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Autore: CottonCandyGlob    02/04/2014    1 recensioni
Anni di misteri, scorribande e viaggi in giro per il mondo... Finalmente anche i membri della Mystery Inc. hanno ottenuto una vita "normale": Fred e Daphne si sono sposati, e Velma e Shaggy hanno rivalutato la loro relazione, pronunciando anche loro il grande sì. Ma quando i loro figli, si trovano nei guai, i detective sono costretti a tornare in azione nell'isola degli spettri, Spooky Island, che sembra nascondere ancora molti segreti. E' solo un banale scherzo del destino che i loro primogeniti siano due coppie di gemelli?
Per scoprirlo basta seguire le avventure di Chris, Meg, Josh, Lily e l'insostituibile Scooby-Doo che tireranno fuori dal loro DNA la impareggiabile passione per i misteri e abilità di cacciarsi nei guai!
Mia prima fanfiction, un po' ingenua e adolescenziale, che mi ha tirato fuori da un brutto periodo (e rimane qui a mo' di monito personale)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per quanto si potesse urlare il contrario, l'intera Coolsville High portava in città la voce che Trent Wisely e Lilian Rogers stavano insieme. Nessuno aveva dimenticato come il principe azzurro e la fantasmina erano volati via come in un soffio, per raggiungere un posto in cui stare finalmente in pace.
Iniziarono ad essere inventate leggende e storie entusiasmanti prendendo spunto dalla vicenda:
"Il principe che ha ucciso la sua amata si ricongiunge a lei, rincorrendo il suo amore, cercando di sentire ancora la sua bocca ormai fredda e abbracci vuoti, mentre uno zombie tenta di occupare il suo posto"recitava il progetto della prima pagina del giornale scolastico.
I commenti su internet erano spuntati prima ancora dell'alba. Poi un crescendo fino a pranzo, quando i ragazzi riuscivano a riprendersi dalla notte festante. Al pomeriggio quasi tutti avevano ancora le palbebre pesanti dal sonno.
Tre arcate di acqua saltavano la statua del pellicano al centro della fontana del parco, risplendendo sotto la luce di un debole sole autunnale. Due sentieri lastricati si incontravano ai lati della vasca, lontano dal resto del parco, intenta a riflettere il profilo degli alberi perimetrali.
Lily era coricata sul bordo, a pancia in giù con il viso per metà coperto dai capelli, lasciandosi coccolare dal sole con i piedi puntati contro le gambe del fratello, che si sbilanciava verso l'acqua per sfiorarla con le dita.
-Scooby...smettila di leccarmi la faccia...lasciami dormire-diceva la ragazza muovendo il braccio nel vuoto per allontanarlo.
-Scusa...-replicò il cane, che voleva solo avere un pò di compagnia.
-Scooby! Ti avevo detto di non bagnarmi la...
Quando Lily alzò la testa, si scontrò nel largo sorriso della sua migliore amica.
Meg allungò le mani verso la vasca e le schizzò di nuovo in faccia, mentre i fratelli erano scomparsi sul retro della fontana, dall'unico piccolo rubinetto di acqua potabile.
-Quanto ci avete messo a venire? Ti avevo inviato un messaggio per le tre, no? E dai smettila di spruzzare!
-I nostri genitori non hanno affatto scordato cosa è successo ieri...Li abbiamo convinti solo pochi minuti fa, ma dubito che la questione sia chiusa del tutto.
-Allora squadra-iniziò Chris asciugandosi la bocca con la mano-c'è un motivo se siamo qui oggi...Lui.
Ed estrasse dalla tasca un foglio bianco da stampa, con un'immagine opaca di una delle foto che Steve Bennet aveva pubblicato online. Il responsabile degli eventi della CH aveva voluto fare un rapporto completo su Halloween di quell'anno, che lui stesso aveva curato con il comitato studentesco.
Tra le teste degli studenti mascherati, cerchiato come in un quadro a cornice rossa, stava impettito il principe azzurro, con un espressione mai stata così enigmatica.
-Eccolo lì...quell'impostore.
-Come faremo a capire chi è? Insomma, Lily è stata l'unica ad avvicinarsi...
-Onestamente ho parlato per tutto il tempo senza neanche curarmi del suo aspetto-ammise Lily-i capelli erano nascosti sotto il cappello a piuma, e gli occhi erano sotto le ombre dei fori della maschera...
-Mi sembra giusto che tutti l'abbiano confuso con Trent...
