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Autore: Agnese_san    07/04/2014    0 recensioni
"L’ho pensato anche io, fino a che non ho visto … Erano entrati insieme dalla porta ed avevano cominciato a separarsi. Poi, quando ci hanno visto seduti qui a guardarli, sono tornati vicini e le loro mani si sono strette. Io penso che siamo stati NOI a spingerli a stare insieme."
What If 1x16
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liz Parker, Max Evans, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"C’è qualcos’altro cui non abbiamo pensato?" chiese Philip.

"Sì. I cellulari. Mi piacerebbe fare in modo che quei due non avessero la possibilità di tramare alle nostre spalle." disse Jeff Parker. "Mi rendo conto che, a scuola, la metà dei ragazzi li ha e che, probabilmente, potrebbero prenderli in prestito dai loro amici, ma sarebbe troppo facile per Liz salire in camera sua, chiamare Max e fare dei piani insieme, senza che noi avessimo la possibilità di intervenire. Preferisco che le chiamate avvengano da un normale telefono, che registra le chiamate, così potremmo vedere se infrangono le restrizioni e si contattano. Io penso … almeno per le prime tre o quattro settimane, dovremmo confiscare i loro cellulari."

"Mi sembra giusto, Jeff. E, già che ci siamo, toglierò a Max le chiavi della jeep. Gliele darò solo per andare a scuola e tornare a casa, e potrà farlo con Isabel. Deve imparare che se non ti si crede capace di seguire le regole, non sei nemmeno in grado di fare le cose che fanno gli adulti. E questo include guidare un veicolo sulle strade pubbliche. Se si comporterà bene per tre o quattro settimane, potrà riavere indietro i suoi privilegi di guida, ma deve rendersi conto che sono proprio questo: privilegi, non diritti, e questi privilegi sono condizionati da un comportamento responsabile."

"Bene, forse è quello che ci vuole." disse Diane "Chiaramente, la chiacchierata che abbiamo avuto dopo che sono stata chiamata dal Preside non ha avuto effetto su di lui. Dopo nemmeno una settimana, ha passato tutta la notte fuori con Liz."

"Il che ci porta ad un altro argomento, Jeff." disse Nancy Parker "Cosa ESATTAMENTE hanno fatto stanotte. Dovremmo prendere in considerazione una visita medica per la ‘pillola del giorno dopo’? Odio doverlo pensare, ma odio anche l’idea di non pensarci e di dover prendere decisioni ben più difficili tra otto-dieci settimane!"

"Onestamente, non vedo altra scelta che chiederlo a Liz, Nancy. Anche se non è successo niente … è certamente una cosa che può succedere e succede, quando i ragazzi si comportano in questo modo. Potrebbe darle un altro motivo per riflettere, prima di fare una cosa del genere … anche se, questa volta, non fosse accaduto nulla."

"Sono d’accordo con te, Jeff." disse Philip. "So che è raramente perseguito, a meno che solo una delle due parti sia minorenne, ma, nel New Mexico, l’età del consenso è 17 anni. Se avessero fatto del sesso, ENTRAMBI potrebbero essere accusati. Devono saperlo. Non siamo solo noi genitori a disapprovare … è una legge dello Stato.

Ma, se avessero effettivamente FATTO qualcosa … be’, prima decidiamo cosa fare, più opzioni abbiamo. Certamente, la cosa riguarda soprattutto voi due, perché non sarà Max a restare ‘incinto’ e non so come la pensiate sulla ‘pillola del giorno dopo’, sull’aborto o qualsiasi altra cosa. Ma col poco giudizio che hanno mostrato ultimamente, è molto probabile che abbiano fatto del sesso e, per lo stesso motivo, non dovremmo stupirci se non avessero usato nessuna protezione."

"Oh, mio Dio, Philip!" disse Diane "Spero che tu ti stia sbagliando. Speravo che Max si dimostrasse più responsabile e inorridisco all’idea che Liz debba fare queste scelte, se restasse incinta."

