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Autore: MiketsukamiArisu    07/04/2014    1 recensioni
Una sorta di saga filler delle avventure dei nostri adorati Mugiwara. Protagonista, oltre alla ciurma (in particolar modo Rufy), è una giovane donna caduta letteralmente dal cielo sulla loro nave. Una giovane con un potere oscuro e faticoso da portare, e a cui i nostri compagni pirati si affezioneranno presto...
Nessuno spoiler! Pairing Rufy x Eruba
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Assolutamente no.” replicò Zoro, sconcertato.
“Ti prego! E' importante, serve a Rufy, il suo combattimento sta andando malissimo!” intervenne Chopper.
“Scusa, per un attimo mi è parso di capire che volete che dia una delle mie spade a Rufy Cappello di Paglia” commentò Zoro. “Chopper, più tardi controllami le orecchie.”
“Zoro! Razza di egoista! Non abbiamo tempo per queste cose, a Rufy serve assolutamente un'arma” incalzò Nami.
“Ma da quando?! Lui non sa usare una spada. Non so se stiamo parlando dello stesso uomo, ma Rufy non potrebbe mai impugnare una katana senza distruggerla, o maledirla per sempre, o peggio. Perchè diavolo dovrei dargliene una?”
“Il suo avversario ha un corpo simile al suo, e i normali colpi di Rufy non gli fanno niente. Non sappiamo che razza di potere abbia, ma Rufy sta male... Giusto?” spiegò Nami, agitata.
“Si, è così. Sappiamo solo che brucia... E che causa ustioni simili a quelle dell'acido.” mormorò Chopper, stanco.
“Come? Acido? E come facciamo a saperlo?” chiese Zoro scettico.
Chopper sospirò. “Guardate qui.”
Si chinò sul corpo di Eruba e le scostò una manica della veste, scoprendole il braccio fino al gomito. La pelle chiara e delicata di Eruba era come marchiata a fuoco, in strisciate rosse e infiammate che continuavano oltre quello che i nakama riuscivano a vedere. Kazuto sussultò, impressionato, e nascose il viso dietro la schiena della navigatrice. Chopper gli lanciò un'occhiata di scuse.
“Ma... Ma come... Perchè? Eruba-chan, credevo che tu non patissi davvero quello che gli altri sentono!” proruppe Nami, orripilata. “Cosa significa?”
“E' così... solo che...” cercò di spiegare Eruba.
“E' psicosomatico” intervenne il dottore, sistemandole la manica. “Il combattimento dura da parecchio, e il corpo di Eruba a quanto pare può portare la... percezione... ad un livello superiore. Il suo cervello recepisce il dolore, e adesso anche la sua pelle lo accusa. Capite?”
“S-si... Zoro, hai visto?”
“Si.” rispose lui, distogliendo lo sguardo dal braccio della ragazza. Sembrava turbato. “Ma piuttosto che dargli le mie spade vado io a finire il cattivone di turno.”
“No, non farlo.” gemette Eruba. “Lui non te lo permetterebbe mai... lo conosci meglio di me.”
Prese un respiro e si sollevò da terra, puntellandosi sui gomiti.
“No! No, Eruba-chan, stai giù!” esclamò Chopper, preoccupato.
Lei fece una smorfia. Allungò un braccio e afferrò la mano di Zoro, stringendola forte. Lui corrugò la fronte, guardando gli occhi lucidi della ragazza.
“Zoro-san” mormorò lei, asciugandosi il viso dalle lacrime. “Te ne prego, Zoro-san, permettigli di combattere ad armi pari con il suo avversario. Per favore, dagli la tua katana... Ha bisogno di te, è il tuo Capitano. Non posso permettere che gli accada qualcosa, non posso nemmeno pensare a cosa succederebbe se lui...”
Zoro sospirò, irritato. Sciolse la stretta della ragazza e portò una mano ai foderi, con l'aria di uno che sta andando ad un funerale.
“E va bene. E sia chiaro che lo faccio solo per il mio Capitano. Ma se la rompe...” ringhiò minacciosamente.
“SI! Grazie, grazie! Vado subito!” sorrise Nami esultante.
In quel momento, l'urlo agghiacciante di Usopp li ammutolì.

Rufy era a terra, ansante. Non riusciva ad alzarsi, il dolore era straziante, e la sua pelle martoriata gridava pietà. Il combattimento andava avanti da un'ora buona e il ragazzo non aveva fatto altro che prenderle.
L'avversario rideva tutte le volte che lo 'accarezzava', e l'umiliazione gli bruciava più del veleno.
Questo non... non può essere... pensò con rabbia. Non esiste che io perda così. Non oggi, non sull'isola di Er!
Si sollevò faticosamente da terra e si trovò il viso gelatinoso dell'uomo medusa a pochi centimetri dal suo.
“Mugiwara, non mi impedirai di prendermi quest'isola. Sei forte, ma io sono il tuo nemico naturale. Non puoi nulla contro di me.” L'uomo sorrise e lo afferrò per il collo, facendo sfrigolare la pelle rovinata, e lo sollevò a parecchie spanne da terra.

“Guarda” continuò con cattiveria. “Guarda qui sotto.”
Rufy abbassò lo sguardo, trattenendo rabbiosamente il fiato. La pavimentazione della piazza era cosparsa delle piume del grifone... e del sangue di Usopp, che giaceva in mezzo a una nuvola di polvere, con il petto squarciato da tre profondi graffi.
Rufy sentì il sangue gelargli le vene. Il grifone non era lì... Oh no. Questo vuol dire che...
“Si, sta andando da lei. La tua ragazza è in pericolo, Cappello di Paglia. Cosa farai adesso?”
La frustrazione e l'impotenza pervasero il corpo ferito di Rufy, che sentì le forze abbandonarlo.
“Lei ce la farà” mormorò, più per convincere sé stesso che il nemico. “Ci sono i miei compagni con lei. Loro la difenderanno”
“Beh, ti informo che la deliziosa signorina rossa e lo spadaccino stanno percorrendo le scale di questo edificio, sotto di noi, quindi non possono aiutarla. Il tuo cuoco è sparito, cosa per cui se fossi in te mi preoccuperei. Credi veramente che il tuo medico, un cucciolo di renna, possa tener testa ad un grifone? Pensaci su, Mugiwara”
“Lasciami” mormorò Rufy, senza fiato. “Devo andare”
“Non scherzare, non ti permetterò mai di abbandonare questo combattimento. Vigliacco”
E strinse la presa. Il viso di Rufy si arrossò fino a diventare violaceo, mentre cercava disperatamente di respirare. Allungò il braccio per colpire l'avversario in pieno viso, ma il colpo non sortì alcun effetto, e la sua vista si appannò.

“CAPITANO!” ringhiò una voce familiare alle sua spalle. “Vedi di fare il bravo con questa!”
La lama di una spada venne lanciata nella sua direzione, e scintillò alla luce del sole con precisione millimetrica fino a tagliare di netto la mano dell'uomo medusa. Rufy cadde a terra, e riprese rumorosamente fiato.

  
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