-Hai detto Trent?-chiese alzando la voce Josh mentre il suo viso si illuminava-Giusto! Trent!
-Trent aveva ordinato un vestito identico a quello-annuì Chris-se lo era fatto fare su misura in un negozio.
-Questo significa che ne esiste solo uno in città...-mormorò la sorella.
-E se il nostro impostore non ha fatto un corso di taglio e cucito...-continuò Lily-deve aver messo piede in quel negozio, comprare quel vestito e sfruttarlo al meglio!
-Ma in quale negozio? Se solo sapessimo il nome...
-Di sicuro uno dei quattro con servizio sartoria più costosi di Coolsville!
-Appunto Josh, sono quattro, e tra l'altro sono distanti interi isolati fra loro: la Mystery Machine è fuori uso, e tantomeno le biciclette...desterebbero troppi sospetti a casa...
-Se vogliamo affrettarci, ci basta solo chiedere.
-Chiedere a chi?
-Direi che una visitina ai Wisely è d'obbligo, prima di consumarsi le scarpe sull'asfalto per mezza città.-annunciò il ragazzo.
Lily scosse la testa: era già stato imbarazzante parlare con Trent la sera prima, mezza città parlava di una loro probabile relazione, ed ora bisognava andare a disturbarlo proprio a casa sua?
-Ehm, ragazzi, cioè, non potremmo usare i mezzi pubblici?-tentò la ragazza come ultima spiaggia.
-Ricevuto.-disse loro, dopo quattro occhiatacce puntate su di lei.
Patrick, Mary Jane, Trent e Nelson Wisely abitavano in una delle case meno visibili nel quartiere. Siepi di due metri e mezzo illudevano i passanti che si trattasse di un bosco, ma oltre il cancelletto si apriva un immenso giardino con una enorme casa di mattoni a tetto rosso carminio.
-Si?-rispose al citofono una voce di donna.
-Salve, siamo amici di suo figlio Trent, ehm, dovremmo parlagli urgentemente di una questione...
-Urgente avete detto? Bene, allora venite pure avanti, e non fate caso al disordine del giardino!
Quando la serratura scattò, i quattro ragazzi e il loro cane non credevano ai loro occhi. I fiori nelle aiuole erano disposti a formare uno scacchiere perfetto di colori, le lastre che conducevano all'ingresso erano perfettamente allineate, le sedie davanti alla porta erano in simmetria ai due lati e le pietre sparse qua e là nell'erba sembravano essere state fissate al suolo con perfetto parallelismo.
-Disordine, eh?-esordì Chris.
-Non mi sorprende, del resto Trent credo sia la persona più precisa che conosca...-commentò l'amico.
-Ben arrivati, ragazzi!-disse melodiosamente una figura bionda appena fuori dalla casa.-Entrate forza, vi posso offrire qualcosa?
-Grazie per l'ospitalità, signora Wisely, ma eravamo venuti solo per chiedere una cosa...
-Niente complimenti. Entrate, vado a chiamare Trent di sopra. Intanto sedetevi.
I quattro ragazzi si sedettero in silenzio sul largo divano del salotto, aspettando che qualcuno tornasse da loro. Anche la lingua di Meg restò ferma per qualche minuto.
Patrick Wisely scese le scale, diretto verso la cucina, senza neanche notarli. A quanto pare i giochi d'acqua nel parco iniziarono a fare effetto: Lily tossì così forte che l'uomo la sentì dalla stanza vicino e tornò indietro con un volto nemmeno stupito di trovarsi quattro adolescenti sconosciuti in casa.
-Ehi ragazzi, dov'è Scoob?-chiese Josh prima ancora che il padrone di casa potesse iniziare un discorso.
Sua sorella lo zittì tirandogli una gomitata nello stomaco mentre Chris iniziava a parlare, mezzo intimorito.
-S-salve, scusi il disturbo, eravamo venuti a parlare con Trent...
-Quale disturbo, ragazzi? È un piacere invece. Trent non riceve molte visite da quando ha iniziato il liceo...è piuttosto timido. Al contrario di Nelson che è una testa calda...bollente, direi. Volete?-disse porgendo loro del caffè.
-Sì, grazie-rispose Lily in uno sbadiglio-altra caffeina migliorerà solo le cose.