"Be’, non sarebbe Liz a scegliere." disse Jeff "Se dovesse aver rovinato la sua vita fino a QUESTO punto, non avrebbe diritto di voto. Saremmo io e sua madre a decidere se dovrà ricorrere alla ‘pillola del giorno dopo’ o a qualcos’altro. La cosa importante è … che se lei non volesse … be’, allora saremmo costretti a portarla in una clinica, a farla parlare con un medico, forse anche a sottoporla ad una visita, se fosse necessario, per scoprire cosa è successo veramente."

"Speriamo solo di non dover andare così lontano."

"Nancy, io non ho nulla contro la speranza, ma lei è la nostra unica bambina. Dobbiamo esserne certi. Se ci fosse anche il minimo dubbio, penso che dovremmo portarcela."

"Jeff … qualunque siano le spese … la responsabilità è anche di Max. Faccelo sapere e noi provvederemo. Poi penserò ad un modo per far ripagare a Max quello che avremo speso. Deve prendersi la responsabilità di quello che fa e noi ci accerteremo che lo faccia."

"Mi sembra più che giusto, Phil."

A quel punto, Diane vide la Jeep scura voltare l’angolo e venire verso il Crashdown. "Grazie a Dio, almeno sono vivi e non morti in un fosso da qualche parte!"

"Così sia, Diane." disse Jeff Parker "Ma ora viene la parte difficile."

"Così sia." disse Nancy Parker."

* * * * *

06:25 - la strada davanti al Crashdown.

"Nessuna visione?"

"No, e tu?"

"No, credo di no."

"Max … tutto quello che abbiamo fatto, tutto quello che abbiamo sentito … è stato solo per arrivare a questo …oggetto … che non sappiamo neanche cosa sia?"

"Non ancora."

"Max? Tu pensi che tra noi due … ci sia un rapporto vero? Perché, in una situazione strana come la nostra, una ragazza potrebbe anche … sentirsi usata?"

"E’ questo che pensi? Guarda che anch’io potrei sentirmi usato da te. Chissà quante ragazze sarebbero pronte a tutto all’idea di volare nello Spazio. E, comunque, qualunque esperienza è più piacevole che … vedere Kyle vomitare dopo essersi ubriacato."

"Non posso credere che tu l’abbia detto!"

"Perché?"

"Perché è successo davvero!"

"Mi prendi in giro?"

"No. La scorsa estate, faceva molto caldo e … "

"No, no! Lascia stare, non m’interessa!"

"Quindi tu, praticamente, sostieni di avermi salvata da una tristissima vita con quell’ubriacone di Kyle?"

"Liz Parker, secondo me, stare con Kyle non era il tuo destino."

"Ah, no?"

"No."

"E allora, visto che tu sai tante cose, dimmi Max: qual è il mio destino?"

"Posso dirti quale spero che sia … "

"Bene, pensi che riusciremo ad entrare senza essere scoperti?"

"Lo spero. Ultimamente, abbiamo già avuto tutti e due abbastanza problemi con i nostri genitori. Dovremmo, probabilmente, dar loro un po’ di tempo per abituarsi all’idea che noi due siamo una coppia."

"Allora stiamo per diventare una coppia … per davvero? Non stiamo solo cercando di trovare informazioni sul tuo pianeta dalla nostra psiche collettiva?"

Lui sorrise ed abbassò lo sguardo su di lei. "Be’, ERA questa la parte che speravo."

Lei gli sorrise e passarono insieme la porta, tenendogli la mano, prima di lasciarla andare per allontanarsi da lui. Poi, lo vide spalancare gli occhi, guardando il tavolo di fronte a loro. Seguì lo sguardo di lui … verso i quattro genitori che li guardavano con disapprovazione.

Istintivamente, la mano di Liz trovò quella di Max. Entrambi trassero coraggio da quel tocco, mentre diminuivano la distanza tra loro, fino a toccarsi le spalle.

Quando i due adolescenti entrarono, Diane Evans fece del suo meglio per mantenere uno sguardo duro. Fu Max a sollevare per primo lo sguardo, gli occhi spalancati per la preoccupazione. Lo stesso fece Liz, forse un secondo più tardi. Li aveva visti darsi un bacio di saluto nella Jeep e, ovviamente, stavano per separarsi. Ma quando li vide prendersi per mano e stringersi uno all’altra, Diane ne rimase sconcertata. Da qualche parte, nel profondo del suo cervello, gli sembrò di sentir suonare un allarme.

