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Autore: Cocomero_    12/04/2014    1 recensioni
12 settembre 2014, il loro primo sguardo;
12 settembre 2013, il loro primo bacio;
12 settembre 2014, la loro prima volta;
12 settembre 2015, la loro prima e per fortuna ultima litigata;
12 settembre 2016, il primo pranzo a casa della madre di lei;
12 settembre 2017, la prima proposta;
"You’ve never loved yourself, half as much as I love you, you’ll never treat yourself right darlin’, but I want you to, if I let you know, I’m here for you, maybe you’ll love yourself, like I love you"...Niall rimette a posto la cornice, si infila le scarpe e esce da casa di lei diretto allo studio di registrazione dove lo aspettano i ragazzi.
12 settembre 2017, il suo primo si.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola, care mie, il linguaggio a messaggi è voluto, spero che si capisca, anche se non sono tanto sicura; see you later ;)
 
 

It's everything about you, Everything that you do

 
Che poi avrebbe pagato oro pur di poter rimanere sdraiato nel letto in eterno, così fermo, immobile, con gli occhi socchiusi, a pancia in su, le mani sotto al cuscino e la mente non abbastanza fresca per potersi permettere qualsiasi tipo di pensiero; però effettivamente faceva un pochino troppo caldo sotto alla coperta invernale che ancora non aveva avuto la forza di mettere via e, inoltre, era perfettamente consapevole che le minacciose stanghette verdi della sveglia lo stavano scrutando dal comodino; l’ultima volta che era riuscito ad alzare mezza palpebra segnavano le 12:24 e la luce che entrava dalla finestra non poteva che confermare quell’orario.

Niall allungò un braccio sotto al cuscino per raggiungere il telefono che teneva tra il materasso e il bordo del letto, riuscì a prenderlo con la punta delle dita e lo sfilò dal suo posticino per poi portarselo davanti al viso. Aprì gli occhi lentamente e poi li richiuse a causa di un grosso sbadiglio mugugnante, non fece neanche la fatica di portarsi la mano alla bocca, era solo, nessuno si sarebbe scandalizzato più di troppo. Terminato lo slogamento mandibolare la sua attenzione fu di nuovo catturata dallo schermo del telefono ancora nero, alzò il pollice per sbloccarlo e così facendo perse la presa sull’affare elettronico che si andò a schiantare dritto sul suo naso: “Merda, fottiti…” Borbottò massaggiandoselo.

A tentoni riuscì a recuperarlo tra le lenzuola e a sbloccare finalmente lo schermo, quarantuno messaggi nel gruppo con i ragazzi; niente di che, un po’ di Louis brillo alle quattro e le conseguenti prese in giro degli altri; uscì dalla conversazione ritrovandosi a fissare il nome di Livia che spiccava tra gli altri, ci cliccò sopra, gli ultimi messaggi risalivano al venerdì: “Vieni oggi?” e la risposta della ragazza: “Se sento la sveglia, se riesco ad alzarmi, se trovo la forza di uscire dal pigiama, se passa il treno, se non si ferma la metro e se non mi rapiscono gli alieni, si, credo di venire :)”. Ultimo accesso: ieri alle 23:58.

Niall sorrise soddisfatto guardando lo schermo, il fatto che Livia ancora non si fosse sentita con nessuno per messaggio lo rendeva contento, sapeva di poter essere considerato uno stalker , ma nessuno sarebbe mai venuto a saperlo, e poi, un piccolo controllo non avrebbe fatto di certo, male a qualcuno… Rinfilò il braccio sotto le coperte, lasciando scivolare il telefono sul materasso, sistemò meglio il lenzuolo sulle spalle e richiuse gli occhi, sperando di non essere disturbato per le seguenti dodici ore. Speranza vana, perché sentì dei passi per le scale e poi qualcuno bussò alla porta della stanza: “Zio Niall, possiamo entrare?”.