-Ne prenderei volentieri una tazza, grazie-aggiunse Meg, vedendo che avevano finalmente rotto il ghiaccio nella conversazione. Entrambe afferrarono le tazze con tutte e due le mani, come ad abbracciarle e farle sembrare un miracolo divino. Si sentì la porta aprirsi.
-Ehi pà, guarda chi ho trovato addormentato in giardino! Un cucciolo! Lo teniamo? Perfavore...
-Nelson, ma cosa?
-Mi dispiace tanto-lo sovrastò Josh alzandosi verso il ragazzino-ma questo è già mio! Forza, Scooby, in piedi! Siamo tutti stanchi, non sei l'unico che ha passato la notte in bianco!
-Neanche per sogno!-mormorò Scooby sdraiato per terra.
-Scooby! Dai! In piedi!-lo incitò Lily posando sul tavolino il caffè e mettendosi di fianco al fratello.
Josh prese di peso il cane per metterlo in piedi: se l'avesse fatto sua sorella, Mary Jane Wisely avrebbe avuto una reazione meno traumatica alla scena, invece non fu così.
La donna si vide il ragazzo per terra coricato con addosso quel cane, che lei conosceva bene, a fargli le feste. E non fu difficile come per il professor Kyle capire chi gli ricordava.
-Oh Santo Cielo!-urlò-Scooby Doo! Non ci credo!
Il cane la riconobbe e saltò in piedi in un lampo. Salutato Scooby, Mary Jane si avvicinò al ragazzo e lo aiutò ad alzarsi. Josh fece per tornare sul divano, ma lei prontamente lo trattenne per il braccio, e gli prese le guance.
-Non è possibile! Non è possibile! Non è assolutamente possibile!-diceva alzando sempre di più il tono della voce.
-Cosa succede, tesoro?-rimarcò il marito.
-Ah, signora Wisely...vorrei riportare mio fratello ancora riconoscibile una volta a casa, se non le dispiace.-affermò Lily, vedendo che lo stava strapazzando a destra e a sinistra.
Patrick guardò Lily, Josh, Scooby, Meg, Chris una decina di volte nello stesso ordine, con occhio da esaminatore(d'altronde, guarda a caso era direttore di un museo).
-Oggi deve essere proprio una giornata speciale, per avere Josh Rogers qui da noi!-e allungò la mano per stringergliela.
Il ragazzo esitò un attimo-P-piacere mio.
-È quindici anni che non vi vedo ragazzi, ne è passato di tempo!
-Lei ci ha visti? E quando?
-Quando avevate sì e no una settimana, Lilian.
La ragazza si stupì che qualcuno tenesse così tanto a sottolineare il suo nome.
-Era vate così straordinariamente carini e tanto tanto tanto dolci!-disse la moglie, toccando con il dito il naso di Josh.
-E noi...-non esitò a interrompere Chris.-Noi siamo...
-Voi vi vedo tutte le settimane sul giornale del liceo, inutile dire che vi conosco già.-annuì Patrick mentre il suo figlio maggiore scendeva le scale. Tutti si voltarono verso di lui. Il suo viso era impeccabile, niente segni di stanchezza, tristezza, noia, solo serenità perfettamente gestita.
 -Ragazzi, ci rincontriamo di nuovo, eh? Mi hanno detto che avete bisogno di me...
Josh cercò subito di parlare, sapendo che Trent avrebbe puntato Lily tutto il tempo per le voci che circolavano.-Dobbiamo chiederti una cosa che riguarda...-i suoi amici scossero la testa, senza essere notati-dobbiamo chiederti un parere su...-e anche questa volta non andava bene-Un dubbio su una questione di scuola, visto che sei capoclasse, ci potrai rispondere.
Guardò i compagni: tutti soddisfatti della risposta, quasi ci stavano per credere anche loro.
-Non perdiamo tempo allora! Vi porto in camera mia!
-Voglio venire anche io! -disse Nelson con lo sguardo già diretto verso le scale.
-Tu non vai da nessuna parte caro mio! Puoi fare i benissimo i compiti nello studio di tuo padre!-gli rimproverò la madre, mentre il ragazzino sbuffava e i cinque ragazzi con Scooby Doo venivano inghiottiti dal buio corridoio alla cima delle scale.
-Non fate caso al...-iniziò subito Trent.
-Disordine? Non dirlo neanche per scherzo! Qui è tutto mitico!-gli ribattè Chris avvicinandosi alle mensole-Collezioni modellini di auto?