Ma non aveva il tempo di farvi caso, decise. Ora doveva prestare la massima attenzione … serviva la massima attenzione di tutti i genitori, per assicurarsi che quei due ragazzi fossero riportati sotto controllo …

"Potete anche sedervi. Dovremo parlare per un po’." disse Jeff Parker.

Era sembrata loro una buona idea farli sedere uno accanto all’altro, per farli sentire circondati da un semicerchio di genitori, per aggiungere intimidazione. Ma quando li vide stringersi assieme di fronte a quegli sguardi minacciosi, Diane non fu più tanto sicura che QUELLA fosse stata una buona idea. Ma quel che era fatto, era fatto. Era arrivato il momento di parlare con loro.

"Bene, Max." gli chiese sua madre. "Ti dispiacerebbe spiegarci cosa avevate in mente voi due, stando fuori tutta la notte?"

Isabel avrebbe voluto da anni dire ai loro genitori la verità da dove provenivano. Max non aveva mai pensato che fosse una buona idea ma, anche se non fosse stato così, dirlo qui, davanti ai genitori decisamente ostili … per non parlare dei genitori di Liz … be, QUELLO non era certamente il momento di farlo. E questo non gli lasciava altra alternativa che mentire … come ormai faceva da una decade.

"Mamma … Papà … eravamo solo andati a fare un giro. Ci siamo fermati a guardare le stelle, ad osservare le diverse costellazioni e … ci siamo addormentati. Questo è tutto."

"Max, è la fine di febbraio. La scorsa notte ha fatto un freddo dannato. Come avete fatto ad addormentarvi in una Jeep gelata e a non svegliarvi fino a stamattina?" chiese Philip Evans.

Max sembrò struggersi per trovare le parole adatte. Liz cercò di tirarlo fuori dalla sofferenza. Riuscì solo a condividerla.

"Avevamo una coperta. L’abbiamo distesa nel deserto e ci siamo straiati a guardare il cielo. Solo che siamo addormentati. Ecco tutto. Ci dispiace se vi siete preoccupati."

"Così tu credi che vada bene passare tutta la notte nel deserto su una coperta, con il tuo ragazzo. Credi che questa sia una condotta appropriata, Liz? Meno di una settimana da che sono venuta a prenderti nell’Ufficio del Preside … meno di una settimana da quando ti ho sorpreso ad entrare di nascosto dalla finestra della tua stanza? Liz, quella volta ti ho chiesto … ti ho chiesto se facevi sesso con Max … "

"Mamma … ti ho già detto no … " disse Liz, arrossendo imbarazzata e spostando lo sguardo tra Max e i genitori di lui.

"Mi avevi detto anche che non saresti uscita di nascosto … che non saresti rimasta fuori dopo il coprifuoco … mi hai detto un sacco di cose, Liz. Ma quello che non mi hai detto, Liz, è perché dovrei crederti quando non mantieni la parola data."

"Liz ha detto la verità. Non abbiamo fatto niente … ci siamo solo addormentati."

"Be’, figliolo, sarebbe molto più facile crederti se non avessi già subito una punizione per aver tenuto un comportamento inappropriato con questa signorina. Dobbiamo credere che non sei stato capace di trattenerti a scuola, circondato da dozzine di insegnanti e di compagni, ma che, quando eravate solo voi due, dopo esservi distesi su una coperta, uno accanto all’altra … vi siete ANNOIATI e vi siete addormentati? Che genere di stupidi pensi che siamo, Max?"

"Senti, papà … non è successo niente. Voglio dire, qualche bacio, ma non è successo NIENTE."

"Max, stendersi su una coperta abbracciato a mia figlia e passare la notte con lei, può essere niente per te ma, per me, è TANTO. Mi sembra di capire che non hai molto rispetto per Liz, visto che ti sei comportato con totale assenza di standard. Ma, quando voi due avete cominciato a vedervi, ti avevo spiegato quali fossero le regole … il coprifuoco … quello che mi aspettavo da te. Non ricordo di aver detto una sola volta che potevi dividere le lenzuola con mia figlia."

