Anime & Manga > Saiyuki
Segui la storia  |       
Autore: MRPrd    30/03/2014    2 recensioni
Una missione, ecco cosa è diventata la mia vita. Una missione che mi permetterà di riacquistare un’umanità ormai macchiata dal sangue. Una missione per scappare via da questa illusione, per difendere la persona che amo, per ricordare chi sono. Una missione che tu non potrai impedirmi di portare a termine perché, anche se ti amo, non potrò starti accanto. Odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami, ma ti prego...Non amarmi, mai!
Genere: Angst, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 26
 Broken

 
“Sai Himitsu, tu sei l’unica persona a cui rivelo il mio segreto.
La cosa che mi terrorizza di più al mondo...è il nulla...
Essere ignorati...o dimenticati, credo che sia peggio che morire...e allora...preferisco farmi odiare, piuttosto che avere l’angoscia di essere il nulla per Rika...”
 
Osservò in silenzio religioso la figura addormentata di Selene, la giovane donna sul volto aveva due scie, che formavano due curve sulle guance, mentre il demone ragazza li accanto a lei li osservava con tristezza, asciugandone una con il pollice, mentre nella sua mente spaziavano vari ricordi.
 
“-Sei triste, vero?-
Selene si voltò stupita, guardando la ragazza bionda li accanto a lei, non l’aveva vista arrivare né avvertita, eppure in quel momento non provò paura o disprezzo per quel demone, i lunghi capelli biondi erano sciolti, mentre al collo portava un nastro rosso, sulla guancia destra il tatuaggio sembrava rendere il suo sguardo ancora più pesante...e sofferente.
Selene la osservò ancora, per poi sorriderle con aria abbattuta, sfilandole il nastro dal collo, per poi sistemarglielo sui capelli, raccogliendoli in due piccoli chignon ai lati del capo, facendo poi passare il nastro sulla fronte e legandolo dietro il capo.
-Ecco, così stai decisamente meglio.-
Il demone dai capelli biondi rimase stupito da quel gesto, e per tutto il tempo aveva lasciato che il respiro si facesse più soffocato.
Osservò la donna davanti a lei sorriderle ora con fare divertito e strafottente.
-Di un po’, ti va di venire con me a divertirti?-”
 
Himitsu strinse il pugno, per poi afferrare qualcosa sul letto vicino al cuscino ed uscire dalla stanza di Selene, rimanendo appoggiata alla porta, allungando una mano verso il nodo del nastro, sciogliendolo; velocemente i capelli, avvertendo meno la presa del nastro, si abbandonarono sulle spalle e sulla schiena della ragazza, che si legò il nastro rosso al collo, per poi allontanarsi in silenzio, seguita solo dal rumore dei suoi anfibi sul pavimento...e dalla scia dei suoi pensieri.
“Scusami Selene...ma non sopporterò oltre il tuo dolore...”
 
 
 
 
 
 
Quando Meiko accompagnò Hakkay a vedere come stava Rika, il ragazzo le sorrise con aria complice, mentre lei si limitava a fare la faccia superiore.
-Voglio solo vedere quanto resta addormentata la stupida-
Il ragazzo dagl’occhi verdi si limitò a sorridere divertito, aprendo silenziosamente la porta, il suo sguardo venne subito catturato dalla presenza vicino al letto dove dormiva la ragazza.
Goku la osservava in silenzio, anzi, a dire la verità la sua era una presenza solo fisica, dato che sembrava perdersi nei suoi pensieri, immobile su quella sedia, appoggiato allo schienale con le braccia, lo sguardo perso in direzione del volto di Rika, la ragazza dormiva, una benda sulla spalla e sul collo a testimoniare l’avvelenamento, fortunatamente era riuscita a scamparla.
Nel vederlo li, su quella sedia, a vegliare su Rika, a Meiko non poté fare a meno di comparire un’espressione soffrente, come se avesse avvertito una ferita profonda sanguinare, e si fece più in là, mentre Hakkay entrava nella stanza, lei intanto restava appoggiata alla parete, quasi cercando di scomparire.
-Goku, non pensi che sia ora che ti riposi? Di sicuro avrai fame, resto io con Rika-
-No...non mi va...Voglio aspettarla-
Voleva aspettarla, in modo da vederla svegliarsi, perché si sarebbe svegliata, e tutto sarebbe tornato come prima.
Riprendere il viaggio verso ovest, combattere ancora insieme...si, sarebbero rimasti sempre insieme, lui e lei.
 
“Io voglio ancora che tu mi stia vicino”
 
Glielo aveva promesso, perché anche lui voleva rimanerle sempre vicino, proteggendola ancora, anche se forse lei avrebbe protestato.
Ogni giorno, Goku si voltava verso Rika per vedere se la ragazza era li, con lui, e se non c’era la andava a cercare.
Era come il bisogno di respirare, come l’aria, leggera, o il vento che porta con sé i profumi.
Lei lo trascinava via in quell'aria fresca che le spettinava i capelli, e le ravviva gli occhi.
Per tanto, tantissimo tempo aveva agognato la luce del sole.
Ora voleva l’azzurro del cielo, quell'immensità che l’avrebbe abbracciato, quel vento fresco e leggero che a volte lo feriva, a volte lo accarezzava.
Si, ora voleva questo, e per questo doveva diventare forte, molto più forte.
L’aveva già promesso una volta, e adesso lo prometteva ancora, davanti alla figura addormentata di Rika.
Voleva diventare forte anche per lei.
Lo sguardo di Goku si fece più convinto, mentre si spostava verso il volto della ragazza, Hakkay sorrise, intuendo ciò che il ragazzo stava pensando.
L’uomo dagl’occhi verdi era stupito, una volta solo Sanzo poteva abbattere il ragazzo eretico fino a questo punto; adesso invece...quelle presenze che li seguivano, stavano scombussolando un po’ la situazione.
Anche lui era rimasto colpito, colpito da quello sguardo blu intenso che cercava di abbattere nella sua mente il ricordo di Kanan.
O forse...era lui stesso a far si che quello sguardo ci riuscisse?
 
“Addio per sempre...”
 
“Stai pensando a lei?”
 
Aveva provato sensazioni nuove, quel tocco così caldo e diverso, gli dava in qualche modo la stessa sensazione che provava ogni volta che la sua pelle incontrava quella di Kanan.
La stessa sensazione calda, avvolgente, eppure al tempo stessa elettrica, affamata, bramosa di altri contatti, ancora più calore, il freddo sopraggiungeva, e il corpo cercava ancora quel contatto.
...era lo stesso...ma stavolta il caldo di quella mano aveva spazzato via il freddo di quegl’anni in un istante, lasciandogli una sensazione di benessere.
Era stare come a mollo nell'acqua tiepida.
Eppure...eppure sapeva benissimo che quell'acqua lavava via il sangue secco delle sue mani, quel sangue che gl’impediva di toccare qualsiasi cosa, perché era la sua colpa, il suo castigo.
...voleva veramente morire così? Inseguendo questa sua colpa che si era dato stava sfuggendo da quella situazione.
Una situazione in cui avvertiva di non averne il controllo.
Quell’acqua calda, tiepida, lentamente lo stava pulendo via dal sangue, ma lui voleva ancora che rimanesse, che si seccasse sulla sua pelle, sulle sue unghie, perché era la sua colpa, era la sua punizione, il suo castigo!
 
