“Kaworu, perché mi stai mostrando questo?!”
Gli occhi impauriti di Shinji, la goccia di sudore che dietro la visiera percorreva la sua carnagione chiara, le pupille che si dilatavano e restringevano per lo schock: tutto quello per Kaworu era magnifico, perfetto, armonioso.
Il cuore dell'angelo era tristo per aver dovuto far soffrire il ragazzo per il quale lui viveva, ma il fatto che la loro storia stesse procedendo, che le parole degli uomini che millenni prima erano state incise sulle tavole del Mar Morto si stavano avverando era ancora più importante.
Importante per rendere Shinji una divinità, per liberarlo dal dolore, per gettarlo tra le braccia del proprio sogno.
Il vento si alzava impetuoso mentre delle lacrime iniziavano a rigare le guance del Trigger del Third Impact.
La fragile scalinata sulla quale stavano i due cigolava sinistramente.
Il nucleo del terzo impatto roteava su sé stesso producendo una flebile nota, un fa.
Le mani di Shinji stringevano violentemente le catene arrugginite che erano attaccate al muro mentre egli nascondeva il volto sofferente all'amico.
Shinji Ikari, ora non puoi capire, forse nemmeno un domani lo capirai, ma tutto quello che sto facendo lo faccio per te Shinji Ikari, lo faccio perché io...