The Show Must Go
On
#5 The Glee Cast is back!
“Si, questo posto è perfetto! Non vedo l’ora di farlo vedere ai
ragazzi.. una mano di vernice, finestre nuove,
banchi e sedie ed è fatto!” Bea era soddisfatta.
“Bea! I banchi ok, le sedie va bene.. ma gli strumenti?? Gli
strumenti, dio santo, dove li troviamo?” Vicky riemerse da uno scatolone nel
quale si era seppellita alla ricerca di chissà che cosa, guardando in cagnesco
l’amica.
“Una cosa per volta, ok? Hai qualcosa nei capelli” Bea le tolse un
po’ di espanso bianco dalle ciocche verdi
e le due si sorrisero.
“Chiederò a Darren per gli strumenti. Gli avremo, anche a costo di
farli arrivare da Nashville” promise la ragazza.
“Dove!?” chiese Vicky, incerta.
“Appunto” rispose Bea ridendo, e contagiando anche l’altra.
“Ragazzi, questo sarebbe l’atrio, dovete immaginarlo fresco di
vernice e di armadietti. Incassati al muro ovviamente. Di là c’è già la
presidenza e di qui le aule, i banchi e le sedie arriveranno”
Bea e Vicky stavano facendo fare un giro della struttura ai
ragazzi del cast, e li stavano anche stordendo di chiacchiere, mentre i
poveretti facevano del loro meglio per guardarsi intorno, sorridere e annuire.
Non ci stavano capendo molto.
Si trovavano all’interno di un bel palazzo degli anni cinquanta,
in stile vittoriano, con le colonnine di marmo a ogni entrata e persino ai lati
delle finestre, posto al centro di New York, a Manhattan.
Darren non voleva nemmeno sapere quanto gli fosse costato
acquistarlo, e quanto gli stessero costando i lavori. Ancora una volta pensò
che le due fossero pazze.. e in quel caso avevano trovato il posto adatto a
loro!!!!!
Anche gli altri erano a bocca aperta, e chi sapeva lo era ancora
di più, perché non potevano credere che un’idea del genere stesse veramente
prendendo forma, andando oltre ogni loro aspettativa o previsione.
Le ragazze li portarono nel teatro, e tutti rimasero sbalorditi.
“ È stata la prima struttura che abbiamo rimesso a posto. Come
vedete.. dovrebbe andare bene.” Le due
tenevano molto all’opinione degli attori perché, beh, erano attori.
Trovarono un’aula vuota, e si accomodarono lì. I ragazzi si
sistemarono per terra a gambe incrociate, come se nulla fosse, e Bea rimase
sbigottita. Sembravano così a loro agio, così .. familiari.
“Bea, Vicky, questo posto è stupendo, e l’idea di farla diventare
una scuola è molto buona, ma noi che ci facciamo qui?” chiese Naya alle due,
titubante. Jackie era seduta comodamente in braccio alla madre, e ascoltava
interessata.
“Credo sia ora di spiegarvi perché siete qui” iniziarono le due.
“Anni e anni fa, eravamo compagne di banco alle superiori. Non che andassimo
benissimo a scuola, ma questo a voi non interessa. E neanche a noi, non più.
Però avevamo dei sogni, tanti tanti sogni e idoli, troppi idoli. C’era una
serie in particolare che ci aveva sconvolto la vita, in meglio, anche se era
finita troppo presto per i nostri gusti. Sapete che stiamo parlando di voi”
I ragazzi iniziavano a sorridere entusiasti. Soprattutto chi
sapeva.
“Abbiamo realizzato tanti dei nostri desideri, ma questo è l’ultimo.
È l’ultimo e volevamo che fosse perfetto” Vicky e Bea si guardarono e dissero
all’unisono “Vogliamo aprire la NYADA. E vorremo che voi fosse gli insegnanti”.
Tutti i ragazzi iniziarono a parlare contemporaneamente “Ma come?”
dicevano “Non è possibile” oppure “Si, ragazzi, possiamo farcela!”
“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” Darren invece saltellava in giro per la stanza, gli occhi a cuoricino
che luccicavano per la contentezza e i
ricci che ballonzolavano in testa. Dieci anni. Sembrava avere die… no ok, cinque
anni.
