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Autore: michaelgosling    29/03/2014    1 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2343453565 CAPITOLO 41. MINUTI CONTATI

Doug diede una mano a Danny a preparare in fretta le sue cose, altrimenti non avrebbero fatto in tempo.
Il tempo scorreva veloce, e loro non potevano dilungarsi troppo.
Tic Tac.
Tic Tac.
L'orologio a pendolo nel soggiorno non faceva che rendere i due uomini, Doug soprattutto, più nervosi.
Tic Tac.
Tic Tac.
Erano stati talmente tanto a lungo immersi in quella storia che ormai nessuno riusciva a credere che fossero arrivati alla fine.
Alla resa dei conti.
"Ci sono." mormorò Danny sforzandosi di usare un tono determinato, sebbene dentro fosse pieno di paura.
"Perfetto. Andiamo."
Troppo tardi.
Poco prima che uscissero, entrambi si fermarono di colpo.
Con grande chiarezza udirono il rumore dei passi dei loro nemici, che portarono ad un altro grande rumore: delle pesanti mani che più che bussare alla porta sembrava volessero buttarla giù.
"Sappiamo che siete lì! Diteci dov'è la ragazza e nessuno vi farà del male!"
"Che facciamo?" sussurrò Danny.
Doug respirò affannosamente e sentì il sudore alla fronte perdersi lungo le sue guance.
L'ultima volta che aveva avuto così tanta paura era in guerra, quasi un secolo prima.
"Mettiti un mantello addosso e chiuditi in cantina. Quando non sentirai più rumori, indipendentemente dai morti e da quello che vedrai, prendi i soldi e vattene. Cerca di arrivare a Washington, magari con un mezzo pubblico. Lì devi trovare gli altri. Vai."
"E tu?"
"Non ti preoccupare. Sono grande e vaccinato e a me possono pensarci anche da solo."
"Non posso lasciarti da solo. Sono in troppi."
"Non credo tu possa aiutarmi molto. Rischieresti di spararmi. Se vuoi aiutarmi, fai come ti ho detto."
"Ma.."
Doug gli avrebbe urlato di farlo, ma non poteva parlare a voce troppo alta né fare del gran rumore.
Afferrò l'ex medico per il colletto, e lo spinse in cantina, chiudendo la porta e mettendo delle travi. Era impossibile raggiungerlo: era al sicuro.
Lui sarebbe poi potuto uscire dalla finestra.
Pochi minuti dopo, il tempo che servì a Doug per nascondere il passaggio alla cantina e prepare il fucile, la porta si spalancò ed entrò un gruppo di uomini.
Erano all'incirca cinque o sei.
"Dicci dov'è e nessuno si farà male." disse uno di loro.
"La partita è chiusa. Ormai abbiamo vinto. Non la raggiungerete mai. E pagherete tutti.... uno per uno... per i vostri reati!"
"E' un no? Sai che questo ti porta alla morte, vero?"
"Vedremo." mormorò in tono solenne Doug, puntando la pistola verso l'uomo che aveva parlato.

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Harvey, Colton, Carson e Henny alzarono lo sguardo verso l'alto, ma non per vedere il cielo.
Lo fecero per tentare di vedere fino a dove arrivava quell'enorme edificio davanti al quale si trovavano, e nel quale dovevano entrare.
"Non riesco a credere di non riuscire a vedere la fine." mormorò sarcasticamente Carson, rimasto a bocca aperta davanti a quell'opera monumentale.
"Non riusciremo mai a controllarlo tutto. Soprattutto in quattro." ipotizzò Colton.
"Doug e Danny?"
"Stanno arrivando."
"Ho un brutto presentimento. Non è che gli è successo qualcosa?"
"Tranquilla, Henny. Conosco Doug da una vita. Non avranno problemi. Anzi, scommetto che quando arriveranno, e spero il prima possibile, saranno più in forma di noi."
"Cos'è questo tono gentile, Colton? Hai la febbre?"
"Ma quanto sei simpatico, Peterson."
"Sarà meglio iniziare. Dividiamoci così faremo prima."
"Uno di noi deve andare con Henny. Meglio che non stia sola."
"Ci vado io con lei. Anche perchè le devo dire delle cose." fece in tono ambiguo Carson.
"Cosa?" chiese immediatamente Colton.
"Sono fatti nostri, Colton. Su, andiamo. Troviamo quella lista!"

ECCCCCCOMI :D SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI LASCI CON IL FIATO SOSPESO! SIAMO ALLA FINE, E' IL MINIMO!
ALLA PROSSIMA! :D
  
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