Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Noal_Writer    13/04/2014    0 recensioni
Premetto che non mi piacciono molto le storie d'amore. Quindi se vi aspettate qualcosa di sdolcinato, sbagliate. Qui si parla di odio, più precisamente odio per se stessi, per la propria immagine... vengono sottolineate scene tristi e l'atteggiamento di un mondo che ci circonda che va a rotoli.
P.S : commentate se volete dire la vostra su questa storia... accetto critiche e consigli da tutti :)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
23 luglio 2013
Stasera sarà una serata speciale. Marcus ed io, andremo ad un ristorante. Oggi è il mio compleanno e lui mi ha promesso una serata romantica ed un bel regalo. Premetto che non sono una tipa attaccata alle cose materiali, ma sono proprio curiosa di sapere con cosa ha intenzione di stupirmi il mio ragazzo: se voglia far colpo con semplicità o con oggetti di valore.
Prima di uscire, Marcus mi raccomanda di vestirmi elegante, perché secondo lui stasera devo essere la dea protagonista dei miei 15 anni. Così indosso un vestito, uno di quelli corti davanti e lunghi dietro, color corallo. Al collo metto una collana di perle bianche e sul viso un trucco leggero: appena un po’ di ombretto rosa sugli occhi, e un lucidalabbra trasparente.
Appena Marcus arriva sotto casa mia, inizia a battermi il cuore. Non mi ero mai vestita così per uscire con lui. Non sono una di quelle ragazze da vestitini e tacchi alti. Quando buco il suo sguardo, gli si illumina il volto. Forse sono stata io a sorprenderlo stasera.
All’entrata del locale, mi arresto. Mi sento in imbarazzo così conciata. Ma mi faccio forza e varco la porta. Di fronte a noi, c’è un piccolo tavolo apparecchiato per due. Lo raggiungiamo e aspettiamo che inizino con le portate di un menù già prefissato. Nell’attesa io e Marcus ci baciamo ininterrottamente. Siamo in un luogo pubblico, sì, ma almeno per questa sera decido di buttarmi alle spalle le altre persone che magari ci puntano il dito addosso. Qui, ora, c’è tempo solo per noi, è tutto dedicato a noi, a me.
Marcus mi guarda e mi dice ‘ Ti amo ’, io sorrido. Poi lui caccia dalla tasca un pacchetto regalo e me lo porge. Io lo scarto e all’interno c’è un ciondolo con due lettere incise nel centro: A, M. Sono le nostre iniziali. È stato dolce da parte sua questo pensiero.
Comincia la cena con un  antipasto abbondante fatto a base di pesce, e più che un compleanno inizia a sembrarmi un matrimonio! Cerco di mangiare tutto per non deludere Marcus che si era preoccupato per l’organizzazione. Continuano ad arrivare piatti di linguine e vongole, calamari fritti, patate al forno.
“ Il signorino ha deciso di fare le cose in grande, eh?” mi rivolgo a Marcus con tono ironico.
“ Sì, tesoro, oggi è la tua festa, è il minimo!”, mi dice lui.
Allora sorrido ma non riesco a finire tutto quel che c’è nel piatto. 
Lui mi incita:
“ Mangia, ho fatto tutto questo per te!”
Allora io annuisco e ingoio il cibo quasi a comando. Non ho il coraggio di dire ‘Non mi va’ dopo che mi è stato preparato tutto ciò.
Sono piena. Non ce la faccio più, vado in bagno e mi sciacquo la faccia. Ho quasi il senso di vomito, ma mi passa. Vedo Marcus che mi raggiunge nella toilette e mi chiede se sto bene. In realtà non molto, ma c’è lui qui con me che mi bacia la fronte e mi rassicura. Io lo bacio sulle labbra e lo ringrazio. Poi lui mi sfiora le gambe, e passa all’interno coscia, continua a baciarmi e restando con le bocche intrecciate, mi trascina verso l’interno di uno dei tre bagni da donna, e serra la porta. Io lo guardo e ho timore. Capisco cosa sta per succedere, ma non voglio. Non sono pronta. È passato poco più di un mese. Non posso.
