Capitolo 10: Una
stella
Le luci si riaccesero, facendo tirare un sospiro di sollievo a Martha.
-Paura del buio?-
Martha sollevò lo sguardo sul viso sorridente di Joaquin,
che stava a qualche centimetro più in alto di lei. Ricambiò il sorriso.
-No.- disse. In realtà aveva paura di stare tra le sue
braccia.
In tutto quel tempo avevano ballato separati e aveva paura
di un suo eventuale invito a ballare un lento. Aveva paura di stare a contatto con lui. Non voleva che sentisse il suo cuore
battere troppo forte quando lo sfiorava, non se lo
sarebbe perdonato. Era troppo timida per rendersi di
quanto fosse sciocca.
-E allora perché hai sospirato di sollievo?-
Martha diventò seria di botto, -Mi da
fastidio stare in una stanza buia con troppe persone in giro.- mentì
pronta.
Joaquin rise, buttando la testa
all’indietro, -Va bene, va bene.- acconsentì cercando di frenare le
risate, -Raggiungiamo gli altri.- disse mettendosi le mani in tasca e
accennando la cucina dove si erano riuniti i propri amici. Entrarono nella cucina,
l’unico posto che non era stato preso d’assalto dagli invitati alla festa e
Joaquin inarcò un sopraciglio, -Dove sono Gabriella e Ryan?-
-Non lo so.- scrollò le spalle Sharpay, -In
effetti è preoccupante. Dove possono essere finiti?-
-Beh… prima che si spegnessero le
luci stava parlando con me.- intervenne una voce maschile.
Jane si voltò di botto, sgranando gli
occhi per essere sicura di vedere bene.
-Erik!-
-Erik?- ripeterono in coro gli altri.
-Erik.- confermò l’uomo in questione entrando nella cucina,
-Gabriella stava parlando con me prima che le luci si spegnessero.- ribadì il concetto con la sua voce seria, -Magari Ryan l’ha
trascinata in qualche parte della casa per parlare.-
-Conoscendo mio fratello non ne avrà
avuto il coraggio.- lo rassicurò Sharpay.
-Per che cosa non avrei avuto coraggio?- Ryan entrò in
cucina, seguito da Gabriella che aveva un sorriso a trentadue denti stampato in
volto.
-Niente, niente.- lo rassicurò la sorella osservando
confusa l’espressione dell’amica.
-Tu!- intervenne Jane nel discorso indicando Erik con
l’indice, -Fuori. Ora!- aprì la porta della cucina ed uscì in giardino.
Erik la seguì subito, dopo aver accennato un breve saluto.
Richiuse la porta sul dietro e aspettò che Jane dicesse qualcosa. Qualsiasi
cosa. Anche un insulto.
-Avevo disdetto l’invito.-
-Tecnicamente mi hai detto che
potevo fare quello che avevo voglia.- ribatté Erik abbastanza ironico.
Jane fece una smorfia, -E’ la stessa cosa. Il concetto era quello!- si arrabbiò gesticolando con le mani, -Non ti
voglio qui. Non sei il benvenuto. E poi… come ti sei permesso di parlare con
mia sorella?-
-Primo: se tua sorella mi ha parlato vuol dire che sono il benvenuto per qualcuno. Secondo: è lei che
ha salutato me. Non il contrario.- precisò Erik mascherando una risata, -Stai
molto bene stasera.-
La ragazza arrossì di botto, -Sparisci.-
-Domani ci sono le prove generali.-
-Sì, sì…- Jane alzò gli occhi al cielo e rientrò in
cucina, -Tu.- disse indicando Gabriella, -Non parlerai mai più con Erik senza
il mio consenso!-
Gabriella rise, -Agli ordini, capo!- fece il saluto
militare, facendo scoppiare a ridere gli amici.
-Non c’è niente da ridere, Gabriella. Non lo voglio nella
mia vita.- disse per convincerla, -Siamo colleghi di lavoro, nient’altro.-
-Tesoro mio… lui ti piace.- le fece notare sarcasticamente
Kelsi, -Quindi è meglio che ti regoli di conseguenza.-
Jane sbuffò girando sui tacchi e uscendo dalla cucina.
-Dove vai?- le chiese Troy.
-A casa. Mi sono stancata di stare in mezzo a persone che
pensano di sapere tutto di me!- esclamò seccata chiudendosi
la porta alle spalle.
Percorse velocemente la sala gremita, raggiungendo il
guardaroba. Tirò fuori il giaccone e se lo mise sulle spalle, per poi aprire la
porta della villa ed uscire correndo. Arrivò a casa un quarto d’ora dopo, a
piedi. Entrò in casa e si chiuse subito nella sua camera, buttando il giaccone
in un angolo. Subito si fondò sullo stereo e lo accese.
Chi non ha sognato mai
Il grande amore
Chi non l’ha trovato mai
È sognatore
-Peter Pan. Perfetto.- mormorò
iniziando a sciogliersi la coda alta.
Peter Pan il musical, per essere precisi. Era stato il primo musical in cui
aveva debuttato in Italia, durante uno stage insieme ai compagni di danza quando aveva diciassette anni. E ogni volta che
sentiva quella canzone iniziava a sentirsi a proprio agio, le faceva
dimenticare le preoccupazioni e l’aiutava a trovare una decisione
quando era indecisa.
E chi crede che non vale
Più la pena di
cercare
E che è solo un’illusione
Tutta questa grande attesa
Per il grande amore
Forse sono davvero
un’illusa… pensò mentre si sfilava quel vestito così bello per mettersi
tuta e maglietta.
