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Autore: Maestroni_98    30/03/2014    1 recensioni
La scuola é appena finita e quando inizia il nostro atteso periodo estivo, nella grande città di Los Angeles, tutto può accadere. Soprattutto a noi due, amiche inseparabili dal tempo dell'infanzia.
Questa estate sarà diversa da tutte le altre!
Tra lussuria, bugie, segreti nascosti, passione ed emozioni mai provate prima inizia la nostra storia.
- By Sessy
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sei mancato Tom





 
POV JADE
Il giorno dopo a scuola avevo paura di rivedere Tom, ma proprio lui mi aveva fatto pensare la notte e ormai avevo deciso.
Vidi da lontano i suoi capelli rossi:”Amy” dissi voltandola verso di me.
“Jade” disse con tono basso.
“Come stai?” chiesi abbassando anch’io il tono di voce.
Era strano parlare con lei dopo così tanto tempo.
“Non del tutto bene, tu come stai?” chiese.
“Io bene, ma… Ma cosa ti è successo? Ti vedo… strana” dissi facendo una piccola pausa.
“Ieri ho… ho lasciato Juss..” disse abbassando il volto.
“Perchè?” chiesi allarmata.
Poi guardai il suo sguardo, le spiegazioni sarebbero state rimandate.
Mi tuffai su di lei, abbracciandola:”Mi sei mancata Amy”.
Mi era mancata davvero, davvero tanto.

POV AMY
La scuola era finita, finalmente.
Io e Jade siamo state abbracciate per molto sta mattina.
Mi era mancata molto.
Camminai fuori da scuola e vidi Jake appoggiato ad una macchina, presumo la sua, un Audi A3 sportiva nera.
Si tolse i Ray-Ban neri e mi sorrise avvicinandosi a me.
“Jake..” dissi guardandolo.
“Pensavo che avresti voluto un passaggio” disse sorridendomi.
“Oh hai ragione, la voglia di camminare non c’è, e Anastasia oggi scalcia.” Dissi mettendo una mano dove avevo sentito il piedino.
Lui mi sorrise e aprì la portiera:”Allora si parte”.
Mi era mancato Jake.

POV JADE
Finita scuola non aspettai Tyler, gli dissi che sarei tornata a casa a piedi, avrei voluto ritornare a casa con Amy ma non la vidi, forse era andata via prima.
Però vidi una persona di schiena che avrei riconosciuto tra mille: capelli castani, maglietta bianca a maniche corte, che faceva intravedere i muscoli delle braccia, i pantaloni bassi di tela grigi con una cintura di un colore più scuro e delle Nike bianche basse.
Se sarebbe stato un giorno normale non l’avrei fatto di certo, ma ero felicissima di aver fatto pace con Amy, dunque gli corsi incontro mentre mi dava la schiena e gli saltai in groppa:”Ciao Tom” dissi sorridendo.
“Jade!” disse lui ridendo prendendomi le gambe per tenermi su.
“Come stai?” chiesi appoggiando il volto nell’incavo della spalla.
“Benissimo, e anche tu vedo!” disse stringendomi forte le gambe.
“Direi di sì” dissi per poi continuare:”Sai, hai un buon profumo” dissi mentre socchiudevo gli occhi facendomi avvolgere da quella fragranza.
“Grazie.. Anche il tuo è buonissimo..” disse annusandomi.
Alzai di scatto il volto e lo fissai, aveva lo sguardo davanti a se e sorrideva mentre continuava a camminare, mi incantai per un po’ e senza pensarci lo abbracciai più forte e gli diedi un bacio sulla guancia, per poi riappoggiare la mia testa lasciandomi cullare:”Mi sei mancato Tom” dissi dolcemente.
“Anche tu mi sei mancata Jade!” disse dandomi un bacio sulla guancia.
Solo allora dopo aver aperto per la seconda volta gli occhi, capì che ero vicinissima a casa mia, ma il particolare che mi colpì di più furono le mie mani: strette sulla maglietta di Tom, come per indicarne il mio possesso.
Ma si poteva possedere qualcosa che ormai non era più tuo?