Greg, perché sta qua? – pensò il ragazzo e poi rispose ad alta voce – certo, entrate!” La porta si aprì ed entrò il fratello con in braccio il piccolo Theo. “Buongiorno cucciolo!” Esclamò mentre il bimbo gli sorrideva allungando le braccette cicciottelle verso di lui. “Mamma si chiede se mangerai con noi.” Chiese Greg poggiando Theo sul letto sopra la pancia di Niall: “Si, adesso scendo!” Rispose il ragazzo iniziando a giocare con il nipotino: “Ma che belli che siamo!” Esclamò con una voce da cretino, mentre con le dita torturava la pancia del bimbo facendogli il solletico: “Cosa racconti a zio Niall? Cosa dici di bello? Ma…ma…hai!” Si lamentò tentando di liberare il proprio dito dalla bocca del cucciolo, munita solo degli incisivi: “Dammi cinque secondi per andare in bagno e scendo subito.” Continuò poi, rivolto al fratello mentre questo riprendeva in braccio il bimbo, “Ok, ci vediamo giù.”
 

 
“Allora, Niall, come va all’università?” Chiese Denise riscuotendo il biondo dai suoi pensieri.
“Bene, bene, tutto ok, non mi posso lamentare, a parte l’esonero che avrò il giorno dopo Pasquetta, è uno stronzo il professore!”

“Come dopo Pasquetta? E chi deve tornare a casa per Pasqua?” Chiese Greg scandalizzato.
“Niente, se la prende in culo – (“Ma Niall che parole sono!” “Scusa mamma!”) – Liam e Zayn non tornano, rimangono a Roma infatti!” E il discorso deviò sull’incompetenza dei professori e il mal funzionamento del sistema scolastico.

I pranzi domenicali con Greg e Denise seguivano sempre più o meno lo stesso copione; ci si sedeva a tavola dopo aver dato da mangiare a Theo e si chiacchierava un po’ di tutto, normalmente, argomenti “da grande”, come piaceva definirli a Niall, l’asilo del bimbo, la lavatrice rotta, i problemi di Greg con il capo, l’ultimo magico robot da cucina della marca dei folletti; Niall preferiva rimanere in silenzio ad ascoltare e intrattenere il nipotino, seduto sul seggiolone accanto a lui, con qualche buffa smorfia. Non  che lo escludessero dai discorsi, era lui stesso che lasciava correre non interessandosi, doveva essere adulto tutta la settimana, di domenica pretendeva un po’ di pace; poi arrivava la solita domanda sull’università, sugli amici e, arrivati all’ammazzacaffè, sulla ragazza che riusciva sempre più o meno a superare. Solito copione con cui stava tranquillo, gli piacevano le situazioni predefinite in cui sapeva perfettamente cosa sarebbe successo e, di conseguenza, sapeva comportarsi nel modo migliore.

“Ni, togli il biscotto a Theo, per favore, è diventato troppo piccolo e si strozza.” Chiese Denise interrompendo per un attimo il discorso a cui erano passati. Niall poggiò forchetta e coltello sul piatto e si girò verso il nipotino che aveva poltiglia di biscotto sparsa per tutta la facciotta, sul seggiolone e sulle manine in cui stringeva forte l’unico pezzetto ancora leggermente solido: “Dai qua campione…” Bisbigliò sorridendogli e riuscendo a sfilarglielo; gli pulì il musetto contrariato con il bavaglino e gli allungò il bicchiere di plastica con l’acqua: “Glu-glu-glu-glu-glu-glu fa l’elefantino!” si ritrovò ad esclamare muovendo la mano davanti al naso come se fosse una vera proboscide.

“Harry come sta?” Chiese Greg passandogli l’insalata.
“Tutto ok, tra un po’ diventa zio, non vede l’ora!”
“Gemma?”, “Si, Gemma.”
“E io che me la ricordo piccola come un soldo di cacio!”
“No, ti assicuro che è decisamente cresciuta!” Concluse Niall sogghignando e ritornando ad occuparsi dell’acqua di Theo.
 
 

 
 
“E il cavallino come fa? E il cavallino come fa? Iiiiiiiiiiiiiiiih…” Mimò il verso del cavallo muovendo la pancia su e giù e scatenando le risate di Theo seduto a cavalcioni su di lui, sdraiato sul tappeto del salotto; “Questo bimbo mi farà uscire cretino.” Constatò stringendogli le manine paffute e perdendosi a fissare gli occhioni celesti. “E il coniglietto come fa? E il coniglietto come fa?” E mosse la bocca su e giù, mimando il muso di un coniglietto. “Ni - lo chiamò Greg affacciandosi dalla porta della cucina – ti ha squillato il telefono, dove te lo metto?”