-Sogno di guidarne una un giorno, per adesso le riproduzioni in scala mi bastano!
-E hai anche il progetto della struttura di tutti i motori?
-Veramente io me li sono disegnati da me-diceva mentre iniziava a staccarli dal muro, con lo sguardo attento alla porta della camera-mio padre vorrebbe che io finissi il liceo e andassi a studiare legge, ma a me il mondo dei motori mi affascina, davvero.
-Potresti sostituirmi da meccanico con il furgone se vuoi!
-Volentieri, se resta fra noi.
-Ragazzi-urlò improvvisamente Lily-siamo venuti qui per una cosa, ricordate?-probabilmente non voleva che si arrivasse a parlare dei commenti sulla festa dei loro compagni di classe.
-Anche io devi parlarvi di una cosa...
"No, no, no ti prego"pensò con tutta la forza che poteva: sarebbe stato peggio dell'esperienza con Luther.
-Stamattina ho acceso il cellulare, e mi sono arrivati più di cinquanta messaggi...Lily?-disse mentre lei alzava imbarazzata la testa-Sono sonnambulo oppure ieri abbiamo parlato più di un ora sul muretto del cortile della scuola?
-Ecco...-con tutte le maledette volte in cui Chris interrompeva una conversazione, a Meg piaceva dire un pettegolezzo o Josh voleva raccontare qualcosa perchè sapeva di farlo meglio, in quel momento nessuno aprì bocca, e Lily continuò, tutta sola, mentre arrossiva ad ogni parola.
-Ecco...Ieri sera c'era la festa, giusto? Ecco...Io ci sono andata, c-con tutti loro-e  si girò di fretta puntando a ruota con il dito gli altri-e sembrava tutto normale...Poi ho avuto un incontro con-iniziò a sentirsi soffocare, gli occhi smeraldo di Trent erano sempre stati puntati su di lei.
-Calmati, Lily. Siediti e prendi fiato. Non capisco cosa ci sia di così spaventoso.
"Spaventoso? Spaventosamente carino, accidenti."Appoggiatasi sul letto, sentiva che poteva aggrapparsi a qualcosa nel caso fosse svenuta, oppure ancora meglio coprirsi la faccia con un cuscino per l'imbarazzo.
"In fondo è stato uno sbaglio. È capitato per caso, e noi non stiamo davvero insieme."
-Luther mi ha chiesto di...no, ok andiamo al sodo-fece un bel respiro profondo-un ragazzo di cui non so il nome mi si è presentato, e aveva lo stesso costume che avresti dovuto indossare tu. Io questo assolutamente non lo sapevo, e per togliermi da un pasticcio ho finto che fosse il mio ragazzo...e siamo andati insieme a parlare fuori...
-Ed è per questo che qualcuno su internet ha spifferato che io e te, ehm, insomma stiamo...sì beh, stiamo insieme?-Trent tentò di essere indifferente a quello che aveva detto.
Per Lily fu come una martellata in testa: "stiamo insieme". Se pensava che per qualche secondo poteva diventare la fidanzata di uno come Luther, Trent sembrava oro piovuto dal cielo: distinto, carino, disponibile, discretamente divertente. "Non male, Lily, non male".
-Lo so che questa cosa si poteva evitare...mi dispiace che ci sia andato di mezzo tu, che tra l'altro eri a letto con la febbre. -balbettò, schiarendosi la gola.
-Nessun problema. Non facciamoci caso, in fondo, le bugie hanno le gambe corte.
-Bene, ora che abbiamo risolto il problema di chi sta con chi e bugie con le gambe corte, potremmo andare al sodo?-disse Chris, con un che di fastidio.
-Ah, giusto!-si risvegliò Lily dopo uno stato di trance- Trent, io ho parlato con te, cioè volevo dire, con quello che potevi essere tu, anche se io non sapevo che eri tu perchè in teoria non c'ero quando hai fatto vedere la foto del cellulare a tutti a scuola...
-Lily! Ho detto il sodo, non un poema epico!
-Calma, Josh, ci stavo arrivando. Dunque, quello lì vestito da principe azzurro ha chiacchierato con me per un po' di tempo, mi ha chiesto di me, della mia vita, della famiglia...cioè in realtà mi ha fatto solo una domanda...e io gli ho raccontato tutto.
"Poi la pettegola sono io..." pensò Meg.
-E lui?
