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Autore: MaryMatrix    04/07/2008    3 recensioni
Lei è una ragazza scontrosa e sicura di sé.
Lui è un ragazzo bello, dolce e gentile.
L'altro è un killer professionista.
Per una coincidenza per nulla casuale le loro 3 vite si incontreranno e quella di Anna cambierà...
E Maga Taisha diede il suo responso in tono mistico. - Mia cara bambina, la risposta che cerchi è dietro di te. -.
Anna interpretò la risposta in senso metaforico. - Dietro di me... che mai vorrà dire? - si domandò lei.
- Anna... - provò a chiamarla Sveva.
- Forse vuol dire che è nel mio passato... -.
- Anna... -.
- Zitta Sveva, sto pensando. -.
- Anna... - questa volta la voce non era di Sveva.
Il titolo è preso dall'omonimo carmen dei Carmina Burana.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6:

Capitolo 6:

Born to be alive

 

Si poteva dire che la cosa più simile a quel quartier generale fosse stato un formicaio: nessuno, o quasi, stava fermo, tutti svolgevano i loro compiti in tempi da record. Bisognava cercare le vittime, organizzare le squadre per trovarle, accertarsi che le richieste di omicidio fossero da prendere in considerazione o meno, stillare una priorità tra quelle valide, preparare le armi, rintracciare i sicari… I corridoi erano gremiti di persone dirette alle loro occupazioni e ogni tanto qualcuno sollevava a gran voce un ordine. Anche un ragazzo moro con i capelli ricci era tra loro e si infilò in una stanza dotata di computer collegati al satellitare.

Thomas si diresse senza incertezze da un uomo completamente vestito di bianco. – Bob! – chiamò.

-          Ciao Thomas. Chi ti devo cercare? -.

-          Mettimi in contatto con Masky. Stub lo vuole qui. -.

-          Masky è impegnato al momento. -.

Lo sguardo di Thomas era piuttosto seccato. – Vuoi dirlo tu a Stub? -.

L’uomo chiamato Bob scosse la testa e si mise all’opera per mettersi in contatto con Masky, era dannoso mettersi a litigare con Stub. L’operazione non richiese nemmeno 3 minuti.

-          Masky sulla linea 5! -.

-          Efficientissimo Bob. – commentò Thomas prima di prendere il microfono e le cuffie collegate alla linea 5.

-          Qui quartier generale della Garganta do Diablo a Masky. Masky mi senti? -.

-          Certo che ti sento! – sbottò Masky, chissà dove in quel momento con Sveva e Federico al seguito. – Dimmi tutto Tommy. -.

-          C’è qui tuo fratello. Vuole parlarti. Devi venire subito. -.

Masky era abbastanza esperto di quartieri generali per sapere che se un ordine proveniva da lì, non c’era speranza di disobbedire… al massimo si poteva cercare di trattare. Thomas gli spiegò che avrebbero mandato subito un elicottero a prenderlo. Masky gli fece notare che aveva con sé i prigionieri: rispettivamente il cugino e la migliore amica della ragazza dai capelli rossi rinchiusa in quel momento in qualche prigione.

-          Bendali. – ordinò Thomas dopo averci pensato su meno di 2 secondi. – E portali qui. Spiega loro che se non tenteranno di vedere dove si trovano non gli accadrà niente. -.

La peste di 8 anni disse di aver capito e Thomas fece cenno a Bob di chiudere il collegamento. Mise giù le cuffie e il microfono e si mosse in direzione del salone dove c’era Stub, mentre dava ordini a destra e a manca.

-          Leandro manda un elicottero a prendere Masky con i suoi due prigionieri. Ti do un’ora! Guido mi occorrono due celle entro un’ora e mezzo. Antonella cercavo proprio te. – afferrò per un braccio una ragazza con i lunghi capelli ondulati, neri.

Lei scosse i capelli. – Un’altra missione? – domandò lei con fare visibilmente seccato. – Mi avete spedito in Francia per 2 mesi. Sono tornata ieri e devo recuperare i due mesi di scuola che ho perso. Non andrò in un’altra missione! -.

-          Antonella, calmati. – le disse Thomas. – Volevo solamente dirti che è arrivato Stub. -.

Gli occhi di Antonella cambiarono visibilmente espressione. – Dov’è? -.

-          Seduto su un divano nel salone… comunque ho preso appunti anche per te. – la informò quando lei ormai aveva cominciato a correre verso il salone per riabbracciare Stub.

 

Era la frenesia di un quartier generale, la frenesia che Anna poteva solamente intuire dalla cella dov’era rinchiusa. Sentiva i passi, i rumori, le voci della vita che si stava svolgendo sopra di lei, chiusa tra un muro e una sbarra con 0 possibilità di uscita. Se ne stava rannicchiata con le spalle alla parete cercando disperatamente di trovare un modo per uscire… Stub le aveva concesso un’altra notte e lei l’avrebbe utilizzata per fuggire.