Ho sentito dire che per te il rosso è il colore della penitenza.
Penitenza decisa da chi? Dio?
Dio non salva nessuno, ricordalo.
Tu sei l’unico in grado di salvare te stesso.
Se vuoi morire, fa pure, è un’ottima via di fuga
 
No, lui aveva paura della morte, nonostante uccidesse chi gli sbarrasse la strada, nonostante avesse sempre a che fare con la morte, ne aveva terribilmente paura.
E poi quell’acqua tiepida...era davvero rassicurante, come un abbraccio dolce, timido, che pian piano lui desiderava con maggiore intensità.
La cosa lo spaventava...però...
“Vorrei avvertire ancora quella sensazione, ancora una volta”
 
“Adesso non siamo più soli, vero?”
 
No, non era più solo, anche se lei non c’era più, e sarebbe rimasta nella sua mente.
Lui avvertì per la prima volta una sensazione leggera e calda.
Soffice...come una prato d’erba...e in questo prato d’erba...due occhi blu che lo guardavano con aria stupita e tranquilla.
Hakkay si limitò a sorridere con aria tranquilla a Goku, deciso ad uscire dalla stanza per il ragazzo dagl’occhi dorati.
-Beh, sono sicuro che Rika vorrebbe che tu mangiassi, di sicuro la prima cosa che le dirai non sarà “Ho fame!”-
Goku, a quell’idea, arrossì leggermente, in effetti ora che ci pensava aveva appetito, e in più Hakkay aveva ragione, di certo non poteva dire a Rika che aveva fame!
Spinto da quel pensiero, il ragazzo si mosse, seguendo l’amico fuori dalla stanza, Hakkay si voltò a lanciare un’occhiata a Meiko, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, appoggiata a quella parete a fissare un punto vuoto.
Appena la porta della stanza si chiuse davanti alla figura di Hakkay, calò un pesante silenzio, spezzato solo dal frusciare dei pantaloni della biondina, che spostò la sedia, in modo da appoggiarsi con la spalla sullo schienale, osservando assente la figura di Rika.
 
-Ma sei matta? Dove vai conciata così?-
-Da GOKU!-
 
Tsk...ma che bambina capricciosa che aveva con se.
Però...un po’ invidiava quel suo comportamento capriccioso e leggero, sembrava...sembrava che ogni volta i suoi problemi si potessero spazzare via, o nascondere da qualche parte in un luogo ben chiuso e nascosto.
Lontani dalla mente, nascosti nel cuore.
Lei poteva...avvertire in qualche modo la libertà.
Mentre lei...aveva trovato la sua libertà...ma non l’avrebbe mai raggiunta.
Troppo luminosa, accecante, quella voce così limpida che cercava di cancellare via le sue barriere, le sue difese, quei sbarramenti che avevano il compito di proteggere, di nascondere ciò che era veramente, non volendo mostrare il suo io.
Non voleva rivelarlo a nessuno.
Già una volta era successo...aveva la sensazione che già una volta era successo...
 
“Io non ho affatto paura!”
 
Era vero? Oppure mi stavi mentendo?
 
“Sei il mio orgoglio!”
 
Era vero quel tuo sorriso? Era vero tutto quello che mi dicevi?
 
“Per te la mamma può anche morire!”
 
Ho l’impressione...che tu ti sia imposta un amore forzato...ma io non voglio un amore non vero...io volevo solo stare insieme a te...ma se ti facevo paura...
Perché ti sforzavi di amarmi? Perché ero l’unica cosa che ti era rimasta?
Perché?
Io...non l’ho mai capito...ed ho sempre avuto questa paura...ed insieme a questa...è cresciuto il mio peggior difetto...
Ed ora una voce cerca di scoperchiare questo cuore duro, freddo all’esterno, cercava di spaccare tutte quella barriere che si era imposta, penetrandole con violenza dentro di se.
E lei lo lasciava con fare...per la prima volta qualcosa accettava quel suo brutto caratteraccio, quella sua forma dura e forse un po’ grezza, che la nascondeva...e scavava senza volerlo dentro di lei, svelando qualcosa che lei non voleva mostrare.
Semplicemente, troppo semplicemente per lei...una voce forte, chiara, limpida, e luminosa, tremendamente luminosa.
...tzé, davvero ridicola...
Per quella sua debolezza si faceva schifo.
Si domandava sempre come aveva fatto a sopravvivere con quella debolezza, quel germe nel suo corpo che la infettava, mentre intorno a lei...calva il buio...
 
“Tu non mi tradirai mai, vero?”
 
Come avrebbe potuto tradirla? Era una domanda stupida, ma la persona che l’aveva formulata l’aveva guardata con uno sguardo così pieno di...freddezza e divertimento che l’aveva fatta tremare...
Non poteva abbatterla, ormai l’unica cosa che le restava da fare era farsi trascinare dalla sua corrente, in silenzio.
Però...però fino all’ultimo avrebbe voluto avvicinarsi ancora di più a quella luce, a quella voce che l’aveva scoperta...
Meiko si alzò, osservando ancora quel corpo addormentato, per poi uscire in silenzio da quella stanza, voltandosi verso la porta socchiusa alla sua destra, osservandolo con un moto di stupore, le labbra leggermente socchiuse.
Era aperto il varco...
Si mosse lentamente, sospinta da un moto che nasceva dentro di lei. La famosa corrente ora la trascinava verso quella porta, quell’uscio leggermente aperto...
Una mano si allungò verso il legno, improvvisamente tutto intorno a lei si era fatto di ghiaccio, e lentamente aprì la porta, permettendole di guardare meglio l’interno della stanza, si sentiva così piccola, così...
 
“Sei così miserevole! Mi fai schifo!”
 
Una ferita iniziò a sanguinare, mentre Meiko teneva lo sguardo alto, attorno a quella stanza iniziava a respirarsi un’aria soffocante, forse per via del fumo, o forse per qualcosa che Meiko avvertì vicino a se, avvolgendola, mentre i suoi occhi osservavano le pareti semi-illuminate tingersi in alcune zone di colori scuri, la superficie ruvida di uno dei muri era fredda a contatto con la pelle delle dita, mentre ora la ragazza era dentro quella stanza, una stanza strana, la cui forma sembrava solo un’illusione prodotta dalla sua mente, mentre i suoi occhi si guardavano intorno.
Poi la finestra sembrò quasi accecare la ragazza, che intravide un corpo, mentre la vista le tornava normale, il colore rivelava la figura in piedi di Sanzo, la vesta cerimoniale era tolta a metà, rivelando ancora una volta il fisico magro dell’uomo, i capelli biondi solleticavano il collo e la sigaretta era sempre sulle labbra.
Quella luce limpida...ora scompariva, ingurgitata dalle tenebre di quella stanza...quella voce chiara era muta, si avvertiva soltanto una sensazione familiare di...
Meiko chiuse gli occhi, prendendo un profondo e silenzioso respiro.
-Tristezza. Disperazione-
Mormorò quelle due parole, attirando su di se l’attenzione del bonzo, era rimasto solo in quel momento, ed anche se non pioveva il ricordo era presente, come la sensazione che presto sarebbe arrivata la pioggia...
Meiko strinse il pugno, cosa ci faceva li? Cosa l’aveva spinta fino a li?
...quel desiderio di libertà...
...quell’improvvisa sete...
...quella sensazione infantile di essere...sola...
La ragazza si mosse lentamente, cercando di staccarsi dalla parete, mentre Sanzo sembrava ignorarla, in realtà percepiva ogni suo movimento, ogni suo passo.
Voleva avere sotto controllo quella ragazza.
 