-Sono dovuta correre via per tornare in tempo a casa...Il punto è che abbiamo parlato solo di me, lui non mi ha detto il nome, l'indirizzo, notizie varie, niente di niente! Era solo interessato a me! Alla mia vita, e alla mia identità...Lui voleva sapere di me, voleva arrivare ad un punto in cui mi conosceva meglio di me in persona! E adesso tutto ciò che voglio è sapere chi è, solo questo, accidenti!
La ragazza era visibilmente arrabbiata e i suoi nervi non avrebbero retto a lungo. La caffeina stava peggiorando le cose, più che migliorarle. Chris prese parola, a qualche secondo dalla fine del discorso di Lily.
-Ciò che ci serve, ora, Trent, e che tu ci dica dove hai comprato quel vestito.
-Beh, sapete che non l'ho comprato, me lo sono fatto quasi cucire addosso.
-Per questo siamo qui: a quel ragazzo bastava avere la tua stessa taglia e comprarlo al negozio, sapendo che tu non saresti andato alla festa. Ne esiste solo uno, Trent. Se lo troviamo, troviamo il ragazzo che ha fatto l'interrogatorio a Lily.
-L'ho ordinato in Whistles Street, al Carbell Fancy Store. Ma se andrete là, dubito che vi diranno il nome: la sartoria mantiene la privacy della clientela. Verrò con voi se volete, magari mi riconoscono e mi daranno qualche informazione, d'altronde la metà del costo totale del costume l'abbiamo pagata noi!
-Ci saresti di grande aiuto!
 
Non fatevi ingannare dal nome: Whistles Street era la strada più larga e sfarzosa della città. Era interamente pedonale, costituita solo da negozi e boutique di tutti i generi per uno shopping adatto a tutti.
In quel momento, le decorazioni di Halloween erano ancora sospese sui passanti. Di solito le toglievano verso la fine del mese, così da sostituirle subite con quelle natalizie.
La sera era la parte della giornata più suggestiva per ammirarla, il giorno quella più respirabile e più tranquilla.
Al fondo si apriva un immensa piazza, la Riddlegane Square con un monumento colossale, scolpito con la storia della città.
-Vieni Scooby! Seguimi se ci riesci!-gridava Nelson, schivando la gente a caccia di saldi con lo skateboard.
-Piano Nelson! Fai attenzione a non farti male! Mi dispiace ragazzi di essere stato costretto a portarlo con noi...
-Figurati, nessun fastidio, Trent.
-Bene, ancora qualche metro e ci siamo.
Più che "qualche metro" fu "qualche passo". Le suole delle AllStars di Josh pestarono il tappeto dorato che ricopriva i gradini del negozio. Tutti e quattro alzarono gli occhi, si trovarono davanti una porta due volte la loro altezza, massiccia, con scritte glitterate e maniglie sinuose.
-Questo negozio è un po' diverso da come lo ricordavo da bambina.-disse Meg.
-C'è un nuovo proprietario ora. Ha cambiato completamente aspetto vero?-rispose Trent.
-Verissimo.
Mentre l'anta della pesante porta si richiudeva dietro di loro, un campanellino in alto trillò sonoramente.
Il negozio era pieno di gente: ora che la festa era finita, le svendite attiravano molte persone.
Eppure c'era un silenzio inquietante. Trent indicò loro dove proseguire per raggiungere il bancone principale. La via fu larga per buona parte di un tragitto interminabile(non era magico il negozio, ve lo assicuro, solo molto sproporzionato), finchè non si fu costretti a passare per uno strettissimo passaggio fra due scaffali, in cui la luce diveniva soffusa.
-Ma non potevamo finire sugli scaffali delle principesse? Perchè proprio i mostri?-si lamentava Lily, mentre Scooby le spingeva in avanti le gambe, per uscire da quel buco.
-Perchè queste sono le autentiche maschere da Halloween, sorellina.
Lily gli fece una linguaccia, odiava quando faceva Mr.Sotuttoio.
Tutte sette le figure uscirono dal buio dello spigolo del corridoio, come dopo un'esperienza in miniera: la luce del sole che filtrava di nuovo nella loro direzione quasi li accecò.
Il punto più lontano che si riusciva a scorgere era proprio il bancone, prima bisognava superare uno spazio interrotto qua e là da strutture in acciaio per appendere i capi.
-Lassù c'è la sartoria.-indicò Trent guardando il parapetto del secondo piano, dipinto di azzurro.
