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Autore: magic mellah    12/04/2014    5 recensioni
{ hiromasa - atsumasa - hiromido | leggermente au | what if | ooc }
Tutti dicono che l’amore fa male, ma non è vero. La solitudine fa male, il rifiuto fa male, perdere qualcuno fa male.
Tutti confondono queste cose con l’amore, ma in realtà, esso è l’unica cosa in questo mondo che copre il dolore e ci fa sentire ancora meravigliosi.
aw. hiromasaaaaaaaaa. ♥
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«Le stelle sono brutte. Sono solo insignificanti puntini che sono messi a caso, e che sono tutti uguali.»
«Anche noi siamo solo dei semplici puntini sulla terra, eppure per alcune persone siamo fondamentali, lo sai, Masaki?» il bimbo sgranò gli occhi, chiedendosi come quel perseguitore sapesse il suo nome.
«Chi sei tu? Come sai il mio nome? Come fai a conoscermi? Come mai mi segui sempre? E perch–»
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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{ act four - sakka, sakka, sakka. ♥ }


 
 
«Ne vuoi ancora, Masaki?» chiese Tenma al ragazzo con i capelli blu, indicando la torta. 
«Che domande sono? Certo che sì.» rispose, prendendosi poi un'altra fetta. Incominciò a mangiare le fragole, e poi la panna, sporcandosi il viso. 
«Il provino è fra tre giorni, non dovreste mangiare una torta, ma dovreste allenarvi!» sbraitò Aoi, facendo ridere Tenma, Shinsuke e Kariya. 
«Su Aoi-chan, andremo dopo ad allenarci...»
Erano passati tre giorni dall'inizio della scuola, e Masaki non si era fatto proprio tanti amici. Solo Tenma -che a volte poteva essere fastidioso-, e poi ogni tanto stava in compagnia con Shinsuke e la Sorano. Era andata comunque meglio di come pensava. All'orfanotrofio non aveva neanche un amico, e le uniche volte che qualcuno gli si avvicinava e gli parlava era per dirgli "spostati dall'altalena, è il mio turno" oppure "ti levi di lì?". Solo Hitomiko gli parlava, e non era una gran cosa parlare con qualcuno più grande. A proposito, sarebbe dovuto andarla a trovare, non la vedeva da un po'.
Parlando di calcio, si era allenato con Matsukaze di nascosto in quei giorni; non voleva che Hiroto sapesse dei provini per la squadra di calcio. E se non sarebbe stato preso? Che figura ci avrebbe fatto con lui? Dunque preferì non dirgli niente. Se avrebbe passato i provini glielo avrebbe detto, se non li avrebbe passati... forse sarebbe caduto in depressione. Oppure nella peggiore delle ipotesi avrebbe picchiato tutti i membri della squadra di calcio.
Scoprì anche che il ragazzo -o meglio, il finto ragazzo dai lineamenti molto femminili- che aveva visto nei bagni, con i codini rosa, faceva parte della squadra di calcio. Scoprì anche che si chiamava Kirino Ranmaru, e che frequentava il secondo anno; sospirò e poi si alzò di malavoglia, posando il piatto ormai vuoto sul tavolino in legno. 
«Tenma, ora dobbiamo proprio andare ad allenarci.
» il ragazzo dai capelli castani sembrò d'accordo, perché urlo "sakka", spaventando anche così Aki, che non era in quella camera. 



Due giorni ai provini. Solo due giorni.
«Masaki, oggi ti andrebbe di andare a mangiare fuori? Esco prima dal lavoro.» Hiroto. Kariya quasi non si affogò, mentre beveva il latte; tossì un paio di volte, e poi fece un grosso respiro, cercando di prendere aria più possibile. Che gli poteva dire? Una volta tanto lui non lavorava, e non potevano neanche stare insieme, perché si doveva allenare!
«Io avevo già promesso ad un mio compagno di classe di andare a mangiare a casa sua. Non sarebbe scortese se all'ultimo momento gli dicessi che non posso andare?»
«Beh, hai ragione. Sarà per un'altra volta!» fece un ampio sorriso. Per fortuna non ci era rimasto male.
«Io devo andare a scuola, ci vediamo stasera.»
Era una sua impressione, oppure si stava allontanando sempre di più, Masaki?
Sperava solo che quella sera non venisse con altri tagli da medicare. E poi perché ogni giorno tornava sempre con qualche ferita? Hiroto sperò solo che non venisse picchiato, oppure avrebbe fatto una strage. Ecco perché odiava mandarlo a scuola. Non poteva mai sapere cosa gli succedeva... nulla di nulla!
Si alzò dalla sedia, spostando pericolosamente il tavolo, e facendo così cadere il caffè sulla sua camicia; si trattenne dal fare un urlo poco mascolino, così incominciò a mordersi le labbra, a sangue. Disse solo "cazzo!", per poi andare di nuovo in camera svogliatamente, a cambiarsi la camicia. Con il tempo era cambiato. Prima era sempre puntuale, addirittura lui non sopportava quando le persone arrivavano in ritardo, e ora invece persino quando doveva andare a lavoro ci metteva una lentezza assurda, prendendosela con comodo.