“-Non sono ragionevole...sono impulsiva...sono anche molto fredda...ma non mi reputo così in basso da chiedere l’aiuto di qualcuno...
Ho un brutto difetto, io...tendo sempre a proteggere le persone intorno a me...piuttosto che me stessa...
Perché preferirei morire...piuttosto di vedere qualcuno che muore al posto mio...
...e per questo...non ho assolutamente nulla...né da dare, né da ricevere...-”
 
Era vero...e lui lo sapeva...conosceva il dolore di chi vedeva morire davanti agli occhi la persona che si amava.
Per questo si era ripromesso di vivere solo per se stesso.
Qualcosa però adesso stava minando quella sua incrollabile legge, una presenza strana che dal nulla sbucava e cercava di fare di testa sua!
 
“Ho paura...che se ti dico questo messaggio...poi non potrò più illudermi di avere un posto dove stare.
Poi...ricomincerà il mio incubo...non avrò...via d’uscita...
Solo adesso che stavo per dirti tutto...mi rendo conto che in realtà...ho paura...di lasciare tutto questo”
 
...
Sanzo restò in silenzio, mentre vedeva quella figura muoversi, la sua maglietta nera ormai rovinata aveva lasciato il posto da una maglia a maniche lunghe con il collo alto, sempre dello stesso colore, che rivelava il fisico magro della ragazza, questa si passò una mano tra i capelli biondi, mentre lo sguardo era basso.
Quella stessa aura scura che avvolgeva lui ora aveva intaccato anche la sua figura, liberando una sensazione di tristezza e silenzio che sembrava accomunare le due presenze.
Entrambi in silenzio, immersi nei loro pensieri.
Il bonzo alzò lo sguardo, osservando la figura di Meiko, con amarezza il suo orgoglio stava svanendo, liberando solo un’atroce sofferenza che lo dilaniava ogni giorno, ogni volta che la pioggia tornava a rivelare i suoi ricordi, ripulendoli dal sangue con il quale li copriva.
Lei stava diventando quella pioggia che detestava, l’acqua che lo puliva, rivelando quella parte di se che nascondeva nel suo orgoglio, nella sua ferma convinzione di vivere e morire solo per se stesso.
 
“E perché vivrai e morirai solo per te stesso?”
“Perché non permetterò a chi vivrà di soffrire per la mia morte”
“Perché la mia ferita è ancora aperta”
 
E lei la stava lavando dal sangue, rivelandone l’aspetto orribile e doloroso.
Non voleva.
Non voleva che scoprisse la verità.
Non poteva permettere a qualcuno esterno di rivelare ciò che lui era.
Una persona che soffriva.
Che non aveva nemmeno la forza di piangere, di lasciare che la vergogna scivolasse via dal suo corpo.
Non poteva permetterlo.
E così la tristezza diventava rabbia, fastidio.
Quello stesso fastidio che provava lui verso di lei.
Quell’essere troppo pericoloso.
Eppure...quando alzò lo sguardo per cacciarla via da quella stanza, le parole si bloccarono in gola.
Già una volta era successo...ed aveva sentito una voce.
Ed ora
 
“Ti prego...non voglio che tu mi ami...perché...tu finirai col soffrire...ed io finirò con l’ucciderti...”
 
Era un sussurro soffocato nella gola.
Una preghiera, una richiesta silenziosa.
Non era una richiesta d’aiuto come la prima volta.
Questa era una richiesta diversa, che lo colpiva a fondo dentro di se.
Molto più di ogni sguardo, di ogni tocco, di ogni parola pronunciata sulle labbra.
 
“Non c’è carezza che giunga fino all’anima”
 
Ma quel sussurro strozzato era stato capace di farlo, lasciandolo stupito, sul volto non vi era nient’altro che un’espressione fredda e forse un po’ assente, mentre Meiko incrociava le braccia, guardando fuori dalla finestra.
Una sensazione familiare che le dava un senso di tranquillità, amara tranquillità.
 
“Rispondimi Erroris!”
 
...
Rimasero in silenzio, quasi cercando le parole per allontanarsi a vicenda, un modo come un altro per odiarsi.
Sanzo lanciò un’occhiata a Meiko, la ragazza in quel momento lo fissò, per poi rivolgere lo sguardo alla finestra.
Iridi ambrate che si tingevano di rosso...
Capelli biondi...
E quella voce strozzata...
 
“Odiami, disprezzami, uccidimi...ma non amarmi...mai...”
 
Amare...aveva dimenticato come si faceva ad amare...tutto era stato chiuso e stretto in un sigillo...ed ora, di fronte a quell’essere, il sigillo si scioglieva, come bagnato dall’acqua, come se fosse stato fatto di sale.
Non voleva...non voleva che nessuno vedesse ciò che era...
Ma quella voce...quella presenza...
...
-Hai intenzione di rimanere qui ancora per molto?-
Avvertì quella voce spezzare una sorta di legame silenzioso, o almeno lo incrinò leggermente, mentre Meiko faceva un passo indietro, scomparendo alla luce della finestra e dalla vista del bonzo, cercando di pensare; per qualche istante la sua mente era rimasta vuota, sin da quando era entrata in quella stanza la sua mente si era andata a svuotare.
Ed ora? Che avrebbe fatto?
La ragazza restò in silenzio, mordendosi il labbro inferiore, di colpo aveva avvertito il freddo invaderla fin nelle ossa, e si strinse di più le braccia.
 
“Se compirai la missione che ti ho affidato esaudirò la tua richiesta.
Devi fidarti di me...Erroris”
 
“Voglio…che tu sappia Erroris…che io mi fido di te…ripongo la mia fiducia in te, perché so che non fallirai la tua missione…”
 
“Sappi che ti sono sempre vicina”
 
Si...una catena la legava a quell’essere...un tatuaggio sulla sua schiena.
Chiudendo gli occhi, Meiko spostò la mano dal braccio alla spalla, le dita in quel momento stavano accarezzando una di quelle ali.
 
Eh!! Tu non puoi pretendere....siamo qui
.....e siamo vivi....
Eh, tutto può succedere.........

Ora qui...... siamo soli.... siamo soli.... siamo soli...... siamo soli.....
 
Tu non vuoi rispondermi......
sono qui..... e non mi ascolti!!!!
Eh!!!! Tutto può succedere
ora qui siamo vivi..... siamo vivi.....siamo vivi......

 
Meiko abbassò il capo tristemente, mentre appoggiava la schiena alla parete della stanza, quel nero la stava soffocando in uno stato di dormiveglia, restare li, imprigionata in quel buio, sapendo che quella voce, quella luce non la colpirà mai...la indeboliva.
Perché era entrata in quella stanza?
...perché...voleva la sua libertà...
...QUANTO ERA STUPIDA!
 
Vivere insieme a me
hai ragione, ragione te....
non è mica semplice!!
Non lo è stato mai per me!!!!
Io che ci credevo più di te...... che fosse possibile!
E smettila di piangere......
siamo soli.....
siamo soli....

 
Meiko lentamente si mosse, spostandosi verso l’uscio della stanza, dietro di lei Sanzo rimaneva immobile, prendendo un’ultima boccata della sua sigaretta, ora che lei se ne stava andando, aveva la sensazione che tutto si cristallizzasse.
Persino lui stesso.
E tutto...sarebbe tornato come al solito...
 
siamo soli....
 