POV AMY
Jake mi aveva portata a casa e avevamo mangiato, finito lo avevo aiutato a sparecchiare e mi sono seduta un attimo sul divano.
“Sai, dovrei cercarmi un lavoro, devo racimolare dei soldi per la piccola Anastasia e poi per trovarmi un appartamento, sono piombata nel tuo e non voglio crearti confusione.” Dissi portandomi una mano al collo, massaggiandolo.
“Ehi non c’è problema per me, puoi rimanere quanto vuoi” disse mentre si stava stiracchiando.
“Sicuro? So di essere pesante come ragazza.. me lo dicono tutti, quindi quando mi vuoi sbattere fuori, dimmelo!” dissi guardandolo.
“Ok, lo ammetto” disse per poi dirigersi verso la porta, aprendola:”Vattene!” disse abbassando il volto e puntando l’indice verso l’uscita.
Aspetta, quando dicevo che poteva mandarmi via quando voleva, non intendevo ora!
“Aspetta… davvero?” dissi avvicinandomi alla porta.
Lui scoppiò a ridere e poi si avvicinò a me, mettendomi le mani sui fianchi e guardandomi:”Dipende, vuoi che diventi di nuovo stronzo?” chiese serio.
Era una domanda a trabocchetto?
“Beh.. dipende..” dissi guardandolo.
“Dipende?” chiese per poi continuare:”Da cosa?”.
“Come ti ho già detto a me non dispiacevi quando eri stronzo.. Però se ritornare stronzo comporta al fatto che adesso mi cacci, allora non voglio che tu ritorni ad esserlo. Spero solo che il tuo modo per provarci con una ragazza sia rimasto come quello di quando eri stronzo, perchè devo dire che, se è non così allora non so se troverai qualche altra ragazza!” dissi facendo un piccolo sorriso piegando la testa di lato.
 “Ma mi hai visto? Io la troverei ugualmente, basta vedere come sono” disse facendo un sorriso beffardo.
“Ah si mister Io-sono-figo-non-ho-problemi-con-le-ragazze? Io non ne sarei tanto sicura! Se non avevi problemi con le ragazze, io non ero qui adesso perchè c’era già un'altra in questo appartamento.” Dissi sorridendo in modo sardonico.
“Sì, ma ci sei tu, una ragazza e le mie mani nel frattempo sono sul tuo fondoschiena” disse facendo un piccolo sorriso che si ampliò su un lato del viso, per poi continuare compiaciuto:”E scommetto che non te ne sei resa nemmeno conto”.
Infatti.. girai la testa e vidi le sue mani sul mio sedere, girai nuovamente la testa e incontrai il suo sguardo: “Perchè mi stai toccando il fondoschiena?” chiesi guardandolo con sguardo interrogativo.
Fece un sorriso sardonico e subito dopo, potei sentire il suo gusto di Burn e la sua lingua calda invadere la mia bocca,  sottomettendo la mia lingua.
Non capivo perchè lo stesse facendo. Forse per farmi capire che con le ragazze ci sa fare.
Portai le mani al suo petto e allontanai “Ok ho capito, con le ragazze ci sai fare..” dissi guardandolo.
Riuscivo a sentire ancora la sua bocca sulla mia e senza accorgermene stavo passando la lingua sulle mie labbra.
Lui mi sorrise e poi si allontanò da me mettendosi seduto sul divano:”Felice di avertelo fatto sapere” disse soddisfatto.
“Io non credo di esserne felice però…” dissi portando una mano alla testa appoggiandomi alla porta chiusa.
“Ah no?” chiese divertito.
“No! Non puoi baciarmi quando vuoi..” dissi guardandolo.
“Ok, ho ricevuto il messaggio, ma sai era solo per fare lo stronzo” disse mentre mi guardava con ancora stampato sul volto quel suo sorrisetto.
“Non sai quanto mi piacevi quando eri uno stronzo!” dissi picchiandomi mentalmente per aver detto una cosa del genere. Cavolo Amy, ma la bocca riesci a tenerla chiusa o no?!
“Lo so” disse facendo spallucce compiaciuto.
“Ehi, non fare il presuntuoso vanitoso! Stavo scherzando io!” dissi andando a sedermi anche io sul divano, ma sull’angolo, nella parte opposta alla sua…
“No che non stavi scherzando” disse tranquillo.
“Cosa ti fa pensare che io non stessi scherzando, dai sentiamo!” dissi guardandolo.
“Dal fatto che sei su un angolo del divano e del fatto che io ti attraggo sessualmente ancora adesso” disse avvicinandosi pian piano.
“A me piacciono gli angoli e poi, non mi attrai sessualmente, tesoro, se ti senti figo non vuol dire che lo sei per forza..” dissi sorridendogli.
“Oh sì che lo sono” disse in un piccolo sbuffo.
“Oh no che non lo sei..” dissi portando una ciocca dietro l’orecchio.
“Lo dici solo per difenderti” disse con non calanche.
“Tesoro, sto solo ammettendo ciò che è vero! Se direi che mi piaci, mi attrai sessualmente, che ti vorrei e che rivoglio le tue labbra sulle mie… sarei una bravissima bugiarda!” dissi guardando il suo sguardo puntato su di me.
Lui mi sorrise e poi guardò l’orologio, si alzò e venne verso di me dandomi un bacio sulla fronte:”Bene, mia cara bugiarda allora ti saluto, che il mio capo mi aspetta, a sta sera” disse per poi mettersi la giacca e uscire dalla porta, chiudendola alle sue spalle.
Finalmente se ne è andato, non sapevo quanto sarei riuscita a resistere.

