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Autore: AintAfraidToDie    08/07/2008    4 recensioni
Oscurità - solo questo sembra esserci.
E se si potesse
trovare una luce?

Beh, si scoprirebbe che essa è ancora
più buia delle tenebre.
[ Dai / Kyo ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Die, Kyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Obscure
Autore: AintAfraidToDie
Raiting: Arancione
Pairing: DaixKyo
Avvertimenti: Slash, Yaoi
Disclaimer: Kyo e i Dir en Grey appartengono a se stessi(sigh!)
Riassunto: Oscurità. [Solo questo sembra esserci.] E se si potesse trovare una luce?
[Si scoprirebbe che essa è ancora più oscura delle tenebre.]

Obscure
[Blood, Baby & Sacrifice]

Capitolo Quattro

- Uh? – esclamo, alquanto disiorentato.
Die sorride guardandomi dallo specchietto retrovisore, molto probabilmente divertito dalla mia espressione confusa.

Shinya sospira, cominciando a torturarsi le mani.

- Okay, non ha seguito il discorso. Visto, Dai? Ora smettila. – sbuffa, cercando di nascondere una nota di arrabbiatura nella voce.
- No dai, Shin. Non ci vuol niente a ricapitolare tutto. – soffoca una risatina sarcastica per poi ricominciare a guardarmi di sottecchi dallo specchietto, mandando ogni qual volta delle occhiate alla strada. Shinya si abbandona al sedile.
- Ti prego. Ti ho detto di star zitto, no? Fallo e basta. –
- Eddai Shin-chaaaaan … -
- No… - sbuffa abbassando velocemente il tono della voce, puntando gli occhi verso i suoi piedi – Sono affari miei. Ti prego, Dai.
Daisuke sposta lo sguardo su Shinya, che intanto è arrossito vistosamente. Gli tira una pacca scherzosa sulle esili spalle, per poi riportare tutta la sua attenzione sul volante.

- Okay, la smetto. Hai ragione. –

E sorride. Ancora. A lui.

[Basta. Ti scongiuro.]

Abbasso la testa, artigliando con forza la rivestitura del sedile e la pelle del mio braccio. Mi porto di nuovo la mano alla bocca avvertendo la presenza di un altro immaginario conato; sento la mia fronte sudare, il cuore che sembra volermi scappare dalla cassa toracica.

Tutto ciò è assurdo.

Non ce la faccio più.

Mi estraneo da loro, da questa auto e da questo mondo fin quando il motore della macchina non cessa di far rumore e si ferma.

Riporto finalmente il mio sguardo davanti.

- Beh, allora a domani. - Shinya mi guarda un attimo, abbassando in poco tempo - subito - lo sguardo. Mi accenna un timido saluto con la testa, prima di chiudere con uno scatto la portiera alquanto rovinata dell’auto.  

- Scusalo…– sussurra Die, sospirando – E vieni davanti, dai. -
Annuisco appena, per poi uscire dall’auto con lenti movimenti e portare le mie stanche membra sul sedile davanti. Mi accomodo sulla poltroncina color ambra nello stesso istante in cui Daisuke mette in moto e ripartiamo. Lo guardo in viso un attimo, spostando poi la mia attenzione sulle sue mani impegnate abilmente al volante.
- Lo sai perché oggi Toshiya non ti ha potuto portare a casa? – dice all'improvviso, quasi divertito.

Io sobbalzo per l’ennesima volta, prendendo un grosso respiro.
- No, perché?
Sorride un pò, coprendosi appena la bocca con una mano.
- Non ci crederai mai…ma è andato a casa di Kaoru. –
Lo guardo.
- A casa di Kaoru… - mugugno, senza realmente capire - In che senso a casa di Kaoru? – continuo poi, molto titubante.
Mi lancia un’occhiata perplessa, aggrottando le sopracciglia.
- Kyo, senza offesa, ma certe volte mi chiedo se tu ci sei o ci fai! Dai, loro due da soli… a casa di Kaoru… - mi osserva con un sorrisetto malizioso, mentre io di rimando continuo a guardarlo, interrogativo. Assume un’espressione esasperata.
- Casa di Kaoru uguale letto, letto uguale scopata, scopata uguale loro due stanno insieme…cioè, non necessariamente, ma in questo caso sì…comunque hai capito adesso, o ti devo fare il disegnino?! – Arrossisco vistosamente in volto. Totchi e Kao…?
- Oh mio Dio. – riesco solo a dire, prima di scoppiare a ridere di fronte all’assurdità e comicità della cosa.
Mi blocco subito dopo. Cos’ho appena fatto…?

Ho riso. Una risata vera.

Mi porto le mani al volto, deglutendo. Lui smette all’istante di ridere, guardandomi preoccupato.
- Kyo? Che hai? – sussurra, portando una sua mano al mio volto e tirando via i miei palmi dalla mia faccia. Lo guardo, serio.
- Ho appena riso. – sussurro.
Tira un sospiro di sollievo.
- Beh, l’ hai fatto tante volte. – dice, allontanandosi un po’.
M’incupisco.

Allora lui non si è mai accorto che quei sorrisi erano falsi?

- No. Questa volta ho riso. Ho veramente riso. Ho riso con te. – ribatto, alterato.

Allora lui non mi ha mai nemmeno un po’ capito?

- Kyo, non credo che questa fosse stata la tua prima risata. È una cosa impossibile, non ha né capo, né coda. – sbuffa, e intanto mi chiedo se sia realmente scherno ciò che sento nella sua voce.

