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Autore: Anaslover    15/04/2014    3 recensioni
Due ragazze, Sierra e Isabelle, e quattro ragazzi, Michael, Ashton, Calum e Luke, si trovano ad affrontare l'esperienza più incredibile della loro vita. E tra litigi, amori, pianti e sentimenti travolgenti dovranno far fronte ai problemi che li metteranno alla prova.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Siamo appena scesi dall'aereo. Il viaggio è andato bene. Sono emozionatissima..."

Non appena usciti dall'aeroporto ci dirigemmo a piedi trascinando le valigie per le strade del Texas, finché non ci imbattemmo in un autonoleggio in una stradina sperduta. Le auto sembravano essere passate in guerra prima di arrivare li. L'atmosfera era da vero e proprio film horror, senza neanche una casa, una persona nei paraggi. Senza rendermene conto mi trovai a ripercorrere mentalmente le strade che avevamo intrapreso nell'ultima ora per giungere da un luogo così affollato come l'aeroporto a un luogo così macabro.
Un'uomo comparse all'entrata di quel capannone fatiscente. Strizzai gli occhi per la lontananza e cercai di identificarlo meglio.
"Che volete?" domandò bruscamente. E meno male che i clienti devono essere trattati con riguardo.
Era un uomo molto massiccio, indossava una salopette di jeans per il lavoro tutta sporca di olio e un cappello con la visiera. Aveva una sigaretta tra le dita. Forse eravamo arrivati mentre era in pausa, ecco il motivo di tanta indignazione.
"Noi vorremmo noleggiare un'auto, un pick-up se possibile." fu Michael a prendere la parola.
"Ho quello che fa per voi, seguitemi."
Ci inoltrammo all'interno della struttura dove c'era chi stava lavorando a qualche macchina, chi fumava, chi beveva. No, decisamente non eravamo capitati nel posto giusto. 
Trattenni una smorfia di disgusto quando uno di quegli ultra cinquantenni, la cui unica compagna di vita era sicuramente la birra, ammiccò nella mia direzione, gesto che mi fece accelerare il passo a seguito del richiamo di Calum, che mi fece passare avanti a lui. 
Mi avvinghiai al braccio di una Isabelle tanto impaurita quanto lo ero io. 
"Ecco qua." richiamò l'attenzione quell'uomo mostrando con un gesto plateale un vecchio pick-up bianco.
Ci guardammo intorno spaesati senza sapere se prendere o meno quell'auto che probabilmente non avrebbe fatto più di 2 km.
"Quanto vuole?" domandò Michael.
"Ma che fai? - lo richiamò Luke - Non vedi che cade a pezzi?"
"O questo o andiamo a piedi Luke, che vuoi fare?"
Nonostante la mia perplessità fosse altrettanta dovetti riconoscere che Michael aveva centrato il punto. Si perché se non avessimo dovuto trovare un posto dove passare la notte, almeno non saremmo dovuti stare per terra.
Anche Luke sembrò fare il mio stesso ragionamento perché indietreggiò e alzò le mani in segno di resa.
"Datemi 150$ e tenetelo quanto vi pare." sentenziò l'uomo.
Misi subito mano al portafogli e con gli altri cercammo di racimolare la somma che ci era stata chiesta prima che quell'uomo cambiasse idea. In fin dei conti era davvero poco per un noleggio a tempo indeterminato.
Una volta prese le chiavi, Michael si mise alla guida, portandoci tutti via da quel posto. E più ci allontanavamo più mi sentivo tranquilla.
Dopo una mezz'oretta di viaggio in macchina trovammo una piccola locanda, c'erano solo un paio di macchine parcheggiate fuori. Ormai era buio e noi avevamo bisogno di un posto dove dormire.
"Ok, siete stanche, infreddolite e non avete un posto dove andare... Azione!" disse Calum, facendo un gesto come per imitare l'attrezzo per il ciac sui set dei film. Il nostro obbiettivo era pagare pochissimo. Dopo aver pagato la macchina, ci rimanevano su per giù duecento dollari a testa, con i quali, in teoria, saremmo dovuti andare avanti tutta l'estate. Certo era che prima o poi avremmo dovuto comunque trovare un modo per racimolare qualche spiccio.
Solo in quel momento mi resi conto che, tra il tempo per il viaggio e il fuso orario, non avevamo neanche mangiato da quando eravamo partiti. 
Io e Isabelle entrammo nella locanda e dovemmo suonare un paio di volte il campanellino sul bancone prima che una donna venisse ad accoglierci.
"Benvenute, come posso aiutarvi?" domandò cortesemente; per un attimo pensai che avremmo potuto veramente dormire in un letto! 
Mi presi un momento per esaminare il posto. La carta da parati verde scuro con i motivi ornamentali era rovinata, le tende un po' sgualcite, alcune lampadine fulminate. La prima cosa che mi venne da pensare era che purtroppo quel posto era stato penalizzato per il luogo in cui si trovava, non proprio una meta turistica, e quindi era stato destinato alla decadenza.
I miei occhi si fermarono sulle due teste di animali appese sopra il camino. Subito mi venne l'impulso di andare via, dettato dal fatto che io fossi vegetariana, nonché animalista più che convinta. 
