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Autore: __iriis    05/04/2014    5 recensioni
«Zayn mi ha detto che si è innamorato di te -ridacchiò-, proprio come un bambino alle prime cotte.» Genevieve deglutì e per un attimo il suo cuore smise di battere. Harry calmo ed ubriaco non prometteva assolutamente nulla di buono. «Però mi ha anche detto che io per lui sono più importante di quel bacio che c'è stato tra voi.» Improvvisamente le ritornarono alla mente le immagini di quella sera in cui Zayn era passato da lei senza un motivo preciso, le aveva detto che da quando era tornata non faceva altro che pensare a lei e poi dopo l'aveva baciata. «Tu cosa pensi?» Harry inclinò leggermente la testa di lato e le sue labbra erano ancora tese in quel sorriso così finto.
«Penso che devi tornare a casa.» Genevieve fece per alzarsi, ma la mano di Harry la bloccò, costringendola a ritornare sul letto.
«Io ti amo, Gen. Ti amo e voglio proteggerti, ma non ci riesco. I-io sono sbagliato per te e l'ho capito quando sei andata via.» fece una pausa, lasciando il polso della ragazza.
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enjoy (:
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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sl

Chapter 15
 
Zayn fu costretto a fermarsi nel bel mezzo di un imminente orgasmo a causa del suo cellulare che aveva iniziato a suonare insistentemente. Sbuffò e scese velocemente dal letto, dove lasciò la donna di turno. 
«Pronto?» rispose svogliato, cercando di riprendersi. Sentiva un caldo bestiale, in quel buco di appartamento a stento si riusciva a respirare.
«Zayn, ho bisogno di te, adesso.» Louis dall'altro capo del telefono sembrava davvero troppo serio per essere il solito Louis, e fu proprio quello che attirò l'attenzione del moro.
«Che succede?» Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore e lanciò un occhiata alla bionda ossigenata sul letto che stava giocando con i suoi seni nella speranza di riportarlo da lei. Disgustato, Zayn si voltò dalla parte opposta, uscendo dalla camera.
«E' complicato da spiegare per telefono. Possiamo incontrarci al bar tra dieci minuti?» continuò, mentre un sottofondo musicale giunse alle orecchie di Zayn. Molto probabilmente l'amico era in macchina, già diretto al loro ritrovo.
«Non so se posso, ero abbastanza impegnato.» si schiarì la voce, servendosi poi dell'acqua dal frigo.
«Harry ha alzato le mani su Genevieve.» Zayn strabuzzò gli occhi e l'acqua che stava bevendo gli andò di traverso. Aveva sentito bene, lo sapeva. Louis non scherzava mai su cose così delicate.
«Che cazzo ha fatto?» gridò, mentre la vista gli si appannava gradualmente man mano che la rabbia iniziava a ribollire. 
«Se vieni ti spiego meglio. Ti aspetto.» senza dargli modo di replicare Louis chiuse la chiamata e senza aspettare un secondo di più Zayn corse a rivestirsi.
«Dove vai?» trillò la donna, alzandosi dal letto. 
«Non sono cazzi tuoi.» rispose con brutalità, rifilandole un occhiata infuocata.
«I soldi te li scordi!» l'altra impugnò i suoi vestiti e come una bambina capricciosa se li infilò.
«Vaffanculo tu e i suoi soldi!» Zayn afferrò la sua giacca di pelle e con quelle poche parole lasciò la sua cliente insoddisfatta ed uscì dall'appartamento.
Louis bevve tutto d'un sorso quel boccale di birra che aveva ordinato non appena aveva messo piede al locale. Si era accomodato al solito posto e stava cercando con tutto se stesso di trattenersi dall'alzarsi e spaccare il muso di quello che doveva essere uno dei suoi migliori amici.
Come aveva potuto fare una cosa del genere alla ragazza che diceva di amare?
Quando la porta si aprì, vide Zayn paonazzo in volto, le vene del collo gonfie e il suo sguardo totalmente incazzato. Lo salutò e con un altro gesto di mano fece intendere alla cameriera di portare altre due pinte di quella bevanda. Il moro spostò con irruenza la sedia e si sedette con poca delicatezza. Non era una buona giornata: aveva perso i soldi, aveva un erezione in corso e in più quel bastardo di Harry aveva avuto il coraggio di alzare le mani su Gen.