POV JADE
Il mio pomeriggio non fu dei migliori, si poteva definire uno dei peggiori.
Avete presente quando vi guardate allo specchio e vi detestate?
Quando siete talmente depresse che ascoltate canzoni deprimenti?
Beh possiamo dire che rientro in quella categoria, composta da un pigiama rosa con su un coniglio bianco, una buona dose di gelato alla vaniglia e una lunga lista di canzoni che ti avrebbero portato al suicidio.
L’unico mio problema era il perchè di tutto questo; da quando Tom mi aveva lasciato a casa mi ero fatta una serie di paranoie che mi avevano portato allo sfinimento e tra poco mi avrebbero portato al diabete.
Appoggiai la vaschetta con il suo apposito cucchiaio e mi misi sul letto a fatica.
Addio mondo.

POV JAKE
Al lavoro Tyler era abbastanza silenzioso, magari c’era qualche problema, solitamente mi parlava volentieri e scherzavamo, ma non ci feci tanto caso e finite le ore lavorative ritornai a casa, dopo essere passato a fare compere.
Appena entrai lasciai la busta sul tavolo, spogliai il giubbotto, lo appesi all’appendi abiti all’entrata e mi misi subito sul divano:”Ciaooooooo”.
“Ho capito che sei a casa, non c’è bisogno di urlare!” disse Amy venendo in sala, indossava una canotta e dei pantaloncini, e maneggiava i suoi capelli bagnati con un asciugamano.
Non dissi niente e la guardai, poi stanco presi un cuscino e me lo misi sul volto:”Ho portato Tailandese” dissi indicando il sacchetto sul tavolo.
“Che modi gentili..” disse lei, sentì i suoi passi avvicinarsi alla busta.
“Ovviamente” dissi in un sussurro.
“Oh poverino, sei stanco?” chiese facendo una voce.. dolce?
Annuì.
“Poverino..” sentì dire.
Mi stava prendendo in giro per caso?
Stavo per chiederglielo, quando senti una mano sulla mia spalla, che si muoveva sue e giù.
Tolsi il cuscino e la guardai:”Sono sicuro che preferivi toccare qualcos’altro” dissi divertito.
“Hai ragione!” disse sorridendo incominciando a toccare.. il cuscino del divano.
Mi misi a ridere:”Va bene, va bene, ora direi di cenare però” dissi alzandomi e appoggiando i contenitori sul tavolo.
Anche lei si mise a ridere sedendosi su una sedia.
“Dai, a parte gli scherzi.. Hai ragione, volevo toccare altro.” Disse mentre incominciava a mangiare.
“Lo so” dissi compiaciuto.
Era evidente l’odore che si aggirava in cucina, non era di Tailandese, ma di tensione sessuale.
 


ANGOLO AUTRICI
Ecco un nuovo capitolo, corto anche questo. Scusate, ma non posso pubblicare capitoli lunghi e il perchè non posso dirvelo. Spero che non mi state odiando per questo.
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