“Dammi qua, grazie.” Rispose allungando una mano sopra la testa per poter prendere il cellulare: “Chi scrive allo zio? Eh, piccolo mio? Chi scrive secondo te allo zio?” Chiese, tornando alla vocina stupida, mentre il bimbo era più interessato all’affare elettronico che alle sue smorfie. Niall sbloccò lo schermo e aprì il messaggio da parte di Harry:

Da Simba:
“La fine del mondo è vicina e Liam ritiene che l’unico in grado di poterci salvare è Capitan America e se lui è impegnato qualcuno che abbia imparato a memoria tutte le sue mosse; l’ho trovato in streaming, ore sete, da me, con qualsiasi cosa tu possa portare da mangiare che Gemma si finisce tutto. Se mi obbliga a fare le capriole lo impicco…”

A Simba:
“Ci starò, ma solo se mi fai le capriole.”

La risposta del riccio non tarò a far vibrare il telefono:

Da Simba:
“Fata Turchina, meno ironia e più pizza! Vieni pure prima; senti Perrie che Zayn si vergogna e anche la roscia che non ho il numero.”

A Simba:
“La roscia si chiama Livia. C’è Greg.”

Niall alzò Theo dalla pancia, si tirò su seduto e incrociò le gambe, posizionando il bimbo seduto sulle sue caviglie, nascose il telefono dietro la schiena e allungò il braccio per recuperare il peluche del coniglietto poggiato sul divano, lo affidò al bimbo che iniziò subito a ciucciargli le orecchie distraendosi dalla missione “Prendiamo il telefono allo zio”

Da Simba:
“Mi sembrava di saperlo infatti, qualcuno deve avermelo detto… Salutami tutti zietto cuccioloso :P”

A Simba:
“Imbecille. Tra poco tocca anche a te :P arrivo per le sei e 30”
 
Niall allungò un braccio dietro alle spalle di Theo e il bimbo gli si accucciolò al petto continuando a ciucciare le orecchie del coniglio; 16:32 lesse sullo schermo del telefono mentre cercava in rubrica il numero di Perrie; ora del riposino constatò muovendosi leggermente avanti e indietro per cullare il nipotino:

A Perrie:
“Quel pazzo psicopatico di Liam pretende assistenza nel guardare capitan America in streaming, ore sette, da harry, ti contiamo?”

E inviò infilando il cellulare nella tasca della tuta e alzandosi in piedi.

Niall si affacciò alla porta della cucina richiamando l’attenzione dei genitori, di Greg e di Denise: “Dove lo appoggio?” Chiese sotto voce indicando il cucciolo con gli occhi a mezz’asta. “Cullalo un altro po’ finchè non si addormenta e poi poggialo sul nostro letto – rispose la madre (nonna!) – ricordati i cuscini intorno.” Il ragazzo alzò il pollice per conferma e poi allungò l’indice ad indicare le tazzine vuote sul tavolo: “Anche io caffè!”, “quando torni te lo preparo!” Lo assicurò Greg sorridendogli.

Il ragazzo uscì dalla cucina accostando nuovamente la porta e si diresse verso la camera dei genitori, attraversando il salone, mentre continuava a muovere le braccia a ritmo. Si sedette sul lettone e cominciò a canticchiare qualche nota della loro ultima canzone, “Questa è un’anteprima caro mio, ritieniti fortunato!” Pensò poggiando il bimbo sul materasso e sdraiandosi accanto a lui; gli lasciò una mano sul pancino continuando a muoverlo leggermente e con l’altra tirò fuori il telefono, sbloccandolo per scrivere a Livia.

“Si pensava sta sera di andare da Harry a vedere Capitan America…”  Cancellò tutto.

“Buongiorno! Dicevano di andare da Harry a vedere Capitan America, alle sette, sta sera…” Cancellò di nuovo.