Non era mai stato così teso in vita sua, se non nel giorno del provino; riusciva a malapena spiaccicare parola, ed era un miracolo se era riuscito a dire il suo nome. Sembrava quasi imbarazzato, ma lui sapeva che non era per quello, ma era nervoso. E se non era stato preso? Il suo sogno probabilmente sarebbe andato in frantumi. Dov'era finito in quel momento il Masaki Kariya sgarbato, sempre con la luna storta, che non aveva paura di niente, e che rispondeva male per qualunque cosa? Era andato a quel paese, probabilmente. 
I ragazzi che avevano partecipato al provino erano una ventina, ma lui era sicuro di non essere inferiore a loro. Si era sempre allenato, in qualsiasi momento, persino in casa, con disappunto di Hiroto -aveva usato le arance come palle e andavano sempre a schizzare sul muro, che puntualmente doveva essere ridipinto-. Anche se era contento del fatto che anche a lui piacesse il calcio.
«Nishizono Shinsuke.» disse, il capitano della squadra.
Fece un profondo respiro.
«Matsukaze Tenma.»
Si sentì morire. Quando cavolo avrebbero pronunciato il suo nome? Gli mancò il fiato per qualche secondo, quando vide che il ragazzo stava di nuovo per parlare.
«E... Masaki Kariya.»
Era contento, anche se non lo mostrava apertamente. Di certo non avrebbe esultato saltando e urlando contento come stavano facendo Tenma e Shinsuke in quel momento. Ridicoli, anche se gli veniva da ridere. Erano buffi, ma poteva capire del perchè erano così contenti.
Andò a cambiarsi, e corse veloce fuori dalla scuola, sentendosi poi chiamare.
«Masaki! Vuoi venire a casa mia?»
«Tenma, ora devo proprio andare, un altro giorno magari.» e corse veloce, nell'azienda dove Hiroto lavorava. Vide Nagumo con tanti fogli in mano, e gli andò a sbattere contro di proposito. Era malefico? Forse. Ma ogni volta che vedeva Haruya arrabbiarsi e a stento si tratteneva dal bestemmiare, gli faceva sempre ridere tanto.
«Tu, brutto moccioso! Lo so che l'hai fatto di proposito!» lo avrebbe volentieri seguito, per poi suonargliele, ma doveva prendere i fogli per terra, e poi chi lo sentiva Hiroto se vedeva che il suo adorato figlioletto era malconcio? Kariya andò nel studio del rosso, per dargli la notizia che era entrato a far parte della squadra di calcio, quando vide Hiroto e Midorikawa, tanto vicini, le loro labbra si stavano sfiorando, e un secondo dopo si erano unite. 
Preferì non dare fastidio, e andò dove prima aveva lasciato Nagumo a raccogliere le carte; lo aiutò, quasi come se fosse pentito -cosa che non era affatto-, e scappò per poi andare a casa. Meglio non pensarci. Si riempì la vasca di acqua calda -più calda era, meglio era-, e poi si spogliò, andando sott'acqua. Faceva così quando voleva schiarirsi le idee. Sospirò di piacere, poi, costatando che l'acqua era di una temperatura perfetta, quasi come quelle delle acque termali.
Era contento, ma infastidito allo stesso tempo. Contento, perché ora faceva parte della squadra principale della Raimon, ma infastidito dal fatto che Hiroto si stesse baciando con Midorikawa. Se poi però si fidanzavano, e di punto in bianco il verde lo avrebbe mollato, non doveva venirsi a lamentare da lui, oppure lo avrebbe picchiato così tanto, da fargli uscire il sangue.


Quando Hiroto tornò a casa, sembrò più contento del solito, anche se Masaki non glielo fece notare. Non lo aveva salutato neanche, quando era tornato a casa. Insomma, gli sembrava di essere ritornato a quando Kariya aveva undici anni, ed erano i primi mesi di convivenza -lì neanche lo degnava di uno sguardo-. 
Appoggiò la busta sul tavolo contenente cibo cinese, e andò a chiamare Masaki in sala-giochi; dopo tutto quel tempo, era ancora il suo posto preferito. Lo adorava. Era il posto che tutti i ragazzi adoravano, e avrebbero voluto avere in casa.
Mentre mangiavano, Hiroto decise di parlare, per rompere il ghiaccio; non lo avesse mai fatto.
«Successo qualcosa, oggi?»
«Sono entrato nella squadra di calcio della Raimon...»
«Dici davvero? Sono contento per te!» si alzò dal tavolo, e lo staccò dalla sedia, per poi prenderlo ed alzarlo in braccio, come se avesse cinque anni. «Oggi ho saputo che sei venuto a lavoro, da me. Non vieni mai. Volevi dirmi questo, immagino. Perché allora te ne sei andato?»
«Lasciami, vai da Midorikawa a elogiarlo o prenderlo in braccio.» sputò, con cattiveria, dimenandosi poi.
Hiroto Kiyama aveva capito il perché dell'umore di Kariya.

 





mellie corner. ♥

salve, ragazzi! quanto tempo, neh? -AVETE VISTO, HO CAMBIATO NICK? EHEHEH-  sono tre mesi che non scrivo sul fandom, TRE MESI. speravo anche di aver visto un miglioramento, però mi sbagliavo, lol. comunque, chi sono io per giudicare? beh, che dire. immagino che il capitolo ve lo sareste aspettato più lungo dopo tutta la mia assenza, vero? solo che ho incominciato a scriverlo verso le dieci, e non ho manco la mente lucida.
ogni volta che tocco pc e ci sto per più di un'ora mi bruciano persino gli occhi :") prima di tutto, voglio scusarmi per gli errori di ortografia, grammatica, e punteggiatura che ci saranno, ma non ho proprio riletto, e la voglia di farlo è poca. ora, appena pubblico la fic voglio solo buttarmi sul letto e respirare- hahaha. il capitolo scommetto che non sarà di vostro gradimento, e lo posso immaginare cuc
voglio farvi solo una domanda? voi preferite la atsumasa, o la ranmasa? :,) 
comunque ragazzi, mi ha fatto piacere pubblicare di nuovo sul fandom, dunque ora scappo ♥ goodbye, guys-
(LO AMMETTO, NON SAPEVO CHE TITOLO DARE AL CAPITOLO)


mellie c:
   
 
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