Si stupiva del fatto che Stub sembrava fare di tutto per mantenere quella partita aperta. Si convinse di quello che gli detto la prima volta che si erano visti: non era affatto come lo descrivevano in tv. Era più furbo, più falso, più tutto. Ma lei non si rassegnava. Lei era più furba di lui.

 

Stub alzò lo sguardo su quella ragazza che gli stava correndo incontro, si alzò, la afferrò per i fianchi e la sollevò in aria, baciandola sulla fronte. – Antonella! -.

-          Cugino! – esclamò lei al settimo cielo. – Quanto tempo! -.

-          Un anno. – si ricordò lui. – Tu come stai? Mi hanno detto che hai fatto furore in Francia. -.

Antonella si lasciò cadere sul divano. – Quell’idiota doveva proprio cercare rifugio sulla Tour Eiffel? Le tv mondiali hanno ripreso tutta l’operazione. Hai visto la TV? Mi fanno passare come una pazza! Come se fossi stata io quella che ha deciso di fare l’uomo ragno su un monumento francese! – sospirò. – I francesi… ma di te che mi dici? -.

-          Ho portato una prigioniera. -.

Un sorriso malizioso si dipinse sulle labbra rosse di Antonella, ripresa dalla sorpresa che il cugino per la prima volta nella sua carriera avesse fatto una prigioniera. – Cosa c’è, il mio cuginetto ha preso una cotta? -.

Ma abbandonò il tono canzonatorio non appena vide lo sguardo di Stub. – Allora è serio. – commentò lei. E poi scoppiò in una sonora risata. – E chi l’avrebbe mai detto che proprio tu, il killer più bravo e famoso del mondo, avresti infranto la prima regola? – poi si fece falsamente seria. – “Regola n.1: non ci si affeziona mai alle proprie vittime”. -.

Stub non rispose a quella presa di giro… sua cugina sapeva essere perfida quando voleva, e sapeva perfettamente che qualsiasi cosa avrebbe tentato di dire per discolparsi lei ne avrebbe tratto spunto per altre prese di giro. Aspettò che Antonella fosse tornata normale e disposta ad ascoltarlo. – Quando l’ho conosciuta non sapevo che sarebbe stata lei la mia vittima. -.

-          E quindi è stato un colpo di fulmine? -.

-          No. – rispose Stub.

-          Fammi capire cuginone: cosa c’è in lei che ti attrae tanto? -.

Stub non ebbe bisogno di pensare alla risposta. – Ho avuto molte vittime, Antonella, questo lo sai bene. Tutte uguali: terrorizzate e tentando di fuggire quando erano invasi dal panico. Lei no. Lei mi guarda negli occhi quando mi parla, non trema, non ha paura. È come se… Antonella, la vita è un gioco e tutti noi dei giocatori. Lei ha capito che bisogna restare in gioco perché non ci è data la possibilità di ripassare dal VIA. E l’unica possibilità che abbiamo di restare in gioco è continuare a giocare senza lagnarsi se con i dadi non abbiamo fortuna. -.

Antonella annuì. – Insomma, stai cercando di dirmi che è una ragazza con gli attributi? -.

-          Sì. – rispose Stub. – Sì, ma come l’ho detto io suonava meglio. -.

A quel punto videro entrare Masky seguito da due prigionieri bendati e Stub e Antonella si alzarono. Thomas li raggiunse.

-          Ciao Antonella! -.

-          Ciao piccolo. – lei gli scompigliò i capelli.

Poi si rivolse ai primi due che gli capitarono a tiro. – Santiago! Halo! Portate in cella i prigionieri! -.

Stub però bloccò l’ordine della cugina. – La ragazza con la rossa. – disse solamente.

Fu così che Sveva e Federico furono divisi.

A quelle parole Masky rivolse un’occhiata scettica a Stub. – Non l’hai uccisa? -.

Stub sostenne lo sguardo del fratello. – Vieni con me. Devo parlarti. -.

 

Quella cella sembrava opprimerla. Anna pensò che assomigliava molto di più ad una grande cantina che ad una cella vera e propria. Si trattava di un grande stanzone diviso in tante piccole celle, divise dalle altre tramite mura solide e dal corridoio tramite sbarre in ferro verticali. Il corridoio era un atrio ottagonale a cui si accedeva tramite una scala ripida in pietra che saliva. In cima alla scala c’era il guardiano.

Quando sentì dei passi provenire verso la prigione Anna pensò che fosse Stub e si preparò mentalmente ad affrontarlo. Immaginate la sua sorpresa nel vedere comparire Sveva che tentava di divincolarsi tra le braccia di Santiago, che la consegnò al carceriere.

