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Autore: StormLight94    31/03/2014    7 recensioni
Cosa succederebbe se la relazione tra Sheldon e Amy arrivasse finalmente a una relazione anche fisica? E se lei rimanesse incinta? Come la prenderebbe il giovane fisico?
Dal testo:
" -Sheldon, sei sicuro che noi due..sì insomma...ecco...- Sheldon si avvicinò fino ad arrivarle a un soffio dalle sue labbra. La sua voce era un sussurro.
-Diciamo che potrebbe essere un esperimento. Vediamo cosa succede se la nostra relazione si sposta di un livello.-
"
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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tbbt8

Salve a tutti^^
Questo capitolo è stato difficile da scrivere e l'avrò riletto una decina di volte, indecisa se pubblicarlo così o cambiarlo. Alla fine l'ho lasciato come lo avevo immaginato fin dal principio e quindi boh, forse non piace o forse sì. Ditemi voi mei baldi lettori cosa ne pensate a riguardo xD
Ringrazio come sempre tutti quanti che mi state sopportando da 8 capitoli ♥ 
Alla prossima~

Capitolo 8: La tangibile prova d'affetto

La pioggia batteva con forza contro la finestra dell'ufficio di Sheldon. Il fisico teorico era appoggiato al bordo della scrivania e, con una mano sotto il mento e l'altra che giocherellava distrattamente con un pennarello, osservava i molteplici numeri riempire la grande lavagna bianca.  Un tempo era in grado di rimanere fermo in quella posizione per ore, con la mente rivolta esclusivamente verso la matematica, ma ora invece era un continuo distrarsi.

Pensava a Amy e a come il loro rapporto era cambiato nel giro di pochi mesi. Si sforzava di concentrarsi solo sul suo lavoro, escludendo tutto ciò che in quel momento non aveva nulla a che fare con la Fisica, ma semplicemente non ci riusciva.

Ciò che era successo qualche sera prima con Amy l'aveva lasciato parecchio turbato. Aveva ancora in mente lo sguardo serio e truce di lei, il modo freddo e accusatorio con cui si era rivolta a lui, e come l'aveva additato come persona menefreghista e poco responsabile.

<< Lascia stare, vado io, visto che sei troppo stanco e troppo occupato a fare altro che pensare a tua figlia >>

Aggrottò la fronte sentendo quella frase materializzarsi per l'ennesima volta nella sua mente.

Scosse la testa imponendosi di non pensarci.

Tra la formula di Lagrange  e il Teorema di Rolle che cercava di usare per risolvere una banalissima e alquanto semplice funzione di variabile reale, Sheldon si chiese per quanto tempo sarebbe durata questa tensione tra loro due. Non voleva ammetterlo, ma sotto sotto aveva paura che sarebbero diventati come i suoi genitori, ovvero due persone che litigavano troppo spesso costringendosi a stare lontani l'uno dall'altra per non azzannarsi.

Voleva tornare ai vecchi tempi quando le cose andavano per il verso giusto.

Sospirò sonoramente rendendosi conto di star trascurando ancora una volta lo studio di funzione.

Improvvisamente sentì la porta aprirsi e questo lo risvegliò dai suoi pensieri. Si girò appena, giusto per vedere con la coda dell'occhio chi aveva avuto l'inopportuna idea di disturbarlo.

<< Sheldon sei impegnato? >>

Riconobbe la voce di Leonard e sospirò nuovamente. Abbandonò la sua postazione per sedersi sulla sedia.

<< Leonard, vorrei rammentarti, qualora te ne fossi dimenticato, che io, essendo un fisico teorico con un alto quoziente intellettivo, sono sempre impegnato. >> lanciò uno sguardo alla lavagna e corrugò la fronte. << Tuttavia questa funzione non ha nessuna intenzione di uscire corretta quindi no, non sono così impegnato da doverti mandare via. >> disse con aria di sufficienza.

<< Ok bene...>> rispose l'amico. Si avvicinò di qualche passo con cautela, come se avesse avuto di fronte un gatto selvatico e non voleva farlo scappare via. Sapeva quanto Sheldon fosse nervoso e irritabile in quell'ultimo periodo e doveva stare ben attento alle parole che pronunciava.