La sua Gen.
Aveva i nervi a mille e avrebbe spaccato volentieri il suo ghigno da idiota.
Louis guardò l'amico e lasciò che le sue labbra entrassero in contatto con la birra fresca «Momento sbagliato?»
Zayn tracannò con un solo sorso circa mezza pinta e con forza sbatté il bicchiere sul tavolino «Giuro che gli spacco la faccia, Louis. -disse in un ruggito- Mi sono trattenuto tutto questo tempo. Ho covato dentro per mesi solo per rispetto di Gen. Ma lui ha esagerato e qualcuno deve fargli capire che non conta un cazzo!» disse con un tono di voce abbastanza alto tanto da far girare le poche persone nel locale.
Louis si passò la lingua tra le labbra mentre il moro si scolava l'altra metà del boccale. Si asciugò le labbra in malo modo, con il dorso della mano, prese degli spiccioli da dentro la sua giacca di pelle e si alzò, non lasciando a Louis nemmeno il tempo di iniziare quello che aveva intenzione di dirgli.
«Zayn, non fare cazzate!» disse Louis urlando da dove era seduto, quando ormai l'amico aveva varcato l'uscio del locale.
Era incazzato, era deluso, era disgustato. Mai in vita sua avrebbe pensato di ritrovarsi contro uno dei suoi migliori amici. Harry lo conosceva da sempre e li avevano da sempre accomunati gli stessi interessi per l'arte piuttosto che il calcio, il cibo orientale e la buona musica, ed ultimamente anche l'interesse per Genevieve.
Aveva cercato di metterci una pietra sopra, di farsi passare quella cotta che non sapeva da dove fosse saltata fuori, aveva cercato di farsi da parte, di conoscere altra gente, stare con altre persone per dimenticarsi di lei, ma mai avrebbe pensato che Harry sarebbe arrivato ad alzarle anche un solo dito.
Quando si trovò davanti alla casa che Harry era riuscito a permettersi grazie a quegli schifosissimi incontri, sentì l'adrenalina scoppiargli in corpo. Il suo cuore batteva come un razzo. Premette il campanello a più non posso, fin quando non si ritrovó quella faccia di merda davanti.
Harry era scocciato ed arrabbiato. «Hanno mandato il paladino della giustizia.» disse sarcastico appoggiandosi allo stipite della porta d'ingresso. Lo squadrò da testa a piedi, ridacchiando quando notò il suo stato. «Non ti vedo da tempo, credevo fossi morto per l'AIDS e tutte le malattie veneree che ti fai accattare.»
Quanto avrebbe voluto massacrarlo di botte: quella faccia da schiaffi, il sorriso che incantava quasi tutti.
Zayn scosse la testa e sorrise ironico chiudendo in un pugno la mano che aveva stesa lungo il fianco. «Beh, allora dovrei fare causa a tua madre, non credi figlio di puttana!?» gli domandò retoricamente per poi sferrargli un pugno in pieno volto. Harry non si aspettava una reazione del genere ma era pur sempre un lottatore e picchiare era il suo mestiere. Iniziarono a darsele di santa ragione, pugni, calci e insulti riempirono quelle quattro mura fin quando Zayn non lo scaraventò per terra, ritrovandosi seduto sul petto di Harry che aveva il volto pieno di sangue come il suo. Lo prese per il bavero della camicia e a denti stretti si chinò appena «Ringraziami, brutto bastardo, perchè questo è stato solo un avvertimento. -ringhiò- Avvicinati ancora a lei. Chiamala, mandale sms o fatti solo vedere nei paraggi di casa sua e giuro che questa volta quella troia di tua madre ti vedrà attraverso una fotografia. Al camposanto!» finì di dirgli per poi lasciare brutalmente la presa. Si alzò dal corpo del riccio che, dolorante, si rotolò su se stesso.
«Io non volevo Zayn.» mormorò Harry sputando sangue.
Il moro lo guardò mentre le sue nocche e le sue labbra erano piene di sangue e l'occhio iniziava a dolergli.
«Vaffanculo, Harry.» disse il pakistano sistemandosi la giacca e correre letteralmente da Gen.


