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Autore: Shannonwriter    26/03/2014    1 recensioni
La mia è una specie di rivisitazione della storia di Alice In Wonderland in chiave moderna che però non segue necessariamente gli avvenimenti narrati nei libri o nel cartone. Alice ha diciassette anni e vive a New York. Apparentemente ha tutto quello che le serve, è stata ammessa alla Juilliard e potrebbe diventare una grande pianista un giorno, allora perché non è contenta? L'unico a stare sempre dalla sua parte è Hartley, il suo migliore amico. è buffo, uno spirito libero e un giorno si presenta con un cilindro in testa che, sostiene, potrebbe aiutarla perché è magico. Ma sarà vero? E c'è qualcosa di più di una semplice amicizia tra Alice e Hartley? Scopritelo leggendo (è la mia prima originale, omg!).
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Alice arrivò davanti al Wondercafè piena di apprensione. Man mano che si avvicinava infatti, non era riuscita a scacciare un brutto presentimento. Quando si trovò davanti alla vetrina purtroppo constatò che c'era davvero qualcosa che non andava; il suo cuore sprofondò nel vedere la porta del locale spalancata e un'enorme crepa lungo il vetro frontale. Muovendo i primi passi all'interno calpestò diversi pezzetti di vetro e porcellana cosparsi per terra. Alice seppe immediatamente di cosa si trattava: erano i resti dei bicchieri e del nuovo servizio da tè di Jeff. Intorno a lei regnava il caos. Alcune sedie erano capovolte ed era rimasto ben poco ancora intatto. Alice strinse i pungi trattenendo dentro di sé la rabbia che saliva e saliva. Quelle belle tazzine, l'arredamento elegante...perché? Di sicuro i ladri avevano svuotato la cassa ma perché distruggere tutto così invece di andarsene e basta? E poi la domanda più importante di tutte: dov'erano Jeff, Iris e Hartley?
Alice si fece coraggio e aprì la porta che dava sulle scale per il piano superiore, dove si trovava l'appartamento dei suoi amici. Non era mai stata lì. La carta da parati verde chiaro che ricopriva i muri del corridoio la condusse alla porta di un piccolo soggiorno. Fortunatamente lì i ladri non erano stati. La seconda cosa che Alice notò fu la foto del matrimonio di Jeff e Iris incorniciata su una vecchia credenza. Si avvicinò d'istinto per guardarla meglio. Jeff era totalmente sbarbato, cosa mai vista da quando lo conosceva, ma aveva la stessa aria felice negli occhi. Anche Iris aveva qualcosa di diverso. I capelli rossi erano lunghi fino alle spalle, lucenti, una spilla bianca le teneva indietro la frangia. In lei non c'era ancora traccia della malattia che l'avrebbe colpita, nessuna preoccupazione, solo la gioia di avere trovato la persona giusta nel suo neo-marito. Fu allora che tornò coi piedi per terra; se era successo qualcosa a Jeff o a Iris doveva saperlo subito e ovviamente era preoccupata anche per Hartley.
Mentre usciva dalla stanza e scendeva le scale provò a richiamare il suo amico ma trovò solo la segreteria telefonica. Non appena rientrò nel café fu colpita da un forte odore di fumo. Tossicchiò coprendosi il naso con la mano. Davanti all'entrata scorse una figura ferma lì con una sottile sigaretta tra le dita. “Un bel disastro, eh?” disse l'uomo.
Alice cercò di metterlo a fuoco anche tra le nuvole di fumo che si diffondevano nello spazio tra di loro. Le sembrava familiare. L'uomo soffiò fuori altro fumo che stavolta prese la forma di un cerchio praticamente perfetto. Ma certo! È il tizio che Jeff ha mandato via dal locale un po' di tempo fa, ricordò Alice. “Ha per caso visto com'è successo?” gli chiese.

L'uomo non rispose subito, sembrava sovrappensiero. “Oh, proprio no. Ho visto l'ambulanza però”
Alice rabbrividì. “L'ambulanza?” lo incalzò.
Lo sconosciuto respirò altro fumo dalla sua preziosa sigaretta. “Precisamente, è quello che ho detto.” rispose mentre altre forme geometriche si libravano nell'aria. Distrattamente Alice concluse che doveva essere per forza la sigaretta ad avere qualche caratteristica speciale che gli permetteva di fare una cosa del genere. “Ha visto chi caricavano? Una donna, un uomo o un ragazzo?” chiese agitata.
Il fumatore diede una scrollata di spalle. “Non saprei. Troppe persone si erano accalcate per vedere. Quando succede una sventura tutti fanno la fila per guardare...non è assurdo?” rifletté più tra sé e sé che con Alice che da parte sua iniziava a sentirsi a disagio e più in ansia di prima.
 “Può spostarsi?” chiese la ragazza all'uomo ancora piazzato davanti alla porta del café.
 “Oh ma certo!” disse l'uomo come ad accorgersi solo in quel momento di lei. Si fece da parte e Alice uscì.
 “A volte se le vanno a cercare...” aggiunse dietro di lei.
Alice si disse che doveva aver capito male e si girò di scatto verso quell'uomo strano. Non c'era più. Alice ebbe una sensazione di déjà vu.

