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Autore: thelightonmyeyes    25/03/2014    1 recensioni
La sua vita è proprio un disastro: tra amici, famiglia e amore tutto in lei si trasformerà fino a farla diventare una nuova Audrey.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(5)
NEW YORK ASPETTA SOLO NOI.
 
Avete presente quella sensazione di essersi dimenticati qualcosa ma non si è dimenticato di fare niente? Quella sensazione di vuoto che ti prende permanentemente dentro il petto e non se ne vuole andare?
 
Ecco. I due giorni seguenti mi sono sentita esattamente così, non tradita, non incazzata, non triste. Mi sento vuota. Vuota come se avessi un’ampolla di vetro vuota che mi impedisce di respirare quasi.
Non mangio, non parlo con nessuno al di fuori di Mel, e anche con lei non parlo più di tanto e guardo il soffitto.
 
Il terzo giorno sono sdraiata a fissare il soffitto quando si apre la porta.
“Mel, non ho fame, lo sai.”
Non ricevo una risposta, quindi me ne sto zitta. Non me ne frega se lei ha o non ha voglia di parlare, io sto lì.
“Ehm…. Ciao Audrey…” sento una voce molto più profonda di quella di Mel e mi siedo di scatto sul letto. Mi ritrovo davanti in tutta la sua altezza Adam, che immediatamente si siede sulla sedia di solito occupata da Mel.
 
“Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a parlarti, se non l’avevi capito.”
“Dimmi. Ti ascolto.”
“Beh… volevo spiegarti perché non ti ho mai detto nulla…. A te piaceva Tyler, e ti piaceva anche tanto. E io e lui ogni tanto ci vedevamo, di nascosto. Poi un giorno ci siamo baciati e… io mi vergognavo…. Allora ho continuato a darvi l’illusione che fossi… insomma, che fossi etero. Non è colpa mia, né di Tyler….noi ci piacciamo, e lui non è nemmeno così stronzo come da a vedere….”
“Si, ma ti vergognavi di noi? Non ti abbiamo mai giudicato in vita nostra….”
“Mi dispiace Audrey…. L’altra sera non mi aspettavo che arrivaste, zia Caroline non mi aveva detto nulla e sono stato preso alla sprovvista…”
“Non è stato piacevole…. Io…. Sono confusa.”
“Confusa?”
“Sì, confusa. Sono totalmente nel pallone…. È difficile da spiegare, men che meno da capire… lascia perdere. Tyler come sta? Si è stabilito qua per l’estate? Come avete cominciato ad uscire? I suoi lo sanno? E tua zia?”
“Ehi, ehi, ehi. Una domanda alla volta.” Per la prima volta da quando è entrato sento che la tensione che ci circondava se ne sta andando, e lui ha pure un sorrisetto stampato sul quella bella faccia da cazzo. “Allora, vediamo. Tyler sta… diciamo che ha paura, più che altro. Non vuole che si sappia in giro… sai, no, non sarebbe ben visto. Sì, sta qui da noi per l’estate. Non ti preoccupare, dorme in sala e non è infetto di nessuna malattia.”
“Ehy, io non ho mai avuto niente contro i gay!”
“Va bene, va bene, calma. Hai presente la festa di fine anno scolastico, due anni fa? Ecco, tu eri lì che ballavi con quel viscido di cui francamente non ricordo il nome e Mel idem, allora io sono fuggito nel giardino davanti a scuola e c’era lui. Ci siamo seduti insieme su una panchina, abbiamo parlato e parlato. In realtà era la prima volta che ci parlavamo senza che litigammo o che ci prendessimo a sberle. Da lì uscivamo ogni tanto, per parlare. Lui ovviamente doveva trattarmi male se no perdeva la faccia, ma si limitava alle prese in giro verbali. Una sera, poi…. Beh, è successo. C’era una specie di feeling e ci siamo baciati, stop. Poi ci vedevamo a casa mia, quando mia mamma non c’era. Non ci vedeva nessuno. I suoi ovviamente non lo sanno, però sanno che io sono un caro amico di Tyler, ecco perché lo hanno lasciato venire qua. Mia zia ovviamente lo sa, insomma. Vivo qua! Contenta?”
“Sì, abbastanza soddisfatta. Ma ancora non capisco perché non me l’hai detto prima.”
“Mi vergognavo. Mi vergognavo follemente, ero convinto fosse una specie di malattia, pensavo che se aspettavo forse sarebbe passato. Ma poi sono arrivato qui, e mia zia mi ha aiutato. La mia vita è come ricominciata.”
Io non so cosa rispondere, io sono senza parole.
“Adam… io…. Mi dispiace….”
“Oh, beh. Anche io avrei reagito come te in una situazione del genere. Non ti preoccupare.”
 
Adam si alza all’improvviso, viene verso di me e mi abbraccia. Mi erano mancati i suoi abbracci.
“Ora però devi promettermi una cosa!”
“Dimmi tutto, babe.”
“Che ricomincerai a mangiare. Già mi sento una merda per quello che ho fatto, non voglio avere sulla coscienza anche la mia migliore amica che non mangia!”
“Sissignorcapitano!”
 