Vedendo che Leonard tardava a spiegare il motivo della sua visita, Sheldon gli lanciò uno sguardo seccato.

<< Allora? >>

Leonard prese un respiro profondo.

<< D'accordo vado subito al punto...Penny mi ha detto che le cose tra te e Amy non vanno molto bene...>>

Sheldon assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia sul petto.

<< Quella ragazza non è mai stata in grado di farsi gli affaracci suoi >> sbottò visibilmente infastidito.

<< Il fatto è che tutti se ne sono accorti e vogliamo aiutarvi >> continuò il fisico sperimentale.

Sheldon sciolse le braccia e cominciò a sistemare i fogli sulla scrivania pur di non incrociare gli occhi dell'amico.

<< Va tutto bene >> tagliò corto. Serrò le labbra pensando a quanto poco vere fossero quelle parole.

<< Quando è stata l'ultima volta che vi siete presi del tempo solo per voi due? >> chiese Leonard aspettandosi già la risposta.

Sheldon si bloccò e fissò i fogli tenuti stretti nelle sue mani, mentre rifletteva sulle parole di Leonard.

<< Dal...dal giovedì prima che Grace nascesse >> mormorò in un soffio.

Si stupì pensando a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che erano usciti da soli per conto loro. Erano stati così presi che a fatica trovavano il tempo per loro stessi, figuriamoci uscire per un appuntamento romantico.

<< Ascolta, io sono convinto che passare un po' di tempo da soli e parlare possa aiutarvi molto >>

Sheldon sembrò abbandonare quell'aria tesa e lasciò che i fogli gli scivolassero di mano mentre alzava gli occhi stanchi per guardarlo.

<< Perché questo giovedì non uscite insieme come ai vecchi tempi? Se vuoi possiamo tenere io e Penny la bambina >> domandò.

Sheldon alzò un sopracciglio scettico.

<< Tu e Penny? Seriamente Leonard? Vuoi lasciare a Penny il compito di badare a mia figlia? Ti devo forse ricordare cosa accadde quando le chiesi di prendersi cura del tuo pesce rosso? >>

Leonard di passò una mano sul viso, esasperato.

<< Oh andiamo Sheldon, non puoi paragonare una bambina a un pesce rosso! >> esclamò, ma Sheldon non sembrava della stessa opinione.

<< Io non do mai nulla per scontato >> disse con naturalezza.

Leonard preferì ignorarlo.

<< Veniamo per le sette a casa tua >> disse infine e se ne andò.

 

Alle 7 in punto Sheldon stava camminando avanti e indietro per il salotto guardando nervosamente l'orologio. Leonard gli aveva detto che alle sette era lì, ma erano ormai ben le sette e quarantacinque secondi e ancora non era arrivato.

Espresse a voce alta il suo disappunto, incolpando Penny di rovinare sempre tutto. Era sicuro che il ritardo dell'amico era dovuto a Penny e alla sua odiosa abitudine di prendere tutto con troppa calma, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

Sbuffò sonoramente in direzione della porta mentre si sistemava le maniche della camicia nera fin sopra i gomiti.

<< Rilassati, vedrai che adesso arriveranno. >>

Sentì la voce di Amy provenire dal bagno.

<< Leonard aveva detto che sarebbe stato qui alle sette in punto. Evidentemente per lui l'espressione le sette in punto copre un arco di tempo ben più ampio rispetto a quello che intendo io e il resto dell'umanità. Se ci fosse una guerra intergalattica e fosse lui l'unica possibilità di salvezza per tutti scommetto che ci farebbe morire tutti quanti perchè non arriverebbe in tempo! >> sbottò in risposta.

 Poco dopo la porta si aprì e Amy lo raggiunse in soggiorno. Era ancora rivolto verso l'ingresso perciò le dava le spalle.

<< Come sto? >> domandò la ragazza.