"Ma noi non …"

"Ascoltate bene, voi due. E’ tempo di capire che non siete voi a fare le regole. Max, i tuoi genitori, Nancy e io stesso, facciamo le regole. E poiché voi le avete trasgredite, ci saranno dei grossi cambiamenti in quello che tu e Liz potrete fare nel futuro. E tu, figliolo, devi capire … è a causa TUA. Lei non si è mai comportata così prima d’ora … non una volta. Non posso farci niente se non sei mai uscito con nessuna … se non hai autocontrollo. Ma dovrai imparare ad averne, per mia figlia o per chiunque altra."

Liz stava cominciando a riscaldarsi.

Lei era stata la ‘Perfetta Liz Parker’ per la maggior parte della sua vita. Aveva fatto tutto quello che le avevano chiesto … e anche di più. Aveva lavorato sodo, a scuola e al Crashdown, ed era stata eccellente in entrambi i campi. Alle medie aveva avuto i voti migliori della sua classe e ora, alle superiori, aveva ancora i voti migliori della sua classe. E c’erano buone possibilità che sarebbero stati i migliori della scuola.

E non è che non si rendesse conto che per conservare il segreto di Max e per aiutarlo a scoprire qualcosa sul suo pianeta, non avesse fatto cose che potevano sconvolgerli ma, aveva pensato che tutti quegli anni di cose giuste le avrebbero dato abbastanza credibilità da farli parlare con lei … non darle ordini. Ma loro erano i suoi genitori e lei avrebbe anche sopportato … se solo i suoi genitori l’avessero trattata da adulta.

Ma ecco suo padre, nello stesso punto in cui lei era stata cinque mesi prima … il punto in cui un proiettile le era entrato nell’addome, la cui forza d’impatto l’aveva fatta indietreggiare di un metro. Guardò il soffitto sopra suo padre, ricordando quel giorno.

Il proiettile. L’impatto le aveva fatto male, ma solo per pochi secondi … nausea … debolezza … sapeva cos’era successo. Aveva fissato il soffitto … sapeva che sarebbe morta … prima ancora dell’arrivo dell’ambulanza. Era come se la stanza fosse diventata più buia, il suo campo visivo ristretto all’area del soffitto sopra di lei. Stava andando velocemente in stato di shock, la perdita di sangue era troppo forte, Maria non riusciva a fermarla, non l’emorragia interna. La perfetta Miss Liz Parker, di anni sedici. Non avrebbe visto il suo prossimo compleanno.

E ricordò, più di ogni altra cosa, il rimpianto. Tutte le cose che non aveva fatto, tutte le cose che aveva pensato di aver avuto il tempo di fare. Ora non più. E ricordò di aver pensato a Max. Era stato il suo compagno di laboratorio e, sebbene avesse sempre sperato che lui fosse interessato a lei … Perché non aveva mai preso lei l’iniziativa? Perché non gli aveva mai detto che le piaceva? Certo, forse lui era timido, ma perché era stata così dannatamente timida anche lei? Così riluttante a dire quello che provava veramente?

E, in quel momento, all’improvviso, Max era lì. Anche se lei era sotto shock, cosa che le aveva fatto provare un rimpianto anche maggiore. Quando aveva visto il dolore nei suo grandi occhi d’ambra … lui teneva a lei … dopo tutto.

Era stata così contenta che lui fosse lì, che non sarebbe rimasta sola nell’ultimo istante della sua vita, così avrebbe saputo, dovunque stava per andare, che non sarebbe stata l’unica ad avere rimpianti sulle cose che avrebbero potuto fare, su quello che avrebbero potuto dividere.

E poi quelle parole … "Liz, LIZ! devi guardarmi. Devi guardarmi!" E, con quelle parole … be’ lui non aveva solo salvato la sua vita, le aveva dato molto di più. Da quel momento, lei aveva cominciato a vivere.

‘E adesso …’ pensò Liz, il calore che lentamente stava diventando un fuoco ‘ … ADESSO mio padre è proprio lì, nello stesso punto in cui io sono quasi morta e sta dicendo cose orribili alla persona che mi ha salvato … alla persona che amo.’

"Papà, mamma. Non trattate Max in questo modo!"

 
   
 
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