Quello la prese senza dire nulla e aprì la stessa cella di Anna, buttando dentro Sveva senza tanti complimenti. Poi tornò a fare la guardia sulle scale che conducevano a quella prigione. Quando Anna fu sicura che ormai non poteva più vederle da dove si trovava tolse la benda a Sveva.

-          Anna! – esclamò Sveva quasi urlando per la sorpresa.

Anna le mise una mano sulla bocca. – Sei impazzita? Vuoi che torni il carceriere? -.

Sveva si calmò, il rossore sparì dalle sue guance che tornarono al loro naturale colore rosato. – Ti credevamo morta. – le spiegò.

-          Anch’io vi credevo morti se vi può consolare. – replicò Anna. – Che ci fai qui? E dov’è Federico? -.

Sveva le raccontò dello scoiattolo e di come si erano fatti catturare da Masky, di come li avevano bendati e un elicottero era venuto a prenderli. Di come Stub avesse ordinato di dividerli (aveva riconosciuto la voce di Stub). – E adesso sono qui. – concluse. – Tu come mai sei ancora viva? -.

Fu il turno di Anna di raccontare tutto e mentre lo faceva osservava le espressioni apprensive di Sveva che si impossessavano del suo volto una dopo l’altra.

-          Quindi questa è la nostra ultima notte. – piagnucolò Sveva.

-          Smettila di piagnucolare! – la rimproverò Anna. – Ti hanno bendata, non sai dove siamo, non hanno nessun motivo per ucciderti. Sono io quella che vogliono. -.

Sveva alzò i suoi occhi lucidi su di lei. – Sei troppo giovane per morire. -.

Anna sorrise. – E chi ha mai parlato di morire? Ho detto solo che è me che vogliono. – poi osservò l’amica. – Hai il cellulare? -.

Lei si asciugò gli occhi e glielo porse. Anna lo afferrò e cominciò a premere quasi furiosamente i tasti.

-          Che stai facendo? – Sveva si incuriosì.

-          Scrivo. -.

-          Che cosa? Le tue memorie? -.

Anna la guardò sorpresa. – Complimenti Sveva, hai tirato fuori del sarcasmo. Sei o non sei la mia migliore amica? – sorrise scotendo la testa mentre posava il cellulare.

-          A chi hai scritto? -.

-          A Federico. -.

 

Stub condusse Masky in una stanza e si assicurò che la porta fosse chiusa. Poi con la sua solita nonchalance si sedette sulla prima sedia che gli capitò a tiro, mentre Masky aveva tutti i sensi tesi, aspettando di sentire cosa mai avesse da dirgli il fratello.

-          Ho preso una decisione. – cominciò Stub. – Ho intenzione di divertirmi ancora con lei. -.

Masky lo guardò arrabbiato. – Questo vuol dire che non la ucciderai domattina? –.

-          Conosci le regole Masky: se resta qui sarò costretto a ucciderla domattina. Quindi è necessario che riesca a fuggire di notte. -.

-          È impossibile. –.

Stub scosse la testa. – Fratellino, non ti ho proprio insegnato niente in tutti questi anni? Nulla è impossibile. – fece una pausa per riprendere a spiegare il suo piano. - Adesso tu andrai da loro e riferirai esattamente il mio piano… -.

 

Anna guardava molto interessata Masky mentre questo riportava fedelmente il piano di Stub. – … le guardie non sono in servizio di notte perché sappiamo che voi dalle celle non riuscite a vederle… quindi pensate che ci siano, ma in realtà non è così. Se ne vanno subito dopo aver portato via i resti della vostra cena. Io verrò a prendervi esattamente un’ora dopo, quando ormai la maggior parte degli agenti saranno a dormire oppure in missione. Se qualcuno ci incontrerà dirò che vi sto portando da mio fratello. Ci sarà un elicottero pronto a prendervi e a portarvi via. -.

Sveva stava già annuendo felice al pensiero di uscire di lì, ma Anna non era del tutto convinta. – Il tuo piano non mi torna, pulce. Per prima cosa non vedo perché mai tuo fratello voglia liberarmi. Poi credi che sia così stupida da non capire che sapete esattamente dove è diretto l’elicottero? Stub vuole solamente prolungare la caccia per il suo divertimento. Io sono stanca di fuggire da lui. – sospirò. – Mi ha presa e per me è game over. -.

Sveva la guardò come se fosse pazza. - Stai scherzando Anna? È la nostra unica possibilità! – poi si rivolse a Masky, che si stava sistemando la sua maschera. – Non ascoltarla. Accettiamo. -.

