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Autore: Morea    28/03/2014    4 recensioni
Cosa accadrebbe se alle Senshi venisse lasciata la possibilità di scegliere il proprio destino?
Usagi è determinata a scoprirlo, sacrificandosi per loro.
Libere, ripetono i kanji della Princess.
Libero per chi, si ripete Mamoru, senza trovare una risposta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Giorno I
 - 20 Giugno

Caro Mamoru
,
Vorrei chiamarti Mamo-chan, come al solito, ma se me ne sono andata è per darti la possibilità di scegliere qualcun'altra che te lo dica al posto mio.
Ti sei mai chiesto come sarebbe stata la vita senza di me?

Makoto scuote la testa. - Credo proprio di no.
- Stai leggendo, impicciona?
Sorride. - Devo imparare. Un giorno scriverò anch'io delle bellissime e lunghissime lettere d'amore.
- Allora sei nel posto sbagliato per apprendere qualcosa.
- Quella è una lettera d'amore, Usagi-chan.
- Non dovrebbe.

Io sì, Mamoru.

- Vedi? Non lo è.
Ma Mako-chan si è già tappata le orecchie, ed è corsa in cucina.

Anche Mako-chan se l'è chiesto tante volte. Me l'ha confessato una settimana fa, quando già sentivo la mia vita appesa a un filo, e mi sono sentita terribilmente egoista. Te ne sei mai accorto, che la vita di una decina di persone dipende da noi? Che se stiamo insieme, obbligheremo tutte a stare con noi?
Mako-chan ha un talento infinito per un sacco di cose, e una caparbietà che le invidio. Non pagheremo neanche mezzo yen, in questo alberghetto sperduto, perché lei ha insistito talmente tanto col proprietario che ha finito per essere assunta come cuoca. E' appena scesa a preparare la colazione per tutti gli ospiti, e tra un po' io inizierò il giro delle camere per pulirle e rassettarle. Mi piace lavorare, Mamoru. Mi piace perfino cambiare un paio di asciugamani, o raccogliere i vestiti sparsi per tutta la stanza dagli ospiti più disordinati. E' un lavoro umile, ma non è forse quello che mi merito? Ho sempre avuto dei votacci, Mamo-chan, perchè dovrei governare il mondo al posto di qualcuno che lo saprebbe fare davvero?
(Non volevo chiamarti Mamo-chan, mi è uscito, lo sai che non riesco a controllarmi.)
Non so dove siamo, Mamoru. Cioè, lo so grazie alla carta intestata dell'albergo, ma non avrei mai pensato di finire proprio qui.
C'è un odore meraviglioso, da queste parti: forse è il mare, anche se piove di continuo, ma Tokyo non mi manca per niente. E' quello che dice anche Makoto: vorrebbe venire a vivere da queste parti, quando avrà un uomo al suo fianco e magari una famiglia. (Hai mai notato quant'è bella, Mako-chan, quando pensa a quelli che saranno i suoi bambini? Le brillano gli occhi, Mamoru, non possiamo spegnerli proprio noi.)
Ti amo da morire, Mamoru, ma non ti voglio qui. Non voglio nasconderti dove mi trovo, ma vorrei che tu restassi a casa, a guardarti intorno, o che magari prendessi un bus, un aereo o un treno e andassi da qualche parte, dove vuoi, a conoscerti e conoscere tutto quello che vuoi. Sono gelosa da morire, Mamo-chan, ma te lo devo. Azzera i pensieri e ama. Ama senza il fardello di una corona su una testa, o di una bimba già nata; ama come se non dovessi rivedermi mai più, ama come avresti amato se non avessi iniziato a sognare Serenity.
Mako-chan ha sempre detto di non riuscire a dimenticare il suo senpai. Io credo che non dimenticherò mai te, e che ti cercherò in ogni paio di occhi che incrocerò.
Ti amo, Mamo-chan.