Bussò ripetutamente alla porta in legno ormai consumata, peggiorando ancora di più la situazione alle sue nocche insanguinate. In pochi istanti il viso di Genevieve comparve nella sua visuale leggermente sfocata ed un sorriso spontaneo prese forma sulle sue labbra spaccate.
Aveva i capelli arruffati, e forse stava riposando quando lui aveva deciso di disturbare. Gli occhi azzurri come il cielo avevano perso di luminosità, ma erano attenti come sempre. 
Si portò una mano alla bocca non appena lo vide e si fece da parte per farlo entrare in casa.
«Non dirmi che è come penso.» sussurrò una volta che il ragazzo si fu accomodato sul suo letto, pronto per essere affettuosamente medicato. La ragazza tornò da lui con tanto di batuffoli di ovatta e disinfettante.
«Credo di si.» mugugnò Zayn, strizzando gli occhi quando il liquido freddo gli fece bruciare la ferita al sopracciglio destro.
«Perchè lo hai fatto, testa di cazzo?» chiese dura lei, destreggiandosi con fare esperto mentre gli attaccava qualche cerotto dove il sangue non aveva ancora smesso di uscire. Ad Harry aveva medicato ferite peggiori.
«Perchè ti amo.» disse semplicemente il ragazzo. La guardò dritto negli occhi, continuando a sorridere. Ora il dolore non lo sentiva neanche più. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era proprio lì, davanti ai suoi occhi ambrati. 
Era seduta a cavalcioni su di lui, le gambe sottili fasciate da un leggero leggings e nella testa continuava a frullargli sempre e solo un unica cosa. 
La voleva, completamente. La voleva con tutto se stesso e l'avrebbe ottenuta, a costo anche di rimetterci un amicizia che ormai non contava più nulla per lui.
«Ti amo e non voglio più tenermelo per me.» Drizzò la schiena, tenendo il suo peso bilanciato sulle braccia.
«Zayn io...» Genevieve spostò lo sguardo e fece per scostarsi da lui. Avevano iniziato a tremarle le mani e quella situazione non andava per niente bene.
Aveva cercato di fare l'eroe, aveva affrontato Harry, ma alla fine non era stato il riccio a tornare da lei. Era importante quello? Genevieve non lo sapeva. Non sapeva cosa pensare, cosa dire o cosa fare. Era totalmente persa, in balia delle sue incertezze.
«Lo so. Tu ami Harry, nonostante tutto.» le afferrò i polsi e l'avvicinò di più a lui. «Ma lascia che sia io ad amarti, e se non posso farlo per sempre concedimi solo questa sera. Voglio farlo con tutto me stesso.» Senza aspettare una risposta, si fiondò sulle sue labbra carnose. Quelle che aveva sempre desiderato, sognato di baciare ogni notte. Ed erano proprio come le ricordava, quando mesi prima le aveva sfiorate con le sue. Un solo ed innocente bacio aveva sconvolto totalmente la sua intera esistenza. Mai avrebbe pensato che una cosa del genere potesse essere possibile. 
Fece scorrere le sue mani lungo le sue spalle e poi sempre più giù, fino ad arrivare alle sue cosce che afferrò con delicatezza ed in un movimento rapido, si ritrovò incastrato tra le sue gambe. Intrappolato in quell'amore non corrisposto. Lo stesso che faceva un male cane al solo pensiero.
«Io avrei saputo darti di meglio. Ti avrei dato la luna se solo tu me l'avessi chiesta.»incatenò il suo sguardo negli occhi di Genevieve. «Tu non meriti questo.» mormorò lievemente, accarezzandole con il dorso delle dita quello zigomo ancora livido. 
Con quale coraggio aveva potuto farle quello? Zayn non riusciva ancora a capacitarsi di ciò.
«Lui non si è reso conto, non voleva farlo.» distolse lo sguardo ancora una volta lei, guardando adesso le mani del moro ai lati della sua testa. Le braccia tatuate esercitavano una grande forza per evitare che il suo corpo la schiacciasse.