“Dare, tesoro, vieni che ti porto un tranquillante” Chris sorrise
e prese il moro per un braccio, portandolo a sedersi e scatenando una serie di
“OOOHH” e “AWWWW” da parte del cast.
Vicky fulminò prima Bea, che era in un angolo a ridere della scenetta
con le lacrime agli occhi, e poi i ragazzi. Si zittirono tutti immediatamente
per il terrore che sapeva incutere quello scricciolo di ragazza.
Naya, Grant e Kevin di guardarono, non sapendo cosa dire.
Naya tossì e prese la parola “Bea, Vicky, voi sapete quanto amiamo
il nostro show, quanto tempo abbiamo passato in Glee e tutte le cose che sono
successe. Ci piacerebbe, davvero, ma così.. su due piedi.. non sappiamo cosa
dirvi”
Bea annuì comprensiva “Non mi aspettavo un “si” senza riserve,
Naya. So che il nostro progetto è folle, e che comunque voi avete le vostre
vite da mandare avanti. Sappiate però che ci sarà sempre un posto per voi qui”
Vicky non intervenne. La ragazza stava fissando Lea, raggomitolata
a terra con gli occhi che fissavano un
punto lontano e le mani a tormentare la collanina dorata che portava al collo.
L’imprenditrice (Ma prima di tutto la fan.. no ok,
l’imprenditrice) attraversò la sala, sedendosi con grazia al fianco
dell’attrice ed abbracciandola. Sapeva chi
stesse vedendo.
“Cory l’avrebbe voluto tanto” la voce rotta della mora le arrivò
come un sussurro, e le fece stringere il cuore. Aveva ragione, aveva
maledettamente ragione. Ma..
“Non possiamo fermarli se non vogliono. Non proveremo neanche
fermarti, se anche tu non vuoi” sussurrò a sua volta, stringendola a sé,
ricordandosi come non le avesse dato ancora una risposta.
“Lo so, ed è questo che fa male anche perché… A me piace qui.
Credo che ci rimarrò per un bel po’.”
Lea tirò su col naso, e fece un piccolo sorriso a Vicky, che
dovette fermarsi per verificare di aver capito bene. Si aveva capito benissimo.
L’attrice si diresse spedita verso Naya, Grant e Kevin,
abbracciandoli tutti. “Voi due sempre in coppia eh? Tipo i carabinieri”
Borbottò burbera, rivolta verso Grant e Kevin. I due diventarono rossi e
distolsero lo sguardo.
I ragazzi rimasti si guardarono, combattivi più che mai. “Quando
si comincia?” chiese Chris.
“Beh, dovremmo sistemare perciò.. o rimanete e ci aiutate, o vi
chiamiamo quando finiamo” propose Vicky.
“Ovvio che rimaniamo!” dissero in coro Samuel e Darren,
costringendo anche gli altri a rimanere lì per non fare figuracce “Pitturiamo!”
urlò il moro sovraeccitato.
“State pronte a ritrovarvi le sue impronte su tutti i muri, come
se avesse cinque anni” borbottò Chris, alzando gli occhi al cielo, e
preparandosi a rincorrerlo con l’ennesimo tranquillante.
“Dio, sono stanchissima!” Bea si stava lamentando in italiano con
Vicky mentre chiudevano la struttura. Era molto tardi, quasi le dieci di sera.
Ben oltre l’orario che si erano prestabilite, ovvero le 8!
Ma c’era così tanto da sistemare.. avevano iniziato dal piano
terra, in modo da renderlo agibile da subito. Avevano dipinto il corridoio e
scartato gli armadietti, finendo di montarli proprio qualche momento prima.
Era la fine di giugno. Per settembre la scola doveva, e sottolineo
doveva, era aperta. Dovevano
sbrigarsi: il programma era pronto, i permessi anche, c’era tutto, persino gli
insegnanti. E che insegnanti…
A quel pensiero, tutte e due sorrisero. Ancora una volta, avevano
pensato la stessa cosa.
“Ragazze!” Chris e Darren gli stavano correndo incontro. “Venite
con noi! Vi abbiamo preparato una cosa..” dissero, prendendole per un braccio
ciascuno e trascinandole via.
“That’s life/ Is it real/ Is it fake…”
Le ragazze entrarono in un locale molto piccolo, molto scuro e
molto affollato. Il cast le aspettava seduto, anzi schiacciato tutto in due
tavoli uniti. “Wee!” le salutarono, con tanto di cori da stadio.