Allora lui non mi ha mai nemmeno un po’ amato?

Illuso. Null’altro.

[L’amore, infondo, è la più buia delle tenebre.]


- Ferma questa macchina. – sussurro, piano.
E do per scontato che lui non capirà.
Perché la mia voce è così flebile che quasi anch’io non la odo.

- Eh? –
- Ferma questa macchina. – alzo un po’ il tono della voce.

Voglio andarmene. Chiudere gli occhi, spegnere il cervello, e semplicemente andarmene.
Via da qui, via da questo mondo. Via da tutto ciò che lui è.

Aprire la portiera. Buttarmi di sotto dalla macchina in corsa.

Questa sembra ora la via più semplice da prendere.

[Ma non voglio che l’ultima immagine che lui abbia di me sia quella della mia testa maciullata sull’asfalto.]

- Kyo, spero tu stia scherzando. – borbotta, con una punta di sarcasmo evidente.

Lo osservo. Sta ridendo.

Ride di me.

- Ti ho detto fermare questa macchina, cazzo! – urlo, facendo distruggendo del tutto la sua risata.

Già. Estendo le mie corde vocali ed urlo.

E sembra essere l’unico modo con cui io possa essere ascoltato.

Lui sposta subito lo sguardo dalla strada su di me, facendo quasi sbandare la macchina.

[L’amore è un baratro, dal quale non si può uscire.]


- Kyo, cazzo! Che diavolo urli, Dio! – impreca, riprendendo il controllo del veicolo.

Ora non ride più.

- Tu pensi che io sia pazzo, vero? Cazzo, sei come tutti gli altri! Sei come tutti gli altri! – sbraito, alzando sempre di più il tono della voce; raschio la mia gola con gli urli, mentre dai miei occhi cominciano già ad uscire piccole gocce d’acqua salata.

Sto piangendo.

Sempre più patetico.

- Kyo, che cavolo…- sbotta, cercando di fermare la mia furia.

M’infiammo ancora di più.

Mi libero vomitandogli addosso le mie pene.

- Zitto! Non la voglio sentire, la tua voce, Daisuke! Stai zitto! – dico, dimenandomi nel sedile.

Non riesco a stare fermo.

- Ti ascolto, cazzo, ma smetti di urlare. – continua, cercando di rimanere calmo e di tenere il controllo dell’auto.
Mi zittisco un attimo, di fronte allo sguardo che mi manda. I suoi occhi sbarrati lampeggiano nella mia direzione mentre muove velocemente gli arti sul volante.

Lo sto facendo preoccupare.

Se pensa davvero che io sia pazzo, come posso biasimarlo?

Mi calmo improvvisamente. La mia furia si arresta alla stessa velocità con cui è iniziata. Scoppio a singhiozzare dopo qualche secondo, il mio volto è però già  ricoperto da vari corsi d’acqua.
Mi copro il viso con le mani, nell’intento di nascondermi da lui.

Ho paura.

Mi guarda sospirando, accostando la macchina al lato della strada e avvicinandomisi cautamente, attento a non ricevere altri attacchi di nessun tipo.
- Tutto a posto? – mi accarezza la testa con lenti movimenti, soffici tocchi di mano. Io continuo a piangere.
- Scusa. – soffoco tra i singhiozzi.
- Non ti preoccupare. Ora pensa solo a calmarti. – sussurra, arricciandomi ciocche di capelli biondi. Mi tira lievemente a sé, facendomi appoggiare con il viso sul suo petto, mentre le mie lacrime cominciano a bagnare la sua maglietta bianca.
Aspiro avidamente il suo profumo; le sue braccia vanno a circondarmi la schiena e a stringermi in un dolce abbraccio.

Mi sembra di morire.

- Dai. – sospiro piano.
- Si? – risponde appena, continuando a coccolarmi tra le sue braccia.
- Penso d’amarti. –
Si zittisce.
- Ne parliamo domani, va bene? – sussurra, con un tono di voce caldo e accogliente.
- Va bene. –

Se questo è un altro sogno, non svegliatemi.

[L’amore è un sogno, senza colori.]



Owari



Note:

Ed eccomi qua, a scrivere le note finali di questa mia piccola LongFic che ha raggiunto la sua fine.
E, come sempre, non riesco a fermare i lacrimoni che si affacciano prepotentemente ai miei occhi.
Ma che ci posso fare, se finire una fiction mi mette sempre tristezza?
Anche a questa, ci sono legata. Non particolarmente, perché non mi soddisfa più di tanto, ma come in ogni mio scritto qui dentro c’è una parte di me.
Beh, come fan fiction devo dire è alquanto strana. Soprattutto il finale, vero?
Ma era questo, il mio intento. Creare qualcosa, che non avesse veramente una fine, o che perlomeno non facesse intendere una fine.
Bene, questo finale lo potete pensare come volete voi. U n lieto fine, un rifiuto di Daisuke.
Vi ho lasciato tutta la libertà che volete^___^.


Spero che voi l’abbiate gradita, davvero^___^.
Ringrazio infinitamente: BlackAngel[cara, non riesco mai a beccarti su msn, ehç___ç?]; DarkRose86[teso, grazie per tutto quello che fai per me, ti lovvo da morire!]; ShinyaChan & Botsuraku per le recensioni e per il loro appoggio^___^. Grazie mille!
Che ne direste di fare un piccolo sforzo e di lasciarmi una recensione a questo ultimo capitolo?
Per favoreee*occhioni dolci*.

Baci, alla prossima


AintAfraidToDie

  
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