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Autore: kurage    01/04/2014    1 recensioni
[CHANBAEK] A volte un incontro può cambiare anche il peggiore degli uomini.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Intorno a me era buio. Nero, tutto. 
Improvvisamente da un punto lontano vidi arrivare qualcosa, una luce. Non bianca, era opaca. Una luce grigia si stava avvicinando. Man mano che si avvicinava diventava sempre più grande, e cambiava forma. Cercavo di guardarmi intorno, mi muovevo nel buio, volevo vedere se riuscivo a percepire anche solo l'ombra del mio corpo. Ma non vedevo niente. 
Nel buio vi era silenzio. Era così forte da dare fastidio.
La luce continuava ad avvicinarsi e man mano anche l'oscurità attorno a me si faceva meno fitta, e il silenzio abbandonava le mie orecchie lasciando spazio ad un leggero brusio. Sentivo tante voci che parlavano assieme, bisbigliando. Inizialmente non riuscivo a capire quel che dicevano, ma dopo un po' una voce cominciò a farsi più nitida sovrastando le altre. 
...yeol. Chanyeol. Mi chiamava. Chanyeol. Sempre più insistentemente. Chanyeol! 
Qualcosa mi toccò. Caddi nel vuoto e mi svegliai. 
« Chanyeol! » 
Sgranai gli occhi sobbalzando tra le coperte. Guardai attorno a me. Individuai la figura di Baekhyun nell'ombra. 
« B-baekhyun.. » dissi col cuore che ancora mi batteva forte. « M-mi hai spaventato.. » 
« Scusa.. » rispose lui sedendosi sul letto. « Ma non ti svegliavi.. mi sono preoccupato. »
« Non mi svegliavo perché stavo dormendo, » dissi seccato. Poi sospirai, decidendo di lasciar perdere. « Va be', non fa niente. Cosa c'è? » 
« Non riesco a dormire di là, » rispose stringendosi nella sua copertina e indicando l'altra stanza. « C'è un lavandino che fa plic plic plic. »
« Il lavandino perde? »
« Sì, mi fa paura. »
« È solo un lavandino, lascia perdere. Lo aggiustiamo domani. » 
Dopo aver detto ciò mi sistemai nuovamente nel letto con l'intento di rimettermi a dormire. 
« No! » urlò nuovamente togliendomi le coperte di dosso. 
Sobbalzai, un'altra volta.
« Dio!! » esclamai. « Mi vuoi forse uccidere?! » 
Mi abbracciò improvvisamente scoppiando a piangere. 
« S-scusa, ti prego, non farmi dormire lì. Fammi dormire qui con te! »
Singhiozzava e continuava a stringermi, mentre io, colto di sorpresa, non sapevo assolutamente come reagire. 
« E-ehi.. » provai. « Va bene, se vuoi puoi dormire qui con me.. »
Lui sollevò la testa e mi guardò con gli occhi lucidi e le lacrime che gli bagnavano tutto il viso. 
« Davvero? » chiese con voce tremante. 
« Sì, certo, » risposi e cominciai a passare le mani tra i suoi capelli, ricambiando l'abbraccio. 
« Grazie.. »
Ci sdraiammo insieme nel mio letto, troppo piccolo per entrambi, e mentre lui pian piano si calmava e cominciava ad addormentarsi io non riuscivo a fare altro se non continuare a stringerlo forte a me. 

Feci nuovamente quel sogno. Buio intorno a me. Improvvisamente, una luce. Il brusio, una voce. La luce mi venne sempre più vicino fino a travolgermi e poi superarmi. A seguirla c'era un lungo corteo di persone. Cominciai a sentirmi male, erano troppe. Parlavano a voce alta, ridevano; si sentiva anche della musica. Erano tutti colorati, sembravano contenti. Nella scena, però, c'era un che di inquietante; il suono era distorto. Erano tutti intorno a me, eppure parevano lontani. Finalmente quel corteo di persone che quasi sembrava infinito si allontanò, e intorno a me tornò tutto buio. Anche la luce non c'era più. All'improvviso venni svegliato da un rumore molesto. 
Aprii gli occhi, percependo un forte senso di mal di testa. Accanto a me c'era Baekhyun. Era sveglio e teneva in mano un oggetto che lampeggiava e squillava,  producendo quel suono fastidioso. 