 
 
“Era...era piccola, ed in quel momento stava chiacchierando allegra con sua madre e sua sorella, Selene le stava sistemando come al solito i capelli, l’accontentava sempre quando voleva che le acconciasse i capelli.
In quel momento...stava usando...un nastro celeste...si, era celeste, lo ricordava bene perché era il suo preferito, e la mamma stava tagliando le verdure.
Le sue mani erano veloci, eppure erano piccole, anche se per Rika erano grandi...
Ora...ora apparivano così minute le sue mani...proprio come minuta era sua madre...da piccola le era sempre sembrata grande...ma ora sembrava apparirgli piccola, la pelle del viso aveva delle piccolissime rughe ai lati della bocca.
Soprattutto quando sorrideva spuntavano quelle piccole rughe, rivelando un sorriso felice velato di stanchezza.
Solo ora se ne accorgeva?
Un rumore, un rumore ha attirato l’attenzione di tutte e tre.
...è papà...è tornato dal lavoro...
Lei scende dalla panca e va ad abbracciarlo, suo padre aveva le mani grandi e screpolate, e riusciva sempre a sollevarla...anche se cominciava ad avvertire la fatica di quel peso.
Perché solo adesso capiva che i suoi genitori stavano invecchiando?
La rimette a terra, suo padre si avvicina a sua madre e le da un bacio affettuoso, per poi dare una carezza a Selene, e porgerle qualcosa con un sorriso soddisfatto.
Un regalo, un regalo per sua sorella...
Si avvicina, vuole vedere, anche se piccola e cerca di alzarsi in punta di piedi.
Sono...sono due smanigli...due bracciali...e sono per Selene...
Erano fatti d’oro...sembravano pesanti...e caldi...
...avrebbe voluto averne uno...
Ora era notte, e lei piccola non si era addormentata, aprendo lentamente la porta per guardarsi intorno, la stanza di sua sorella appariva grande ai suoi occhi, ma ora che ci pensava, era sempre stata piccola e un po’ spoglia.
Sua sorella dormiva tranquilla su letto, i bracciali erano appoggiati sulla finestra, ed era alta per lei, tanto che tastava mentre si alzava in punta di piedi, a fatica riusciva a vedere il brillare dei due gioielli.
Avvertì il freddo del metallo, e rimase stupita, per poi afferrare con la mano lo smaniglio, era freddo al contatto, che strano, eppure quel metallo era così luminoso.
Possibile che quel colore dorato non fosse caldo come il sole?
Era un po’ pesante, e lo trascinò a se, senza accorgersi che si portava dietro anche l’altro bracciale.
Con uno strattone riuscì ad afferrare lo smaniglio, ma allo stesso tempo fece cadere l’altro, e rimase stupita da quel rumore.
Un rumore forte che spaccava il silenzio della notte, lasciandola per qualche istante senza fiato.
Osservò stupita lo smaniglio a terra, mentre l’altro si stava scaldando al contatto delle sue mani.
-Rika, cosa stai facendo?-
La bambina si voltò di scatto, osservando stupita e spaventata lo sguardo della sorella, che si alzò lentamente, mettendosi seduta sul letto, per poi alzarsi in piedi.
Era sempre stata alta Selene, al contrario di Rika che era piccola, era veramente piccola.
Perché solo adesso capiva quanto era grande Selene?
La piccola nascose le mani con lo smaniglio dietro la schiena, abbassando il capo, mentre Selene si muoveva, raccogliendo quello che era caduto.
-...ti piacciono questi bracciali, vero?-
La piccola annuiva, aveva paura.
Ora sua sorella l’avrebbe picchiata.
Si, l’avrebbe sicuramente picchiata perché aveva preso qualcosa di suo.
E lei non doveva prendere le cose di Selene.
Ecco, ora sarebbe arrivato quello schiaffo.
...no...
Rika spalancò gli occhi stupita, mentre Selene le sorrideva gentile, accarezzandole la testa.
-Te lo regalo allora. Così ne abbiamo uno tu ed uno io. Sei contenta?-
Rika mostrò lo smaniglio, osservandolo alla luce della notte.
Era diventato suo...dopo che glielo aveva cercato di rubare...adesso Selene glielo regalava...
...sorella...
Aveva pianto, si era vergognata profondamente, mentre Selene l’abbracciava e la coccolava, dormendo con lei quella notte.
Aveva fatto una cosa orribile.
Eppure sua sorella l’aveva perdonata...e le aveva regalato quel bracciale.
Sorella...Selene...
Il...bracciale...”
 
Si risvegliò con una sensazione di freddo alle gambe, pian piano nella sua testa entrava il rumore continuo ed incessante della pioggia che batteva sul vetro, era da un sacco di tempo che non sentiva più la pioggia...
Avvertì il sonno intorpidirla ancora in tutto il corpo, mentre voltava leggermente il capo, cercando di muovere le spalle e le braccia, una mano passò fra i capelli spettinati che le coprivano la faccia, mentre l’altra restava ferma, l’effetto del veleno era svanito, ma Rika aveva ancora la sensazione di non poter muovere più l’arto.
Prese un profondo respiro, iniziando con il mignolo, avvertendo la pelle del dito sfiorare e “accarezzare” il lenzuolo.
Lentamente, fece lo stesso gesto con le altre dita, fino a riuscire a muovere la mano, lasciandosi scappare un’espressione di sollievo, mentre passava a muovere il gomito, liberando il braccio e la mano dal lenzuolo, per poi alzare lo sguardo verso di se, sulla finestra, in quel momento, entrava solo la luce grigia del temporale, c’era anche qualche lampo, e Rika si fermò a contare i secondi che passavano dalla luce al rumore.
Pochi, di sicuro il villaggio era proprio sotto il temporale.
Il villaggio...erano arrivati ad un villaggio...lei non ricordava niente dopo essere svenuta, solo la sensazione che il cuore le si fosse fermato...e l’urlo di Goku nelle orecchie.
 
“RIKA! Oh no RIKA!!”
 