"Noi avremmo bisogno di un posto dove passare la notte. Ci sono dei nostri amici fuori..."
E poi Isabelle fece quella domanda, che ci mise alla porta e spazzò via dentro di me ogni briciolo di speranza che riponevo in quel posto. "Quanto vuole?" aveva chiesto.
"70$ a persona."
Sbarrai gli occhi a quella cifra, decisamente non potevamo permettercelo. Salutammo, ringraziando per la disponibilità, e ci dirigemmo fuori con la coda tra le gambe.
"Allora?" chiese Ashton.
"Niente da fare." affermai delusa.
Michael si portò le mani tra i capelli, alzando lo sguardo al cielo. Forse stava pensando a una soluzione. Forse, come me, stava prendendo consapevolezza del fatto che quello che avevamo deciso di fare era da pazzi. Tre mesi, dodici settimane, ottantaquattro giorni con pochi soldi e assolutamente nessun programma. Lo scopo era vivere alla giornata, più un'avventura che un viaggio effettivamente. I nostri genitori non ne sapevano nulla, per loro in questo momento ci trovavamo in un letto d'albergo, e io avrei voluto tanto starci. Stavo iniziando a farmi prendere dal panico. Che cosa avremmo fatto?
"Beh, almeno abbiamo una coperta." Calum cercò di sdrammatizzare. La tirò fuori da un borsone e la stese sul cassone del pick-up, dove ci sistemammo. 
In breve tempo tutti si addormentarono, io invece ero immersa nei miei pensieri. Cosa avrebbe pensato mia madre di me, se lo avesse scoperto? Sarebbe stata delusa e io non volevo questo.
Mi alzai a sedere e posai la schiena sul materiale freddo dell'auto e mi guardai intorno.
Isabelle dormiva beatamente. Eravamo sempre state diverse io e lei, per questo ci prendevamo bene. Eravamo amiche da sempre. Quella più ribelle ero io, quella più menefreghista, più impulsiva. E lei mi compensava, era pacata, ragionevole. Quante cavolate mi aveva impedito di fare.
Accanto a lei c'era Ashton. Erano rivolti uno verso l'altra. Al massimo due settimane di tempo davo loro prima di intervenire, metterli di fronte e dire loro "Ora siete fidanzati". Ash era un tipo divertente, non lo conoscevo da molto tempo ma mi trovavo bene con lui. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, era una di quelle persone piacevoli con cui stare.
Poi c'era Calum, il tipo più introverso e silenzioso. Quello che il primo giorno di scuola si mette nel banco in fondo alla classe e ti guarda storto se ti siedi vicino a lui. Io mi ero seduta vicina a lui e ne ero contenta, perché avevo trovato un amico come pochi, una persona davvero speciale.
Spostai lo sguardo. Luke. Me lo ricordavo senza il piercing. Che dire su Luke? Ero in difficoltà. Ogni volta che mi giravo e incontravo il suo sguardo volevo sparire. Anzi, volevo che lui sparisse. Come potevano due occhi così, un viso così, un ragazzo così, infastidirmi? E poi perché ce l'avevo con lui? Forse era arrivato il momento di superarla. Ma lui era strano, non eravamo compatibili, non potevamo essere amici. Avevamo due caratteri diversi. Io non ero più la bambina che aveva bisogno di avere un finto fidanzato per sentirsi bella come le altre. E lui non era più il bambino disposto ad esserlo e a dirmi che ero più bella delle altre. E forse un po' mi dispiaceva. Sarebbe stata una bella amicizia, la nostra, se coltivata nel tempo.
Poi c'era Michael, quello più simile a me, più impulsivo ma forse anche più riflessivo. Michael era quello che cambiava colore di capelli una volta al mese, il ragazzo che tutti pensavano essere strano. Michael era... sveglio.
Corrugai la fronte nel rendermi conto che per tutto il tempo durante il quale ero stato a guardarlo, lui era sveglio.
"Secondo te siamo stati stupidi?" domandai.
Anche lui si sedette e ci pensò su.
"Forse avremmo dovuto pensarci meglio, ma andrà tutto bene, stai tranquilla."
"Io sono tranquilla." subito mi difesi.
Sorrise. Inizialmente rimasi confusa, ma poi capii quel sorriso. Michael mi conosceva bene e non c'era da stupirsi che si aspettasse la mia risposta. Ma in realtà non ero tranquilla, e con quel pensiero in testa mi addormentai sulla sua spalla.

"...L'albergo è bellissimo, ci siamo sistemati in camera, ora stiamo andando a letto. Buonanotte mamma, ti voglio bene."




ANGOLO AUTRICE
Buongiorno a tutti! Scusate immensamente il ritardo ma tra compiti, interrogazioni e tutto è stato impossibile scrive anche solo una riga.
Spero che da questo capitolo si sia capito un po' di più di quello che i ragazzi effettivamente stanno facendo, non il solito viaggio, ma una vera e propria esperienza dove dovranno vivere alla giornata. Ho cercato di dare una caratterizzazione dei personaggi per come li vedo io nella mia storia.
Devo dichiarare apertamente il mio amore a mika1D e Kristy01 che non solo hanno recensito la storia, ma l'hanno anche inserita tra le preferite. Vi farò una statua. 
Ora sparisco!
Un bacione,
Anaslover
  
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