Siamo seri
Molto bene concentrati
Su traguardi più
importanti
Su problemi veri
Senza accorgersene si mise a cantare, sopra alla voce di
Wendy. Chiuse gli occhi, perdendosi nei ricordi ormai lontani di Torino, dove
era stato il suo primo spettacolo vero in quel musical.
Sorrise ripensando alla fatica che ci aveva messo per arrivare fin lì.
Ed ora… beh, ora stava sprecando
un’opportunità. Quello era un traguardo importantissimo per la sua vita. Erik
le stava offrendo tutto ciò che aveva sempre desiderato e lei trovava sempre un
modo per insultarlo o offenderlo. Mentendo a sé stessa. Mentendo a quella piccola parte di lei che dava
ragione a Kelsi.
Niente storie
Favole e chimere,
stiamo con i piedi per terra
non si può afferrare
una stella…
-Jane?-
Si voltò. Non si era neanche accorta che gli amici avevano
aperto la porta della sua camera, -Ciao.- salutò
andando ad abbassare il volume dello stereo.
Gabriella sorrise e raggiunse la sorella abbracciandola,
-Ti voglio bene.- sussurrò al suo orecchio mentre Jane
ricambiava, -Quando ascolti Chi non ha
sognato mai non è mai un buon segno.- rise.
-Scusa, Jane.- si avvicinò Kelsi, -Non volevo
interferire nella tua vita.-
-Scusami te. Avevi ragione.-
ammise arrossendo appena, -Ma… è meglio che lui non lo sappia.-
Chi non ha sognato mai
Il grande amore
Chi non l’ha trovato mai
È sognatore
-Non ho cacciato tutti gli invitati per ascoltare storie
mielose su quanto ti piace Erik, ok?- sbottò Ryan sarcastico, -Quindi si dia
inizio al pigiama party!-
-Pigiama Party?- domandò Chad scettico, -E questa da dove
ti è uscita?-
-Secondo me è una buona idea.-
ribatté Sharpay.
-Io non sono una femminuccia. Non voglio fare un pigiama
party!- discusse subito Chad.
-In soffitta dovrebbero esserci un po’ di
abiti maschili. Erano di mio fratello, quando abitava qui.- gli disse
Kelsi, -Tanto lui ora è a Los Angeles. Potete usarli
se volete.-
-Vi mostro dov’è la soffitta.- si offrì
Taylor.
-Vi raggiungiamo subito.- Troy prese Jason per una manica
e lo fermò, prima che seguisse Taylor e Chad fuori dalla
stanza, -Sei sempre il solito.- gli disse scotendo la testa, facendo ridere
tutti gli altri.
Ryan accarezzò dolcemente con una mano il braccio di
Gabriella, superandola per andare a ordinare le pizze.
-Vado a prendere da mangiare. Vieni con
me, Gabriella?- propose con un sorriso enigmatico.
Gabriella annuì velocemente, -Sì, vado
un attimo a cambiarmi.- disse lasciando la stanza e correndo su per le sale.
-Sai… non ho mai incontrato nessuno più
matto di te.- si fermò di botto sentendo la voce di Taylor risuonare nel
corridoio. Si chiuse dentro al bagno e sbirciò, mentre
Chad finiva di scendere le scale della soffitta.
-Ehi, non offendere.- scherzò Chad fermandosi con lei in
mezzo al corridoio, -Allora… come sto?- domandò girando su sé
stesso, vestito con dei jeans semplici e una canotta attillata nera.
-Bene.- Taylor si misurò con le parole
prontamente, prima di accennare uno Stupendo,
che l’avrebbe fatta arrossire sicuramente, -Ti sei divertito stasera?- gli
chiese incrociando le braccia al petto.
Chad annuì, -Oh, sì. Certo. Mi sono divertito a vedere
Jane, la mia migliore amica, andarsene via di corsa.-
La ragazza scoppiò a ridere, portando la testa
all’indietro, -Da quanto vi conoscete?-
-Da quando eravamo nella culla.- rispose prontamente lui
legandosi i capelli ricci con un codino, -Le nostre madri sono molto amiche,
quindi sono praticamente cresciuto insieme a Gabriella
e Jane. Senza contare Troy, ovviamente. Mio fratello.-
-Fratello?- sollevò un sopraciglio
confusa.
-I nostri padri erano compagni di squadra alla East High.- spiegò ancora con un sorriso, -Abbiamo
incominciato insieme a giocare a basket.- si fermò un attimo, -A proposito… io
non so ancora niente di te.-
Taylor arrossì un poco sulle guance, -Non c’è molto da
sapere.-
-Niente da fare. Mi racconterai tutto sabato prossimo,
all’appuntamento.- Chad sorrise e la superò, lasciandola in mezzo al corridoio
con un sorrisone.
-Puoi uscire, Gabry.-
Gabriella uscì colpevole, -Non volevo spiarvi.-
-Non importa.- Taylor rise e
l’abbracciò, -Sono felice, Gabriella. Come non lo sono mai stata.-
-Anche io…- mormorò Gabriella ricambiando
l’abbraccio, mentre vedeva Ryan spuntare dalle scale. Gli
sorrise e lui ricambiò, facendo segno che si vedevano giù, -Tay…- disse
quando lui si allontanò.
-Sì?-
-Io e Ryan ci siamo baciati.-
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Siccome il pc fa i capricci e siccome ci
tengo ad aggiungere il capitolo, mi vedo costretta a ringraziarvi singolarmente
nel prossimo capitolo!
Intanto ditemi cosa ne pensate di questo e scusate se non
ho aggiornato tanto presto ^^
Bacio
Titty90