Usako


¤

Mako-chan è stata tutto il giorno fuori. E' tornata col sorriso sulle labbra e un fiore tra i capelli. Usagi la vede, sorride, fa finta di niente. 
- E' lui - sentenzia senza mezzi termini.
- Chi?
- Oggi sono stata a rimbrottare un po' di fornitori. La vecchia cuoca si sarà pure accontentata di quella roba scadente, ma io non ci sto. Stavo giusto mostrando la mia espressione più cattiva al droghiere giù in paese, quando...
- Quando?
- Oh, non mi ci far pensare Usagi-chan! Mi son fatta andare bene dello zucchero qualunque, quando ero arrivata lì per ottenere quello di canna a tutti i costi. Ha gli occhi del mio senpai, lo sai? E i suoi capelli biondi... Quel dannato ragazzo, l'avrei riempito volentieri di pugni!
Usagi le dà un bacio sulla guancia. - Non cambiargli i connotati, potrebbe non piacerti più.
- Ha degli occhi così blu...


¤

25 Giugno

Cara Usagi, cara Makoto,
Come state?
Mamoru ci ha dato il vostro indirizzo, e così ci siamo ritrovate per scrivervi due righe. No, lui non c'è, ha parlato di un impegno improrogabile. Non vi ha scritto, vero? (Usagi-chan, devi dargli tempo! Minako) Qui a Tokyo la vita è banale com'è sempre stata dopo lo scontro con Galaxia, e tutte ci dedichiamo sempre alle solite cose. (Ma ci sembrano più belle, Usagi-chan, davvero! Ami). La prossima volta vi scriveremo una per volta - sono Rei, spero tu l'abbia capito, testa di rapa (Mako-chan, tu l'hai capito sicuramente, ma sai, meglio puntualizzare) - perchè non ne posso più di urlare e di rimettere in riga quelle due. In realtà, ci stavamo chiedendo se avete già informato le altre della vostra decisione - ultimamente sono sparite dalla circolazione, quindi crediamo proprio di sì. A loro avete detto dove siete? Non so se Haruka rispetterebbe volentieri la vostra volontà, tanto per dirne una.
In realtà non sappiamo bene cosa dire, riguardo a noi.
E' come se ci mancasse qualcosa, e allo stesso tempo avessimo tutto. Da quando viviamo con la consapevolezza di essere destinate, un giorno, al solo ruolo di Guardiane, la vita ci è sembrata tutta uguale. E' stato come se le nostre occupazioni quotidiane fossero solo un passatempo privo di senso, di fronte all'eternità che ci aspetta. Forse ci rendiamo conto solamente adesso di cosa voglia dire vivere davvero, e ancora questo ci spaventa un po'. Lo sai, Usagi-chan, che sei il nostro unico punto di riferimento. Non abbiamo visto che te, in tutti questi anni, e forse abbiamo perso il senso del tempo: sono passati già cinque anni senza che pensassimo a noi neanche per un secondo. Tu, Mako-chan, l'hai fatto? Non sappiamo se invidiarti o meno. Forse è stato doloroso.
Credete di tornare, prima o poi? A dire il vero siamo in pena per Mamoru. In quanto a noi... beh, abbiamo bisogno di un po' di tempo per capire a cosa stiamo andando incontro. Ma per ora... grazie per averci dato la possibilità di rifletterci su.
Vi vogliamo bene.

Rei, Ami, Minako

P.S.: Dobbiamo proprio chiedertelo. Hai pensato a ChibiUsa, Usagi-chan?


¤

30 Giugno


Si chiama Midori, Usagi.
Si chiama Midori e mi ha chiamato Mamo-chan, quando mi sono offerto di aiutarla a capire un capitolo particolarmente difficile del libro di Anatomia.
Si chiama Midori e ha gli occhi neri. 
Si chiama Midori, e non è te.

Buon Compleanno.
Non riesco a perdonarti.

Mamoru

  
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