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Autore: _Whatever_    28/03/2014    3 recensioni
Questa storia è la continuazione di Crying Lightning, quindi, se non l'avete fatto, vi consiglio di leggere prima quella per capire meglio i personaggi di questa storia.
Dal primo capitolo: "Ogni tanto beveva un sorso del suo tè verde e la mattinata sembrava procedere tranquillamente, almeno fin quando non sentì quel nome.
Si guardò attorno sperando di riconoscere qualcosa, di vedere un particolare noto, ma poi sorrise, pensando a quanto risultasse patetico. Non poteva essere lei."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Altri, Matt Helders, Miles Kane, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Forget Whose Legs You're On'
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Per fortuna Alexa e Mark non erano due sociopatici con problemi relazionali e la conversazione all’inizio andò avanti molto per merito loro, se non solo per merito loro.
Alex mangiava silenziosamente e lentamente la sua portata molto poco invitante, mentre Margaret seguiva i discorsi del fotografo e della modella fingendo un qualche interesse per quel mondo.
Di tanto in tanto Alex riempiva i bicchieri di vino e sembrava che per quella sera avesse scelto quella come occupazione.
Margaret ogni tanto si azzardava a osservarlo e quando lo faceva, il suo gesto veniva prontamente intercettato dal cantante, che le sorrideva enigmaticamente di rimando, ma non le diceva niente e lei era interdetta da questo tipo di atteggiamenti.
A un certo punto Mark, che aveva notato la distanza di quei due, cercò un argomento di conversazione che potesse integrarli.
“Come vi siete conosciuti?”chiese innocentemente.
“Grazie a Matt, al liceo.” Disse Alexa credendo di sapere la verità.
“Al liceo.” Rispose contemporaneamente Margaret, sorpresa da una tale domanda.
“Mi ero preso una cotta per lei.” Puntualizzò il cantante. Mark e Alexa si girarono di scatto verso di lui, non aspettandosi una risposta così diretta e interessante.
Margaret, che aveva sollevato il calice per bere un sorso di vino, lo riappoggiò sul tavolo con calma, prima di guardare Alex.
“Davvero?” Alexa chiese sorridendo per il tono innocente con cui Alex aveva pronunciato quella frase.
“Già. E’ per questo che poi ha conosciuto Matt e gli altri.”
Margaret non sapeva dove volesse andare a parare e si stava agitando, ma cercò di controllarsi.
“Non lo sapevo! Non me l’avevi mai detto!” continuò Alexa.
“Bhè, non c’è molto da…” Margaret provò a intervenire, ma la sua voce fu coperta da quella di Mark.
“Ma tra voi non è successo niente?” Il fotografo era curioso, proprio come Alexa.
“Stavo appunto dicendo che non c’è molto da dire, mi interessavano altre cose.” Rispose prontamente Margaret per evitare che Alex creasse altre situazioni imbarazzanti.
“Bhè, dire che dopo la cosa con Matt, il concetto è diventato abbastanza chiaro.” Continuò Alex.
Margaret lo guardò allarmata, ma lui osservava il calice davanti a sé. Sentiva lo sguardo dei tre addosso, ma in particolare sentiva la paura di Margaret, sentiva il desiderio della ragazza di scappare da quella situazione orrenda e si divertiva tantissimo.
“Cosa è successo con Matt?” Un’altra domanda, ma questa volta da parte  di Alexa.
“Sono andati a letto insieme per un periodo.” Rispose semplicemente Al.
Mark si girò a guardare Margaret per capire se Alex stesse scherzando o stesse dicendo sul serio.
Davanti ad un atteggiamento così poco collaborativo, Margaret poteva solo limitare i danni e comportarsi come se tutte quelle faccende appartenessero all’adolescenza, così iniziò a parlarne con disinvoltura, per non creare sospetti per l’atteggiamento infantile di Alex.
“Sì, una cosa senza impegno che è finita non appena Matt ha incontrato un’altra ragazza con cui avere una relazione seria.”
“Ah, è questo quello che ti ha detto?” Alex ora guardava Margaret con interesse.
“Cosa intendi dire?” La conversazione era stata monopolizzata dai due più giovani, anche se Alexa e Mark non si facevano sfuggire una sola parola.
“In realtà ha chiuso la vostra particolare relazione perché aveva capito tutto.” Disse Alex tranquillamente, giocherellando con il tovagliolo.
“No.”
“Già.”
“Non è possibile.”
“Te lo giuro, però ti assicuro che io non gli avevo chiesto niente.”
Alexa e Mark ascoltavano questa conversazione come se stessero assistendo a una partita di tennis. Non sapevano niente, non potevano intromettersi, ma si stavano divertendo da morire, pensando che certe vicende appartenessero a un passato troppo lontano per essere pericolose per loro.
Margaret stava per iniziare a insultarlo violentemente, ma si trattenne e restò in silenzio, sperando che la conversazione si esaurisse in quel modo, mentre Alex stava solo aspettando una domanda dei due spettatori seduti al suo tavolo per continuare quell’odioso teatrino e Alexa non lo deluse, perché dopo qualche secondo tornò alla carica.
“Ma quindi, oltre Miles, anche Matt?”
“Chi ti ha detto di Miles?” Alex non si aspettava qualcosa del genere. Margaret quasi si soffocò con il boccone che aveva in bocca.
