio per definire il carattere della sua signora. Gli occhi azzurro cielo che ora lo fissavano intensamente tradivano una volontà d'acciaio che certo non aveva perduto niente del suo antico smalto.

 

Tre...due...uno...Ecco, ci siamo...

 

Akiko lesse velocemente. Arrivata all'ultima frase, inconsapevolmente si mise a digrignare i denti, per poi stropicciare il foglio e farne tanti minuti pezzettini.

 

“Ahem...Akiko sama?”

 

“Zaji, mandami a chiamare quella sfaticata di mia nipote!”

 

“Subito, Tsunamikage!” disse l'uomo, fiondandosi fuori dalla porta.

 

La donna attese per ben mezz'ora, tamburellando nervosamente le propria dita sulla grande scrivania di legno scuro. Aveva avuto un'idea geniale. Quel che si diceva: due piccioni con una fava...Quella piccola peste adduceva sempre come scusa della sua svogliatezza il fatto che non gli affidavano mai missioni “interessanti”? Bene, l'avrebbe costretta a fare la balia ai mocciosetti arroganti che gli avrebbe mandato lì Sarutobi...E sicuro come l'oro, quelli se ne sarebbero tornati a gambe levate a Konoha in meno di una settimana...

 

Fu risvegliata dai suoi pensieri da un inconfondibile suono di passi strascicati.

Non ebbe nemmeno bisogno di levare lo sguardo per sapere che finalmente la kunoichi che aveva convocato si era degnata di farle visita.

Aprendo la porta con già un sonoro sbadiglio in canna.

 

“Yaaawn...Ok, zietta, che c'è?”

 

Niente onorifici, nessun rispetto per l'autorità, nessuna mostra di ricordare anche un solo briciolo dell'etichetta che doveva contraddistinguere un'onorata signorina del clan più antico, nobile e potente di Uzushi-o. Niente di niente. Akiko ci aveva provato tante di quelle volte a inculcargli una discreta dose di insegnamenti in questo senso, che aveva perso il conto. Ma era stato tutto inutile. Sua nipote apparentemente era un caso perso. Se un giorno, per un malaugurato scherzo del destino, il titolo di Tsunamikage fosse passato a lei, avrebbe firmato per la distruzione del villaggio il giorno successivo.

 

“Ti ho mandata a chiamare mezz'ora fa...Certo che...Sei la prova vivente che il detto secondo cui il nome influisce sulla personalità è maledettamente sbagliato...”

 

“Che ci posso fare se papà, con la sua enorme fantasia, ha deciso di chiamarmi Inazuma? Avrebbe potuto chiamarmi Aka-qualcosa, come metà delle ragazzine del clan Uzumaki e mi sarei risparmiata questa battuta che mi rifili un giorno sì e l'altro pure...Comunque, che vuoi? Che faccia la scorta a qualche nobile annoiato? Che salvi il cane di qualche Daimyo che ha mostrato il buon senso di fuggire nei boschi?”

 

Akiko non sapeva se scoppiare a ridere o strozzarla con le proprie mani, quella ragazzina impertinente. Avrebbe preferito che Inazuma le somigliasse nella personalità, non nell'aspetto fisico, che le accomunava nella diversità rispetto allo “standard femminile” di una tipica appartenente al clan Uzumaki. Teneva sempre i capelli relativamente corti, raggruppati in una coda alta, mentre lì al vortice, chioma lunghissima era unanimemente considerabile sinonimo di bellezza. Era esile e longilinea, e con quel nasino all'insù e quegli occhi obliqui da gatto sornione, sembrava più uno spiritello dispettoso dei boschi, più che una principessa.

Ma erano quelle pupille, a mettergli più paura. No, non avevano niente di Uzumaki, quei due pezzi di notte senza stelle. Quando li fissava per troppo tempo le mettevano una strana inquietudine, per quanto non si spiegasse bene nemmeno lei il perché.

 

“Ehi...Zia? Tutto bene? Ti vedo pensierosa...Allora, che missione mi devi rifilare stavolta?”

 

“Ahem, sì, Ina-chan, scusa...Dicevo? Ah, certo... - E qui Akiko si aprì ad un sorriso che aveva quasi del sadico – Dovresti fare la guida turistica!”

 

“Che??”

 

“Sarutobi ha intenzione di mandar qui un team di supporto per le nostre indagini sul misterioso furto di tre mesi fa...Certo, come se fossimo dei bambini che non sanno fare nemmeno la O con il bicchiere...Se fosse stato da queste parti l'avremmo già preso, baka di un'Hokage!...Comunque...Ho bisogno di qualcuno che faccia da balia ai nostri “cari alleati” per tutta la durata del loro soggiorno qui. E indovina un po'? Hai vinto il primo premio! Sarai tu e le tue serve a farlo...Ah, e per la cronaca: per te sono la Tsunamikage, non zietta. E dovresti anche dare del lei, fino a prova contraria.”

 

Tutto quello che Inazuma riuscì a proferire fu un “Oh, cazzo.”, Sotto lo sguardo più che divertito di Akiko sama.

  
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