L’aura violacea della
creatura si conficcò nel terreno,
facendo levitare rocce viola-nere.
Il cielo si trapuntò di
stelle azzurrine, che precipitarono,
illuminando di scie blu o dorate la figura incappucciata. Ad ogni passo
cadenzato della creatura, il suo mantello ondeggiava, in morbide pieghe.
Si fermò e si
teletrasportò per schivare un makankosappo.
L’onda era una spirale arancio-dorata con dentro un fascio di
energia, esplose
contro il terreno, sprigionando una luce bianca che accecò i
presenti.
Zolle di terriccio erano schizzate in
tutta le direzioni.
Lourth schivò un pugno di una figura resa indefinita dal
bagliore, ma appena si
fu attenuato poté riconoscere il Demon King.
Junior provò a tempestarlo
di colpi, il suo mantello
contrastava con quello del nemico. Le sue antenne oscillavano, mentre
tutti i
suoi muscoli si tendevano e scattavano per sferrare i colpi.
Provò ad affondare
le unghie delle quattro dita nella carne del nemico, i suoi denti erano
aguzzi,
il sangue pulsava furiosamente nelle sue vene, andando a gonfiare le
sue
membrane rosa.
Lanciò una sfera di
energia azzurra, grande quanto l’unghia
dell’indice che si dilatò, fino a diventare cinque
volte il suo viso aguzzo.
L’attacco trasudava un ki potente ed emanava fulmini. Le
pietre intente a
levitare si frantumarono.
Lourth si teletrasportò
nuovamente, i suoi spostamenti erano
preannunciato da un basso suono che alle orecchie aguzze del namecciano
ricordava un cigolio meccanico.
Soltanto che l’aura del
nemico era azzerata e il suono
accompagnava solo la sparizione, non anche il punto della ricomparsa.
«Umphf»
si lamentò il namecciano, controllando che Tenshinhan
fosse ancora vivo. «…Sappi che non amo i
codardi» ruggì. Assottigliò gli occhi,
dal taglio triangolare e inspirò, dilatando le narici,
cercando una traccia di
odore, mentre stringeva le labbra fino a farle sbiancare.
Non
notò movimenti o percepì aura, ma si
sfilò il mantello e lo
lanciò, facendolo cadere a terra. Il peso
dell’indumento era innaturale e nel
precipitare al suolo creò delle crepe. Il suo corpo
andò crescendo, divenendo
aranciato e una corona gli comparve sulla fronte, piegata in avanti la
schiena,
fletté le ginocchia, serrando i pugni, la sua aura brillava
d’oro. Iniziò a far
piovere delle sfere di energia a tappeto, bersagliando
l’intero territorio,
trasformando il prato in un deserto.
Esaurito
l’enorme dispiegamento di forze, la sua pelle divenne
verde-acqua, umida di sudore.
Intravide
una barriera di energia e unì le mani al petto,
lanciando un’onda di energia circolare, circondata da una
fiamma aranciata con
cui la mandò in pezzi. L’esplosione
sollevò un alto polverone.
Un tentacolo di aura viola
schizzò dalla nube e colpì in
pieno Junior, facendolo volare all’indietro. Il namecciano
ricadde a terra
malamente e strisciò, strappandosi il pezzo di sopra della
tuta. Si rialzò e si
tolse la parte stracciata, massaggiandosi il collo scricchiolante.
L’energia del nemico lo
colpì in pieno, aprendogli dei tagli
nella pelle, stracciando i suoi pantaloni. Piccolo ricadde carponi,
boccheggiando, il sapore metallico del sangue in bocca.
«Ha
un’aura potentissima»
biascicò, ingoiando il dolore.
L’aura del nemico si faceva via via più nefasta e
potente, infierendo su di
lui, fino a fargli vomitare sangue.
«La
radice del tuo potere è troppo simile alla mia, la tua
sola esistenza qui mi potenzia, nutrendo la mia essenza».
La voce di Lourth sembrava in ogni
luogo, compreso nella sua testa, ma non in nessuno specifico.
Piccolo fece una smorfia. "Forse avrei dovuto
aspettare gli altri"
pensò. "Elly, a
che punto sei?".
Iniziò a sparare delle onde giallo luminescenti verso il
nemico, che diveniva
intangibile, quasi trasparente e gli attacchi lo attraversavano.
"…
Stavo seguendo la tua aura, ma… è come se ci
fosse
un disturbo. Non riesco a individuarti!"
rispose lei telepaticamente.
"Sono
con Tenshinhan. Non individui neanche la sua?".
"Probabilmente
se non fossimo legati, non riusciremmo
neanche a metterci in contatto. Il nemico crea come una cappa di energia".
«Merda» sibilò Piccolo.
Levitò sopra la creatura e allungò il
braccio, cercando di trafiggerla. Trapassò da parte a parte
il mantello del
nemico, ma di lui non c’era più traccia.
Riprovò gli attacchi
energetici nel punto in cui riapparve,
ma questi andavano ad esplodere, alzando delle nuvole di fumo, senza
tangerlo.
Il sudore colava su tutto il corpo del namecciano, che per lo spreco di
energia
respirava con la bocca spalancata.
L’aura del nemico diede un
ritorno di fiamma e gli occhi del
namecciano divennero vitrei. Si accasciò su una roccia,
rischiando di perdere i
sensi.
"Elly…
passate da Bulma… Serva qualcosa per resistere
all’interno di questa cappa…".
"Ricevuto…
Tu-tu pensa a resistere"
rispose la saiyan.
***
«Prima
un sole nero, adesso è calata una notte rossa
illuminata da una luna che sembra un sole»
sussurrò Kamhara. «Tutto
questo non ha senso! Serrò i pugni e deglutì.
Iniziò a temere che la Terra sia
stata trasferita in un’altra dimensione, quella del nemico.
«Non
è possibile»
sussurrò Crilin, tremando.
«Se
lo sconfiggiamo torneremo dove dobbiamo stare»
abbaiò Reghina. «Dobbiamo
farlo alla svelta».
«L’orologio
elettronico continua a segnare sempre orari
diversi»
sussurrò John, guardando fuori. L’intera
città era illuminata da riflessi
aranciati e vermigli. «Vuol
dire che anche gli impulsi elettromagnetici in questo
mondo è diversa. Potrebbe essere tutto a vantaggio del
nostro nemico».
Elly serrò i pugni. «Bulma, ci servono adesso
quegli
strumenti!»
si agitò.
La scienziata spense una sigaretta
sotto la scarpa, aveva il
viso segnato da profonde rughe d’espressione. «Sono complesse, ci vogliono
diversi materiali. In poche ore non ne riuscirò a fare
più di un tot alla volta».
Si girò verso C18. «Lei è un cyborg,
quelli come lei dovrebbero
cominciare ad andare. Hanno già montati dei protettori per
gli impulsi
elettromagnetici e quella cappa non dovrebbe intaccarli».
«D’accordo» sussurrò la
donna dai corti capelli
biondi.
«…
Ed io che volevo darmi una mossa. Conoscendo Goku e
Vegeta saranno tra i primi che vorranno quegli aggeggi»
gemette Reghina. "Si
vede che Elly è in ansia per l’uomo che ama.
Vorrei poterla aiutare, è una
buona amica… Forse una delle poche che abbia mai avuto" pensò.