Aveva chiesto scusa a Goku...si era fatta promettere che lui gli sarebbe rimasto accanto.
...la ragazza sorrise, provando una sensazione di gioia, mettendosi una mano sugl’occhi avvertendoli bruciare, strofinandoseli con forza per impedire alle lacrime di uscire.
Non era il momento di piangere...
Il sogno di poco fa le riapparve in un sfuocato ricordo, mentre nella mente di Rika si faceva largo l’immagine di quel bracciale, l’aveva sempre portato con se...fino a quel giorno...dopo si era dimenticata di quel gioiello.
Chissà dov’era finito...si era ripromessa di averne sempre cura...
Era un regalo di Selene...un regalo di sua sorella...
Rika tenne nascosto lo sguardo, avvertendo improvvisamente un’ondata di freddo farla rabbrividire, mentre la sua mente ricordava quella piccola bimba con la sorella che mostrava orgogliosa il suo smaniglio identico a quello dell’altra ragazza.
Sospirò.
-...il mio bracciale-
-Ti riferisci a questo smaniglio?-
La voce la pietrificò, si tolse di scatto la mano dagl’occhi, spalancandoli, mentre vedeva appoggiata, un po’ curva, una figura femminile, in una mano, tenuto su un dito, brillava il bracciale, mentre la figura lasciava che i capelli sciolti facessero scappare qualche goccia di pioggia, bagnando il cuscino dove era rimasta Rika, sconvolta, gli occhi bruni di quel demone la osservavano freddi e silenziosi.
-...ah...-
Rika cercò di pronunciare qualcosa, per poi stringere i denti e scattare in avanti, uscendo rapida dal letto e allontanandosi da quella finestra, avvertendo la ferita farle male per l’improvviso gesto, al momento indossava solo una lunga camicia e dei pantaloncini corti, mentre il demone la osservava in quella posizione accucciata, stavolta stirò la schiena, mentre la pioggia la colpiva in silenzio, un lampo squarciò il buio nella stanza.
In quell’istante di luce, Rika riconobbe il nastro attorno al collo e il colore biondo, spento in quegl’istanti, dei capelli di Himitsu.
-Himitsu...cosa ci fai qui?-
Le sue armi, dov’erano le sue armi?
Il demone ragazza la guardò con quello sguardo freddo ed impassibile, Rika appariva più pallida del solito, non aveva i tratti somatici dei demoni, quindi doveva avere il suo sistema di controllo.
-Dunque Selene aveva ragione...lentamente ti stai ammollando Rika-
La castana lanciò uno sguardo rabbioso contro il demone, che rimaneva in quella posizione, limitandosi a giocherellare con lo smaniglio con le dita della mano.
-Come ti permetti? E poi devi ridarmi quel braccialetto! E’ MIO!-
Himitsu osservò il gioiello fatto d’oro, se lo stava rigirando fra le dita, le unghie lunghe strusciavano contro la superficie metallica, mentre Rika restava in silenzio a guardare, lanciando un’occhiata intorno a se alla ricerca dei suoi Sai o di qualche arma.
-No-
La negazione di Himitsu fece zittire la mente frenetica di Rika, la castana si voltò stupita a guardare lo sguardo freddo del demone, che lentamente scese dalla finestra, i capelli erano bagnati, così come in parte i suoi vestiti, il suo tatuaggio sulla guancia rendeva quello sguardo castano ancora più cupo.
-Non ho nessuna intenzione di permetterti di far soffrire ancora Selene.
Perciò adesso tu vieni con me Rika-
La ragazza indietreggiò di qualche passo, rimanendo sbalordita da quell’affermazione, mentre Himitsu si avvicinava, ora lo smaniglio brillava saldo nella sua mano, per poi con un movimento del polso infilarlo, cosa che scatenò un moto di fastidio in Rika, doveva riavere a tutto i costi quel bracciale!! ERA SUO!
-Non ho nessuna intenzione di venire con te!-
Rika partì con uno scatto, iniziando a dare una serie di pugni e calci contro Himitsu, la ragazza li schivò e parò, facendosi anche colpire di striscio un paio di volte, fino a bloccare ancora i movimenti di Rika, bloccandole i polsi e scaraventandola verso il letto, la ragazza si tastò la ferita, avvertendo un forte bruciore, rischiava di riaprire il taglio.
-Sei solo una piccola ingrata...-
Himitsu si avvicinò alla finestra, rivelando nel buio della stanza il suo bastone, in che modo fosse arrivato lo sfuggiva a Rika, possibile che il demone fosse stato tanto silenzioso?
Era un bastone in legno, molto semplice, due bende bianche verso le estremità, mentre il demone ragazza lo reggeva con una mano, voltandosi verso la castana, mostrandole il bracciale.
-Se lo vuoi riavere, devi venire con me-
-Non ho nessuna intenzione di farmi comandare da te! Sei solo il lecchino di quella maledetta! Io porterò a termine la mia missione! E’ il compito che mi è stato affidato!-
Himitsu mollò un potente ceffone contro la ragazza, che lo ricevette in pieno volto, limitandosi a non fiatare, mentre avvertiva la guancia bruciargli da impazzire.
-Non mi offendo per l’offesa che mi hai lanciato contro, ma per il tuo comportamento irrispettoso non solo nei confronti di tua sorella, ma anche del principe Kougaiji-
Rika avvertì la gola formare un nodo che la soffocava, mentre le labbra si erano seccate, e le mani sudavano, Himitsu continuò a parlare, tenendo il bastone vicino a se.
-E dire che fu proprio lui ad accoglierti sotto richiesta di tua sorella, quella stessa sorella che ha cercato di salvarti e per la quale mostri ingratitudine!
Sarebbe inutile tentare di parlare con te di Selene, ma almeno cerca di rimanere fedele al principe! O vuoi tradire anche la sua fiducia?-
Rika avvertì il respiro scomparire, lasciando una sensazione di soffocante sempre maggiore, mentre lo sguardo rimaneva fisso in un punto vuoto.
Tradire il principe Kougaiji...il principe...
 
“-Allora...se io manterrò la mia promessa, potrò avere una mamma?-
Lui rimase stupito da quella domanda, quella piccola speranza che illuminava lo sguardo di quella bambina, per poi sorriderle in modo gentile, annuendole.
-Si, sarà anche tua madre-
La bambina non riusciva a crederci, e trattenne le lacrime, mordendosi il labbro inferiore, abbassando il capo e cercando di annuire con forza.
-Allora lo prometto, lo prometto!!!-”
 
Glielo aveva promesso quel giorno, quando vide per la prima volta quella donna.
Quel demone donna racchiuso in quella prigione, in quella colonna, con tutti quei sigilli ad incorniciare la sua figura.
E lei era rimasta sbalordita, con le lacrime che scivolavano ancora, le sembrava di vedere il viso di sua madre, un po’ invecchiato, ma gentile, affettuoso.
Era la madre del principe Kougaiji, e sarebbe diventata anche sua madre...se...
 
“Io prometto di diventare forte e di aiutare il principe Kougaiji!”
 
Però...da quando gli aveva affidato quella missione...era cambiato molto, forse tutto...
Perché adesso...c’era un bagliore dorato che le rischiarava l’anima.
Il bagliore di due occhi eretici.
...
-Goku...-
Himitsu avvertì il sussurro della ragazza, e si limitò a prendere un profondo respiro.
-Ho capito...allora si tratta di quel demone eretico-
Rika sussultò nel sentire la ragazza demone usare l’appellativo “demone eretico”
In effetti la castana non l’aveva mai visto da quel punto di vista, per lei Goku era sempre stato un amico, un ragazzo simpatico, forte, ingenuo, sincero.
Però...era pur sempre un demone...ed era molto forte...ed era suo nemico...
E poteva essere pericoloso...
...ma era Goku...non gli avrebbe mai fatto del male...
Lui...le aveva promesso di restarle vicino...
 
-Io voglio ancora che tu mi stia vicino-
-TE LO PROMETTO!-
 
Si, glielo aveva promesso...
Himitsu vide Rika poggiare la mano stretta in un pugno sul petto, come a cercare di rassicurarsi nei suoi pensieri.
...
-Credi davvero che il tuo amico eretico ti starà sempre accanto?
Sappi che come tu non sapevi controllare il tuo potere maligno, anche lui non sa controllarsi.
Potrebbe attaccarti...ed ucciderti...-
Rika sussultò a quella parole, avvertendole fredde e taglienti come lame, che la ferivano, tagliandola e facendola sanguinare, le sue speranza seguivano la scia di sangue, mentre cercava di farsi forza, rivedendo le immagini di quel ragazzo sorridente che l’aiutava, la incoraggiava, rideva, scherzava con lei.
-Non ti credo, Goku rimane sempre Goku! E lui...lui è mio amico!-
La castana saltò in piedi, tenendo alta la voce a l’ultima frase, mentre Himitsu rimaneva impassibile ad ascoltare, per poi con un movimento del polso togliersi il bracciale e lanciarlo a Rika, che l’afferrò con entrambe la mani, osservando stupita il volto impassibile del demone dai capelli biondi, questa sembrò sorridere, mentre si avvicinava alla finestra.
-Lo vedremo...Rika...-
Il demone ragazza uscì dalla finestra, mentre Rika rimaneva con il fiato corto per le ultime parole pronunciate dalla ragazza, per poi osservare il bracciale che aveva tra le mani, rivedendo ancora una volta l’immagine di quella bimba e di quella ragazza.
...sorelle...
Himitsu lasciò che la pioggia iniziasse a bagnarla, osservando con sguardo spento il cielo sopra di lei, un cielo grigio scuro, tendente al nero, con lampi e anche fulmini, il rombo del tuono soffocava qualsiasi altro rumore a parte quello dell’acqua che scrosciava.
Il demone si guardò intorno, per poi notare due figure avvicinarsi, erano Goku, Kira ed Hakkay, quest’ultimo reggeva in mano l’ombrello mentre l’altro teneva un pacchetto con delle cibarie, in parte dolci che il ragazzo voleva offrire a Rika.
I due notarono subito la figura in mezzo alla pioggia, le orecchie appuntite spuntavano dai capelli bagnati, e il bastone si mosse mettendosi in una posizione più comoda per la ragazza.
-Salve. Sono qui per riprendere Rika-
...nessuno perse tempo...
 