Sheldon si girò e rimase molto sorpreso nel vederla. Non portava i soliti cardigan sformati, ma un delizioso vestito verde acqua che si stringeva in vita per poi scivolare morbido fino alle ginocchia. I capelli tenuti raccolti le incorniciavano il viso, ammorbidendo i lineamenti e conferendole un'aria più accattivante. Infine un coprispalle nero e un paio di scarpe con il tacco non alto, ma che bastava per darle il giusto slancio, completavano il tutto.

Sheldon non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Era rimasto folgorato da quella bellezza che mai aveva pensato potesse appartenerle. Gli occhi cominciarono subito a squadrarla da capo a piedi, soffermandosi istintivamente sulle sue forme, cosa che non aveva mai fatto prima. Si sentiva come un ragazzino alla prima cotta. Non capiva come quella donna riuscisse a bloccarlo e a mandarlo in confusione semplicemente indossando un vestito nuovo.

Amy arrossì sentendo i suoi occhi puntati addosso in quel modo così intenso.

<< L'altro giorno Penny mi ha costretta ad andare a fare shopping con lei >> spiegò.

 Ora capiva chi ci aveva messo lo zampino.

<< Ti piace? >> chiese timidamente.

Sheldon aprì e chiuse la bocca un paio di volte come per ponderare bene le parole giuste da dire.

<< Non è il solito vestito che indossi quando ci accingiamo ad andare al ristorante per la consueta cena romantica >> disse. Il solito tono freddo e distaccato usato dal fisico le fece abbassare lo sguardo. Lo sentì però schiarirsi la voce. << Non mi dispiace questo nuovo cambiamento >> aggiunse con voce più bassa.

Amy sorrise sentendo quelle velate parole di apprezzamento provenire direttamente da lui.

Sheldon guardò l'ora sull'orologio da polso e sbuffò nuovamente vedendo che erano quasi le sette e dieci.

Amy ridacchiò. << Perchè sei così impaziente? Devi andare a prendere il treno? >> chiese ironica.

Il fisico la guardò interrogativo.

<< Non capisco...perchè mi stai chiedendo se devo andare a prendere il treno? Dobbiamo andare da qualche parte? >> sgranò improvvisamente gli occhi e il tono divenne più acuto. << Hai organizzato un viaggio e non mi hai detto niente?! >>

Amy sospirò e alzò gli occhi al cielo capendo che lui e l'ironia non sarebbero mai andati d'accordo, nemmeno fra un milione di anni.

<< È un modo di dire Sheldon >> spiegò.

Sheldon rispose con un semplice "ah" per poi tornare a concentrarsi sull'ora e sul ritardo assolutamente non perdonabile dell'amico.

Amy gli passò accanto per poi sedersi sul divano stando attenta a non stropicciare il vestito nuovo. Prese in braccio Grace e cominciò a giocarci un po' intanto che aspettava la sua migliore amica e il suo fidanzato.

Sheldon la guardava attentamente mentre si divertiva con lei. Ad un certo punto la chiamò facendola girare verso di lui.

<< Amy, ho qui una cosa per te. Avrei voluto dartela più tardi, ma a quanto pare le cose andranno per  le lunghe. Evidentemente o si sono persi, o sono finiti in una frattura spazio-temporale e si sono messi a girare l'universo a bordo del Tardis, altrimenti, cosa molto più probabile, sono nel bel mezzo di un coito e si sono dimenticati di dover venire qui. >>

Amy lo guardò curiosa, ignorando tutto ciò che aveva detto di superfluo. << Davvero? Che cosa? >>

<< Aspetta. >> Con passo svelto si diresse verso la camera da letto per poi ritornare poco dopo con in mano una scatolina lunga e stretta.

Amy continuò a guardarlo non capendo cosa stesse facendo. Sheldon lentamente tolse il coperchio e con due dita tirò fuori una collana con un pendente fine e raffinato che subito brillò sotto la luce.

Amy guardò sorpresa il gioiello nella sua mano.

<< Oh...>>

Era troppo emozionata per riuscire a dire altro.

<< Il pendente, anche se piccolo, è formato da una delle tante forme allotropiche in cui può presentarsi il carbonio, costituito da un reticolo cristallino di atomi disposti secondo una struttura ottaedrica >> spiegò.

Amy capì subito.

"Diamanti" pensò.

