L’angolo dell’autrice
Grazie a kaoru e
medea per i complimenti. So di essere veloce ma la storia è quasi completamente
scritta ed io sono un po’ compulsiva… ^_^
Per blu rei grazie
ancora per le tue numerosissime recensioni… J
Eleonor passeggiava nervosamente
avanti e indietro nel salone.
Era in collera come non le
capitava da tempo ma questa volta Richard aveva davvero esagerato.
Aveva trovato finalmente Terence
e glielo aveva comunicato con noncuranza solo dopo essere andato a New Haven ed
ora non voleva darle l’indirizzo, non voleva che lei andasse da lui.
Si era fatta annunciare ed ora
attendeva che Sua Grazia si degnasse di riceverla.
“Eleonor, a cosa devo la tua
visita?”
“Oh! Hai ancora il coraggio di
chiederlo?”
“Non capisco…”
“Non ci provare!”, Eleonor gli si
avvicinò minacciosa.
“Terence sta bene, non c’è motivo
perché tu lo debba vedere ora, vi incontrerete quando tornerà a casa…ora c’è Susanna con lui”
“COSA!? SONO SUA MADRE, HO IL
DIRITTO DI VEDERLO!!! SUSANNA! MA SEI IMPAZZITO?”
“Non hai forse sentito?”,
l’atteggiamento del Duca continuava ad essere estremamente freddo e guardava la
donna con aria di sufficienza, apparentemente indifferente alla sua ira.
“Ho sentito! Come hai potuto
pensare di lasciare che Susanna restasse con lui?! Al posto mio!?!”, gli occhi
di Eleonor erano stretti e lo fissavano con rabbia.
“Perché?”, lui non l’aveva mai
vista così alterata.
“Come perché? E’ colpa di quella
streghetta e del suo ricatto se Terence continua a stare male!”
Il duca alzò un sopracciglio e
girò intorno ad Eleonor che finalmente aveva smesso di passeggiare
nervosamente.
“Non mi dire che ha ingannato
anche te?”, gli chiese con voce ironica, seguendolo con gli occhi.
“Spiegati”, le rispose secco.
“Sai cos’è accaduto, vero?”
“Intendi l’incidente e tutto il
resto?”
“Sì”
“Sì, ne sono a conoscenza”
“Sai anche che Terence non è
innamorato di Susanna?”
Richard restò perplesso.
“Direi di no, vista la tua
faccia…cosa ti ha raccontato quella strega?”
“Non permetterti…Susanna è una
ragazza molto dolce”
“Sì, una serpe travestita da
cerbiatto!”
Il Duca non rispose, il suo
colloquio con la signorina Marlow era stato soprattutto costellato da silenzi
in risposta alle sue domande, che si fosse sbagliato, che avesse capito male.
No, lei lo amava, si vedeva chiaramente. E lui non voleva che quella ragazza,
quella Candy li si avvicinasse di nuovo.
“Tu forse non sai che Terence si
è innamorato di una ragazza quando era a Londra, una ragazza che ricambia i
suoi sentimenti e che, dopo il collegio ha ritrovato qui in America. Si sono
rivisti ma l’incidente li ha costretti, ha costretto lei a rinunciare a lui
perché potesse essere libero di occuparsi di Susanna che gli ha salvato la
vita. Quello che non sai è che Terence non l’ha mai dimenticata.
Susanna ha fatto di tutto per
sfruttare il gesto altruistico che ha compiuto per legare a sé Terence nel modo
più ignobile, ha fatto leva sul suo senso del dovere e dell’onore per
costringerlo a restare.”
Il Duca ascoltò quello che
Eleonor gli disse e restò silenzioso mentre si avvicinava ad una delle
finestre.
Poteva immaginare come Terence
rivedesse la storia sua e di Eleonor, declinata in modo diverso ma molto
simile.
L’onore e il dovere che spezzano
un legame altrimenti destinato ad essere eterno: il dolore di un’esperienza del
genere era più che sufficiente a portare alla follia una persona meno sensibile
e tormentata, il duca poteva ben figurarsi l’effetto devastante che aveva avuto
sul figlio.