Niall lasciò cadere sul materasso il telefono, poggiò la testa accanto a quella di Theo e si grattò il naso per poi passarsi una mano tra i capelli “Le stai chiedendo di vedere un film con gli altri, non di venderti un rene, dovrebbe essere semplice!” Lo informò la vocina nella testa. Riprese il telefono in mano:

A Livia:
“Buongiorno! Ci staresti sta sera per un film da Harry? Liam pretende Capitan America, non sono molto sicuro che avremo possibilità di contrattare :)”

Inviò, per niente soddisfatto, ma inviò e sfinito appoggiò di nuovo il cellulare accanto a se, non vederla da un giorno e mezzo lo distruggeva, i fine settimana erano orribili, dopo averci passato tutti i giorni dal lunedì al venerdì insieme, stare tutto il week-end senza era insopportabile; era diventata una sorta di droga, legale, ma una droga, il modo in cui sorrideva, l’ironia con cui parlava, il caffè bevuto insieme e le chiacchiere mentre lei fumava. Si ritrovavano sempre loro due da soli, appoggiati al muretto o seduti sulle scale fuori, mentre Niall si incantava ad osservare le labbra della ragazza che si poggiavano sul filtro e parlavano un po’ di tutto, dell’università, dei genitori di lei che si stavano separando, del nipotino di lui che era cucciolosissimo, di Harry e di Vanessa, del contratto con un’importante casa discografica e dei bimbi a cui insegnava a nuotare in piscina la sera. Chiacchieravano un po’ di tutto mentre il sole primaverile faceva scottare le guance di Niall e faceva uscire le lentiggini a Livia.

Il cellulare vibrò e la spia rossa dei messaggi cominciò a lampeggiare, Niall lo afferrò di corsa sbloccandolo, sperava in una risposta della roscia ma era Perrie che confermava la sua presenza. Sbuffò informando Harry e controllando di nuovo l’ultimo accesso di Livia, ancora 23:58 del giorno prima; conoscendola si era persa nuovamente il telefono, l’ultima volta l’aveva ritrovato nell’armadio, quella ancora prima nella tasca dell’accappatoio, ci si poteva aspettare di tutto da lei constatò sorridendo.

“Psss…psss, chi ti scrive che sorridi?” Bisbigliò Greg affacciandosi alla porta della stanza.
“Nessuno… Harry!” Rispose Niall facendogli la linguaccia, Harry era effettivamente l’ultimo a cui aveva scritto…
“Mi devi dire qualcosa? – continuò ironico il fratello – dorme? E te?”
“Lui si - constatò il ragazzo girandosi verso Theo per essere sicuro – io quasi.”
“Vieni di là, che il caffè è pronto.” Concluse Greg sorridendogli e girandosi per tornare in cucina.

Niall si alzò a fatica, infilò il telefono in tasca e sistemò i cuscini intorno al nipotino per evitare ogni possibile caduta dal letto matrimoniale, poi uscì dalla stanza stropicciandosi gli occhi e scompigliandosi i capelli.
 
 

 
 
“Chi è?” Domandò la voce di Gemma al citofono.
“La merenda!”
“Sbrigati a salire allora!” rispose la ragazza aprendo il portone.

Niall spinse sul vetro con la spalla, una mano impegnata a tenere la busta della “spesa” e l’altra che infilava le chiavi della macchina nella tasca dei pantaloni blu. Entrò nell’androne e a fatica riuscì ad aprire l’ascensore già lì; spinse il pulsante con il 4 disegnato sopra e aspettò fischiettando che arrivasse al piano; neanche aveva aperto una delle due porte interne che già Gemma aveva spalancato quella esterna: “Per fortuna che ci sei tu fata turchina! Se fosse per mio fratello moriremo di fame!”

“Ma non dire cazzate! – sbottò Harry che teneva aperta la porta di casa – ti sto solo evitando di ritrovarti spiaggiata come una balena la prossima estate!”
Niall ridacchiò mentre Gemma chiudeva alle sue spalle la porta dell’ascensore: “Non vi preoccupate! – esclamò entrando in casa e battendo il cinque ad Harry – a voi ci pensa lo zio Niall! Porto in cucina.”

“Vai, vai, la sai la strada!”

Niall entrò in cucina seguito da Harry e Gemma, posò la busta sul tavolo e iniziò a tirare fuori le cose: “Allora, cosa vuole oggi la mia mammina preferita? Pizza bianca ancora calda, albicocche secche, nutella, fragole, meringhe o gelato alla vaniglia variegato al pistacchio, solo con la crema non con i pezzettini?” Ogni cosa nominata era poggiata sulla tovaglia. Gemma lo guardava con gli occhi che brillavano, Harry stava scuotendo la testa: “Metto su l’acqua per il thè, la birra sta già in frigo!”