Pian piano che ci sia allontanava dagli scaffali più carichi, i ragazzi si avvicinavano invece per evitare la calca di gente alla parete sinistra, su cui c'erano altrettanti scaffali più disordinati.
Ad un tratto, senza che nessuno se lo aspettasse, una figura balzò fuori dal mucchio.
-Zoinks!
Josh saltò in braccio alla sorella, che subito dopo lo scaricò per terra.
-Haha, scusate, ma è una mia mania! Non riesco a farne a meno!-diceva rotto dalle risate un ometto, vestito in modo singolare, con tanto di gilet e papillon, che agitava in aria un telecomando.
-È il Fantasma del Minatore!-gridò Nelson, con lo skateboard in mano, pieno di entusiasmo.
-Bravo, ragazzino. Proprio il Fantasma del Minatore! Avreste dovuto vedere la vostra faccia!
Josh si rimise in sesto la cravatta, come se balzare fra le braccia della sorella fosse stato il più grande atto di coraggio mai visto(così lui voleva far credere).
-Trent! È quello che c'è al museo! È quello a cui stringo la mano quando siamo con papà!
-In effetti, questi costumi sono la esatta riproduzione di quelli del Coolsonian Criminology Museum. Oh scusate, non mi sono presentato: signor Malcom Carbell, il giocondo propretario di questo meraviglioso negozio!
-Modo singolare di presentarsi, signor Carbell!
-Eh, mia moglie mi ha sempre detto che dovrei lasciar perdere questo genere di scherzi. Così mi sono dato alla sartoria di costumi, per mettere questi-e intanto spingeva verso la parete il braccio meccanico, con molto sforzo-a servizio dei miei clienti!
-Devo pensare se ritornarci qua dentro...-disse Josh cercando in giro di captare gli altri scherzi piazzati in negozio.
Il signor Malcom Carbell si tirò su con forza le bretelle di cuoio che gli tenevano i pantaloni. Si fregò le mani con soddisfazione e si avvicinò al ragazzino che contemplava alcuni costumi esposti.
-Anche io trovo che siano identici all'originale. Somiglianza stupefacente, non c'è che dire. Stoffa di ottima qualità, precisione ai dettagli... Quello del Clown Fantasma l'ho fatto io, abbastanza simile, oserei dire.
-Vuole scherzare? È praticamente lo stesso! Potrebbe scambiarli e nessuno si accorgerebbe di nulla!-sorrise Trent, avanzando di un passo.
-Non tengo molto a finire in carcere, vi posso solo dire che siamo l'unico negozio ad averli. La Mystery Incorporated ci ha autorizzato una ventina di anni fa a venderli.
-Me li immagino i nostri genitori mentre...-iniziò a dire Meg, fermandosi a metà frase notando un sospetto sul volto dell'uomo. Per fortuna la ragazza aveva parlato quasi sottovoce.
-Signor Wisely,  È guarito? Non sa quanto mi ha addolorato il viso di sua madre quando mi ha riferito che non poteva partecipare alla festa e indossare quel vestito magnifico!
-Eh già-rispose Trent, sapendo che sua madre nel suo discorso aveva ripetuto probabilmente una decina di volta"povero il mio tesoro".
-Argh...qui è l'unico posto che sta sempre sottosopra! Che disastro!
-Ehm, signor Carbell-proseguì Trent facendo voltare l'uomo-a proposito del mio vestito...so che qualcuno l'ha comprato.
-Comprato? Comprato? Perchè mai avrei dovuto v-venderlo...-iniziò il proprietario mentre i suoi gesti si facevano sempre più nervosi.
-Ma signore noi sappiamo che qualcuno...
-No e poi no! Ma che domande! Sa bene che nom do questo tipo di informazioni!
-La prego, non le costa niente...
-D'accordo, seguitemi.
Li portò tutti in una stanza buia, appena dietro il bancone con il registratore di cassa. Non si riusciva nemmeno a distinguere che persona si aveva di fianco, e per un attimo tutti credettero in un altro scherzo stravagante.
L'uomo aprì la finestra così che potesse entrare la luce del pomeriggio. Ai loro occhi apparì quello che doveva essere un laboratorio molto disordinato, con blocchi di fogli ovunque, poster ingialliti e quattro orologi, uno per parete, visibilmente non sincronizzati.
Malcom si avvicinò alla scrivania, tirò verso di sè il cassetto centrale, e sollevò un foglio.
-Leggete qua.