-

Una sensazione di disagio la accompagnò per tutta la strada per l'ospedale e quando passò tra le porte scorrevoli dell'entrata non migliorò affatto. Non era stata spesso in degli ospedali ma non le piacevano comunque. C'era sempre un odore strano nell'aria, troppo pulito, e il pensiero della gente malata o infortunata che occupava le stanze la rattristava. Mentre era per strada inviò un messaggio ad Hartley avvertendolo che stava arrivando. Sperava che così facendo sarebbe spuntato fuori e le avrebbe raccontato cos'era successo. Nella sala d'attesa del pronto soccorso di lui non c'era traccia ed Alice dovette rivolgersi al banco informazioni per chiedere notizie dei suoi amici.
Diede prima il nome di Hartley ma fortunatamente l'uomo alla reception le disse che non c'era nessun Hartley Jacobs in ospedale al momento. Alice tirò un sospiro di sollievo e passò a Jeff. Anche questa volta nessun ricovero per quel nome. Alice iniziò a sperare cautamente che ci fosse stato un grande errore; forse dopo tutto nessuno dei suoi amici si era fatto male e si trovavano invece alla polizia per denunciare l'irruzione al Wondercafè. Nonostante ciò, per sicurezza, chiese anche di Iris. Alice osservò l'uomo digitare il nome sulla tastiera del computer. Lesse qualcosa sullo schermo e poi guardò la ragazza. “C'è una Iris Greenfield al secondo piano. Lei è una parente?”

Oh no pensò Alice e poi Oh accidenti!. Nei film quando un personaggio risponde 'no' gli vengono chiuse le porte in faccia e la ragazza si chiese rapidamente se fosse il caso di mentire. “Si, sono la nipote” rispose di getto. Era importante non dare segni di insicurezza o non avrebbe funzionato.
 “Stanza 18.”
“Grazie” disse Alice allontanandosi prima di farsi scoprire, ringraziando la sua buona stella. Entrò nell'ascensore insieme a un paio di altre persone e sentì solo allora l'agitazione salire. Le sue speranze di potersene andare erano state infrante e ora si pentì di non aver chiesto anche per quale motivo Iris si trovava in ospedale. Sperava non si trattasse di niente di grave ma la paura che la donna fosse stata coinvolta nel disastro che aveva trovato nel locale la attanagliava. Le porte dell'ascensore si aprirono e davanti a lei c'era un altro banco informazioni e due corridoi a fianco. I numeri sulla targhetta appesa al muro le indicarono che il corridoio sulla destra era quello giusto e lo imboccò. Cercò di tenere gli occhi solo sui numeri che contrassegnavano le stanze, senza fare caso a chi si intravedeva all'interno. 15, 16, 17...18.
 “Alice! Che ci fai qui?”
Non ebbe neanche il tempo di pensare che Hartley era comparso accanto a lei trascinandola verso il distributore di caffè poco lontano. Teneva in mano un bicchiere di plastica fumante.
 “Hartley! Che cosa è successo??” gli chiese immediatamente allarmata.
 “Non ti avevo detto di non venire?” le disse quasi rimproverandola.
 “A voler essere pignoli mi hai detto di non andare al Wondercafè, qui siamo in ospedale.” controbatté Alice alzando un sopracciglio con aria di sfida.
 “Eppure se sei qui devi esserci passata” rispose a tono Hartley.
Alice lo fissò stringendo gli occhi. “Scusa, non sei stato esattamente convincente nel tuo messaggio! Ora mi vuoi spiegare cos'è successo al locale?”
Hartley sospirò cercando di trovare le parole giuste. “Qualcuno è entrato e l'ha sfasciato.”
 “Questo l'ho visto da me. Chi è stato?” lo incalzò.
 “E come potrei saperlo?! Non c'ero quando è successo...” rispose Hartley con amarezza e una punta di rabbia.
 “Che vuoi dire?”
Hartley appoggiò il bicchierino di tè su una sedia accanto al muro. “Ero uscito durante la notte e quando sono tornato...chiunque fosse se n'era appena andato. Era un casino, un sacco di roba distrutta. E Jeff era per terra...” spiegò Hartley con gli occhi lucidi.
Alice non capiva. “Jeff? Ma ho chiesto e mi hanno detto che lui non è qui!”
 “è passato dal pronto soccorso e quando l'hanno sistemato ha rifiutato il ricovero. Ha un braccio rotto, dei lividi in faccia e sull'addome però.”
Era peggio di quanto pensasse. “E Iris?”
Hartley alzò la testa facendo spostare il suo sguardo da una parte all'altra del soffitto immacolato. “Credo non le abbiano fatto niente, non so. Ma quando tutto è finito si è sentita male nel vedere Jeff in quello stato” si sentiva che Hartley faceva fatica a parlarne, era tutto troppo fresco. Alice gli posò una mano sulla spalla. “Hart...non è colpa tua”
 “Invece si!” sbottò con la voce tremante di rabbia. “Se solo fossi tornato un po' prima o non fossi uscito affatto, forse..forse...”
 “Hartley, no..” e senza pensarci un attimo lo abbracciò. All'inizio lui non si mosse ma poi si lasciò andare, pur resistendo alle lacrime.
Restarono così per un po', senza dire nulla. C'erano molte altre domande che Alice voleva fargli ma dovettero attendere. Hartley non era ancora in condizioni di darle risposte. Gli chiese se un tè caldo non fosse meglio per farlo tranquillizzare ma lui disse che in realtà lo stava per portare a Jeff che era naturalmente al capezzale di Iris.
 “Glielo porto io, se no si fredda” si offrì la ragazza.
 “Forse è meglio” convenne Hartley assorto nei suoi pensieri.
A malincuore Alice lo lasciò e con il tè in mano aprì la porta della stanza 18.


Note: e se vi giurassi che nel prossimo capitolo ci sono delle vere risposte alle domande di Alice (e alle vostre)? No, davvero, giuro! Voglio cercare di pubblicare il prossimo tra lunedì sera e martedì quindi stay tuned! Siamo giunti al punto decisivo, tutto avrà un senso e Alice dovrà capire cosa fare d'ora in poi. Grazie per la pazienza, alla prossima! ;)

   
 
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