« C-cos'è quello? » chiesi stordito cercando di mettermi seduto. « Spegnilo! »
Baekhyun premette un pulsante e il rumore cessò, così riuscii a rilassarmi un po'. 
« È una sveglia! » rispose col suo solito entusiasmo. « Se ti ha svegliato significa che funziona! »
« Be', è stato piuttosto inutile dato che, sai, penso che ora mi rimetterò a dormire. »
Feci per sdraiarmi nuovamente risistemandomi per bene nelle coperte addosso, ma qualche attimo dopo mi sentii nuovamente scoperto. 
« Ehi, no! » esclamò lanciando via le coperte. « Almeno oggi svegliati presto! Facciamo qualcosa assieme, ti prego! » 
Mi sedetti sul letto a gambe incrociate, indeciso su come reagire. Avrei voluto mandarlo via a calci, ma alla luce di ciò che era successo la notte prima non potevo fare una cosa simile. Respirai profondamente. 
« E dimmi, » dissi con un tono palesemente ironico, cercando di mantenere la calma. « Cosa vorresti fare, Baek-i? »
« Ridipingiamo casa! Poi se hai sonno ti faccio un caffé, » rispose sorridendo.
Scoppiai a ridere nervosamente.
« Ma certo! Poi magari usciamo e andiamo a pranzo nel ristorante più costoso della città. Tanto possiamo permettercelo, no? »
« Be', no, » rispose leggermente intristito. « Ma la tinta l'ho già comprata! Ti prego.. »
Afferrò una manica della mia maglietta e cominciò a strattonarmi; prima piano e poi man mano con più insistenza. Lo fissai per un po'. 
« Se tu vuoi farlo, fallo. Da solo. »
Ci spostammo nell'altra stanza ed io andai subito a sedermi sul divano. Mi accesi una sigaretta e cominciai a fumare. Era da un po' che non lo facevo. Quella volta però mi stancai prima del solito. Non ne avevo fumato neanche un terzo. Sollevai le spalle e la spensi sfregandola contro il posacenere per evitare che a Baekhyun venisse nuovamente la brillante idea di finirla. 
Dopo un po' mi portò una tazza di caffé che riuscii a bere quasi tutta. Effettivamente un po' mi fece effetto e subito cominciai a sentirmi meno stanco. 
« In caso cambiassi idea.. »
Si avvicinò e poggio una tuta accanto a me indossandone una a sua volta. Feci un cenno col capo come per dire: ne dubito. Sistemò dei fogli di giornale a terra per non sporcare e delle vecchie lenzuola sui mobili. 
Osservai attentamente ogni sua mossa. Era incredibile come riuscisse a compiere ogni movimento mantenendo il suo solito sorriso e la sua solita aria serena. Istintivamente mi venne da sorridere a mia volta. 
Baekhyun, dopo aver preparato tutto, prese un pennello e lo intinse nel barattolo di tinta bianca. Continuando a fissarlo, iniziai a vagare col pensiero. Ripensai a come lo avevo incontrato, a come era finito a vivere a casa mia. E poi.. fai la carità agli orfanelli in cambio di lavoretti? 
Tch, indubbiamente no
Irritato, feci un lungo sospiro e mi alzai dal divano.
« Ti aiuto. »
Baekhyun si girò verso di me e mi guardò con aria sorpresa, e felice.
« Sul serio? »
Annuii mentre prendevo la tuta e tentavo di infilarmela. 
« Come mai hai cambiato idea? » mi chiese sorridendo e porgendomi un pennello. 
« Alla gente capita, no?, di cambiare idea. E poi mi stavo annoiando. »

Mi concentrai attentamente nel passare la tinta sulla parete in modo uniforme. Ogni tanto lanciavo qualche occhiata a Baekhyun, ed anche lui sembrava piuttosto attento. Ad un certo punto mi fermai un attimo per far riposare il polso e il mio sguardo cadde sul libro dalla copertina rossa. 
« Baekhyun, » lo chiamai.
« Sì? »
« Cos'è quel libro? » gli chiesi. 
Lui si fermò ed abbassò il braccio che teneva il pennello.
« Quale? » chiese girando il viso verso di me.