La sua espressione era spaventosa, mezza squilibrata, da uno che ci sta poco con la testa. Solo Chris tese il braccio cercando di stargli comunque a distanza. Porto il foglio vicino allo sguardo, mentre gli altri leggevano appoggiati a lui. Nelson intanto sbirciava qua e là, erano tutti alti, e non si riusciva a scorgere neanche una lettera.
"Ho urgente bisogno del vestito che avete cucito per Trent Wisely. Ne ho bisogno al più presto, entro la sera del 30 Ottobre. Nè giorno più nè giorno meno. Se ci tiene che al suo negozio non accada uno spiacevole incidente, badi di non raccontare a nessuno di questo argomento, nemmeno alla polizia.
Detto questo, addio."
-Uno psicopatico forse?
-Non scherzare, Meg. Chi ha scritto questo è pazzo!
-Ecco, ora vi ho detto tutto, sono nei guai...-si disperava l'uomo, in colpa per essersi tradito.
-Non le accadrà nulla, noi manterremo il segreto. Dovrebbe solo dirci chi le ha dato questo.
-Dovrei dirvi anche questo? Non me l'hanno dato... Me lo sono trovato di fronte a casa. Ah, voi siete proprio dei ragazzini impiccioni...-ma l'uomo vedeva che forse loro potevano aiutarlo. Incrociò più volte il loro sguardi, con gli occhi pieni di terrore, di angoscia.
Vedendo la situazione, Chris lasciò sul tavolo la lettera. Fecero cenno di uscire, richiamando Nelson accanto a loro e cercando di coprire Scooby, per non farlo riconoscere al proprietario.
Per quanto il suo muso era famoso in tutta Coolsville, di solito nei posti affollati era difficile notarlo.
Quando si trattava di spazi sigillati come quello, era la prima cosa su cui tutti puntavano gli occhi.
-Aspettate!-urlò di getto Malcom.-La lettera non è che una parte! Ho ricevuto una telefonata tempo fa, una voce mi ha informato che sarebbe venuta a ritirare il vestito. E così è stato.
-Significa che qualcuno è venuto qui in negozio?-attaccò Josh.
-Sì, ma non ho idea di chi fosse. Quando mi ha chiesto il costume io ho risposto che era prenotato, e lui mi ha detto di essere proprio la persona con cui avevo parlato al telefono.
-Ce lo può descrivere? Giusto per sapere...
-Non capisco perchè vi interessi molto, e neanche perchè io sia qui a rispondervi...Era un ragazzo più meno della vostra età: capelli castano chiaro, statura abbastanza bassa, con occhiali blu scuro...e una buffa macchia sul collo...mai vista una così.
-Ha firmato per caso sul registro degli acquisti di quel giorno?
-Che hai in mente Josh?-chiese Lily, capendo che il suo cervello elaborava qualcosa.
-Certo che l'ha firmato, o meglio, siglato.
E si diresse verso la libreria di legno antica appoggiata alla parete opposta.
-23, 24, 26...28, ecco qui.-disse loro, posando il dito su una delle colonne.
-D.S....Duncan Seagle.
-Duncan Seagle...il bambino delle elementari con l'apparecchio e la cartella a forma di aeroplano.
-Sì, Duncan Seagle-rispose Josh ai Jones- l'unica persona in città ad avere una macchia sul collo a forma di corona.
-Io ci ho sempre visto un pipistrello...ok, scusate, erano considerazioni personali.-annuiva Lily, continuando a sentire se Scooby era sempre dietro di lei.
-Ci deve essere segnato anche l'indirizzo qui...Ehi!-si lamentò Meg, quando l'uomo le tolse di mano il registro.
-Avete già visto fin troppo per ora! Non posso permettermi che questa storia venga a galla! Fuori da qui, e non fatene parola con nessuno, è chiaro?!?!
Tutti quanti si catapultarono fuori dal negozio, senza curarsi che qualcuno fosse visto o non visto.
-Cosa succede, caro? Ho visto gente che correva!
-Non succede niente, Lorraine. I soliti clienti a cui non bastano gli sconti...
 
-Brutta storia...non mi aspettavo che  si potesse arrivare a tanto per poter parlare con Lily...
-Io non pensavo che potesse succedere ad uno così...pover uomo...
-Ma vi immaginate Duncan che fa una cosa simile? Ma dico, proprio un tipo innocuo come Duncan?
-Veramente è proprio questo che mi stupisce, ragazzi.
