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Autore: The Ghostface    27/03/2014    4 recensioni
Un folle dal cuore intriso di malvagità minaccia di attuare il più assurdo, rischioso e geniale dei piani, teneterà di liberare un potere celato al mondo da eoni, un potere senza uguali e di controllaro.
Ma i suoi progetti saranno stravolti dai suoi sentimenti verso Stella Rubia.
E sia lei che i Titans ce la metteranno tutta per sconfiggerlo e salvare Corvina, caduta nelle sue grinfie.
Chi attacca un Titan deve vedersela con tutti i Titans.
Una storia ricca di mistero e azione, in cui personaggi classici, nuovi e dimenticati si sfideranno tra loro per ottenere un ruolo nel grande gioco delle vendette.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rigor Mortis'
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AVVISO AI LETTORI: questa storia è il sequel di un’altra intitolata “Ghostface” se volete capirci qualcosa vi conviene prima leggere quella.
Comunque farò un breve riepilogo della situazione…
 
Riepilogo
I Teen Titans hanno raggiunto la maggior età, Stella e Robin hanno avuto una figlia di nome Mar’i, ma un mistero avvolge la piccola, non si sa infatti chi sia il vero padre tra Robin e il suo alter-ego X Rosso, che aveva avuto una breve storia con Stella.
Inoltre la piccola Mar’i è stata rapita da un misterioso personaggio, il Ghostface.
Costui ha ridotto tutti i Titans in fin di vita, eccetto Stella, in diverse occasioni grazie alla sua incredibile abilità con le armi, al suo fattore di guarigione accelerato, alla sua mancanza di scrupoli e soprattutto grazie alle sue qualità evaporative che gli consentono di dissolversi nell’aria.
Nell’ultimo scontro X, alleato coi Titans, sembra morire, ma il suo corpo non viene mai ritrovato, Mar’i viene riportata alla madre e si scopre che Ghostface è legato particolarmente a Stella.
Ghostface perde i sui poteri evaporativi grazie a un’invenzione di Cyborg.
Ha giurato vendetta ed è scomparso.
A un anno da questa vicenda Stella e Robin stanno per sposarsi, X è ancora disperso, e finalmente BB e Corvina si sono confessati il loro amore, e sono pronti a dirlo al resto della squadra se non fosse che Ghostface è tornato in scena, rapendo Corvina, e non è più da solo.
Per saperne di più leggete Ghostface, primo capitolo della serie.
 
PER COLORO CHE HANNO GIA LETTO GHOSTFACE…
Ecco a voi la fiction in cui tutte le domande lasciate irrisolte nella prima parte avranno risposta! ( non temete non sarà lunga come la prima fiction, questa qui)
 
Chi è in realtà Ghostface? Come ha fatto a diventare così?
Stella scoprirà il vero padre di Mar’i?
BB riuscirà a non uscire di testa per preoccupazione?
E Robin? Tirerà di nuovo fuori il suo lato bestiale o riuscirà a restare nel giusto?
Il rapimento di Corvina impedirà le nozze?
E chi sarà la misteriosa collaboratrice di Ghostface?
Cos’ha in mente quel pazzo di così grandioso e terribile?
Sarà realmente pazzo ho è tutta una finzione?
Che ne è stato di X rosso? È sopravvissuto?
Ma soprattutto…riuscirà Corvina a sopravvivere in mano al più spietato e crudele avversario che abbia mai fronteggiato?
 
Lo scoprirete andando avanti nella lettura (o tornando indietro, a seconda dei casi)
Buona lettura!!            Ghostface
 
CAPITOLO 1
 
Barcollante BB riuscì a fatica a rialzarsi.
Aveva la testa pesante e i ricordi annebbiati.
Non ricordava bene cosa gli era successo, il veleno che circolava nel suo corpo aveva quasi finito il suo effetto, ma buona parte dei ricordi erano andati perduti o modificati dalla tossina.
-D-dov’è Corvina?- si chiese intontito.
-Era qui un attimo fa…era successo qualcosa…eravamo felici poi…poi qualcosa mi ha colpito…ma cosa?-
Si sedette per riposarsi e cercare di ricordare.
- Forse me lo sono sognato, probabilmente mi sono addormentato e lei è tornata alla Torre per aiutare con i preparativi…meglio raggiungerla – si alzò in piedi, ma cadde in avanti, mischiandosi con l’erba del sotto bosco, era debole e non aveva più un senso di equilibrio.
Non poteva correre dagli altri in quello stato, era pure fuori città, avrebbe dovuto aspettare che l’effetto del veleno fosse passato del tutto, forse avrebbe anche ricordato cos’era successo.
Non ricordava nulla degli eventi di poche ore fa, non sospettava minimamente del terribile pericolo che stava correndo Corvina…
 