“Visto che vi abbiamo trascinate qui” iniziò Darren, mentre le due
si accomodavano “Dobbiamo anche spiegarvi il perché.. dobbiamo valutarvi!” disse,
soddisfatto. Le due si guardarono, certe di aver capito male.
“WTF?” chiesero insieme.
“Beh, se dovete insegnare con noi, soprattutto canto, dovete saper
cantare, no?” chiese, tutto soddisfatto. Era logico, persino per lui, e tutti
annuirono convinti.
“Veramente.. io dovrei insegnare storia della musica italiana”
azzardò Vicky “E se ti chiedono di cantare?” Chris credeva di averla
incastrata, ma non la conosceva ancora “Canto Alessandra Amoroso!” rispose lei,
ovvia.
Ma anche lei non conosceva ancora Chris “Allora facci sentire!” la
sfidò, obbligandola ad alzarsi e a raccogliere la sfida. Vicky imprecò in
italiano e sia Darren che Lea risero.
Vicky trascinò Bea con sé, e iniziarono a discutere a bassa voce.
“Immobile?”
“No, troppo alta!”
“Allora.. Ciao!”
“Idem!”
“Starò Meglio!” urlò Vicky, un sorriso sulle labbra
“Tu sei pazza!” la sgridò Bea, ridendo.
“A parte gli scherzi, l’unica che possiamo fare senza rovinarla è
“Che peccato”.. e non sono neanche sicura. Ma è la più semplice.. forse”
“E sia!” le rispose Bea, dandole un cinque e poi abbracciandola.
Le due salirono sul palco e si appropriarono dei microfoni e del
computer. Trovarono la base, presero un bel respiro e attaccarono.
“Scusa se a volte parlo ancora con i tuoi occhi
Se ancora credo che mi capirai”
Vicky attaccò per prima, piano. Aveva davvero una bella voce.
“Ci sono momenti in cui mi sembra che mi cerchi
Ed altri che non mi hai trovato mai”
Continuò Bea.
“Scusa se a volte sento ancora che mi tocchi
O peggio, che la pensi come me”
Vicky riprese il controllo della canzone. Si stava davvero
divertendo. Incredibile.
“Le cose adesso stanno come stanno
E così sarà per sempre, tu sarai”
Bea le rubò il palco, cantando il ritornello insieme a lei
“Tra mille cose che ti ho dato hai scelto le parole
Che peccato, oggi c’è anche il sole
Se guardavi meglio dietro c’era il cuore
Che peccato, oggi c’è anche il sole”
Dal loro tavolo i ragazzi si stavano divertendo tantissimo. Erano brave,
dovette ammettere Chris, piuttosto compiaciuto. Non erano in mano a delle
incompetenti.
Darren, che ormai aveva capito la melodia, si alzò insieme a Lea e
HeMo, andando a recuperare altri tre microfoni con le rispettive aste, e
improvvisò un coro sotto le due amiche.
Vicky e Bea si guardarono contente.
“Tra mille cose che ti ho dato hai scelto le parole
Che peccato, oggi c’è anche il sole
Se guardavi meglio dietro c’era il cuore
Che peccato, oggi c’è anche il sole”
“Siii!” dissero tutti quanti “Brave.. non abbiamo capito niente ma
brave” se la rideva Chris.
“Parla per te, elfo!” lo riprese Dare “Io l’italiano lo parlo benissimo!”
si impuntò.
“Si, si sta parlando “Al dente pasta!” ma dai, ha fatto il giro
del mondo!” lo riprese Harry, e Darren si girò sconfitto “Credevo davvero che
si dicesse così!” si lamentò
Angolo dell’autrice
Salve! Sappiate che se non pubblicavo oggi probabilmente sarei
finita squartata dalla mia amica Desy, che voi conoscete benissimo, perciò
eccomi qua! Amo questo capitolo per i vari intrecci e la storia che si va
rivelando, e poi mi sono divertita da morire per le gaffe di Darren.. io AMO
quel ragazzo, e poi anche Chris, Lea.. io amo tutti… ma Darren è il mio prince
charming! Tutto inutile! Ok, prima che io inizi definitivamente a fangirlizzare
senza un domani, cosa ne pensate della puntata di ieri??
Recensite!!
Xoxo Bea