« Quello rosso. »
« Ah, quello, » disse sorridendo quasi come se se ne fosse ricordato solo in quel momento. « È una raccolta di poesie. Alcune sono davvero belle. »
Annuii sollevato. Un libro di poesie. Non so cosa mi aspettavo che fosse. 
« Beauty is truth, truth beauty. »
Non sapevo l'inglese, non capii cosa disse. Ma non glielo chiesi. 
Continuammo a dipingere ancora per molto, pitturando tutta la stanza. Quando finimmo ci guardammo a vicenda. Lui era tutto sporco in faccia di segni bianchi, e a quanto pare pure io. Scoppiò a ridere.  
« Chanyeol, sei tutto sporco! » ridendo si avvicinò a me e tentò di pulirmi il viso. Inutilmente, dato che la vernice si era già asciugata. Cercando di calmarsi si sedette sul divano ricoperto dal vecchio lenzuolo. Ogni tanto mi tirava un'occhiata, e ad ogni occhiata riprendeva a ridere, sempre più forte. 
« La smetti di ridere di me? » dissi cercando di trattenere un sorriso.
« Non posso! Sei troppo buffo! » rispose gesticolando con le mani. « Sembi un indiano! »
Mi scappò una risata.
« Un indiano?! »
Baekhyun si alzò e andò a intingersi il dito nella pittura bianca.
« Sì! »
Improvvisamente si lanciò su di me e prima che io potessi accorgermente e fare qualcosa per oppormi mi lasciò una strisciata sulla guancia. Spalancai gli occhi e lo guardai sconcertato.
« Eh, no.. »
Mi affrettai a raggiungere il baratto e dopo averci intinto un pennello gli lancia uno schizzo di vernice.
« Ops! » esclamai sorridendo soddisfatto. 
« Cosa.. » disse Baekhyun incredulo toccandosi la faccia per ripulirsi. « Ma così non vale! »
« Ah, no? »
Continuai a restare all'erta, pronto a sferrare un altro attacco. Baekhyun, capendo il mio intento, si coprì il viso con le braccia ridendo.
« No, basta, mi arrendo! » disse sventolando un lembo del lenzuolo a mo' di bandiera bianca. 
« Mpf, ho vinto io! »
Lascia andare il pennello e mi sedetti sul divano accanto a lui, mantenendo lo stesso sorriso soddisfatto. Mi guardò, fissandomi attentamente.
« È la prima volta che ti vedo sorridere così. »
Ricambiai lo sguardo, riflettendo sulle sue parole. 
« È vero, » ammisi poggiando la schiena al divano e annuendo lentamente. 
In realtà è da quando sono nato che non sorrido così, credo. 
Improvvisamente si sporse verso di me e mi abbraccio. Inizialmente, non essendo abituato, mi irrigidii, poi piano piano ricambiai. Dopo un po' sciolse appena l'abbraccio e poggiò delicatamente le sue mani sulle mie guance, premendole leggermente. Avvicinò il viso al mio e posò lentamente le labbra sulle mie. Labbra piccole, morbide, delicate. Chiuse gli occhi, mentre io continuavo a fissarlo, immobile. Il cuore cominciò a battermi più forte. Come reagire, non lo sapevo. Ad un certo punto mi allontanai da lui, sciogliendo il bacio. Lui riaprì gli occhi, guardandomi. Io abbassai lo sguardo. 
« Scusa, Baekhyun. Non mi sembra il caso. »
« Ho capito, » rispose abbassano lo sguardo a sua volta, cercando di mantere un lieve sorriso. « Esco a fare due passi. »
Prese la sua giacca e uscì dalla porta, senza neanche darsi una sistemata. 
Sospirai profondamente fissando l'orologio blu che aveva appeso al muro, poi buttai indietro la testa. Io non avevo mai provato del vero amore in tutta la mia vita prima di quel momento, non sapevo quale fosse la cosa giusta da fare in una situazione simile. A me Baekhyun piaceva, questo lo sentivo. Ma sentivo anche qualcosa di più, forse lo amavo. Mi piaceva guardare il suo sorriso, ascoltare le sue parole e bere il suo caffé. Nel suo modo di fare c'era un qualcosa di speciale, che aveva sollevato la mia vita da quella totale apatia. Grazie a lui avevo sorriso. E questo è, forse, lo scopo dell'amore: far sorridere la persona che ami. Allora, come può un'esistenza come la mia far sorridere qualcuno? L'amore forse mi ha spinto a rifiutarlo. Il desiderio di vederlo sempre sorridere. La convinzione di non essere in grado di far del bene a nessuno. E non si trattava semplicemente di una persona, si trattava di Baekhyun. 