 
Dopo aver mangiato un buon pasto, essermi fatta la doccia, truccata e vestita, sono pronta per esplorare i meandri di New York City insieme ai miei migliori amici.
Come sempre mi porto dietro la mia macchina fotografica pressoché indistruttibile (potrebbe aver superato anche la Seconda Guerra Mondiale) per scattare qualche foto. Quando finiremo le scuole, io e Mel verremo qui ad abitare, perché è una città così anonima e puoi essere chi sei veramente senza che nessuno ti giudichi. A differenza dei piccoli paesi, dove sembrano che stiano aspettando solo che qualcuno si mostri diverso da tutti gli altri per creare una specie di rivoluzione di massa.
 
Questa città emana un effetto afrodisiaco su me e Mel, che ogni cosa che vediamo, anche un semplice palazzo o un taxi giallo o uno Starbucks ci esaltiamo. Adam ha quel suo sorrisetto malizioso in faccia, glielo si legge negli occhi che è contento di averci lì.
 
Adam come benvenuto (anche se un po’ in ritardo) ci ha portate a vedere la Statua della Libertà (che tra l’altro è un classico, non poteva fare cosa più banale. Ma solo essere lì con loro mi fa stare bene).
 
Dalla testa della donna ci facciamo tante foto talmente stupide che dubito che ci sia qualcuno più stupido di noi. Fotografo anche la città dall’alto, che è uno spettacolo mozzafiato. La mia mente improvvisamente si libera di tutti i pensieri e mi sento come se volassi.
 
New York è magica, è come un cuore e se la guardi un po’ attentamente dà anche l’idea di qualcosa che batte, che pulsa. Questa città è  vita, è colore, è felicità. Giurerei di non essere mai stata così bene in qualche posto, ma questo sarà per sempre un posto speciale: Manhattan vista dall’alto, Adam e Mel che mi fanno ridere, i polmoni che si sentono come se prendessero ossigeno dopo un lungo periodo di apnea.
 
Sono sicura che da questo viaggio tornerò cambiata, tornerò diversa, tornerò nuova.
 
Intanto che io mi perdo nei miei pensieri fantasticando nelle vie sperdute di New York, Adam mi riporta alla realtà strattonandomi verso l’uscita. È quasi sera e decidiamo di andare a fare una passeggiata nella Quinta Strada, ammirando negozi in cui non ci farebbero nemmeno avvicinare.
 
“Vi prometto, vi giuro, che in queste settimane vi farò visitare ogni possibile attrazione di New York, anche se nemmeno io le ho visitate tutte. Diciamo che mi tenevo il piacere per quando sareste arrivate voi. Facciamo che quando arriviamo a casa stiliamo una lista di cose che vorremmo vedere così ci andiamo?”
“YEAH BABE” cominciamo ad urlare io e Mel, in mezzo al marciapiede, dove due o tre persone ci guardano con occhio critico ma poi tirano avanti per i cavoli loro.
 
La cosa terrificante di questa città è la complessità di strade e di vicoli e di posti che se non ci fosse Adam che ci vive da qualche mese, io mi sarei già persa.
 
La notte sta calando e qui me ne accorgo non per il cielo che diventa scuro, ma per le luci che cominciano ad abbagliare la strada del ritorno.
 
 
Dopo cena, ci rintaniamo in camera di Adam. Dato che avevamo scaricato Tyler per tutto pomeriggio, abbiamo decido di includere anche lui nel nostro itinerario. All’inizio è stato molto spaventato da noi, come se fossimo delle belve accanite e lui una povero cucciolo indifeso.
Dopo avergli ripetuto tipo un mezzo milione di volte che noi non saremmo andati in giro a dire niente a nessuno e che a noi non ce ne frega proprio che loro stiano insieme, si è convinto e sembrava quasi lo stesso Tyler di tutti i giorni.
 
Non avevo mai pensato a lui come ad un probabile gay, e infatti vederlo farsi (ogni tanto, per fortuna) gli occhi dolci con Adam è stato abbastanza scioccante, anche se ho sempre cercato di non darlo a vedere: insomma, io non giudico nessuno!
 
Alla fine della serata, tra popcorn e risate, abbiamo una sottospecie di lista di cosa andremo a visitare:
 
COSE DA VISITARE.
Di Mel, Adam, Audrey e Tyler.
 
1.Empire State Building
2.Central Park
3.Times Square
4.Ponte di Brooklyn
5.Madison Square Garden
6.Broadway
7.Cattedrale di San Patrizio
8.Guggenheim Museum
9.Metropolitan Museum
10.Little Italy
11.Trinity Church
12.Radio City Music Hall
13.Flushing Meadows Park
14.Coney Island
 
Non ho idea di come riusciremo a vedere tutte queste cose, ma ci divertiremo. Ne sono sicura.
 
ANGOLO DELL’AUTORE.
SALVESALVESALVESALVE GENTE BELLAAAAA!
Allora, diciamo che è una vita e mezza che non aggiorno e poi me ne esco fuori con questo capitolo che non è niente di che: perdonatemi, non sono ispirata, per niente.
 
I nostri cari BFF si sono riappacificati, e questa cosa sembra dare a Audrey una scossa di vita. Mha. Vedrò come far soffrire i vostri poveri feelings *risata malvagia MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHA*
 
Ok, sto degenerando.
Ringrazio Zenior (http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=296484) che mi tiene alto il morale ogni giorno. Grazie bella.<3
E ringrazio chi ancora mi sopporta.
 
Un bacio,
E. 
   
 
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