Corvina aprì gli occhi, era stesa in un campo di grano maturo, le spighe ondeggiavano al sole.
Si alzò guardandosi in torno, attorno a lei c’era solo il grano che si stendeva a perdita d’occhio.
Le lunghe spighe le arrivavano fino alla vita solleticandole le cosce.
-Dove mi trovo?- mormorò.
-In un campo di grano- rispose una voce alle sue spalle.
Corvina si voltò e vide che alle sue spalle si trovava…un panda.
E pure bello grosso.
-Ciao- Fece quello.
-C-ciao- rispose Corvina sbigottita.
-Come va?-
-Va bene…almeno credo. Ma tu parli?-
-Anche tu sai farlo-
-Ma tu sei un panda-
-E tu una scimmia un po’ evoluta-
-Lasciamo perdere…sai dove sono finita?-
-Te l’ho detto, sei in un campo di grano-
-E perché sono senza vestiti?- infatti Corvina si era resa conto di essere completamente nuda.
-I vestiti sono sopravvalutati, anche io non li indosso-
-Questo non sta succedendo realmente, vero?-
-Stai sognando, se è questo che intendi, ma non vuol dire che non stia accadendo, sei nel tuo subconscio-
-Va bene…ma tu chi sei?-
-Io sono il tuo spirito animale- rispose il panda.
Corvina non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
-Che c’è?-
-Sei un panda!-
-E allora?- 
-Dammi retta, ci deve essere un equivoco, da qualche parte una ballerina sta dicendo la stessa cosa a un corvo nel suo sogno-
-Credi che il tuo spirito animale sia un corvo?-
-Io non credo a queste idiozie, ma se davvero esistesse lo spirito animale, di certo avrei un corvo o una pantera nera -
-B’è ti sbagli. Corvi e pantere sono troppo occupati a beccar teste e digrignare i denti per interessarsi a diventare spiriti animali- rispose il panda con tono impertinente.
-Quindi io sono il tuo spirito animale e sono un panda-
-Ah capisco…- ribattè tagliente come al solito Corvina.
-Sei la parte di me tenera e repressa perché non ricevo abbastanza coccole?- aggiunse con tono di sfottimento.
-Io non sono tenero- protestò l’orso.
-Si che lo sei- continuò la ragazza con tono di sfida.
-Ritira tutto-
-No-
-Ritira tutto!-
-No-
-Fallo altrimenti…-
-Altrimenti cosa?- disse Corvina incrociando le braccia squadrando il panda
-Mi arrabbio!-
-Che paura!- esclamò sarcastica.
-Non ti piacerò arrabbiato!-
-Non mi piaci già adesso…- disse lei guardandolo male.
-…Tenerone-
L’ultima frase fu di troppo.
Il panda tirò una violenta zampata a Corvina facendola cadere al suolo.
-Ascoltami, è molto importante!- disse il panda.
Corvina si guardò la spalla sanguinante per la ferita ricevuta dagli artigli.
-D’accordo, ma prima dimmi una cosa…cos’è quella cosa bianca e nera e tutta macchiata di rosso? Azarath Metrino Zinthos!-
Non accadde nulla.
-È una cosa personale capisci? Da uomo a uomo, niente poteri- disse il panda.
-Fatti sotto “Tenero puppolo coccolo”!-
Il panda le fu addosso azzannandola e colpendola con le zampe
Corvina rispondeva a calci e pugni.
-Ti devo parlare!- esclamò il panda nella lotta.
-Di cosa?- rispose Corvina senza smettere di colpire il muso del panda.
-Di lui! Devi svegliarti prima che sia troppo tardi, prima che lui riesca a distruggere la realtà che conosci!!-
-Lui chi!!??- ringhiò la ragazza dopo aver ricevuto una dolorosa musata nello stomaco.
-Quello che ti ha rapita!!-
 