Mark taceva, interessato a questo nuovo personaggio.
“Bhè, a Glasto vi ho visti andare via insieme e quindi…pensavo…sapete com’è.” Alexa non pensava che l’argomento Miles fosse così pericolo, ma le reazioni di Margaret e Alex erano piuttosto inequivocabili.
“Ero ubriaca fradicia, non è successo nulla quella notte.” Margaret se la cavò con poco, perché non era difficile raccontare di Glasto 2007, non era effettivamente successo nulla.
“Voi a cosa vi riferivate?” Chiese Mark, a cui non era sfuggita la frase di Alex.
“Diciamo che si sono rivisti.” Rispose Alex divertito per come stava andando quella conversazione. Poteva torturare Margaret in pace, senza che lei potesse tirare fuori discorsi sconvenienti, era disarmata.
“Ho sempre pensato che sareste stati una bellissima coppia insieme. Scusami Mark, ma dovevo dirlo.” Disse educatamente Alexa.
“Già, bellissimi. Non ho mai capito perché poi tra voi non sia andata avanti la cosa.” Rincarò la dose Turner.
Margaret si ripromise di tirargli un pugno in faccia alla prima occasione disponibile. Bevve un sorso d’acqua mentre Mark si informava su chi fosse questo Miles e gli veniva fatto sapere da un loquace Turner che si trattava del suo migliore amico.
“Mah, tante cose. Penso soprattutto per colpa della distanza e per il fatto che non potrei mai fidarmi di un musicista, sono inaffidabili.” Rispose Margaret con spontaneità: era un colpo diretto in faccia ad Alex, ma il cantante non reagì.
“Dai, Margaret non generalizzare. Guarda noi due.” Alexa era sul serio convinta di quello che stava dicendo, non c’era ombra di incertezza nella sua voce e Margaret si sentì una stronza a dover cacciare via una fragorosa risata.
“Io non riuscirei mai a mentirle.”  Queste parole di Alex furono accompagnate un suo braccio che cingeva le esili spalle della modella, mentre i suoi occhi incontravano quelli a mandorla di Alexa.
La risata che Margaret aveva faticato a reprimere svanì immediatamente: un conato di vomito era più appropriato per descrivere quello che sentiva davanti a un atteggiamento simile da parte di Alex.
“Siete bellissimi, si vede che siete in sintonia.” Mark non finì di pronunciare questa frase, che l’istinto omicida di Margaret si era già catalizzato verso di lui, ma, come sempre, si trattenne. Non era il luogo o il momento adatto per sfogarsi.
“Già, vero. Pensa  che lui si è trasferito qui solo per lei da quello che mi hanno detto.” In realtà Matt aveva accennato ad altri motivi, ma Margaret non aveva voluto sentirli e ora si ritrovava a sorridere in modo finto davanti a quel quadretto altrettanto finto e penoso.
“Io mi sarei trasferito ovunque per lei.” Gli occhi di Alex si erano staccati da quelli ipnotici di Alexa, per tornare a guardare i suoi interlocutori.
“Non ho praticamente nemmeno dovuto chiedere. Aveva già le valigie pronte dal primo momento in cui gli aveva accennato la possibilità di venire qui.” Alexa aveva afferrato la mano che penzolava dalla sua spalla, la mano di Alex.
“E’ raro trovare qualcuno disposto a farlo.” Disse Margaret, rassegnata a dover sopportare la vista di quei due.
“E’ raro trovare la persona giusta per cui farlo.” Dopo questa frase di Alex, dolorosa e cattiva, diretta esattamente contro Margaret, senza pietà o compassione, la ragazza non riuscì più a fingere nessun tipo di sorriso, nemmeno quello più finto.
“Scusate, vado un secondo in bagno.”
Mark e Alexa non si preoccuparono minimamente di tale reazione, e nemmeno Alex in realtà, troppo impegnato a sentirsi soddisfatto per averla affondata, forse per la prima volta in anni.
In bagno cercò di farsi passare il vomito e si passò dell’acqua fredda sui polsi e la nuca.
Tornò al tavolo rinata, i nervi saldi e con un solo desiderio: farla pagare ad Alex.
Iniziò a pensare a un modo per infastidirlo: non poteva appiccicarsi a Mark perché era prevedibile e scontato e perché poi Alex avrebbe immediatamente capito il giochetto e in più Mark si sarebbe insospettito troppo.
Alexa e Alex avevano smesso di stare appolipati e Alex era tornato silenzioso e si stava concentrando sul suo dolce, assorto nei suoi pensieri, mentre Alexa e Mark parlavano degli scatti del giorno successivo.
Margaret si sfilò una scarpa col tacco molto lentamente e poi, sperando di non sbagliare bersaglio allungò la gamba fino a raggiungere qualcosa che assomigliasse alla gamba di Turner. Capì di aver c’entrato bersaglio quando Alex sollevò la testa di scatto nella sua direzione. Margaret iniziò a muovere il piede lungo la gamba di Alex e per un attimo credette di vederlo in difficoltà, ma lui portò una mano sotto il tavolo senza destare sospetti e con la punta del dito accarezzò la caviglia di Margaret.
La ragazza ritrasse immediatamente la gamba e rinfilò il piede nella scarpa. Alex le sorrise da sotto tutti quei capelli lunghi e riprese a fissare il suo dolce.
  
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