<< Qualche anno fa, dopo un diverbio avuto a causa del tuo lavoro da neurobiologa, ti ho regalato il diadema su consiglio di Leonard. Te lo ricordi? >>

Come poteva dimenticarselo? Era stato uno dei regali che più aveva apprezzato in assoluto.

<< Visto che più o meno si è creata la stessa situazione, anche se con cause completamente diverse, ho pensato di agire nella medesima maniera >> mormorò imbarazzato.

Amy addolcì lo sguardo sapendo quanto dovesse essere stato difficile per lui fare una cosa del genere.

Sheldon si sedette accanto a lei e glielo mise.

<< È...è così bello >> sussurrò mentre se lo rigirava fra le dita. Alzò poi gli occhi su di lui. << Grazie >>

Sheldon sorrise vedendo il suo viso illuminarsi così tanto.

Amy gli mise in braccio la bambina e corse a vedersi allo specchio. Era incantata di fronte alla lucentezza che emanava e con la punta delle dita continuava a sfiorarlo.

Il fisico si avvicinò mettendosi dietro di lei.

<< Mi piace tantissimo >> disse lei sempre tenendo gli occhi fissi sul gioiello. Dal riflesso lo vide annuire e mormorare un "bene" prima di sentire due dita sfiorarle il collo, esattamente sotto l'orecchio. Sentendo quel tocco fu istintivo distogliere l'attenzione dal regalo per girarsi verso di lui.

Erano vicinissimi e alle loro labbra mancava solo un soffio per toccarsi, ma proprio nel momento in cui stavano per unirsi sentirono dei colpi provenire dalla porta facendo trasalire Amy e facendo allontanare velocemente Sheldon per andare ad aprire.

Vedendo Leonard all' ingresso non riuscì a trattenersi dal rimproverarlo per il ritardo.

<< Avevi detto alle sette. Sono le sette, ventotto minuti e sedici secondi. Cos'hai da dire a tua discolpa? >> sistemò meglio Grace in braccio e lanciò all'amico uno dei suoi migliori sguardi di disapprovazione.

<< Bè...ecco...È colpa di Penny! >> esclamò indicandola con il dito.

<< Cosa?! >> obiettò la ragazza guardando in modo assassino il fidanzato.

Leonard si rivolse verso di lei. << Mi dispiace, ma non ho nessuna intenzione di assumermi la colpa questa volta. >>

Riportò l'attenzione su Sheldon che ancora aspettava spiegazioni.

<< Io ero prontissimo, anzi sarei riuscito ad arrivare addirittura in anticipo, ma Penny doveva ancora lavarsi e vestirsi. Ha chiamato quattro amiche e in più non trovava le scarpe >> rispose frettolosamente facendosi spazio per entrare.

Anche Penny stava per entrare, ma venne bloccata dal fisico teorico il quale sentiva il bisogno impellente di criticare il suo atteggiamento.

<< Sei sempre la solita. Sai, l'orologio è stato inventato per un motivo ben preciso. Ma evidentemente quando gli altri bambini stavano imparando a leggere l'ora tu eri impegnata ad attaccare gomme da masticare sotto i banchi. Probabilmente era la cosa che sapevi fare meglio >> affermò con aria di infinita superiorità e strafottenza.

<< Sheldon, tesoro...>> rispose con tono calmo e pacato mentre gli sfilava la bambina di braccio <<...perchè non chiudi quella bocca e te ne vai via? Così, giusto per non tirarti un pugno in faccia. >>

Sheldon stava per replicare quando venne tirato per un braccio da Amy che lo portò fuori prima che scoppiasse la Terza guerra mondiale.

<< A volte quel ragazzo è così irritante! >> esclamò avvicinandosi a Leonard. Quest'ultimo ridacchiò divertito.

<< Solo a volte? >> Leonard le passò un mano sulla schiena. << Quando hai intenzione di tirargli un pugno, ti prego, avvisami. È una scena che non voglio assolutamente perdermi >>

Penny rise e venne seguita a ruota da Leonard.

 

 

Passò un po' di tempo e Leonard osservava silenziosamente Penny accudire Grace. Non l'avrebbe mai detto ma era piuttosto portata con i bambini e la cosa lo lasciò piacevolmente sorpreso.