La castana intanto si rigirava il bracciale, ormai se l’era messo al polso, e se lo stava rigirando con le dita della mano libera, osservando seduta sul letto la pioggia che continuava a scrosciare, si era fatta più forte.
Goku...aveva voglia di vedere lui e gli altri...
 
“Lo vedremo...Rika...”
 
Aveva paura, paura che Himitsu potesse fare qualcosa agl’altri, sapeva che la ragazza era forte, molto forte.
...e se li avrebbe uccisi?
...no, non sarebbero mai morti, conoscendoli avevano la pelle abbastanza dura da sconfiggere anche lei.
Si...l’avrebbero sconfitta...ma allora perché quell’ansia continuava ad attanagliarle il petto? Perché continuava a pensare alle parole di Himitsu? Perché il volto di Goku le appariva oscurato? Ogni suo singolo pensiero era seguito dall’ansia di scoprire...che non c’è l’avevano fatta...
E di sapere la forma di Goku...la sua forma demoniaca...l’altra metà a lei sconosciuta...
Anche lei era un demone, di sicuro avrebbe avuto il controllo...
Perché non riusciva a convincersi?
...maledizione...
-Ehi, ti sei svegliata-
La castana alzò lo sguardo, Meiko in quel momento entrò nella stanza con fare tranquillo, osservando con quell’aria un po’ annoiata la ragazza, che aveva un’aria nervosa...
Doveva dirgli di Himitsu?
...
La castana stava per parlare, quando la porta della stanza fece un rumore violento che mise in allarme entrambe le ragazze, sotto il loro sguardo stupito Kira si stava appoggiando affaticata allo stipite della porta, era bagnata fradicia e in alcuni punti si stavano rivelando dei grossi lividi oltre a dei graffi.
Rika sussultò leggermente, quella era opera di Himitsu
 
“Lo vedremo...Rika”
 
Meiko raggiunse la compagna, afferrandola in tempo, la ragazza dai capelli neri infatti crollò in avanti, anche se non era svenuta, ed ansimava stanca, mentre Rika si alzava in piedi e la biondina la scuoteva.
-Kira! Kira! Cos’è successo??-
-...d...d-demone...un demone...-
La castana sussultò ancora, mentre Kira parlava piano, respirava a fatica, mentre l’acqua cominciava a bagnare anche Meiko, la ragazza la sosteneva, anche se la compagna era decisamente più alta di lei la biondina la teneva salda tra le braccia.
-Un demone? Vi ha attaccato?-
-…forte…m-molto forte…-
La ragazza dai capelli neri cercò di reggersi in piedi, facendosi forza sulle spalle di Meiko, mentre Rika guardava fuori dalla finestra, il buio fuori sulla strada non le permetteva di vedere, e i pochi lampi le facevano solo vedere delle ombre in movimento, troppo veloci per capire chi fossero.
Chi stava affrontando Himitsu? E se fra questi vi era Goku?
-Kira, chi altro c’era con te?-
-...Ha-Hakkay...e Goku...-
OH NO!
 
“Lo vedremo...Rika”
 
La castana partì di scatto, uscendo dalla stanza, mentre Meiko si trovava bloccata dal corpo di Kira, non potendo fare altro che urlare inutilmente alla compagna.
-RIKA! NON ANDARE!-
Il grido però mise in allarme Gojio, che raggiunse Meiko, mentre Sanzo usciva in quel momento dalla stanza, osservando la castana scendere velocemente le scale verso l’esterno, ritrovandosi in faccia la pioggia battente, guardandosi intorno con aria spaventata e cercando le figure familiari dei suoi compagni di viaggio.
 
“Non puoi affezionarti a loro , devi prendere il Sutra “
 
“Hai una missione Rika”
 
“Approfittane ora che sono distratti!”
 
“Cerca di rimanere fedele al principe! O vuoi tradire anche la sua fiducia?”
 
Non era così, non era così!
Però...
 
“Rika!”
 
“TE LO PROMETTO!”
 
La ragazza continuò a correre sotto la pioggia, guardandosi intorno con aria spaventata, per poi avvertire dei rumori vicino alla locanda dove alloggiavano, erano dalla parte dove c’era la sua finestra, e la ragazza raggiunse il posto con il fiatone, ormai era fradicia, da sotto la camicia s’intravedevano le curve del corpo e le bende della ferita, mentre la ragazza spalancò gli occhi, i capelli erano appiccicati al suo volto.
Hakkay era a terra dolorante, mentre Goku stava ancora affrontando Himitsu, la ragazza era veloce, ed il bastone fermava i colpi del Nyoibo, il demone sferrò un calcio contro il ragazzo, che cadde a terra scivolando nel fango, in quel momento il demone dai capelli biondi intravide la figura di Rika, la ragazza corse verso l’amico eretico, che rimase stupito nel vederla.
-Rika...-
-Stai bene Goku?-
-RIKA!-
La ragazza alzò lo sguardo verso Himitsu, questa sistemò ancora il bastone in posizione da combattimento, osservandola con fare freddo.
-Preparati Rika, tra poco ritorneremo da Selene-
-Rika non andrà da nessuna parte!-
Goku si rialzò di scatto, stringendo lo Nyoibo fra le mani e mettendosi a scudo per proteggere Rika, la ragazza rimaneva stupita e spaventata dall’atteggiamento del ragazzo, che lanciò un urlo di rabbia, lanciandosi contro il demone.
Il demone strinse gli occhi, per poi muoversi in avanti con uno scatto, mentre un lampo accecava la scena, lasciando Rika in silenzio, con lo sguardo per qualche istante perso nel nulla.
 
“Non voglio...non portarmi via il mio sogno...NON DISTRUGGERE TUTTO HIMITSU!!!
 
Bastarono pochi istanti, nei quali Selene si risvegliò con una sorta di ansia, domandandosi dov’era Himitsu, nei quali Meiko, Gojio e Sanzo uscirono dalla locanda con Kira al seguito che recuperava le forze, nei quali un rombo di tuono sembrò soffocare qualsiasi grido volesse uscire dalla bocca di Rika, mentre Himitsu si limitava a far cadere a terra il diadema d’oro massiccio che aveva sfilato dal capo di Goku, che s’inginocchiò a terra, avvertendo ancora la sensazione.
Perdeva il controllo, il potere aumentava e sembrava esplodere tutto il suo corpo, le ossa, i muscoli, gli faceva male tutto, e non riusciva a respirare, con la bocca spalancata a bere l’acqua della pioggia, mentre intorno a lui diventava ancora più buio, i suoi capelli si allungarono velocemente, così come le sue unghie e i suoi canini, in un gemito strozzato.
Rika cominciò a tremare, mentre la pioggia batteva con forza, bagnandola fin dentro il sangue, le braccia erano abbandonate sul fianco, mentre il suo sguardo era fisso, spalancato a guardare la figura di Goku che cambiava forma, mentre nella sua mente si susseguivano una serie d’immagini confuse e spezzate.
 