“Ma…ma…ma – balbettò la ragazza – come fai a ricordarti tutte le mie voglie più frequenti?”

“Harry deve avermele dette un paio di volte, no, aspè, un bel po’ di volte, lamentandosi degli orari assurdi, o forse le ha scritte, si, deve averle scritte e inviate per e-mail ad ognuno di noi, credo che anche mia madre abbia una copia di quell’e-mail, una anche Greg e anche Theo, no, Theo non ha l’e-mail, Theo ce l’ha stampata e incorniciata sopra al lettino, Zayn afferma di aver visto una ragazza con indosso una maglietta con questa lista, il Papa ancora non ci ha risposto e il presidente Obama non l’ha ancora letta, gli alieni vogliono incontrarti e il WWF chiede se sei una specie in via d’estinzione! – rispose ironico Niall – alle due di notte l’hai mandato a cercare le fragole, se non sbaglio, l’ultima volta!”
Harry, appoggiato di schiena alla cucina, con le braccia incrociate, rideva sotto i baffi, facendo di si con la testa come a confermare le parole dell’amico.

Gemma, non sentendosi per niente in colpa alzò le spalle infilandosi in bocca il primo cucchiaino di gelato: “Non potevamo rischiare che nascessero con un’enorme voglia di fragola in fronte!”

“Certo, per questo ci ho pensato io! – concluse il discorso il biondo – come stanno punto e virgola?” L’avevano scoperto la settimana pima, Gemma non era incinta, Gemma era super-incinta; i bambini erano due, forti, sani e belli, per quanto potessero essere belli i due sgorbietti nell’ecografia e sfiancavano la ragazza in maniera tremenda, la pancia era già abbastanza voluminosa nonostante fosse solo il terzo mese di gravidanza e spesso Harry era costretto a raggiungere la sorella di corsa perché soffriva di cali di pressione. Niall li aveva subito soprannominati punto e virgola, consiglio subito accettato da tutti i partecipanti alla discussione.

“Bene, bene, oggi non mi hanno neanche fatto vomitare troppo, ma forse perché dopo il primo trimestre la nausea diminuisce sempre – rispose sorridendo – io me ne vado di là, chiamatemi quando il tè è freddo.”

Niall aspettò il rumore della televisione accesa prima di rivolgersi ad Harry che stava mettendo l’acqua nelle tazze con le bustine: “Come sta veramente? Sei riuscita a farla parlare con Scott?” Harry scosse la testa: “No, non vuole né vederlo né sentirlo, l’altro giorno, te l’ho detto, l’ho dovuto cacciare via quando è venuto qua sotto; non gli vuole parlare e non ne vuole parlare, ancora non so che sia successo per bene, so che c’entra la gravidanza, ma non so in che termini.”

Harry poggiò la sua tazza sul tavolo accanto alla birra che aveva tirato fuori dal frigo mentre parlava, si sedette e prese un sorso di tè: “Fanculo, voglio anche io una birra!” Esclamò alzandosi e aprendo il frigo per prendere una seconda bottiglia. “Andrea quanto sa di tutto ciò?” Harry sospirò risiedendosi e giocherellando con il cavatappi: “Andrea? Non più dello stretto necessario, non ha mai fatto domande, tra l’altro non la sento da una decina di giorni, l’ultima volta è scappata in silenzio, come al solito, subito dopo; e da lì non ha più risposto ai messaggi; è strana quella, non so come fare per capirla… - altro sospiro – Livia viene?”, “Non mi ha risposto – borbottò Niall soffiando dentro al collo della sua bottiglia – non guarda il telefono da ieri sera.”

Due sospiri.
 