Era andato a fare due passi, disse. Ho capito.
Eppure, io ero la persona di cui si era innamorato. Proprio io. Se solo fossi stato migliore non avrei dovuto rinunciare a lui. Però, forse, se solo mi fossi impegnato per migliorare, avrei potuto rimediare. Magari non da solo, magari con un piccolo aiuto. 
Guardai nuovamente l'orologio; era fuori da due ore. Cominciai a sentire un forte senso d'ansia, mi stava divorando il petto. Non era la prima volta che stava fuori, ma non avevo mai quantificato il tempo della sua assenza.
Due ore sono tante, credo.
Continuando a stare seduto sul divano molleggiavo nervosamente la gamba. Mi guardavo intorno, poi fissavo la porta. Ogni mio movimento era accompanato dall'incessante ticchettio delle lancette che nella mia mente andava amplificandosi fino a diventare assordante. Avrei voluto prendere quell'orologio e scaraventarlo dal balcone facendolo in mille pezzi, ma non sarebbe stato vantaggioso.
Non riuscendo più a sopportare quella situazione mi alzai di scatto e corsi fino alla porta, aprendola, con l'intenzione di andare a cercare Baekhyun. Ma non appena feci un passo nell'andito del condominio lasciandomi la porta alle spalle, notai la figura di una persona rannicchiata di fianco a me. 
Baekhyun?
« Baekhyun? »
Sollevò la testa e mi guardò accennando un sorriso.
« Chanyeol. »
« Sei stato qui per due ore? Io ero preoccupato per te, » dissi guardandolo un po' confuso. 
« Cognizione del tempo, preoccupazione per qualcosa, » analizzò. « Wow, stai migliorando. »
Allargò il sorriso. 
In quel momento sentii forti i battiti del cuore rimbombarmi nelle orecchie, ed era come se quel ticchettio delle lancette non mi avesse mai abbandonato. Mi chinai di fianco a lui per abbracciarlo, così come prima aveva fatto lui. Dopo qualche secondo sentii il calore delle sue mani sulla mia schiena. Dare affetto per ricevere calore; non mi ero mai soffermato su quanto potesse essere prezioso un abbraccio. 
« Io ti piaccio, vero? » mi chiese con un filo di voce. Annuii stringendolo più forte a me. 
« Baekhyun, ti andrebbe di rendermi una persona migliore? »
« Sì, » ricambiò la stretta più forte. « Mi piacerebbe molto. »

Dopo che Baekhyun riuscì a prendere sonno addormentandosi sul divano, mi sedetti accanto a lui e presi in mano il libro rosso, sfogliandolo un po'. Girai qualche pagina e lessi qualche parola, ma non riuscii a capire molto. Nella penultima pagina notai un appunto, probabilmente scritto da lui. La scrittura era morbida, piacevole; e il tratto delicato.

Da piccolo ero convinto che ognuno di noi avesse un piccolo rubinetto sul petto. Era fondamentale che questo restasse perfettamente sigillato, non una sola goccia sarebbe dovuta uscire da lì. Nel nostro copro c'è un fluido; è la linfa vitale. Nessuno ha il diritto di aprire i rubinetti degli altri, né le persone avrebbero dovuto mai aprire il proprio. Ma qualche volta, forse per qualche difetto di progettazione, si guastano e cominciano a perdere da soli. Plic plic plic. La vita lentamente andava via e non si poteva far niente per fermarla. Quando mia madre si ammalò, ogni volta che stavo accanto a lei, sentivo il suo rubinetto perdere. Sentivo le gocce scendere, ad una ad una, senza poter far nulla per fermarle. Si sarebbero fermate da sole, ma a quel punto sarebbe stato troppo tardi. Piano piano, goccia dopo goccia, lei venne prosciugata. 
  
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