“Erano entrati scaraventando a terra la porta, sua madre la stringeva a se mentre Selene restava immobile, suo padre si mosse in avanti con un coltello in mano, colpendone uno poi un altro, mentre i demoni sembravano essere vomitati dentro la casa, suo padre fu disarmato con un sonoro ceffone, mentre la donna abbandonava la piccola per allungarsi verso il marito, Rika urlava e piangeva con forza, per poi ammutolirsi.
Sua madre urlò dal dolore, mentre la mano del demone trapassava il ventre della donna, facendo uscire il sangue, mentre l’altro demone si divertiva ad accoltellare più volte l’uomo.
Urlò con tutte le sue forze
-MAMMA!! PAPA’!!! AAAAAAAAHHHHH-
I demoni si voltarono verso di lei e verso la ragazza, che rimaneva immobile terrorizzata, quegl’esseri si mossero veloci, afferrando Selene per le spalle e Rika per i capelli, la bambina urlò verso la sorella piangendo disperatamente.
-SORELLA! SELENE!!
AIUTAMI SORELLA!!
AIUTAMI!!-
Niente...solo il volto soddisfatto dell’essere che era dietro di lei, leccandosi il sangue che colava dalla mano.
Quell’essere orrendo...il suo incubo...”
 
-Demone...-
Rika riuscì a stento a mormorare quella frase, mentre lentamente la figura di Goku si alzava, voltandosi lentamente verso di lei, rivelando uno sguardo vuoto e freddo, le pupille si erano affilate, e sulla bocca c’era una specie di ghigno divertito.
No...non poteva essere...
Quello...quello non era...
...Goku...
Rika mosse un passo in avanti, cercando di scacciare via la sua paura, era ridicolo, anche se era Goku lui era pur sempre suo amico no?
Non le avrebbe fatto del male, non l’avrebbe ferita...
Lui era suo amico...
-Goku...-
era suo amico...
-RIKA! ATTENTA!!-
Hakkay la tirò via all’ultimo secondo, il ragazzo si era rialzato ed aveva afferrato il braccio ferito, trascinandola all’indietro, mentre Rika rimaneva con lo sguardo sconvolto nel vedere Goku che le sorrideva ferino, alzando una mano artigliata per staccarle il braccio, limitandosi a dei tagli sul braccio e sulla spalla.
Goku osservò come gli artigli si sporcarono leggermente di sangue, e lo leccò via con soddisfazione, mentre Rika osservava il tutto totalmente paralizzata.
Goku...
 
“Rika!”
 
Goku
 
“Rika!”
 
...
Meiko osservò la compagna non riuscire a riprendersi dallo shock, e lanciò in silenzio un’imprecazione, per poi afferrare il fucile, intenzionata a porre fine già da quel momento la follia di quello stupido.
-Non possiamo certo lasciarlo così!-
-Hai ragione, quello è totalmente fuori controllo-
Gojio gli si avvicinò, mentre Kira afferrava per un braccio Hakkay, impedendogli di raggiungere gli altri, il ragazzo si voltò stupito a guardare l’amica, che si limitava a scuotere la testa.
“Non andare!”
Il ragazzo la guardò stupito, per poi osservare gli altri lanciarsi all’attacco per fermare quel demone fuori controllo, mentre Rika restava in ginocchio ad osservare il tutto immobile, un leggero tremore delle spalle, mentre la pioggia continuava a battere.
L’uomo dagl’occhi verdi annuì, per poi sorridere a Kira, sciogliendosi da quella presa.
-Meglio andare a vedere come sta Rika-
La ragazza dai capelli neri annuì, mentre Rika continuava ad osservare sconvolta quell’essere dagl’occhi dorati, la ferita sanguinava, e nella sua mente si susseguivano a rallentatore delle immagini senza senso, immagini di Goku, della sua famiglia, di quando i demoni li avevano uccisi, di quando Goku era diventato demone.
E poi la voce di Himitsu...
 
“Credi davvero che il tuo amico eretico ti starà sempre accanto?
Sappi che come tu non sapevi controllare il tuo potere maligno, anche lui non sa controllarsi.
Potrebbe attaccarti...ed ucciderti...”
 
Era tutto vero...Goku poteva ucciderla in qualsiasi momento...era un essere pericoloso...era sempre un demone!
E i demoni, come lei del resto, uccidevano.
L’avrebbe uccisa prima o poi, come stava per fare in quel momento.
D’improvviso, la ragazza si sentì di nuovo, totalmente sola, come la sua vita era morta in quella prigione, in mezzo a quei demoni, nel dolore e nelle sue urla, e poi nel sangue.
Selene le aveva insegnato a sopravvivere in quel mondo, e lei da quel mondo non ne poteva più uscire.
Nemmeno Goku si era rivelata la sua speranza, e li era sola.
Era stata tutta una bugia.
Lei non era più umana, non sarebbe più tornato il mondo della felicità, i suoi genitori erano morti, sua sorella la odiava, e Goku era un demone senza controllo che avrebbe potuto ucciderla.
Era sola.
Tutte le sue illusioni frantumavano e scivolavano via nel sangue che scivolava via dalla sua ferita, quella stessa ferita che gli aveva inferto il suo migliore amico, la sua luce.
Bugia.
Goku era il suo migliore amico.
Bugia.
Goku le sarebbe rimasto sempre accanto.
Bugia.
Goku l’avrebbe protetta
Bugia
Bugia
Bugia
BUGIAAAAA!!!
Rika lasciò che le lacrime scivolassero via dagl’occhi, mentre la figura di Himitsu si avvicinava a lei, la pioggia ormai aveva bagnato totalmente il demone e la ragazza dagl’occhi azzurri, che alzò lo sguardo spento verso il demone dai capelli biondi, che s’inginocchiò verso di lei, afferrandogli il polso per osservare lo smaniglio, per poi guardarla negl’occhi.
-...andiamocene via Rika-
La ragazza dai capelli castani la guardò con aria stupita.
Nel frattempo Meiko veniva scaraventata via per l’ennesima volta da Saiten Taisen, il demone rideva soddisfatto di quell’assurdo gioco, per poi schivare l’attacco di Gojio, facendo una capriola in aria e sferrando un calcio contro il rosso, che lo parò ma venne comunque messo a terra, mentre la biondina sparava qualche colpo, mancando il demone che di colpo si ritrovò dietro di lei.
“Si muove ad una velocità spaventosa!”
Lo confessava, aveva paura.
Mosse il fucile per colpirlo alle gambe, ma lui lo schivò di nuovo, scaraventandola a terra con un calcio volante, iniziando a riempirla di pugni, Meiko tentò di pararsi il viso con le mani, avvertendo gli organi dentro di lei minacciare di uscire dalla sua bocca, insieme al sangue che stava sputando via, le faceva male anche la gamba.
Un colpo di pistola sfiorò la guancia di Goku, che si bloccò, voltandosi verso la figura bagnata di Sanzo, il bonzo lo guardava con fare arrabbiato.
-Non farmi arrabbiare stupida scimmia-
Il demone lo osservò con fare tranquillo, per poi lanciarsi contro di lui, Sanzo all’ultimo momento s’inchinò per sferrargli un sonoro pugno in pancia, e il demone rispose con un calcio, i due riuscirono a restare in piedi, e Seiten Taisen ripartì all’attacco, mentre Meiko cercava di rialzarsi per fermarlo.
Doveva...doveva...doveva...
 