Stava camminando avanti e indietro cercando di farla addormentare, ma senza successo. Probabilmente sentiva la mancanza dei genitori.

Alla fine si arrese e, dopo averla messa nella culla, si sedette sul divano accanto a Leonard.

<< Non pensavo fosse così difficile badare a un bambino piccolo >> borbottò mentre guardava distrattamente le immagini passare sulla tv.

<< Penso che tu non te la sia cavata male >> rispose il ragazzo e Penny abbozzò un sorriso.

<< Davvero? >> mormorò.

<< Oh sì >> Leonard abbassò il volume e si girò con il busto verso di lei. << Hai fatto tutto con molta naturalezza. Non hai nemmeno dovuto cercare su Google come cambiare il pannolino! >> esclamò e Penny ridacchiò. << E per la cronaca, io lo avrei fatto. >> aggiunse infine serio.

Le mise una mano sulla guancia e subito Penny si sentì più tranquilla.

<< Saresti una madre fantastica >> sussurrò con dolcezza.

<< Oh non credo proprio >> si attorcigliò una ciocca di capelli attorno a un dito << Solo perchè me la sono cavata bene con il figlio di altri non significa che con il mio sarà la stessa cosa. >>

Leonard sospirò. << Invece dovresti avere più fiducia in te stessa >>

 

Dopo un paio di ore Sheldon e Amy tornarono a casa, ma quando il fisico notò che Grace ancora non dormiva corrucciò lo sguardo.

<< Penny, perchè è ancora sveglia? Ho lasciato delle precise indicazioni riguardo alle sue abitudini e mi sarei aspettato che l'avreste quantomeno rispettato. >> disse portandosi le mani dietro la schiena come era solito fare quando spiegava qualcosa  a qualcuno.

<< Bhè scusa tanto se non ha voluto seguire le tue indicazioni! >> sbottò infastidita.

Nel momento in cui stava per replicare Amy lo bloccò mettendosi in mezzo tra i due.

<< Grazie ragazzi siete stati molto gentili! >> esclamò con un gran sorriso.

<< Figurati, è stato un piacere! >> rispose la bionda cambiando espressione, passando dall'infervorata all'euforica in un nanosecondo.

Amy dopo averli fatti uscire e chiusa la porta, si avviò a prendere Grace, passando davanti al fisico che intanto si era già seduto sul divano e aveva acceso la tv per vedere gli ultimi due episodi dell'ultima stagione di Breaking Bad che aveva registrato quella sera stessa.

Amy mise Grace a dormire nel suo lettino. Con una mano l'accarezzò delicatamente mentre lei agitava le braccine come a voler dire che non aveva nessuna intenzione di dormire.

Intonò una ninna nanna, la prima che le venne in mente.

Se la bimba fa la nanna è contenta anche la mamma

bimba mia non pianger così che la tua mamma è sempre qui.

Sentendo Amy cantare Sheldon mise in pausa l'episodio nel bel mezzo di una scena clou e si avvicinò alla stanza. Gli dava le spalle per cui si fermò sulla porta, incrociò le braccia e si appoggiò allo stipite. La osservò cercando di non fare il minimo rumore per paura che si fermasse.

Bimba mia dormi serena che se no la mamma sarà in pena

bimba mia stai bene qua insieme alla tua mamma e al tuo papà.

Sheldon si mosse verso di lei e Amy sentendo dei passi provenire da dietro le sue spalle sussultò, colta alla sprovvista.

<< Scusa non volevo spaventarti >> disse a voce bassa il fisico.

<< N-non ti ho sentito arrivare...>> mormorò. Appoggiò le mani sul bordo del lettino e continuò ad ammirare la bambina come se fosse la cosa più bella del mondo.

<< Mi piace sentirti cantare, hai una bella voce. Dovresti farlo più spesso >> continuò Sheldon.

Amy si girò per guardarlo, ma lui l'aveva già raggiunta mettendosi al suo fianco.

<< Non è bellissima? >> domandò lei senza staccarle gli occhi di dosso.

Sheldon annuì e Amy abbozzò un sorriso.