Lui però scosse la testa. – Voglio una risposta dalla rossa. -.

Anna si alzò e andò alle sbarre, mentre Sveva la supplicava di accettare. – Ascolta pulce e ascolta bene perché te lo dirò una volta solamente. Se accetto è unicamente per Sveva e mio cugino. Dì a tuo fratello che accetto di fuggire, ma che non permetterò in alcun modo che lui si diverta con me a giocare al gatto e al topo. Siamo intesi? -.

Masky annuì. – Intesi. -.

Risalì le scale con passo lento e cadenzato, portandosi via tutto l’alone di mistero che puntualmente portava con lui.

Sveva intanto sospirava di sollievo. – Siamo salvi. -.

-          Non ancora. – scosse la testa Anna.

L’amica la guardò interrogativa. – Come sarebbe? Hai sentito il piano di Masky, no? Hai accettato… -.

-          Io ho accettato di fuggire. – specificò Anna. – Non di farlo col loro piano: non mi piace che sappiano dove siamo diretti. E non mi fido di Stub. -.

-          Scusami ma non capisco. -.

Anna aveva afferrato il cellulare. – Capirai presto amica mia. Il tempo di informare Federico del piano vero di fuga… -.

 

Stub si era chiuso nella sua stanza in quella sede: era semplice, costituita da una branda piuttosto scomoda con davanti un armadio. Stub era seduto sulla branda e in mano stringeva un ciondolo. Era d’oro, la forma era un ovale perfetto e sopra vi erano incise due lettere, intrecciate tra loro: una S e una I. Era grosso e si poteva aprire: fu quello che fece Stub, e concentrò la sua attenzione sulla foto che vi era contenuta: era in bianco e nero e raffigurava una donna bellissima, elegante, che teneva in braccio un bambino di 5 anni circa, sorridendo.

-          Ti manca molto, vero? -.

Stub sussultò nel sentire la voce di sua cugina. Antonella si sedette accanto a lui, abbracciandola. – Anche a me manca molto la zia. -.

-          Che sia il mio destino Nell? – domandò lui. – Perdere le persone a me care? – ripensava a sua madre, a quando l’aveva persa. A quanto gli mancava. Poteva permettersi di fare lo stesso errore con Anna?

-          Io sono qui, Stub. E ci sarò sempre. – Antonella lo distolse dai suoi pensieri.

Stub le strinse la mano. – Lo so, Nell. -.

-          Tua madre sarebbe orgogliosa di te se ti vedesse adesso. – gli disse lei.

-          Grazie Nell. -.

Lei si alzò e aprì la porta, poi si voltò. – Faccio preparare l’elicottero. Pare che la tua amica abbia accettato di fuggire. Ma si è raccomandata di dirti che non ha intenzione di giocare al gatto e al topo con te. –.

Stub sembrò riflettere con attenzione a quelle parole. – Ha usato proprio queste parole? -.

-          Testuali a sentire il tuo fratellastro. Perché? -.

Osservò il sorriso della sua vera madre e per un istante nei suoi occhi aleggiò un’ombra benevola che Antonella raramente gli vedeva. E poi sorrise beffardo ad Antonella. – Nell, non c’è bisogno che tu prepari alcun elicottero. Se conosco Anna stanotte non ne avrà bisogno. -.

Antonella non provò neppure a chiedergli spiegazioni e uscì dalla camera, a trovare un altro impiego dal momento che l’elicottero non serviva più.

 

 

 

 

L’angolo della Matrix

Ciao a tutti!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se più che di azione è fatto di dialoghi, ma non temete… nel prossimo capitolo ce ne sarà parecchia xD… la fuga di Anna e degli altri, i tentativi (veri o falsi) di Stub per fermarla e gli inseguimenti, gli inganni, i giochetti psicologici tra i nostri due eroi… spero di essere riuscita a mettervi un po’ di curiosità ^^.

Nel frattempo ringrazio tutti coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti e DamaArwen88 che ha letto anche l’ultimo capitolo ieri: cara Dama, sono contenta che ti intrighi… mi piacerebbe tanto sapere come ti aspetti che finisca la storia, chissà, magari coincide con la mia idea ;)… davvero trovi Anna e Stub fantastici insieme? Bacione!

E ringrazio anche myki per la recensione di due capitoli fa: come puoi vedere cara Marty sì, ci sono dei cambiamenti; questi nuovi personaggi sono più propensi al dialogo, Stub è più riflessivo, Anna ha più carattere anche se sto cercando di farla sembrare più dura. Inoltre sto sparpagliando indizi che serviranno per il seguito xD. A me le vacanze sono andate bene, grazie. A te? Spero che ti sia piaciuto questo capitolo (anche se è poco romantico)!! Bacione!

@matrix@

  
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