Corvina aprì gli occhi, il sogno col panda, quello che aveva detto…era tutto vero.
Si trovava in una cella buia, era priva di finestre e aperture, solo una porta la teneva collegata con l’esterno, ma era blindata.
Un buco nel pavimento erano i “servizi igienici”
Si trovava su un semplice giaciglio di fortuna, era incatenata per i polsi alla parete.
La colpì il pavimento…sopra vi erano incise con precisione alcune rune magiche, formavano un cerchio intorno a lei e rilucevano di un azzurro mistico, Corvina le riconobbe…erano di Azarath.
Faceva freddo dentro la cella, si rese conto di aver addosso solo le mutandine e il reggiseno nero, le avevano portato via il body nero, il mantello, la cintura e soprattutto la spilla/comunicatore non poteva avvisare i suoi amici, né farsi trovare da essi.
-Azarath Metrino Zinthos- il portale non si aprì.
Provò e riprovò ancora, ma inutilmente, era chiaro che le rune sul pavimento neutralizzavano i suoi poteri.
Aveva freddo e fame, non sapeva dov’era né come uscirne, un pazzo privo di scrupoli la teneva segregata e l’unico che potesse spiegarle qualcosa era un panda nella sua testa…non era messa molto bene.
Ma era decisa a venire a capo di questa assurda e spaventosa situazione.
La porta blindata si aprì lasciando entrare uno spiraglio di luce che ferì gli occhi d’ametista di Corvina.
Si accese una luce nella stanza, l’interruttore era a fianco della porta, troppo in là perché Corvina potesse raggiungerlo così incatenata.
-Sei sveglia…-
Comparve una figura ammantata di nero, un velo sottile le copriva il volto, si poteva intuire dai modi e dalla voce che era una ragazza non più vecchia di lei.
Avanzò verso Corvina con un vassoio in mano, lei si ritrasse istintivamente.
-Non temere, non voglio farti nulla, non io almeno- disse lei per rassicurarla.
-Chi sei?-
-Non posso dirtelo, non dovrei neppure parlarti, lui non lo vuole-
-Con “lui” intendi Ghostface?-
-Sì, ti ha portata qui-
-Perché?-
-Non posso dirtelo-
-Puoi dirmi almeno che ci fai tu qui?-
-Ti ho portato la cena, Ion…Ghostface ti vuole in forma-
Gli porse il piatto con una strana brodaglia scura e maleodorante.
-Che cos’è?-
-Sangue, pane vecchio, carne secca e legumi…gli antichi lo chiamavano “brodo nero” è nutriente-
-Io non lo mangio, né mangerò nulla di quello che mi porterà-
La ragazza si avvicinò a Corvina.
-Dammi retta, non lo sfidare. A lui che tu faccia lo sciopero della fame non fa né caldo né freddo, se muori la cosa non gli peserà affatto-
-Ti sbagli. Il semplice fatto che io si qui, vuol dire che gli servo viva. Se muoio mando a monte i suoi progetti, qualunque essi siano-
-Non lo fare. Ti prego, è per il tuo bene-
-Non importa, lui non può costringermi-
-Lo dici tu…- disse tristemente la ragazza alzandosi e dirigendosi verso la porta.
-Aspetta…dimmi il tuo nome-
-No. puoi chiamarmi Nera-
-Va bene, Nera…perché mi ha tolto i vestiti?-
-Gli servirà il tuo corpo quando tornerà dalla ronda, di più non posso dirti-
-Mi potresti dare qualcosa per coprirmi? Ho freddo-
-Certo, ma lui non deve saperlo-
-Grazie…e per favore…lascia la luce accesa-
La ragazza uscì dalla cella silenziosamente.
Non aveva fatto molti progressi, ma adesso aveva un contatto col mondo esterno, seppur molto limitato e almeno avena ottenuto la luce nella cella e qualcosa per riscaldarsi.
Era spaventata, ma era anche decisa a non cedere al pazzo.
Lei era forte, era coraggiosa, era decisa…avrebbe resistito.
 

il colloquio col panda è un piccolo omaggio al fumetto Wolverine vs Hulk.
  
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