Non rispose Zayn. Si limitò a chinarsi di nuovo su Genevieve e con la punta della lingua accarezzo le sue morbide labbra. Lentamente si insinuò nella sua bocca e quando le mani della ragazza si infilarono tra i suoi capelli, si lasciò sfuggire un tenero gemito. La presa di Gen attorno al suo bacino si rafforzò, ed entrambi sorrisero, dimenticandosi di tutto e di tutti.
Adesso c'erano solo loro due.
I vestiti finirono lentamente sul pavimento e i loro corpi erano ora avvolti tra le lenzuola, sudati ed esausti, ma senza alcuna intenzione di volersi fermare.
Zayn si muoveva lento sul corpo della ragazza che fremeva di piacere. Il modo in cui lui la toccava o la guardava semplicemente mentre si inarcava quando le sue spinte diventavano troppo violente. Lei era la prima donna che Zayn avesse mai amato così tanto e Dio solo sapeva quanto desiderasse averla per se, sempre, in ogni istante. Stringerla tra le braccia ogni qualvolta ne avesse avuto l'occasione, baciare le sue labbra ed asciugare le sue lacrime. Consolarla quando le giornate andavano male, dormire accanto a lei e, ancora, amarla.
«Non voglio che tu soffra a causa mia. Meriti qualcuno che ti ami allo stesso modo Zayn.» sussurrò improvvisamente Gen tra i gemiti.
«Non mi importa. Non voglio un altra, voglio solo te.» E tutta quella sicurezza nella sua voce, nelle sue parole, forse neppure Harry ce l'aveva mai avuta. 
Baciò la sua spalla, soffermandosi sul neo che tanto gli piaceva. Giocò con i capelli lunghi e morbidi, senza interrompere quella danza.
«Zayn...» soffiò Genevieve, e fu in quell'istante che il piacere puro divenne parte di lei, diffondendosi in tutto il suo corpo che fremeva, ardeva come fuoco.
Lui si accasciò sul suo petto dopo un ultima spinta, e fare l'amore con qualcuno non era mai stato così bello che farlo con lei.
«Non ti lascio andare Genevieve, ora che sei mia non lo farò. Mai.»


Genevieve aveva lo sguardo perso nel panorama fuori la finestra di casa sua. Non aveva mai avuto modo di pensare a come potesse essere un vantaggio il fatto di abitare al quarto piano. Da lì riusciva davvero a vedere tutta la zona circostante e nello sfondo, in lontananza, alti grattacieli si innalzavano dal suolo. 
Sfregò un piede sull'altro, reggendosi allo stipite dell'infisso. Il suo caffè si era ormai freddato e svogliatamente lasciò andare la tazza sul davanzale. Si voltò verso il suo letto ancora sfatto dove Zayn russava impercettibilmente. Era avvolto nelle lenzuola in malo modo. La schiena nuda, la faccia schiacciata sul cuscino di piume. 
Lui era stato forse il suo sbaglio più grande, ma uno dei pochi più belli di sempre. Si avvicinò in punta dei piedi, e leggera come una piuma si adagiò accanto a lui, fissando il viso perfetto. 
Con le dita gli sfiorò il viso pungente a causa della barba nera, le sue labbra schiuse, i capelli scompigliati. 
Fino a poche ore prima pensava che solo fare l'amore con Harry la riempiva fino all'orlo, ma si era sbagliata per tutto il tempo.
Zayn l'aveva riempita fino a scoppiare, le aveva trasmesso tanto di quell'amore che mai aveva provato. Si era sentita bene, felice, serena. In pace con se stessa, tutto solo con un semplice abbraccio.
Ma stare con Zayn era sbagliato, dannatamente. Harry non meritava quello e nemmeno colui che aveva dormito con lei quella stessa notte. Lei non andava bene, per nessuno. 
E adesso lo aveva capito. Avrebbe portato solo dolore restando accanto a loro un minuto di più. 
«Buongiorno raggio di sole.» sussurrò Zayn aprendo gli occhi e sorridendo felice come un bambino la mattina di natale. La verità era che lui non poteva desiderare altro. Il suo più grande regalo era proprio a pochi centimetri da lui.
«Buongiorno a te.» lei gli restituì il saluto, ma ormai sapeva dentro di se che quello sarebbe stato l'ultimo.
Andava presa una decisione, e Genevieve aveva già scelto la sua. 


 
  
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