Rimasero fermi uno accanto all'altra per un po' di tempo fino a quando Amy, dopo un sospiro incominciò a parlare.

<< Sai, credo sia davvero stupido continuare a litigare per delle sciocchezze >>

<< Sono d'accordo >> rispose ammorbidendo l'espressione del viso.

Amy appoggiò una mano sulla sua e senza alcun bisogno di dirselo si erano già scusati entrambi.

 

 

Amy raggiunse Sheldon in soggiorno dopo essersi assicurata che Grace si fosse addormentata. Osservò la sua espressione concentrata mentre dallo schermo della televisione venivano trasmesse delle immagini e a giudicare dal suo guardo doveva essere una delle sue serie tv preferite.

Il fisico non si accorse della presenza di Amy finchè quest'ultima non gli si sedette accanto.

<< Finalmente si è addormentata >> disse a bassa voce.

Sheldon annuì e tornò a concentrarsi sulla serie.

Amy cominciò a rilassarsi, cosa che riusciva a fare solo la sera dopo aver messo Grace a dormire e sedendosi sul divano vicino a Sheldon.

Socchiuse gli occhi e appoggiò la testa sulla sua spalla. Era stanca ma non voleva andarsene in camera da sola e per aspettare Sheldon avrebbe dovuto attendere un altro episodio. E a giudicare dalle scene non era nemmeno arrivato a metà del primo.

Sheldon passò un braccio dietro di lei cingendole le spalle.

Amy sollevò lo sguardo e gli sorrise ricevendo come risposta un semplice cenno della testa. Da quando Grace era nata era diventato meno freddo e aveva abbandonato un po' il suo ripudio per il contatto fisico. Forse era stata la paura di perdere qualcuno di importante a cambiarlo.

La mora riabbassò  lo sguardo e si sistemò meglio ora che aveva appurato che la cosa non lo stava infastidendo. Sentì il suo braccio stringerla di più quasi avesse paura di lasciarla andare.

Il fisico teorico però non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Osservava i capelli castani lisci e appena spazzolati scivolarle lungo il profilo del viso fino a raggiungere le spalle che si alzavano e si abbassavano in un lento e regolare respiro. Assaporava il suo profumo mentre la esaminava nel vestito verde a cui non era abituato.

Amy si accorse di essere fissata in modo attento e analizzatore, come uno scienziato che studia un animale bellissimo, ma raro e difficile da trovare  se non impossibile.

Si girò appena, giusto per guardarlo con la coda dell'occhio e gli abbozzò un piccolo sorriso malizioso.

<< Non guardi il film? >>

A Sheldon sembrò di svegliarsi da un incantesimo.

<< Sì, certo che stavo guardando >> rispose frettolosamente e istintivamente portò lo sguardo sullo schermo.

Ma non il film. Pensò Amy.

Lasciò la sua comoda posizione per mettersi seduta. I loro occhi si incrociarono e ancora una volta Sheldon non riusciva a fare a meno di immergersi in quel castano così intenso da mettergli tensione e tranquillità allo stesso tempo. Si sentiva stregato. Non riusciva a capire perchè fosse così attratto da lei. Eppure stava guardando una delle sue serie preferite in assoluto, ma in quel momento non la considerava degna di maggiore attenzione rispetto ad Amy.

Rimasero a contemplarsi a vicenda per un tempo che parve infinito finchè lei non si avvicinò lentamente, portando le labbra a unirsi con le sue.

Sheldon sentì un calore intenso partire dalla bocca per poi diffondersi per tutto il corpo. Era così piacevole che istintivamente la prese per i fianchi e la tirò verso di sè. Amy sentendosi attratta verso di lui iniziò a baciarlo con più ardore, gustando il suo sapore e cercando quella passione che aveva sempre avuto paura di mostrare. Lentamente Sheldon si protese all'indietro, spinto delicatamente da Amy, finchè la sua schiena non toccò il cuscino del divano. Lasciarono che il loro corpi si modellassero e trovassero da soli il modo perfetto per unirsi.

Amy continuò a esplorare la sua bocca passando poi al collo perfettamente liscio, assaporando il profumo di dopobarba.