“Promettimi che lo proteggerai”
 
Stava per raggiungerli, quando si bloccò, osservando il bonzo fermare Goku mettendogli una mano sulla fronte, pronunciando una preghiera.
Meiko rimase immobile ad osservare la scena, il ragazzo era bloccato da quel gesto, mentre un bagliore dorato appariva sulla sua fronte, Sanzo lo osservava con fare serio e convinto.
In pochi istanti, un diadema ricomparve sulla testa di Goku, che in pochi minuti ritornò normale, accasciandosi verso Sanzo che lo afferrò al volo.
-Stupida scimmia-
La ragazza dai capelli biondi rimase in silenzio ad osservare il bonzo che teneva il ragazzo appoggiato a se, un gesto che la ragazza avvertì con un moto di tristezza, profonda tristezza.
Si lasciò accasciare a terra, tutto il corpo improvvisamente le faceva un male cane, eppure fino a pochi istanti fa non aveva sentito niente, solo il dovere di difendere quel bonzo, ma a quanto pare Sanzo se l’era cavata benissimo anche senza il aiuto, ed ora tutte le ferite e le botte subite tornavano a dolerle, soprattutto sul ventre e sulla gamba, mentre la pioggia sopra di lei continuava a cascare.
Il respiro era affannoso, mentre un rivolo dorato iniziava a scivolare via da una spalla macchiandole d’oro la maglietta.
Accidenti...si stava scolorendo...
Anche per questo odiava la pioggia...
-Bisogno di una mano?-
Laragazza alzò lo sguardo verso Gojio che le sorrideva divertito, mentre sbuffava, cercando di rialzarsi con le sue sole forze, per poi gemere gentilmente.
-No, ho bisogno di un dottore-
-RIKA!-
L’urlo di Hakkay, attirò l’attenzione degl’altri, in quel momento lui e Kira venivano allontanati dalla castana dal bastone di Himitsu, il demone aiutò Rika ad alzarsi, tenendola stretta a se, per poi voltarsi in direzione dello sguardo ormai vuoto della ragazza, in quel momento Goku  stava riprendendo i sensi.
Vide Rika vicinissima a quel demone, ferita al braccio sano.
-Rika...-
La ragazza sentì il suo nome, ed alzò lo sguardo, osservando Goku che cercava di avvicinarsi a lei, anche se era parecchio indebolito.
...
Il demone cercava di avvicinarsi a lei...quell’essere cercava di avvicinarsi a lei...l’avrebbe uccisa!
-...STA LONTANO DA ME ORRENDO ESSERE!!-
L’urlo risuonò in tutta la strada, e Goku come gli altri rimase paralizzato, mentre Rika si stringeva alla figura di Himitsu, che si limitò a guardarla tranquilla, per poi rivolgersi agl’altri.
-Ve l’avevo detto. Sono venuta per riprendermi Rika-
Così dicendo, il demone con Rika balzò via su un edificio, mentre Goku la osservava svanire, in quel momento la pioggia smise, eppure lui vedeva ancora tutto offuscato, aveva dell’acqua negl’occhi che scivolava dalle guance.
-RIKAAAA!!!-
 
Selene camminava rapida nel corridoio, raggiungendo la figura bagnata di Himitsu, la ragazza si preparava già alla sua punizione, era uscita per andare a prendere Rika senza il consenso di Selene, la donna doveva essere furente.
Il demone dai capelli neri si fermò di fronte a lei, aveva appena saputo ciò che aveva fatto Himitsu, ed ora la guardava con un’espressione tranquilla, la ragazza era totalmente bagnata fradicia, i capelli gocciolavano.
-...Selene...io...-
La mano del demone di fronte a lei si mosse, raggiungendo i capelli e strizzandoli, gocce d’acqua caddero sul pavimento, mentre Himitsu restava senza parole, velocemente Selene le sfilò il nastro bagnato dal collo, e come la prima volta che si era conosciute, la donna acconciò i capelli della ragazza davanti a lei, sistemandoglieli nella solita acconciatura che lasciava un po’ di capelli liberi, il viso ora si vedeva bene, era un po’ bagnato per la pioggia.
Selene sorrise tranquilla.
-Si, ora stai decisamente meglio-
Il demone donna la superò, fermandosi per darle le spalle.
-Ora portami da mia sorella-
Himitsu rimase in silenzio, abbassando il capo, per poi annuire e fare strada.
Raggiunsero velocemente la stanza di Rasetsunyo, di fronte alla colonna nella quale era imprigionata la donna vi era la figura di Rika, i capelli bagnati in parte appiccicati al volto e al corpo, indossava ancora quella lunga camicia e i pantaloncini, i piedi e le gambe nude, mentre le mani erano abbandonate sui fianchi, Selene riconobbe in un leggero scintillo dorato lo smaniglio.
Lo smaniglio...
 
-Te lo regalo allora. Così ne abbiamo uno tu ed uno io.
Sei contenta?-
 
Sei contenta Rika?
Himitsu restò in silenzio ad osservare Selene, la donna demone strinse i pugni, avviandosi in silenzio verso la figura di spalle, prendendo un profondo respiro, parte del corpo e del volto era illuminato da un fascio di luce.
-Che cosa vuoi fare adesso?-
La voce di Selene rimbombò per tutta la sala, mentre Rika restava di spalle, per  poi alzare lentamente lo sguardo verso il volto di Rasetsunyo.
-Io...-
Rika si voltò lentamente, mostrando le sue iridi celeste, era dure come il diamante, ed erano gelide, colme di un’ira e di una disperazione profonda che colpì Selene, per qualche istante la donna ebbe paura, per poi ascoltare la voce di Rika farsi vuota, profonda, tagliente.
-Io voglio uccidere Son Goku-
La ragazza mise una mano sul braccio, e socchiuse gli occhi, velocemente dalle mani apparvero degl’artigli, e le orecchie sbucarono dai capelli bagnati.
Selene la osservò in silenzio.
Il nulla.
Aveva avvertito la sensazione del nulla...
Sorrise, dapprima amara, poi con aria divertita e crudele, allargando le braccia e abbracciando la figura immobile di Rika, accarezzandole leggermente i capelli e socchiudendo gli occhi.
-Bentornato Ryo-
In quegl’istanti, Himitsu vide Selene urlare il suo dolore, piangendo lacrime grandi e disperate.
 
FINE CAPITOLO 26

 
 
Goku: Rikaaaa!! ç____ç
Raffy: Tranquillo cucciolo, ci sono io con te <3
Rika chiusa in una busta di plastica: FATEMI USCIREEEEEE!!!
 
Che bello, la nostra storia da oggi in poi ha una nuova lettrice, accogliamo con un bell’applauso Alquade01!
 
*Iniziano a volare dappertutto coriandoli*
 
Gojio: Qui ci vuole della champagne
Marty: Hey tu fermo, chi pensi che lo paghi? NOI! Facciamoci bastare del succo di frutta.
Selene: Cavoli che braccine corte
 
Ovviamente non ci siamo dimenticate della nostra più fedele lettrice, WhiteLie, che non finiremo mai di ringraziare.
Ancora grazie ad entrambe e grazie anche a chi semplicemente segue la storia.
Baci dalla M&RProduction ^^
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: MRPrd