-Ehi, lo so che voi siete figli dei detectives in questione e io solo un comune cittadino-esordì Trent, un po' imbarazzato-ma visto quello che è successo adesso...direi che possono esserci molte più sorprese di quanto ci aspettiamo.
-Già, sorprese...-annuì Scooby, dando un colpo nelle gambe a Lily.
-Sorprese Scoob...sorprese. Aspettate, ho detto sorprese?!?
-Accidenti Lily! Abbiamo solo più dieci giorni!-le rinfacciò il fratello.
-Dieci giorni per cosa?-li guardarono incuriositi gli altri.
-Per la festa a sorpresa di Toad!
-E ci manca il regalo!
-Beh, siamo in Whistles Street no? Se avete dei soldi, vi basta andare, noi vi aspettiamo qui.
Lily si tolse dalla tasca qualche biglietto.
-I soldi ce li ho...È l'idea che mi manca!
-Non sarà poi così difficile! È solo un bambino di sei anni!-le rinfacciò Meg.
-Non è solo un bambino di sei anni! È Toad! È una categoria a parte capisci?
-Se vuoi ti posso aiutare!-affermò con gioia Nelson-Io ho qualche idea.
-Neil...non sei adatto a questo tipo di cose, tra l'altro non lo conosci neanche suo fratello!-gli rimproverò subito il fratello.
-Dai, Trent! Se mi lasci andare con loro, prometto di non dire niente a mamma e papà di quello che è successo oggi...e della storia del signore...
-D'accordo, vai pure.
Il ragazzino iniziò a camminare di fretta dalla parte opposta della strada.
-Tornate presto! Qui si sta facendo buio!
Dopo una ventina di minuti, i Jones e il maggiore dei Wisely li videro tornare.
-Un modello ultranuovo con spie luminose e un controllo più diretto dell'apparecchio. Non male, Nelson.
-Ai noi maschi gli aeroplanini telecomandati sono il regalo ideale dai sei anni. Secondo me gli piacerà tantissimo!
-Senza dubbio. Adesso sbrighiamoci, sono quasi le sei...Avevamo promesso ai vostri genitori di tornare in tempo.
 
Davanti alla cancelletto di casa, la piccola lampada nascosta fra la siepe accolse i due Wisely, in tempismo perfetto.
-Lily?-chiese Trent, riapparendo sul marciapiede.
-Sì?-si avvicinava lei, insieme a Meg, mentre Chris, Josh e Scooby proseguivano verso casa, contendendosi il regalo di Toad, per leggere tutte le novità tecniche che erano state aggiunta al SteelDust 2450.
-Bene, io vado dai ragazzi. Il mondo degli elicotteri è una delle mie passioni nascoste, molto profondamente nascoste.-diceva Meg con un sorrisetto falso, spingendo Lily a meno di trenta centimetri da Trent.
-Eh, a volte riserva molte sorprese...-sospirò la ragazza, imbarazzata dalla vicinanza.
-Già...
-Allora...
-Allora...-replicò Lily, come per ricordargli che era stato lui a volerle parlare.
-Ah, scusa, giusto, stavo dicendo...volevo informarti che prossimamente inizierà un corso di Criminologia Avanzata sull'interpretazione psicologica di menti criminali...Dovrei annunciarlo domani in classe, ma visto quello che è successo oggi...
-Prima di tutto, Trent, non ti devi preoccupare per questa vicenda. Non vogliamo coinvolgerti, lascia fare a noi.
-Allora verresti al corso? Voglio dire, so che voi non ne avete affatto bisogno, però sarebbe...
-Sarebbe meraviglioso, un vero spasso.
-E i nostri compagni...penseranno che stiamo insieme?
-Che lo pensino-disse la ragazza-Tanto come hai detto, è solo una bugia...Perchè è solo una bugia, vero?
-C-certo-rispose Trent imbarazzato-siamo solo amici...
-Ora vado. Buona cena, a domani.
Lily si allontanò, promettendosi di non voltarsi indietro. Trent venne chiamato dalla madre dalla porta di casa, e scattò dentro, senza riuscire a ricambiare il saluto di Lily, che ormai era abbracciata a Meg, mentre camminava già lontana.
Prima di cena si sedette sul letto, nello stesso punto di quel pomeriggio.
-"Siamo solo amici"...già...del resto, ci possono essere molte più sorprese di quanto ci aspettiamo.
  
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