Marcus inizia ad aprire la chiusura lampo del mio abito, e quest’ultimo scivola a terra. Sento da dietro i ferretti del reggiseno che si allentano, allora rimango con i seni nudi, di spalle al corpo di lui, che inizia a palparmi. Sono passiva. Le sue dita che mi sfiorano si fiondano sul mio ventre e poi scendono verso l’inguine. Mi sento invasa, e continuo ad essere passiva. Sono insicura.
D’un tratto le mie mani prendono il sopravvento e allontanano il mio ragazzo da me.
“ Scusami” dico… “ Non posso!”
“ Tranquilla” ,dice lui, e continua con i suoi movimenti.
Io lo respingo ancora, allora il suo volto si cruccia.
“Puoi aspettarmi vero? , ora davvero non ci riesco!”
Lui non mi ascolta, mi guarda e mi sorride, e continua a farmi capire che ha voglia di me. Allora insisto:
“Io, ora, non, voglio!” mi arrabbio.
Lui offeso dal tono della mia voce, mi lancia uno schiaffo sul viso e io lo fisso attonita con gli occhi lucidi. Mi chiede scusa. Io piango.
“ Non ce la faccio ad aspettare”, dice.
Lo guardo confusa. È uno come tutti gli altri.
“ Forse non sei la ragazza per me!” , continua.
“Forse no”, lo assecondo.
Lui esce dal bagno e chiude la porta. Io urlo il suo nome. Naturalmente qui non c’è nessuno che può sentirci. Marcus torna indietro.
“ Che vuoi?” grida.
Io col corpo spoglio, lo supplico: “ Non te ne andare!”
Lui mi fissa bene per l’ ultima volta ed esclama: “ Guardati, sei grassa!”
Non credo alle sue parole, così contrattacco: “Mi hai detto tu di mangiare, stasera!” 
Lui resta zitto allora io mi agito: “ Cosa vuoi? Non ti sto più bene? Ti interessava solo il sesso? Mi dispiace non sono così, mi vuoi più magra? Ok, cambierebbero le cose? No.
Mi piazzo le dita in gola e inizio a vomitare tutto il cibo precedentemente ingurgitato. Mi volto e lui è ancora fermo a osservare la scena. Mi pulisco il muso sporco.
“ Guarda, se continuo così prima o poi diventerò magra, come mi vuoi tu.”
“Io non ti voglio più, Ana!”
“Che vuol dire? Solo perché non sono stata ai tuoi giochi, adesso mi mandi affanculo?... Ti ci mando prima io!”
Gli mostro il dito medio, mentre mi sposto i capelli al lato, e mentre sono ancora in ginocchio. Cerco di continuare a vomitare. Lui mi sposta la mano che ho sui capelli e me li regge lui.
“ Aspetta, ti aiuto!” mi dice.
“ Che cazzo fai? MI aiuti a vomitare? Non mi toccare stronzo. Vuoi solo stare più tempo vicino a un corpo nudo, non vuoi davvero che io stia bene, sparisci!”
Mi accarezza la schiena e io inizio a tremare. Non so più che cosa fare. Quindi rimango ferma. Smetto di rigurgitare, resto svestita su quel pavimento sudicio di quel bagno pubblico e inizio a lacrimare. Marcus mi guarda per l’ultima volta e se ne va. Io ricambio lo sguardo e inizio a singhiozzare. Penso ‘Perché a me?’ … mi strappo dal collo la collana che ancora avevo in dosso. Mi specchio nelle perle e vedo un volto scuro e cupo, pieno di vergogna. Mi asciugo le gocce salate che mi rigano il volto e mi rivesto. Esco dal ristorante.
È così che reagisce una persona forte, penso. E invece no. Mi incammino per strada, raggiungendo la metro, e vicino ad un muro trovo una bottiglia di Bakardi vuota. Gli tiro un calcio e quella sbattendo contro la parete si scaglia, si frantuma. Mi abbasso, afferro uno di quei vetri e lo metto in borsa; ogni tanto, nel taschino, controllo se c’è ancora, poi lo caccio fuori e inizio ad osservare ognuno di quegli spigoli taglienti. Mi guardo attorno e non c’è nessuno. Mi piazzo in un angolo e mi alzo la gonna del vestito. Sposto la mutanda e inizio a tagliare nell’interno coscia, poi su, all’inguine. Il sangue sgorga dalla mia carne e sussurra ‘Ana sei una stupida’.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Noal_Writer