 

 
 
Il telefono vibrò nella tasca dei pantaloni, Niall distolse lo sguardo dallo schermo del televisore in cui Capitan America si era appena lanciato da un aereo senza paracadute; mosse il braccio tentando di raggiungere la tasca e, così facendo, infilò il gomito tra le costole di Zayn: “Aih, ma che cazz…?”, “Scusa, scusa, scusa, devo prendere il telefono.” Bisbigliò Niall, “Ok.” Rispose il moro tentando di spostarsi un po’ più verso sinistra. “Ssssssssssh.” Li apostrofò Liam beccandosi un vaffanculo menale da tutti e due. Riuscì a sfilare il telefono che lo avvisava dell’arrivo di un messaggio, lo sbloccò e lesse il mittente “Livia”, prima di entrare a leggerlo però diminuì la luminosità per non disturbare gli altri:

Da Liavia:
“Scusa Ni, ho letto solo adesso L comunque non sarei potuta venire, oggi è la giornata di mamma, pranzo e cena… che palle…”

Il ragazzo sorrise allo schermo scuotendo la testa, “Chi è?” Chiese Zayn, “Livia.” Sussurrò in risposta, “E che dice?”, “Che non sarebbe potuta venire anche se avesse letto in tempo…”, “Mmmmmmmmh…”, “Liam ci sta guardando troppo male…” e Zayn si girò, alzò una mano in segno di saluto verso l’amico e ridacchiò tornando a concentrarsi sullo schermo.
 
A Livia:
“Su con la vita! Non può essere poi così tremenda.”
Da Livia:
“Non puoi neanche immaginare quanto assomigli ad una strega malefica! Ho dovuto pranzare con il tovagliolo sulle gambe, come al ristorante…”
 
“Cerca di resistere, la giornata è quasi finita!”

“Si, devo solo riuscire a trovare un modo per strozzare questo cazzo di stupido bassotto che continua a ringhiarmi contro…”
 
“Polpette avvelenate, affogamento, investirlo con la macchina quando vai via? Sicario assoldato per il compito?”

“Opterei per il sicario…domani hai da fare? XD no, scherzo, non ti farei mai uccidere questo cavolo di animale…il fantasma di mia madre che ti perseguita in eterno credo sia, se possibile, ancora meno piacevole della persona… che sta facendo capitan america?”

“Ahahahahahah :) boh, salva tutti credo…”

“Ahahah, non è ancora morto?”

“Perché, muore? O.O”

“Boh!!”

“Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo di dover passare la nottata qua a consolare Liam!!!”

“Ahahahahahah :P”
“Domani ci sei all’università?”

“Si, credo di si, se non finisco in prigione per averla soffocata con un cuscino… te?”

“Si, ci sono sicuro, caffè alle nove al bar di sotto?”

“Ok, ci sto! Poi mi daresti una mano con statistica?”

“Ok, tutto tuo!”

“:) grazie!”

“Figurati, a domani!”

“A domani”


Niall bloccò il telefono poggiandoselo sulla pancia, sorrise fissando lo schermo, che si fotta la Vedova Nera, lui aveva Livia!
 

SPZIO GELATINE ALLA FRUTTA
Allora, non ci posso credere di esserci riuscita, non potete capire quanto sforzo mi sia costato questo capitolo; sono riuscita a finirlo solo pochi minuti fa, nonostante io abbia avuto un mese per poterlo scrivere, non so perchè, era già tutto in testa da una pezzo,ma non ne voleva sapere di essere messo per iscritto...
Siamo già ad aprile e io mi chiedo dove siano andati a finire febraio e marzo, sta andando troppo velocemente tutto, tra due giorni rischio di ritrovarmi in piena sessione d'esame estiva! Il sole scotta (si, sono riuscita a bruciarmi dormendo sul prato all'università), gli uccellini cantano, la tartaruga è uscita dal letargo e io ancora mi sento come se stessimo aspettando le vacanze natalizie; troppo poco tempo per studiare...
Vabbè, smetto di lamentarmi come al mio solito, parliamo del capitolo: è un po' cortino rispetto agli altri, ma comunque 7 pagine di word le raggiunge, l'ultimo pezzo è un po' strano e non sono sicura che mi sia venuto fuori proprio bellissimo, ma l'ho scritto di fretta prima di pranzo, quindi mi auto-perdono! In generale non è che mi piaccia più di troppo, ma questo è e questo mi tengo...
Un bacione enormissimo a OscarLady perchè è una cucciola cucciolosissima che sforna capitoli come mandarini (?)
E uno a Mary_Lee che pazientemente sta aspettando il capitolo su Harry e Andrea che, probabilmente, riuscirò a finire nel duemileemai...
Un bacione a tutte voi lettrici silenziose, kiss kiss, xmela

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