“E’ lei il motivo per cui è
sparito?”, non riusciva a guardare Eleonor negli occhi, continuò a fissare il
paesaggio.
“Sì, non riesce ad accettare
questa situazione e non riesce a dimenticarla..quando credeva di aver saldato
il suo debito con Susanna e quindi di essere libero di tornare da lei una serie
di circostanze sfortunate hanno fatto sì che lui credesse di averla persa…”
“..e non era così…”
“No..ma lui è troppo impulsivo ed
ha sofferto e sopportato già troppo..”
“Chi sarebbe la ragazza, la
conosco?”
“Cos’è? Deve passare il vaglio di
Sua Grazia? Deve essere di sangue blu?”
Richard si voltò guardando
Eleonor tra l’incerto e l’incollerito.
“Eleonor, non ti permettere!”
“Certo che mi permetto!”, gli si
era avvicinata di nuovo con aria di sfida.
“Voglio solo sapere chi è”
Eleonor scosse la testa,
quell’uomo la faceva diventare matta. Il Duca le diede nuovamente le spalle.
“Si chiama Candy…”
Lui si voltò di scatto.”Candy?
Candy Andrew? Bionda, con i riccioli, due codini, occhi verdi, lentiggini?”
“Sì, la conosci?”
“Sì, sì…è stata lei a convincermi
a non costringere Terence a tornare in Inghilterra quando se ne è andato dalla
scuola…io..io avevo capito che…ma non pensavo che...”, Richard ora aveva lo
sguardo assente, rivedeva quel pomeriggio lungo il Tamigi con Candy, rivedeva
Terence che gli chiedeva di intervenire perché lei non fosse espulsa.
“Lei non è degna di Terence, non
voglio che una persona dubbia come lei…”, rispose scacciando quei ricordi.
“Non è una persona dubbia, chi ti
ha detto una cosa del genere?”
“Credi di conoscerla così bene,
eh? Sai che ha vissuto per quasi un anno con un uomo?! Ha detto a tutti che
aveva perduto la memoria e che lo stava curando! Una storia bella e buona per
coprire una lascività di costumi che non approvo!”
“Non sai nemmeno di cosa stai
parlando! Era veramente amnesico ed era William Andrew, anche se lei allora non
lo sapeva, sapeva solo che quell’uomo le aveva salvato la vita, era il suo
migliore amico, un fratello per lei”.
Lui si girò di scatto. “MA COSA
DICI?!”
“Vedo che ne sai meno di me…”
Silenzio, silenzio per diversi
minuti, solo la pendola scandiva piano il tempo nel pomeriggio ovattato.
Si sedette prendendosi la testa
con le mani. Ricordava bene anche quel giorno in cui l’aveva minacciata, lei
era rimasta sconvolta, ricordava le parole dure di William Andrew.
“Cosa hai combinato?”
Inspirò profondamente. “Sono…sono
andato a Chicago, ho parlato con lei, le ho detto di non avvicinarsi più a
Terence, di lasciarlo in pace, che c’era Susanna…”
“Sei un disgraziato!”
Lui la fissò incerto, non era del
tutto sicuro di aver fatto un errore ma di fronte all’incrollabile sicurezza di
Eleonor aveva vacillato. Tuttavia il suo sesto senso, di solito, non sbagliava,
anche se ora sembrava che tutto fosse contro di lui.
“Richard…”, alla fine gli posò
una mano sulla spalla perché la guardasse, “Dimmi dov’è Terence..”
“Andiamo” e si alzò deciso,
prendendole la mano.
In quello che a lui sembrava il
sonno apparve più volte il viso di Susanna, molto vicino al suo: con le mani
tentava di respingere quella visione ma sembrava solida e continuava a tornare.
Ripiombò nell’oscurità, il sonno
agitato. Ancora una visione: stavolta suo padre…e Candy perché non riusciva a
vederla? Doveva alzarsi, doveva raggiungerla, si sentiva come inviluppato in
una tela di ragno che gli impediva i movimenti, come se avesse le pastoie.
Il giorno si fece strada un’altra
volta, prepotente, e apparve il viso della madre: si destò del tutto, stavolta
non era un incubo, era reale. Lei lo abbracciò piangendo.