Sheldon chiuse gli occhi sentendo la figura di lei premere sopra di sé e ad ogni tocco e ad ogni bacio poteva sentire una scossa di adrenalina e di eccitazione diffondersi per ogni cellula.

<< A-Amy...>> mormorò, ma lei lo ignorò tornando a baciarlo nuovamente sulla bocca, soffocando un suo gemito quando la sentì strusciarsi lentamente sopra di sé.

Sheldon continuava a ricambiare mentre i respiri si facevano più affannati e l'attesa di incontrarsi diventava sempre più insopportabile. Lasciò che le mani raggiungessero le sue esili spalle per poi iniziare a scendere lungo tutta la sua schiena fino a fermarsi sui suoi fianchi.

Amy si fermò un attimo per osservare l'azzurro dei suoi occhi brillare in un modo che non aveva mai visto. Portò un dito sulle sue labbra che sembravano bruciare e tracciò una linea fino al mento. Sheldon le spostò una ciocca di capelli ribelle dietro l'orecchio.

<< Cosa mi hai fatto Amy Farrah Fowler? Perché sono così irrimediabilmente attratto da te da lasciarti fare tutto questo? >> mormorò con voce grave.

<< Perché mi ami >> rispose semplicemente.

Ripresero a baciarsi nuovamente con la stessa intensità di prima quasi quella fosse stata l'ultima notte che avrebbero passato insieme.

O forse la prima notte dopo aver passato tanti anni a reprimere i sentimenti che avevano bisogno di essere sfogati.

Sheldon lentamente tirò la cerniera del vestito scoprendo la schiena. Con la punta delle dita sfiorò la pelle nuda e la sentì fremere ad ogni suo tocco. L'altra mano le accarezzava la coscia per poi salire per il fianco fin sopra la spalla dove un dito si infilò sotto la spallina facendo scivolare la stoffa.

Amy tastò il suo petto sentendolo abbassarsi e alzarsi con foga mentre il cuore batteva all'impazzata. Iniziò a scendere con lentezza sbottonando la camicia fino a trovare il bottone dei pantaloni e cominciò ad armeggiare per slacciarlo.

Sheldon si lasciò scappare un altro gemito sentendola così vicina, ma ormai era talmente preso dal vortice di emozioni che non riusciva più a ragionare con lucidità, impedendogli così di interromperla.

O forse non voleva affatto interromperla.

Sheldon iniziò a farle scivolare il vestito di dosso mentre Amy cercava di togliergli la camicia quando Grace iniziò a piangere, facendoli sussultare.

<< V-vado io >> mormorò Amy sistemandosi il vestito in qualche modo e abbassando la gonna.

Sheldon rimase sdraiato per un po' intanto che il respiro si faceva più regolare e la mente ritornava a ragionare con più lucidità. Solo ora si accorse di avere la camicia sbottonata fino a metà e i pantaloni quasi abbassati e la cosa lo mise a disagio. Si alzò in piedi e riallacciò sia la camicia che i pantaloni, pensando a cosa sarebbe successo da lì a poco se Grace non li avesse interrotti.

Da quando sentiva certi impulsi? Da quando un contatto così intimo con un'altra persona non lo trovava più così ripugnante, ma anzi lo stava trovando addirittura piacevole?

Percepiva ancora la sensazione del suo corpo premere sul suo, la pelle morbida sotto il suo tocco e le labbra calde che si posavano sul collo, le guance e la bocca. Riusciva ancora a sentire quella piacevole sensazione che solo lei era riuscita a trasmettergli con il semplice tocco delle sue mani scorrere per tutto il corpo anche se era molto più attenuata rispetto a prima. Poteva dire di tutto su ciò che stava provando, ma non che non gli fosse piaciuto e che, se si ritrovasse nella stessa situazione, non lo rifarebbe di nuovo.

Decise di farsi una doccia calda e di bere una tisana rilassante prima di andare a dormire sperando di addormentarsi subito e che l'indomani mattina avrebbe avuto una visione più chiara di ciò che in quel momento lo stava turbando parecchio.

Passò davanti alla stanza di Grace e sentì la voce ovattata di Amy. Sospirò prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle.

  
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